HISTORIA TìTULO: Parte 39 - Tutto iniziò così (racconto vero) 
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Parte 39 - Tutto iniziò così (racconto vero)


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Parte 39 - Tutto iniziò così (racconto vero)

by Andreacp32
Visto: 708 veces Comentarios 19 Date: 25-11-2021 Idioma: Language

Uscimmo sotto la pioggia, con lei aggrappata al mio braccio. Eravamo una coppia. Arrivammo nella zona con i negozietti e Katia volle a tutti i costi regalarmi un portafoglio e una giacca che certamente non potevo permettermi. Accettai perché non erano regali per comprarmi ma perché si vedeva che le faceva piacere. Mi specificò anche che non erano soldi di Giovanni ma suoi. Anche lì, davanti alla cassiera non potei fare a meno di baciarla e di accarezzarla. Poi andammo in un bar a bere un caffè e il cameriere, una volta giunto al tavolo e viste le nostre mani congiunte, chiese a me cosa volessi e cosa volesse mia moglie. Katia mi guardò compiaciuta ed io ripetei al cameriere la parola moglie. “mia moglie invece prende un caffè macchiato”. Sentii la sua mano stringere la mia con decisione e guardarmi con aria di amore. Tornammo a casa e mi preparò il pranzo e poi ci mettemmo davanti alla televisione visto che il tempo continuava a peggiorare. Dopo poco sentì le sue mani avvicinarsi al mio cazzo. Iniziammo un gioco in cui io la respingevo e lei perseguiva nel suo scopo. Il mio cazzo era duro e lei continuava a farmelo notare.
Katia: amore non puoi avercelo così, fidati di me, è meglio se mi lasci fare
Ridevamo e avevo anche voglia, ma il giochino era troppo divertente. Alla fine me lo tirò fuori ed iniziò a succhiarmelo mentre io rimasi a guardare la tv e a muovere le mie mani sulla sua testa in modo che il mio cazzo le finisse fino in gola. Poi decisi di farla scendere dal divano e di farmelo succhiare in ginocchio. Era bello quando toglieva la bocca e la saliva sporcava il mio uccello. Riprendeva fiato e mi guardava con occhi vogliosi e dolci. Si vedeva che le stava piacendo. Ad un certo punto mentre il mio cazzo era fuori dalla sua bocca, con un balzo scavalcai Katia e mi misi dietro di lei. Non la toccai e non feci nulla, mi limitai ad abbassarle i pantaloni e le mutandine e poi spingere sul suo culo che mi accolse. Lei mi incitava a scoparla forte e io non mi tiravo indietro. Scopai il suo culo con una velocità incredibile ma purtroppo non riuscivo a toccarle la figa con la mano a causa dei pantaloni che non mi permettevano di intrufolarmi. Non pensai al suo piacere ma solo al mio
Io: ti allago sto culo
Katia: no
Io: invece si
Katia: vienimi dentro
Io: mi vuoi in figa?
Katia: voglio la tua sborra, si
Non mi feci pregare e la presi in figa
Io: così ti piace di più?
Katia: sborrami amore
Io: vengooo
Le sborrai in figa compiaciuto ed esausto. Mi staccai da lei
Katia: mi lecchi? E mi fai venire?
Non avevo nessun problema a leccare ma la richiesta di venire mi lasciò un po’ interdetto. Pensai anche che le donne sono tutte uguali: appena ottengono qualcosa ne vogliono sempre di più. Non volevo però rovinare il momento e quindi la feci salire sul divano e, tolti pantaloni e mutandine, mi avvicinai alla sua figa depilata che mostrava il passaggio del mio cazzo con qualche rivoletto biancastro. Iniziai a leccare e vidi che la sua eccitazione era molto forte. La guardai con la figa in bocca e lei mi sorrise e poi mi prese la testa per spingermi più forte. Da quella posizione avevo la possibilità di infilarle anche qualche dito nel culo e non mi feci scappare l’occasione. Quando vidi le sue gambe tremare e i suoi gemiti aumentare provai un senso di grande orgoglio. Mi piaceva farla venire e ormai i suoi orgasmi non erano difficili o lunghi da raggiungere. Dopo essere venuta la guardai e notai uno strano sguardo su di lei. Mi avvicinai e la baciai ma il suo bacio non era con trasporto. Le chiesi se fosse tutto a posto.
Katia: si, si, tutto ok
Io: sei diversa. Cos’ho fatto?
Katia: nulla davvero. Mi vergogno
Io: di cosa?
