HISTORIA TìTULO: Aperitivo indimenticabile (Io narrante è la protagonista, la meravigliosa Highclassmilf) 
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Aperitivo indimenticabile (Io narrante è la protagonista, la meravigliosa Highclassmilf)


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Aperitivo indimenticabile (Io narrante è la protagonista, la meravigliosa Highclassmilf)

by Corteggiatorehot
Visto: 1497 veces Comentarios 2 Date: 29-08-2019 Idioma: Language

Non ho molti contatti con Bull del sito per una ragione semplice: preferisco trovare occasioni di corna nella vita di tutti i giorni. Mi regalano il piacere di flirtare allegramente e, soprattutto, sono decisamente più umilianti per il mio amato marito, che subisce l’imbarazzo di passare per cornuto e la stilettata di gelosia di vedermi presa da un autentico gioco di seduzione. Ma ogni tanto ci sono eccezioni: e Corteggiatore Hot è una di queste. Per dare un giusto tocco di “trama” e adrenalina, non dico a mio marito di essere stata contattata da un singolo affascinante e che sembra avere argomenti stuzzicanti. Cominciamo a flirtare sul piano bilaterale, in un gioco di corteggiamento che ci fa rapidamente dimenticare dove e perché ci siamo conosciuti. Arriviamo al primo appuntamento: invito per un aperitivo glamour a fine pomeriggio, nel giardino di un raffinato hotel a 5 stelle della Capitale. Mi godo il delizioso momento della preparazione all’incontro: gli voglio regalare una Femminilità sontuosa e civettuola, ma sobria ed elegante. Abitino griffato, sexy ma senza eccessi, in linea con lo standing della location e con il mio status di Signora della buona società. Scarpa feticcio da collezione, con rigorosa cavigliera, e un perizoma di pizzo che dice molto della mia Femminilità.Avverto un delizioso solletico che sale lungo le cosce all’idea che sto nascondendo al mio amore quell’appuntamento.

Ancora non ho deciso se gliela darò e quando: adoro l’adrenalina delle vicende che si sviluppano senza esiti scontati. Ma adoro, soprattutto, quella frizzante sensazione di “clandestinità” che fa tanto “adulterio”. Se mai gliela darò, saranno corna vere. L’aperitivo scorre meravigliosamente, con una confidenza e complicità che cresce progressivamente. Mi diverte sapere che, dietro il suo atteggiamento così elegante e garbato, mi sta letteralmente radiografando sotto il vestito. Mi piace “spiazzare” i miei corteggiatori e diverto a provocarlo con disinvolta e spudorata naturalezza: con un incantevole sorriso, al secondo gin tonic, gli annuncio che dovrei andare alla toilette, e gli chiedo come se nulla fosse se vuole accompagnarmi. Succede tutto velocemente, appena varcata la soglia della toilette. Lingua in bocca, mani che mi palpano con una voracità che gratifica il mio orgoglio di Troia. Cade in estasi davanti al cespuglio ben curato della mia fica e stenta a credere a quanto sia bagnata. Scivolo rapidamente in ginocchio ai suoi piedi e glielo prendo in bocca saltando i preliminari, avendo cura di alzarmi il vestito alla vita offrendomi la visione del mio culo incorniciato da perizoma. Davvero un bel cazzo. Mi solleva e mi mette all’inpiedi contro il lavandino mordicchiando il mio sedere da dietro. Mi allarga spudoratamente le natiche e sento un brivido di piacere indecente nel sentire la sua lingua arrogante che mi lecca senza preamboli il buco del culo. Sento il contatto freddo e duro di un plug metallico contro il mio buchino e sorrido davanti alla sua sciagurata intraprendenza. Ma quella situazione mi diverte e assecondo il suo sconsiderato proposito inarcando la schiena.

