Il commilitone - prima parte
by maxxximmVisto: 699 veces Comentarios 5 Date: 26-02-2025 Idioma:
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Questa storia risale ai tempi del servizio militare obbligatorio la cui chiamata arrivò inesorabilmente non appena finita l’università.
Con la mia ragazza avevamo già avuto diverse esperienze trasgressive sia con coppie che con singoli (per chi ha letto altri miei racconti “Foto e …” o “Il fotografo … amico” o ancora “Ultimo dell’anno con imprevisto”), anche in due (sempre per chi ha letto altri miei racconti “Festa universitaria” o “Discoteca”) e in gang bang (tra i miei racconti “La prima gangbang” o “I guardoni”) e, quindi, partire per svolgere il servizio militare voleva dire stare lontano da lei e probabilmente aumentare le corna senza neanche poter partecipare o quanto meno vedere …
Ero fortemente infastidito da quanto ero obbligato a fare ed il fastidio si trasformò quasi in rabbia quando seppi che, pur essendo destinato relativamente vicino a casa, dovevo andare prima a fare un corso di circa due mesi in una caserma che si trovava in un paesino a diversi kilometri da Torino e quasi al confine con la Francia (forse qualcuno sa di quale caserma parlo); praticamente, da casa ci volevano oltre otto ore di treno con due cambi (Milano e Torino) !
La mia ragazza cercò di tranquillizzarmi promettendomi che tutti w.e. sarebbe venuta a trovarmi, ma temevo che quella promessa non si potesse realizzare sia per la distanza che per l’eventuale opposizione dei suoi genitori.
Di fatto, malvolentieri dovetti partire !
Giunto a destinazione, mi venne assegnato il letto in una camerata con altri giovani provenienti da tutta Italia per fare quel corso di specializzazione che dovevo fare anch’io ed iniziai a fare amicizia con tutti loro ma in particolare con il ragazzo mio vicino di branda che si chiamava Paolo e veniva dall’Abbruzzo.
Anche Paolo aveva finito l’università da poco ed eravamo quindi coetanei, al contrario degli altri che erano decisamente più giovani di noi; subito, mi diede l’impressione di essere un ragazzo tranquillo ed anche un po' timido.
Fin dalle prime sere, in libera uscita, andavamo assieme a mangiare in una trattoria vicina, non amando molto la cucina della caserma, e così iniziammo a raccontarci un po' della nostra vita; tra una chiacchiera e l’altra finimmo con il parlare di donne e scoprii che lui non aveva una ragazza ed intuì anche che era molto tempo che non aveva rapporti con l’altro sesso.
Al contrario io, anche per fare un po' il fenomeno, raccontai della mia ragazza, del suo carattere e della sua bellezza, nonché di quanto fosse portata per il sesso, pur non entrando nei particolari delle nostre trasgressioni con altre persone. Ovviamente la cosa gli interessava e con molteplici domande Paolo cercava di sapere sempre qualcosa di più fino al punto di chiedermi se avevo con me delle sue foto per vederla.
Effettivamente avevo portato con me qualche foto della mia ragazza ma non erano certamente foto caste e glielo confessai giustificandomi che mi servivano se avevo “nostalgia” del suo corpo ….
La sera stessa di questa mia confessione Paolo mi tormentò chiedendomi di poter vedere le foto, assicurandomi che non ne avrebbe fatto parola con nessuno della nostra camerata.
L’insistenza di Paolo ed una certa mia eccitazione all’idea di fargli vedere la mia ragazza nuda mi convinsero, la sera successiva, ad accontentarlo e così, dopo la cena alla solita trattoria, gli dissi che avevo un regalo per lui e gli allungai un paio di foto in cui c’era la mia ragazza completamente nuda in pose osé, con i seni e la figa in bella mostra …. Paolo sgranò gli occhi e per diversi minuti non proferì parola difronte a quelle immagini …. poi, paonazzo in viso e quasi balbettando, esclamò: “… ma quanto è bella la tua ragazza !!”
L’arrivo della cameriera con il nostro conto interruppe la visione delle foto da parte di Paolo e subito rientrammo in caserma; ma, di fatto, la scena di poco prima mi aveva notevolmente eccitato e non potei fare a meno di rifugiarmi nei bagni con le foto per farmi tranquillamente una sega.
La mia fuga in bagno con le foto della mia ragazza non passò inosservata da Paolo il quale, al mio rientro, timidamente mi chiese, sussurrandomi nell’orecchio, se poteva andare anche lui in bagno con una foto … sorridendogli, gli passai furtivamente una foto e lui si diresse verso i bagni … Dopo una decina di minuti rientrò in camerata paonazzo in viso ed evitando di farsi vedere da altri mi restituì la foto e mi sussurrò un “grazie”.
