
C’è qualcosa in lei che cattura l’attenzione prima ancora che si muova: curve morbide, piene, che raccontano storie di piacere e forza, come un corpo fatto per essere celebrato, non solo guardato. La sua pelle è un invito, calda e viva sotto ogni carezza, come se aspettasse solo il momento giusto per accendersi.
Ama essere toccata. Non per bisogno, ma per desiderio puro — come se il contatto la nutrisse, come se ogni ora passata a esplorare il suo corpo fosse un rito sacro, un gioco lento, profondo, mai banale. Sa cosa vuole e lo vive con naturalezza, senza vergogna. È padrona della sua sensualità, e chi ha il privilegio di viverla lo sa: non si dimentica.
Il nostro è un rapporto aperto, sincero. Non ci nascondiamo, non mentiamo. Al momento c’è solo una persona che ha il suo corpo oltre me — e va bene così. Perché so che il nostro legame è fatto di pelle e complicità, di sguardi che parlano più delle parole, di notti dove ogni centimetro di lei diventa universo da esplorare.