STORY TITLE: Il dubbio di Lara 
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STORY

Il dubbio di Lara

by MisterFive
Viewed: 66 times Comments 0 Date: 17-07-2025 Language: Language

Giovanni e Lara. Dieci anni insieme, quasi. Una vita intera. Eravamo due ragazzini impacciati quando ci siamo messi insieme, due corpi che imparavano a scoprirsi, due anime che si incastravano alla perfezione. Io, Giovanni, ero un tipo sportivo, sì, ma senza esagerare. Mi piaceva correre, il calcio, stare all'aria aperta. Il fisico, slanciato, tonico, senza essere un mostro da palestra. Ma i miei occhi, quelli sì, erano sempre e solo per lei, Lara. Per la sua risata che mi riempiva il cuore, per quelle curve da capogiro – una quarta di seno che era la mia dannata ossessione, capelli neri come la notte e quegli occhi verdi, che mi facevano perdere la testa ogni volta.
Lara, la mia Lara. Estetista, con quelle mani fatate che facevano miracoli, e un carattere a volte capriccioso, ma sempre autentico. Passionale, sensuale, una dea.
La loro intesa andava oltre le parole, specialmente tra le lenzuola. Non erano certo il tipo di coppia che si vergogna del sesso, anzi. La loro sessualità era un campo aperto, un terreno di gioco dove esplorare senza confini. Non c'erano tabù, solo un desiderio reciproco di scoperta e di piacere. Negli anni, Lara aveva

concesso

a Giovanni ogni fantasia, ogni capriccio, spingendosi oltre i limiti che altri avrebbero considerato invalicabili. Giovanni, d'altronde, era un uomo di mentalità aperta, non immune ai piaceri più audaci, e aveva sempre accolto con entusiasmo le proposte di Lara, trasformando ogni esperienza in un momento di profonda intimità e divertimento. Avevano sperimentato di tutto, dai giochi più classici a quelli più arditi, provando sex toys che li facevano anche ridere come dei pazzi. Era una parte fondamentale del loro rapporto, un legame profondo fatto di confidenza e di totale abbandono.
Il matrimonio. Quello era il prossimo grande passo. Un passo da gigante, e ne eravamo entrambi entusiasti, felici da morire all'idea di costruire qualcosa di ancora più solido, più nostro. Eppure, sotto la superficie di quella felicità, c'era un'agitazione sottile, quasi impercettibile, che ci rodeva dentro, ognuno per i suoi motivi. Per me, era l'emozione pura, la gioia di un futuro che si concretizzava. Per Lara... beh, per Lara era qualcosa di diverso, qualcosa di più oscuro, che non riuscivo ad afferrare.
Il fatto di essere stati l'uno il primo e unico partner sessuale dell'altro, per me era una sorta di medaglia al valore, la prova della nostra unicità. Per lei, invece, sentivo che era diventato un peso, un'ombra che si allungava sul nostro cammino.
Ero così dannatamente preso dall'organizzazione del matrimonio. La lista degli invitati, il catering, il vestito... Vivevo in una bolla di entusiasmo e aspettative. Non mi accorgevo, non volevo accorgermi, dell'inquietudine di Lara. Anzi, con il mio fervore quasi accecante, forse la soffocavo ancora di più. Le parlavo dei futuri figli, della casa che avremmo comprato, dei viaggi che avremmo fatto. Lei annuiva, sorrideva, ma in quegli occhi verdi, a volte, vedevo un velo opaco, un bagliore di tristezza che mi sfuggiva.
Lara si sentiva in un limbo. Amava Giovanni, ne era certa. Il pensiero di sposarlo le riempiva il cuore di una gioia profonda. Ma, allo stesso tempo, una sensazione strana, quasi fisica, le stringeva il petto. Si sentiva in trappola. Una gabbia invisibile, seppur fatta d'oro e d'amore. Era una sensazione forte, insistente, che nasceva dal profondo di sé e che non riusciva a controllare. Le bastava un attimo di silenzio, un momento in cui Giovanni parlava del

per sempre

, per sentirsi mancare l'aria. Chiudeva gli occhi per un istante, cercando di scacciare quel pensiero, come una mosca fastidiosa.

Tutto bene, amore?

le chiedevo a volte.