Da quella sera si creò una certa complicità tra noi due e nelle conversazioni a tavola mi spinsi anche a raccontargli che la mia ragazza in spiaggia era quasi sempre in topless e perizoma in quanto molto esibizionista, che spesso non indossava biancheria intima perché sapeva che la cosa mi eccitava e che, comunque, non disdegnava di attirare gli sguardi di altri ragazzi di fronte a me …. Al rientro in caserma la sera ormai era diventato un rito concedere qualche foto della mia ragazza a Paolo per potersi sparare qualche sega ed io ero sempre più eccitato all’idea del mio nuovo amico che si segava guardando la mia donna, tant’è che iniziai ad allungargli foto sempre più esplicite.
Come immaginavo, il primo w.e. la mia ragazza non venne a trovarmi ma la settimana dopo mi assicurò al telefono che sarebbe venuta a costo di litigare con i suoi genitori; infatti, qualche giorno prima del successivo w.e. spesi una fortuna in gettoni (all’epoca non c’erano ancora i cellulari) per spiegarle quali treni doveva prendere e le diedi il numero di telefono dell’unico albergo nel paese per prenotare la stanza dove avremmo dormito e finalmente scopato (nei w.e. eravamo autorizzati a dormire fuori per permettere a chi poteva di rientrare in famiglia).
Quando ebbi la conferma dalla mia ragazza che sarebbe venuta a trovarmi corsi da Paolo per dargli la bella notizia ma, alla mia felicità si contrappose un velo di tristezza sul volto del mio amico che, di fatto, quel w.e. sarebbe rimasto solo ….
Rattristato dalla reazione di Paolo, la sera prima dell’arrivo della mia ragazza le chiesi al telefono se per lei era un problema se il mio amico veniva a cena con noi e, come immaginavo, non ebbe nulla in contrario; pertanto, informai subito Paolo che il sabato sera saremmo andati tutti e tre a cena assieme così gli avrei presentato la mia ragazza e lui ne fu decisamente felice.
Il sabato pomeriggio, io e Paolo andammo in stazione per l’arrivo della mia ragazza e fu bellissimo rivederla dopo quasi quindici giorni; dopo un lungo abbraccio ed un bacio senza fine le presentai il mio amico il quale, paonazzo in viso, si limitò ad un “ciao” e ad “un piacere di conoscerti” evidenziando tutta la sua timidezza.
Accompagnata la mia ragazza in albergo per posare lo zaino e darsi una rinfrescata, io e Paolo l’aspettammo fuori dall’albergo e nell’attesa, tra una chiacchiera e l’altra, non potei fare a meno di chiedergli cosa ne pensasse e la sua risposta fu: “… cazzo se è bella !...”. Anche se meravigliato di una risposta così da lui ne fui compiaciuto e gli consigliai di essere sempre così spontaneo e meno timido ….
Dopo un po', comparve il mio amore che, oltre a rinfrescarsi, si era anche cambiata sostituendo ai jeans una minigonna di jeans con sotto calze a rete bianche e scarpe da tennis, mentre sopra indossava giacchino di jeans ed una canottiera bianca senza reggiseno sotto e la conferma veniva dal fatto che si notavano i suoi capezzoli turgidi per l’arietta fresca della sera.
Paolo a quella visione rimase a bocca aperta, tant’è che la mia ragazza gli chiese se andava tutto bene e, dopo un sorriso di circostanza ed un cenno del capo, ci incamminammo per il paese; ovviamente non c’era nulla di interessante da vedere e così non appena si fece l’orario ci dirigemmo verso la nostra trattoria.
La cena andò nei migliori dei modi e Paolo pian piano si rilassò diventando più eloquente, sicuramente aiutato dal vino che avevo ordinato, ma sempre con gli occhi rivolti verso la mia ragazza e soprattutto verso i suoi seni; anche la mia ragazza sembrava a suo agio ed essendosi accorta che lo sguardo di Paolo cadeva sempre verso i suoi seni pensò bene di dargli il colpo di grazia togliendosi la giacca di jeans e rimanendo in canottiera.
Ad un certo punto, Paolo andò in bagno e a me venne spontaneo dire “… speriamo che non vada a farsi una sega …” … la mia ragazza mi guardò e disse: “… non ha mai visto due tette ?” …. esitando, continuai: “… beh … di te ha visto più di due tette …”. Alla sua richiesta di spiegazioni, le confessai che avevo fatto vedere le foto che mi ero portato a Paolo e che quasi tutte le sere si andava a segare guardandole … e lei, guardandomi fissa negli occhi esclamò: “sei il solito porco … te la farò pagare …”; non ebbi il tempo di replicare e raccontargli come era nato il tutto per il rientro di Paolo al nostro tavolo ma temevo per come sarebbe andata a finire la serata …
Continua.