Katia: ma niente, una mia idea
Io: amore, dopo tutto quello che abbiamo fatto, ti vergogni di dirmi un’idea?
Katia: ma è davvero una cosa strana.
Feci l’incazzato e me ne andai in bagno. Una volta tornato e seduto sul divano la guardai ancora senza i vestiti di sotto e la invitai a vestirsi.
Katia: e va bene te lo dico. Sono convinta che il tuo sperma mi aiuti a venire
Onestamente mi veniva da ridere ma rimasi calmo, la baciai ed assecondai la sua idea dicendole che allora dovevo riempirla sempre di più. Il pomeriggio passò leggero ed arrivò l’ora di cena. Scoprì che Giovanni aveva prenotato per noi il ristorante migliore del posto. Diciamo l’unico ristorante un po’ elegante e quindi iniziammo a prepararci. La prima cosa che feci è mettere una pillola nel portafoglio perché volevo scoparla tutta la notte senza sosta. Mi ero portato una giacca e una camicia e facevo la mia porca figura. Attesi di vedere se anche Katia faceva….la porca. Arrivò ed era veramente sexy. I capelli li aveva fatti mossi e sembrava una leonessa. Aveva un vestitino blu scuro al ginocchio e calze a rete. Le chiesi se fossero autoreggenti e lei per risposta alzò il vestitino e mi mostrò sia che erano autoreggenti e sia che non aveva l’intimo. Sorrisi e il mio cazzo sussultò. Non c’era tempo che per i complimenti reciproci e poi uscimmo. Il ristorante era raggiungibile a piedi e per fortuna la pioggia era finita. Arrivammo al ristorante e mi presentai con la frase “io e mia moglie abbiamo una prenotazione a nome…”. Katia, sentita la frase, mi si avvicinò e mi prese la mano. Ci sedemmo ed iniziammo la nostra cena elegante. Lei mi provocava con le parole, con i gesti mentre mangiava e quasi mi venne l’idea di sbatterla in bagno ma era davvero troppo rischioso. Quando feci cadere il mio tovagliolo, potei apprezzare che aprì le gambe per farmi vedere la sua intimità.
Io: hai voglia?
Katia: tanta. Si vede?
Io: direi di si. Io sto mangiando con il cazzo duro
Katia: dopo ti distruggo
Io: sono io che voglio distruggerti
Durante il secondo piatto decisi di prendere la pillolina senza farmi vedere. In realtà la presi per due motivi. Volevo che fosse una notte indimenticabile e inoltre se mi avesse dato l’iniziale ammosciatura avrei potuto mangiare in santa pace. In effetti il cazzo si tranquillizzo mantenendo una semi erezione che era causata dalle frasi e dai movimenti di Katia, soprattutto con il cucchiaino da dolce che era diventato un cazzo da succhiare per lei. Prendemmo il caffè e poi andai a pagare con i soldi gentilmente offerti da Giovanni. Uscimmo e non potei fare a meno di mettere una mano su per le gambe di Katia e sentirla completamente bagnata. La pioggia era tornata ma non era fastidiosa e potemmo dirigerci a casa a piedi nonostante non avessimo preso l’ombrello. Ci incamminammo mano nella mano e sentivo il mio cazzo crescere dentro i pantaloni. Volevo arrivare a casa ma sembrava quasi che lei godesse nel rallentare la cosa: fermarsi, baciarsi sotto la pioggia e toccarmi il pacco duro. Poco prima di casa, notai una via stretta dove non era possibile che una macchina potesse entrarci. La trascinai lì tirandola con la mano. La appoggiai al muro, girata. Annusai i suoi capelli che sapevano di buono e che mi bagnarono completamente il viso. Sollevai il vestitino e tirai fuori il cazzo. La iniziai a scopare.
Katia: andiamo a casa qui ci possono vedere
Le tirai forte i capelli fino ad avere la sua nuca sulla mia spalla e la baciai continuando a scoparla. Quando la sentii presa e ormai disposta a farsi scopare completamente in quella via, mi staccai e rimisi il mio cazzo, a fatica, nei pantaloni.
Io: andiamo a casa
Katia: meno male che piove se no facevo un lago
Andammo a casa quasi correndo con lei che rideva e mi diceva porcate assurde. Entrammo e ci spogliammo sull’uscio e la scopai con indosso le autoreggenti a rete, lì appena entrati. Appoggiata alla porta di ingresso. La sentivo strana, faceva movimenti quasi scattosi e poi la vidi issarsi con le mani sulla porta e fare uscire il mio cazzo e poi rannicchiarsi giù. Il mio cazzo duro ballonzolava a causa dello scossone che mi aveva dato. Mi spaventò?
