STORY TITLE: L'Eco della Notte Proibita 
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STORY

L'Eco della Notte Proibita

by MisterFive
Viewed: 16 times Comments 0 Date: 02-08-2025 Language: Language

Lucia non disse altro. Si avvicinò, un sorriso malizioso e carico di segreti sulle labbra, e Giacomo la accolse subito, stringendola a sé. Le sue mani iniziarono a spogliarla lentamente, con un'avidità quasi febbrile, mentre il suo naso si inebriava della mescolanza degli odori: il profumo di Lucia, il suo, ma anche, inconfondibile, quello di Lorenzo, intriso nei suoi capelli, sulla sua pelle, negli angoli più intimi del suo corpo. Era un afrodisiaco potente, una prova tangibile di ciò che era accaduto, che accendeva Giacomo in un modo viscerale, un misto di curiosità e possessività. Il profumo salmastro del mare si mescolava a un sentore di pelle maschile che non era il suo, era di Lorenzo, un pungente ricordo che gli accendeva i sensi più di qualsiasi afrodisiaco. Mentre le sue dita liberavano i bottoni del vestito e le accarezzavano la pelle nuda, Lucia cominciò a raccontare.

Siamo andati in questo borgo incantevole, Giacomo,

iniziò, la voce un sussurro roca di eccitazione e stanchezza, mentre le mani di lui le scivolavano sulla schiena, liberandola dal vestito ormai a terra.

Lorenzo aveva prenotato in un ristorante bellissimo, proprio sul mare. L'aria era così calda, e.… e si sentiva già la promessa dell'estate.

Giacomo la fece girare, i suoi occhi verdi che la fissavano con intensità, assetati di ogni dettaglio. Le baciò il collo, le spalle, scendendo lentamente mentre lei continuava a parlare, il respiro che si faceva più affannoso. Il suo volto, sebbene eccitato, mostrava una leggera smorfia di qualcosa che somigliava alla gelosia, rapidamente sopraffatta da un'espressione di puro, avido desiderio.

Dopo cena, abbiamo passeggiato per le stradine strette,

continuò Lucia, ora completamente nuda, il corpo che fremeva sotto il tocco di Giacomo.

Si è fermato in un vicolo, un po' appartato, e mi ha baciato... Lì per la prima volta nella nostra serata. Le sue labbra erano diverse dalle tue, un sapore nuovo, così... così invitante.

Lucia si ritrovò a chiudere gli occhi, rivivendo per un istante il sapore di quelle labbra diverse.
Giacomo si inginocchiò di fronte a lei, il suo sguardo ipnotizzato che le accarezzava il corpo, posandosi infine tra le sue gambe.

E poi?

mormorò, la voce quasi irriconoscibile, carica di un'impazienza febbrile, mentre le sue labbra si posavano sulla figa, assaporando il sapore dolce e umido della notte appena trascorsa, quasi a voler cancellare o assorbire ogni traccia. Lucia ansimò, il piacere che la travolgeva di nuovo, le gambe che si piegavano leggermente.

Poi... le sue mani hanno iniziato a scivolare sotto il vestito,

raccontò Lucia, la voce ora un misto di desiderio e ricordo, mentre Giacomo continuava a leccarla con movimenti lenti e sapienti, la lingua che esplorava ogni piega, assaporando le ultime tracce di Lorenzo.

Mi ha toccato, così... così audacemente, Giacomo. Con una sicurezza... che mi ha sorpresa. Mi ha fatto sentire desiderata in un modo che non pensavo possibile, come se fossi l'unica cosa che contasse per lui in quel momento.

Giacomo continuava a lavorare con la lingua, stimolando il clitoride di Lucia mentre lei si aggrappava ai suoi capelli, lasciandosi andare al racconto e alle sensazioni. Ogni volta che Lucia evocava un tocco di Lorenzo, Giacomo rispondeva con una pressione più intensa, un movimento più profondo della lingua, come a volerle imprimere la sua presenza, il suo possesso.

Quando siamo saliti in camera... non c'è stato bisogno di parole. Eravamo entrambi così... così accesi. Si è avventato su di me, mi ha tolto il vestito quasi con furia. Il tessuto leggero è volato via. Il suo corpo era così caldo... così presente, Giacomo.

Lucia sentì un'ondata di piacere che le risaliva lungo la schiena, il ricordo che si fondeva con il piacere attuale.

Mi ha baciato ovunque, Giacomo. E poi... e poi mi ha penetrato. Lentamente all'inizio, sentivo il suo calore, la sua presenza dentro di me. E poi più forte... sempre più forte. Non ho pensato a nulla, solo al suo corpo sul mio, e a quanto... a quanto mi piacesse.

La sua voce divenne un gemito, un sussurro quasi incomprensibile, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime di puro piacere.

Il modo in cui si muoveva... era così intenso. Mi sentivo così piena, così... così sua. Ed ero... anche tua. Sempre.