Sì, sì, benissimo,

rispondeva con un sorriso che le costava fatica,

un po' di stress da matrimonio, sai com'è.

E io, stupido, innamorato e fiducioso, le credevo.
Poi è arrivato Diego. Un frequentatore abituale del centro estetico di Lara, uno di quei tipi che curano il corpo maniacalmente: cerette, lampade, massaggi. Un ciclista, con un fisico scattante e asciutto, un'aria da lupo solitario. Ma era la sua parlantina, quella che lo rendeva pericoloso. Una raffica di battute veloci, complimenti mai banali e un'eleganza nel sedurre che Lara non aveva mai incontrato. All'inizio, lei mi raccontava di lui quasi divertita, ma notavo quella scintilla, un luccichio diverso nei suoi occhi.
Diego ha cominciato a corteggiarla, con una sfacciataggine che rasentava l'arte. Mai volgare, mai troppo invasivo, ma sempre lì, presente, con un commento, uno sguardo, un sorriso che la faceva arrossire. Lara resisteva, lo prendeva in giro, lo rimetteva al suo posto con quella sua lingua tagliente che amavo tanto. Ma poi, complici alcune delle nostre discussioni prematrimoniali, piccole cose, per me, ma che a lei sembravano pesare come macigni – quella sensazione di intrappolamento in Lara si è acuita. Ogni singola parola di Giovanni, ogni sguardo amorevole, sembrava stringere ancora di più le sbarre della sua gabbia invisibile.
Un pomeriggio, mentre Lara stava chiudendo il centro, Diego l'ha aspettata fuori. Con quel suo sorriso disarmante e quella parlantina che avrebbe sciolto un iceberg, è riuscito a strapparle un

per un aperitivo dopo il lavoro. Un drink, due chiacchiere, niente di più, si diceva.
Ma quell'aperitivo è stato un bivio. L'atmosfera del locale era soft, luci soffuse, il tintinnio dei bicchieri. Lara si sentiva stranamente leggera, quasi liberata. Diego non parlava di matrimonio, di figli, di un futuro già scritto. Parlava di strade da esplorare, di libertà, di adrenalina. Le sue battute, il suo modo di fare disinvolto, l'hanno completamente affascinata. Lara si è ritrovata a ridere, una risata spontanea, liberatoria, che non sentiva da troppo tempo. Mentre il sole tramontava e i bicchieri si svuotavano, Diego l'ha guardata fisso negli occhi, con quella luce furba e penetrante, e le ha proposto di vedersi la settimana successiva nel suo giorno libero.

Un giro sulla collina panoramica,

ha detto,

la vista è mozzafiato.
Lara era lì, in bilico. Il cuore le batteva all'impazzata. Sapeva, con lucida consapevolezza, che accettare quell'invito era un rischio enorme, un baratro che poteva inghiottire tutto ciò che aveva costruito con Giovanni. Lo amava, sì, lo amava con un amore profondo e radicato. Ma quella forza interiore, quel richiamo verso l'ignoto, era lì, prepotente, quasi una voce dentro di lei che non riusciva a zittire. Era indecisa, dilaniata tra la ragione, che le urlava di tornare da Giovanni, e un istinto primordiale che la spingeva verso Diego, verso quella sensazione di libertà che non provava da tempo. Il suo cellulare vibrò, un messaggio di Diego. Lara lo guardò, la mano tremante. Accettare o rifiutare?
E io, Giovanni? Stupido, innamorato, accecato. Come tutti i fottuti traditi del mondo, non sospettavo nulla. Certo, intravedevo l'agitazione di Lara, la vedevo distante a volte, persa nei suoi pensieri. Ma non riuscivo a coglierne la vera essenza, il profondo significato. Ero troppo concentrato sulla nostra felicità perfetta, sulle rosee immagini del nostro futuro insieme, per capire che il terreno sotto i nostri piedi stava già iniziando a sgretolarsi.
Giovanni e Lara, come tantissime coppie in questo dannato mondo, erano ad un punto di svolta. Non c'erano scelte semplici, non in quel labirinto di sentimenti, ragione e istinto. Come avrebbero affrontato la situazione? Ci sono molti modi di farlo… ma quale avrebbero scelto loro?

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