Mi sussurra che non credeva fossi così stretta dietro, ma capisco che la mia inaccessibilità rende solo più prezioso il trofeo del mio sedere. Lo infila senza troppi complimenti e mi mordo le labbra per quella fitta veloce di bruciore dietro. Il risultato estetico si può vedere nella mia gallery, in quella foto dove sono appoggiata al lavandino, il vestito arrotolato alla vita, e un plug gioiello che impreziosisce il mio culo. Gli dico ridendo che può scattare una foto ricordo e lo colgo piacevolmente di sorpresa quando gli chiedo di mandarla al cornuto: almeno capirà che non ero a un appuntamento di lavoro e che farò un po’ tardi… Gli do il suo numero e mi scappa un sorriso pensando alla faccia del mio amore quando sul suo cellulare arriverà quella foto da un numero sconosciuto. Ma i tempi delle sveltine in toilette sono spietati: mi sfila il plug, indossa il preservativo e sento il suo cazzo duro che indugia all’ingresso della mia fica. Ma non è quello il suo obiettivo. Sento che lo appoggia direttamente dietro, accenno sottovoce a una protesta decisa: che cazzo si è messo in testa? Ma non mi lascia il tempo di pensare e non è tipo che chiede permesso. Entra con decisione e senza fronzoli, con il tipico approccio di chi è abituato a rompere il sedere a una signora: e trovarmi drammaticamente stretta dietro non fa che aumentare il suo piacere. Una fitta lacerante mi apre in due, artiglio il lavandino come se volessi sradicarlo e mi vedo riflessa nello specchio di fronte a me: occhi strabuzzati, bocca spalancata e un urlo acuto che rischia di essere sentito fino alla hall. Mi tappa la bocca e si ferma con l’uccello piantato per metà nel mio sedere. Gli mordo la mano con decisione: anche se non siamo pari, almeno capisce cosa significa il dolore. Per tutta risposta, mi pianta nel sedere la metà di cazzo rimasta fuori, continua a tapparmi la bocca per non farmi strillare e mi sussurra dolcemente all’orecchio che sono terribilmente sexy quando mi lamento. Cazzo, che stronzo: ma riconosco che il “trofeo” del mio culo se lo è meritato. Una sequenza di immagini impazzite scorrono davanti al mio cervello, come in un film accelerato: il mio riflesso nello specchio, quella Signora dalla classe e bellezza inusuali, vestitino sollevato, perizoma alle caviglie e cazzo in culo. Il pensiero del mio amore che ha ricevuto la foto e neppure può immaginare che un bastardo “cacciatore di mogli” ha messo la sua firma su sua moglie. La consapevolezza di essere sodomizzata all’inpiedi in quella toilette. Senso di abuso e sopruso, prevaricazione e oltraggio. Eppure, mi trovo scandalosamente erotica in quella situazione oscena. Mi allargo le natiche e mi godo quella sconsiderata violenza: mi scopa dietro con delicatezza e decisione e per fortuna dura poco. Si sfila dal mio culo e dal preservativo, e mi trova pronta, docile e in ginocchio a succhiargli l’uccello per sentire che mi viene in bocca. E’ una sequenza di fiotti di sborra che bevo all’ultima goccia, mentre sento l’oscena sensazione di bruciore dietro. Cristo, mi ha rotto il culo. Poi mi rialzo e ci sorridiamo reciprocamente soddisfatti e divertiti da quel colpo di testa. Mi rassetto il vestito, evito di rimettere il perizoma perché il solo contatto con una striscia di pizzo sarebbe insopportabile, e mi guardo allo specchio come per verificare che sia tutto a posto. Mi viene da ridere per quella cautela: come se si potesse capire dallo sguardo che quello stronzo mi ha scopato il culo…

Usciamo dalla toilette a braccetto come se nulla fosse. Si è fatto tardi e devo correre a dare spiegazioni al cornuto. Attraversiamo la hall e il Concierge mi apre la porta con un inchino, affascinato dalla mia elegante bellezza. Se solo sapesse che quella incantevole Signora è appena stata vittima di una sveltina anale nella toilette. Saluto il mio cavaliere annunciandogli che ci rivedremo presto e che dovrò presentargli il cornuto. Quindi, mi incammino verso casa a passo svelto. Sento l’aria frizzante della sera che si intrufola sotto il vestitino firmato e mi accarezza la fica senza incontrare l’ostacolo delle mutandine. Sento il sedere indolenzito che mi brucia sempre di più. Sento un insistente sapore di sborra in bocca e nello stomaco. Trovo il cornuto in febbrile attesa, incazzato e in cerca di spiegazioni. Gliele offro sulla porta di casa: lingua in bocca scusandomi con un sorriso sarcastico per il sapore di sborra. Gli prendo la mano e me la porto sulla fica per fargli sentire quanto sono bagnata. Capisco di avere ripreso il controllo sul mio amore: la sua eccitazione prende il sopravvento sulla rabbia. Gli sussurro dolcemente che lo amo e che è un cornuto, mentre gli racconto sottovoce come l’ho fatto becco. Flirt a sua insaputa e poi quell’aperitivo con happy ending in toilette. Gli dico che se ne deve fare una ragione perché quel tipo mi piace e ho intenzione di frequentarlo ancora. Prendo la sua mano libera e me la porto dietro, per fargli sentire come mi ha ridotta. Mi bacia con rabbia furiosa mentre sottovoce gli riferisco i dettagli di quella sciagurata sodomia in toilette. Lo metto in ginocchio dietro di me perché gli voglio regalare la dolce umiliazione di leccare con delicatezza il mio buchino spanato. Lo prego di leccare piano perché il mio nuovo amante mi ha conciata per le feste. Gli dico che presto glielo presenterò e che devono diventare amici: deve imparare a fare il cornuto moderno e a interagire affettuosamente con un amico che ha una relazione con sua moglie. Non sempre lo inviteremo ai nostri incontri: la storia è nostra e lui deve fare il cornuto. Voilà. Ecco la cronaca di un aperitivo con “happy ending”, che ha dato inizio a una sfiziosa relazione extraconiugale

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