GLI ESORDI DI UN BULL DI FAMIGLIA
by culturaecarismaViewed: 496 times Comments 9 Date: 25-03-2025 Language:

PREMESSA DOVEROSA: Chi predilige racconti espliciti per autoerotismo non troverà probabilmente in questo mio primo scritto nulla di adatto.
E' solo una presentazione, peraltro molto prolissa, di ciò che vorrò raccontare con quanti eventualmente vogliano confrontarsi con me.
Se nei vostri commenti e like (dicono così gli inluencer ahahah) ci sarà eventualmente riscontro e interesse, proseguirò anche pubblicamente nel racconto, altrimenti continuerò nelle mie segrete stanze private con chi cercherà un dibattito priato.
GLI ESORDI DI UN BULL DI FAMIGLIA
In uno spazio non dichiarato e in un tempo non precisato di molti anni fa un ragazzo giovane, intelligente e curioso esplorava la propria indole e la perversione delle proprie fantasie in modo libero.
Pur detestando i clichè, pur rinnegando categorie e ruoli, viveva la propria indole dominante con la libertà dagli schemi mentali in cui, soprattutto in ambito virtuale, tutti cercavano di ascrivere se stessi e gli altri.
Immune alle regole della società “benpensante” o alla morale imposta dalla maggioranza che la faceva apparire come la normalità, viveva semplicemente libero.
Questo lo aveva portato, fin dalla giovanissima età, a esplorare la sesssualità propria e altrui (come ogni altro aspetto della vita) senza pregiudizi e a vivere senza limiti preconcetti.
Essendo anarchico, ma non stupido, questo significava osservare ogni scelta, ogni pratica, ogni comportamento o perversione senza criticare o giudicare, purtuttavia mantenendo una certa distanza dai comportamenti a lui sgraditi o per lui sgradevoli che però, in alcun caso condannava aprioristicamente.
Questo approccio alla vita e la fortuna di essere un bel ragazzo, affascinante e carismatico, lo aveva portato a conoscere molte precocemente persone e mondi che mille persone in mille vite non avrebbero conosciuto mai.
Di molte di queste esperienze non ne parlerò qui, dove voglio invece trasmettere lo spirito generale dell’approccio a determinati aspetti.
Questo ragazzo aveva esplorato già dal liceo i piaceri del sesso, dell’esibizionismo e dei rapporti “poliamorosi” con più ragazze. Ma non con immaturità o guidato solo dagli ormoni, avere più ragazze, contemporaneamente, non era un trofeo adolescenziale di cui vantarsi con gli amici, ma una condizione naturale per se stesso, amante delle ragazze, e delle sue partner che vedevano naturalmente in lui la capacità di gestione di relazioni più articolate e anticonformiste.
Già da ragazzo conobbe e riconobbe nella propria indole il carisma del dominante, ma non lo “sfogò” come molti (pure più adulti di lui) nelle pratiche sadomaso da disciplinare del “bdsm” regolato chissà da chi e per quali scopi, ma approfondì la propria natura attraverso lo studio della psicologia, della sociologia, della storia dei comportamenti umani e sociali nello spazio (nei vari Paesi del mondo) e del tempo (con l’evoluzione del riconoscimento di queste dinamiche) nel corso dei secoli .
In questo viaggio aveva scoperto il nudismo, anche qui non per mero esibizionismo, per moda o per una delle infinite motivazioni ( o alibi) che si leggono negli statuti della comunità naturiste), ma semplicemente perché naturalmente aveva avuto l’opportunità di scoprire la bellezza dello stare nudi in spiaggia (ove questo non fosse di “ostacolo” alle libertà altrui, naturalmente).
In questo contesto conobbe coppie cuckold che gli aprirono un ulteriore mondo e una ulteriore prospettiva di ricerca in se stesso: l’essere bull.
Tutto questo senza mai fare della ricerca un atto meccanico, ossessivo o compulsivo, quanto piuttosto un viaggio alla scoperta della propria essenza aprendola a chi la volesse condividere.
Un giorno, in una delle spiagge nudiste in cui in teoria vigono rigide regole, quel ragazzo conobbe una coppia che quelle regole le sconvolse. Ancora una volta e in modi che, raccontati completamente, sarebbero del tutto fraintesi.
Quella coppia, paradossalmente, non aveva alcuna esperienza concreta di tutto quanto fin qui espresso, ma aveva lo stesso spirito libero e il coraggio di perseguirlo.
Ciò che accadde, probabilmente, potrebbe sconvolgere chi volesse interpretarlo alla luce del pregiudizio o della visione comune di dinamiche che, invece, nella realtà possono essere molto più naturali e sane di quanto appaiano a chi le vive dall’esterno.
Dal primo incontro in spiaggia, non ci fu bisogno di attribuirsi o definire un ruolo o alcuna necessità di stabilire un piano.
Dal primo istante e non lo fu mai, solo un Master o un Bull che incontrava una coppia cuck ma una guida che assumeva un ruolo di mentore, di terza parte fondamentale di una quotidianità sconvolta, positivamente.
Il ragazzo divenne una componente esterna ma presente continuativamente della famiglia che lo riconobbe come mentore e lo volle come equilibratore di una concatenazione di relazioni e situazioni che si realizzarono.
Sebbene questa coppia avesse figli, sebbene fossero professionisti in vista e la privacy all’esterno dovesse essere sempre (e sempre fu) rispettata, all’interno della “bolla” relazionale crollarono bugie e ipocrisie, crollarono luoghi comuni, crollarono i modelli culturali imperanti in società e i sistemi educativi, spesso ipocriti, che vogliono la normalità “asessuata” quando la verità è pregna anche di erotismo e sensualità.
Non vi aspettate qui il solito racconto dettagliato di cosa accadde da quel momento in poi, non è questo il resoconto di pratiche a vantaggio di onanisti solitari.
Questa è la testimonianza di un modo possibile di vivere la vita, alternativo e bellissimo, improntato alla verità e senza nemmeno un centimetro di spazio per l’ipocrisia.
Una cosa tengo a dirla: tutto ciò che accadde fu bellissimo per tutti. Non c’è spazio in questa storia per violenze o prevaricazioni, non c’è spazio per traumi o malesseri.
Non c’è traccia di infelicità, ma solo di gioia condivisa insieme. Di rapporti che, senza bisogno di bugie o storielle, si sono evoluti rendendo chi li ha vissuti più forti e consapevoli.
Immuni alla banalità, estranei alla routine. Perché la vita è di proprietà di ciascuno e non deve essere vissuta come la società in quel periodo storico dice che è accettabile, ma come ciascuno vuole viverla. Se possibile, insegnando a viverla al meglio e al massimo come modello culturale.
FINE PRIMA PARTE
P.S.: Se nei vostri commenti e like (dicono così gli inluencer ahahah) ci sarà eventualmente riscontro e interesse, proseguirò anche pubblicamente nel racconto, altrimenti continuerò nelle mie segrete stanze private con chi cercherà un dibattito priato.