Il racconto di Lucia si fece più frammentato, un misto di gemiti e parole soffocate, mentre Giacomo intensificava il suo lavoro con la lingua, la sua mente in preda a una scarica elettrica di eccitazione che gli bruciava le vene.

Sì, amore... dimmi tutto... com'era... come si sentiva...

mormorava, la sua voce rauca, mentre il suo respiro si faceva affannoso. Lucia si inarcò improvvisamente, un grido le sfuggì dalle labbra, un gemito lungo e tremante che si propagò nell'aria. Il suo corpo fu scosso da spasmi potenti, un orgasmo devastante che la lasciò senza fiato, le gambe tremanti, la mente svuotata da ogni pensiero, solo pura sensazione. Era un orgasmo che conteneva il ricordo di Lorenzo e il tocco di Giacomo, un vortice di piacere che la travolgeva. Giacomo, vedendola in quello stato di estasi totale, sentì il sangue pulsargli nelle vene, la sua erezione dura e implorante, quasi dolorosa. Non perse un attimo. Si alzò, posizionandosi su di lei, e la penetrò con foga, con un bisogno quasi primitivo di reclamarla, di riprendere possesso di ciò che era suo, ma arricchito da ciò che lei aveva vissuto, un trionfo personale. I loro corpi si mossero all'unisono, in una danza antica e nuova al tempo stesso, Giacomo che spingeva in profondità, con la mente inondata dalle immagini che Lucia gli aveva evocato, la sua fantasia finalmente appagata. Il piacere era acuto, bruciante, una sensazione di pienezza e trionfo, quasi onnipotenza. Con un ruggito rauco, gode abbondantemente anche lui, riversando la sua eccitazione dentro di lei. Stremati, i corpi ancora congiunti, i respiri pesanti, i due si addormentarono, cullati dal silenzio dell'alba che sorgeva.
Appena svegli, qualche ora dopo, i primi raggi di sole che filtravano dalle finestre, i due si godettero la tranquillità della domenica mattina, abbracciati sotto le lenzuola stropicciate. C'era un'atmosfera di pace, ma anche di attesa, un velo di novità che avvolgeva la loro routine. Parlarono a lungo delle loro emozioni, del futuro, ripercorrendo la notte appena trascorsa con parole nuove, più intime. Lucia, più rilassata e aperta che mai, descrisse con ancora più dettagli le sensazioni, le parole sussurrate da Lorenzo, l'intensità del momento, e la sua stessa sorpresa per la facilità con cui si era lasciata andare. Giacomo ascoltava, i suoi occhi che brillavano di un fuoco inestinguibile, a volte un sospiro, a volte una stretta più forte. Erano entrambi motivati a continuare, la curiosità e il desiderio di esplorare quel territorio inesplorato li spingevano avanti. Ma Giacomo sentiva che un nuovo, prepotente tarlo cominciava a rodere la sua mente, più forte di qualsiasi altro: il desiderio, quasi irrefrenabile, di poter vedere. Non più solo immaginare, non solo sentire il racconto, ma essere lì, un testimone silenzioso e voyeuristico di quelle scene che ora popolavano la sua mente con una vividezza quasi insopportabile.

Lucia,

mormorò, la voce bassa, quasi un'ammissione,

Ascoltandoti, ho capito... Voglio essere lì. Non solo sentirti. Voglio vederlo. Vedere te con lui. Potrebbe sembrare folle, lo so, ma... credo di averne bisogno. È il prossimo passo per me.


Lucia, percependo la sua nuova, sottile ansia e l'intensità di quel desiderio, gli accarezzò il viso. I suoi occhi verdi lo guardarono con una sicurezza ritrovata, ma anche con una punta di consapevolezza della sfida che li attendeva.

Non preoccuparti, amore mio,

sussurrò, stringendolo a sé.

Io sono felice. Sono felice con te. Ed è stato... incredibile. E se questo è il prossimo passo per noi, troveremo il modo. Come abbiamo sempre fatto. Anche se... sarà una sfida. Ma siamo noi, no? E le avventure, le gustiamo meglio insieme.


Mentre si alzavano dal letto, Giacomo vide il cartello giallo e nero appoggiato sul comodino, la scritta

PLEASE DON'T DISTURB – WORK IN PROGRESS

che sembrava ammiccare. Lo prese in mano, un sorriso che gli si allargava sul volto.

Guarda cosa ho comprato ieri sera,

disse, mostrandolo a Lucia. Lei lo prese, i suoi occhi si posarono sulla figura stilizzata e poi sulla scritta. Scoppiò a ridere, una risata cristallina che riempì la stanza.

Sei incredibile, Giacomo!

esclamò, scuotendo la testa divertita.

Work in progress, eh? Beh, direi che calza a pennello per la nostra vita.

Giacomo annuì, il sorriso che ricambiava il suo.

Esatto. E questo andrà dritto sopra il letto. Un promemoria. Della nostra nuova vita. Della nostra avventura.

Si scambiarono un'occhiata, un silenzio complice che parlava di promesse future, di un cammino inesplorato che avevano appena iniziato a percorrere insieme.

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