STORY TITLE: La riparazione 
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STORY

La riparazione

by bullmonza
Viewed: 287 times Comments 3 Date: 17-06-2025 Language: Language



Racconto breve, Lago Maggiore con lei di poverocornuto



Avevo risposto ad un last su LMO: “cerco chi ripara tapparella a casa mia.”
Nulla di più. Nessun nome, nessun dettaglio. Solo quell’ultima frase, apparentemente innocente… ma bastava leggerla tra le righe.

La casa era incastonata tra il verde e l’azzurro, con il lago che si specchiava silenzioso. Bussai. E quando si aprì la porta, fu lei ad apparire.

Mediterranea. Pelle color miele, lunghi capelli scuri ancora umidi, forse da una doccia recente. Indossava una maglietta bianca, leggera come una carezza, e sotto… nulla che non lasciasse immaginare. I capezzoli disegnavano appena la stoffa, e il suo sguardo, sorpreso ma non infastidito, mi studiava.

“Salve, sono per la tapparella.”

“Ah… mio marito non mi aveva detto nulla,” disse con un accenno di sorriso, quasi a nascondere una scintilla.

Entrai, con gli attrezzi in mano, ma il pensiero già altrove. Lei mi guidò verso la finestra, il suo profumo – dolce, fresco, intimo – mi avvolgeva. Mentre sistemavo la corda, lei si aggirava per la cucina, ogni tanto si chinava, lasciando intravedere la curva piena dei fianchi, le gambe nude, l’ombra del desiderio.

Finito il lavoro, lei si avvicinò.

“Allora, quanto le devo?”

Nulla,” risposi, fissandole le labbra.

Nulla?” ribatté, un sopracciglio appena sollevato.

Pagami in natura, dissi con voce ferma, quasi un sussurro che osava.

Ci fu un attimo di silenzio. Poi i suoi occhi si fecero più profondi, più scuri.

Così ha organizzato tutto, eh… mormorò. “Quel cornuto…”

E senza aggiungere altro, si avvicinò. Le sue mani si posarono sui miei pantaloni, con calma disarmante. Me lo tirò fuori, guardandomi dritto negli occhi, e lo accolse con una bocca calda, avvolgente, che sapeva esattamente cosa fare. Il piacere si mescolava al brivido: era tutto reale, eppure sembrava un sogno.

Poi fu lei a spogliarmi, lentamente, mentre si lasciava cadere sul divano della cucina. Il suo corpo era un’opera viva: seno generoso, fianchi pieni, pelle vellutata. Si aprì a me con naturalezza feroce, come se lo avesse desiderato da tempo. Le nostre bocche si cercarono, i corpi si fusero. Le sue unghie sulla mia schiena, i suoi gemiti tra le risate soffocate. Era sesso, sì, ma carico di complicità, libertà, gioco.

Godemmo insieme, più di una volta. Senza fretta, senza pudore.

Poi, quando ormai eravamo nudi, abbracciati, sudati e stremati… la porta si aprì. Era lui.

Entrò con passo tranquillo, un sorriso e una bottiglia di prosecco.

“Avete sistemato tutto, vedo.”

Lei rise, sistemandosi la maglietta. Io mi alzai, ancora mezzo nudo, e lui porse tre bicchieri.

“Raccontatemi,” disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Lo facemmo. Ridendo. Come amici che condividono una verità segreta, eccitante, da custodire tra il luccichio del lago e il fruscio di una tapparella, finalmente sistemata.

POSTED 3 COMMENTS:
  • avatar Angel_Face Divertente e ben scritto

    18-06-2025 06:53:41

  • avatar savoiardo36 bel racconto...........

    18-06-2025 06:40:42

  • avatar Cplady1 Riparo tapparelle.

    18-06-2025 00:00:04