STORY TITLE: IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte seconda 
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IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte seconda


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IL PRIMO GLORYHOLE NON SI SCORDA MAI - Parte seconda

by CroceDelizia
Viewed: 155 times Comments 3 Date: 16-12-2024 Language: Language

II

Dopo l’inattesa e quanto mai eccitante situazione appena vissuta, ci dirigiamo nei bagni, io per lavarmi dalle mani lo sperma del porco che le si è strusciato sul culo fino ad imbrattarle il vestito, lei per cercare di lavare via la macchia. Sono felice che abbia vissuto in maniera intrigante quella situazione e ancora penso a come proseguire la serata quando, una volta fuori, lei mi raggiunge e dopo avermi baciato, mi mordicchia il labbro inferiore per poi staccarsi e fissarmi dal basso in alto con aria voluttuosa. “Ho una voglia di scopare incredibile…”.
Il porco non aveva fatto altro che aumentarle il desiderio, quel suo starle addosso e farglielo sentire, era stato come avesse soffiato sul fuoco e aveva fatto divampare maggiormente la fiamma ardente della passione.

La prendo per mano e la guido di nuovo verso i corridoi più bui, sperando di trovare uno spazio dove potersi appartare. Siamo fortunati. La stanzetta che ci era già nota per la visita precedente al club, è libera. Si tratta di una piccola stanza buia, con un materassino rialzato e su una parete, un foro sul lato corto del materasso e uno spazio libero sufficiente a variare alcune posizioni.
Ci baciamo appassionatamente e ci spogliamo a vicenda, carichi di desiderio. Noto con mia sorpresa che sfilato il vestito, lei resta in autoreggenti dal momento che non indossa le mutandine mentre io sto a petto nudo e pantaloni… mi piace che sia lei a slacciarmeli. Le chiedo del perizoma e mi dice che se l’è tolto nel bagno per due motivi… uno perché lo trovava eccitante farsi trovare pronta e due perché era fradicio dopo quello che era appena successo. Nel giro di poco mi ritrovo con i pantaloni calati insieme alle mutande e lei accucciata che me lo prende in bocca come se non potesse attendere un istante di più. La guardo con la sua voracità mentre me lo succhia e si accarezza i seni turgidi ad evidenziarne l’eccitazione… forse anche troppo aggressiva, sta di fatto che il mio membro non risponde a dovere. Mi metto a sedere per cercare di rilassarmi meglio e lei mi segue da brava geisha continuando a pomparmi. Mi guardo intorno, vedo che di foro ce n’è uno anche più in alto, altezza occhi e da lì scorgo un movimento. Siamo osservati.

Lei rallenta il ritmo, indugia intorno ai miei attributi e assume un atteggiamento più delicato, tentando di stimolare lentamente la mia virilità… ma ancora non trovo la degna risposta. Non sono esibizionista ma non penso che l’essere osservato sia causa di quella mia inibizione, piuttosto credo di non meritare di essere il protagonista in quel preciso momento… sì, è così, vorrei che ci fosse un altro al mio posto ed io poter guardare, ammirare estasiato mia moglie che fa la troia con un altro. Questo vorrei, lo so io e lo sa lei… ma è una cosa che posso solo desiderare; sta a lei decidere se le va o meno. Le chiedo di mettersi accanto a me, adoro quando me lo succhia da di fianco, come a casa sul divano… il mio membro e la sua bocca trovano l’intesa perfetta in quella posizione; inoltre, così facendo, si troverebbe a mostrare il culo verso lo spettatore, cosa che sono convinto, mi stimolerà parecchio. Lei si alza in piedi e prima di accogliere la mia richiesta, mi bacia e mi prende una mano per portarsela sulla sua fica. Le labbra sono gonfie e semiaperte, la spaccatura umida e già incredibilmente lubrificata, pronta ad essere penetrata. Appoggio lievemente il dito medio che si trova dentro in un attimo, avvolto da un lago di piacere. Non l’ho mai trovata così eccitata prima, è magnifico! Mi sorride languida mentre si accomoda accanto, prendendo la posizione più congeniale per deliziarmi con le sue meravigliose labbra carnose. Ci mette tutta la sua passione avvolgente e mentre la osservo nel suo movimento altalenante, le porto una mano sul culo palpandoglielo per bene.
In quel momento torno a guardare dal buco di chi ci osserva e intrigato da quello sguardo su di lei, mi premuro di offrirgli la miglior visuale possibile, facendo in modo che la mia mano non si limiti alle carezze ma alternandole a piena mano, possenti, al punto da aprirle bene il culo mettendo in mostra la fica lucida di piacere ed il suo buchetto delizioso, tutto da profanare. Il pensiero del punto di vista di chi sta spiando oltre quella parete, unito ai suoi mugolii mentre mi spompina devota, iniziano a solleticare finalmente la mia erezione che timida inizia a palesarsi. Poi accade una piacevole svolta, almeno così l’ho percepita appena si è presentata. Una mano si insinua dal buco più in basso, una mano che mi pare da uomo vissuto e di questo ne acquisisco certezza nel momento in cui il suo maglione viene frenato dalla parete del foro, scoprendo i folti peli bianchi presenti sull’avambraccio. Come un serpente, la mano del porco si avvicina lenta e quando è in procinto di giungere a destinazione, io sollevo la mia per non farle capire subito che si tratta di quella di un altro… le sue dita arrivano su una natica, alla cieca, prima i polpastrelli la esplorano delicatamente poi le vedo distaccarsi, ruotare, farsi conca e poi perdersi nella sua pesca succosa con una certa decisione al punto che lei con un sussulto, si solleva di scatto mollando il mio uccello e ritraendosi da quella mano che scaccia rispendendola, indispettita, dal buco da dove era venuta, con mio grande dispiacere. I nostri occhi si incrociano per un istante, mi legge lo scontento come io leggo la sua stizza. Allunga la mano fra le mie cosce per riprendere da dove aveva lasciato ma il mio arnese si è afflosciato come neve al sole. Quella reazione alla mano del vecchio porco è come se avesse frantumato i miei sogni, riportandomi al “non sarà mai”. Non vorrei reagire così, non è giusto… ce lo siamo detti e non può avvenire per fare un piacere a me, per appagare i miei desideri… dovrebbe succedere solo se è anche lei a desiderarlo e ne sono fermamente convinto, eppure non riesco a nascondere la mia delusione per qualcosa che poteva essere, avrei tanto voluto che fosse in quel momento e invece non è stato. Mi sento in colpa per questo, non sono riuscito a frenare le aspettative. Tutto ciò mi passa velocemente nella testa mentre cerco qualcosa da dire, ma lei tornando a fissarmi negli occhi, mi anticipa spiazzandomi ancora una volta.
“Vuoi vedermi fare la troia ora?”
I pensieri vanno a raffica, mi chiedo se sia un modo di mettermi alla prova, una domanda a trabocchetto per poi scagliare un dardo incendiario o magari un bisogno di conferma, un voler sentirselo dire proprio ora, adesso… rischi o ti rintani? Ti esponi o scappi? Lo vuoi davvero o no? Questo mi chiedo in un nanosecondo e la mia risposta esce decisa, senza indugi, dritta e sicura: “Sì”.
“Allora guarda… e guarda soltanto” mi dice con aria altrettanto determinata, calcando le ultime parole come a voler significare che una mia infrazione, avrebbe quasi certamente infranto quel momento denso di emozioni ma fragile come il cristallo.

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