Io: tutto a posto?
Sentii come dei singhiozzi e la tirai su con il mio cazzo che le colpì la testa e che le puntava la pancia. Presi il suo volto e notai delle lacrime che però si confondevano con la pioggia di prima. Mi guardò
Katia: sono venuta ancora. Non andartene mai.
Con una mano iniziò a segarmi e con l’altra mi prese il collo ed iniziò a baciarmi. Sentivo la sua lingua esplorarmi ogni parte della bocca e la sua mano che andava sempre più veloce. Mi portò in camera senza lasciare mai il mio cazzo. Iniziò a saltellare sul mio cazzo come non l’avevo mai vista fare. La sua faccia era trasfigurata dal piacere. Sentii il bisogno di sborrare ma non le dissi nulla e le venni dentro cercando di limitare al massimo eventuali mie smorfie o gemiti. Non se ne rese conto tanto stava saltellando. Il mio cazzo rimase ovviamente duro e quindi continuammo con quella scopata. Rallentò esausta e io ne approfittai per scoparla con anche due dita nel culo. Addirittura mise la sua mano sopra le mie dita e mi aiutò ad andare ancora più profondo. La mia idea era ormai quella di non dirle della pillola, non farmi accorgere delle mie venute fino a che il cazzo non mi si fosse ammosciato. E la scopata andò avanti con lei che mi diceva che ero instancabile e io che la buttavo sul fatto che ero venuto così tanto che ora ci avrei messo un sacco. Fu così che si alzò dal mio cazzo per mettersi sopra di me a 69 e tolto il mio membro, su di me uscì una lava di umori e sborra. Pensavo mi avesse beccato invece mi guardò compiaciuta
Katia: ma è tipo squirt?
Io: direi di si
Ripulì il mio cazzo da tutto e lo succhiò con avidità mentre io le esploravo con mani e lingua il culo e la figa. poi la misi a pecora e giocai con il culo e con la figa. fu il momento del mio secondo orgasmo. Le venni in figa andando velocissimo per poi rallentarmi e riprendermi. Non so se fu la velocità o la mia sborra ma lei impazzì. Iniziò ad urlare di piacere e a dire che non aveva mai goduto tanto. Ero pronto a ripassare dal culo ma mi urlò un no perentorio. Vidi la sua mano che si toccava il clitoride e sentii il suo orgasmo salire e perdersi nella stanza unitamente alle sue grida che aumentavano di decibel su decibel. Venne e dalla posizione a pecora, finì sdraiata di pancia. Feci passare in quel momento il mio cazzo dalla sua figa al suo culo
Katia: ti amo, ti amo, ti amo
Io: ti sfondooo
Katia: per sempreeee
Il letto faceva rumori assurdi ma io continuavo a scoparla come non mai e sentivo i suoi gemiti anche se nascosti dal contatto della sua bocca con le lenzuola. Poi la girai e misi le sue gambe sulle mie spalle e le scopai il culo che mi sembrava ormai dilatato completamente. Dalla sua figa uscivano come delle bollicine che scoppiettavano. Sfondavo quel culo e mi sentivo in estasi. Stavo per cambiare posizione ma mi chiese di continuare così ma di passare alla sua figa. Mentre ero così e i nostri volti erano ravvicinati, la vedevo allungare la lingua per leccarmi come fosse un animale in calore. Poi iniziò a chiedermi di venirle dentro. Io facevo di no con la testa e le dicevo che dovevo ancora scoparla per benino. In realtà ero esausto ma la pillola continuava con il suo effetto. Non riuscivo nemmeno a venire ma la durezza permaneva. Iniziai a scoparla sempre più forte ma venni bloccato da lei.
Katia: adesso sei tu che non vieni
Io: è un male?
Katia: no, ma ora rilassati
Uscì dalla stanza ed andò in bagno. La vidi tornare con una bacinella di acqua e poi degli olii e infine delle candele che accese intorno alla stanza. Io intanto fingevo di masturbarmi per non mostrare che il mio cazzo era duro artificialmente. Mi si avvicinò e mi mise una benda bagnata di acqua calda sugli occhi, mi fece distendere le braccia sui fianchi e poi mi sussurrò
Katia: penso io a te. Rilassati
Sentii la sua bocca sul mjo cazzo e attesi cosa avrebbe fatto

Continuo?

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