STORY TITLE: Dillo cos'è tuo marito... 
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Dillo cos'è tuo marito...


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Dillo cos'è tuo marito...

by Ladycougar72
Viewed: 3453 times Comments 16 Date: 08-09-2024 Language: Language

Qualche anno fa, subito dopo la pandemia, ero al solito bar sulla passeggiata a mare con la mia amica Barbara, quando venivamo letteralmente e sfacciatamente rimorchiate da due ragazzi, che si sedevano al nostro tavolo e cominciavano a chiacchierare ed a scambiare i soliti convenevoli.
Vista l’eleganza e la prestanza fisica dei ragazzi, lungi da noi l’intenzione di scacciarli e di sottrarci alle loro avances, cominciavamo a fare le “ochette”, ammiccando e sorridendo.
Quello dei due che mi stava corteggiando, Roberto, era un bell’uomo sui 40, alto, moro, abbronzato, con gli occhi di un blu profondo e bellissimi lineamenti, vestito elegantemente con giacca e camicia celeste aperta sul petto, che lasciava intravvedere un tatuaggio sul pettorale sinistro, rayban con montatura spessa e lenti scurissime, appoggiati su un ciuffo di capelli mossi di color sale e pepe. Il classico look dandy che mi manda in estasi, se abbinato ad un uomo con un bel fisico come quello che avevo davanti: spalle larghe, pettorali gonfi e pancia piatta, un bel culetto e, ovviamente, un bel pacco che traspariva attraverso gli jeans elasticizzati. Era perfettamente rasato ed emanava un profumo di dopobarba al cuoio, che mi inebriava.
Quello che mi colpiva di più, però, erano le sue belle mani: abbronzate e muscolose, con dita lunghe ed affusolate, unghie curatissime da manicure recente. Me le immaginavo già addosso intente ad accarezzarmi. E quelle dita…. Solo al pensiero ed avevo già il perizoma inzuppato!
La mia amica Barbara non perdeva tempo e, dopo averci salutato, si allontanava con quell’altro ragazzo: francamente non mi interessava dove andassero, ma venivo poi a sapere che non aveva combinato nulla, quella sera, perché aveva un appuntamento con un cliente dell’immobiliare per la quale lavora, e non aveva avuto il tempo di approfondire la conoscenza…
Rimasta da sola con Roberto, non stavo tanto a proporgli di andare a casa mia, lì vicino, per continuare la conversazione.
Lo avvertivo, però, che in casa avrebbe trovato mio marito, ma che non si sarebbe dovuto preoccupare: il mio maritino era abituato a vedermi arrivare a casa in compagnia di amici e non poneva ostacoli alla cosa. Anzi…
Roberto sorridendo, mi diceva: “Se c’è tuo marito, meglio. Sarò contento di conoscere anche lui”
Arrivati a casa, trovavamo mio marito sulla poltrona a leggere un libro. Facevo le presentazioni di rito e subito i due uomini si salutavano cordialmente, scambiandosi qualche battuta esilarante e vagamente sessista, stabilendo tra loro, da subito, un buon grado di complicità maschile.
Dopo i convenevoli, informavo i due maschietti che sarei andata in camera da letto e… mi sarei messa comoda…
Non avevo finito di dirlo, che il bel Roberto era già scattato in piedi e mi affiancava appoggiandomi la mano sul culo, alché io mi avvicinavo con le labbra alla sua bocca facendoci entrare tutta la mia lingua.
Lui ricambiava e percorrevamo avvinghiati la distanza tra la sala e la camera da letto, seguiti da mio marito, che già cominciava ad accarezzarsi la patta dei pantaloni .
Giunti in camera, mi spogliavo in fretta e mi gettavo su Roberto ancora in piedi, intento anche lui a svestirsi, mentre mio marito aveva preso posto sulla poltrona in fonzo alla stanza, ai piedi del letto.
Cominciavo a baciargli ed a leccargli quel bel petto glabro e tatuato, soffermandomi sui capezzoli, ma scendendo subito e concentrandomi a baciare quelle addominali dure ed eccitanti. Il suo profumo mi inebriava, mi stavo bagnando all’inverosimile ed i miei umori stavano scendendo lungo le cosce e persino a gocciolare sul pavimento.
Il culmine lo raggiungevo quando, inginocchiata davanti a lui, liberavo il suo bel cazzone turgido e pulsante dalle strette boxers e notavo che era circonciso: il glande era prominente, di un colore rosso fuoco e già stava eruttando liquido biancastro e salato.
Ingoiavo voracemente tutto quel glande, succhiandolo e pulendolo con la lingua, poi me lo passavo sulle labbra e su tutto il viso.
Sentivo il gusto e l’odore del cazzo e mi infoiavo sempre di più; ingoiavo allora tutta l’asta spingendomela nella gola in profondità, fino che un singulto mi impediva di proseguire ed ero costretto a farla uscire per poter respirare.
Roberto grugniva e mugolava e mi spingeva la testa, con tutte e due le mani, contro il suo cazzo che continuavo ad ingoiare fine in gola e farlo uscire per prendere aria.
Era a qual punto che, per l’eccitazione, avevo perso tutti i freni inibitori ed avevo bisogno di sfogare tutto il mio istinto da cagna in calore: mi accovacciano per terra e cominciavo a leccargli un piede, smanettandomi nel contempo la figa con la mano. Roberto alzava quindi il suo piede per permettermi di succhiargli e leccargli le dita e la pianta.
Cominciavo a succhiargli lussuriosamente l’alluce ed era allora che Roberto, evidentemente preso anch’egli dall’ incontrollabile eccitazione diceva, rivolto a mio marito che, sempre seduto sulla poltroncina, si stava segando senza ritegno: “Guarda cornuto, guarda quella troia di tua moglie che mi sta leccando persino i piedi!” “Guarda che cagna che è…!”
Mi alzavo di scatto e mi mettevo supina sul bordo del letto con le gambe completamente spalancate.
Roberto si inginocchiava sul pavimento, davanti a me, ai piedi del letto e cominciava a leccarmi freneticamente la fica, succhiandomi avidamente il clitoride, infilandomi la lingua anche nel culo, mentre le sue dita, le sue fantastiche dita, mi rovistavano la vagina fino alla cervice.
Allungava il braccio, poi, spingendomi le stesse dita in bocca, dicendomi: “ Senti che gusto ha la tua fica troia, sei bagnata come una vacca!”
Io succhiavo avidamente le sue belle dita affusolate intrise dei miei umori, mentre lui continuava a frullarmi la sua lingua, alternando la fica al buco del culo, fino ad infilare due delle sue lunghe dita anche lì, spingendole fino in fondo, allargandole e girandole con verso semicircolare, in modo da dilatarmi il più possibile l’ano.
A quel punto, oramai in preda ad un’ incontenibile voglia del suo cazzo, alzavo tutte e due le gambe ed allargandomi le natiche con le mani, gli urlavo: “”Dai porco. Sbattimi il cazzo nel culo, lo voglio tutto nel culo!”
“Hai sentito cornuto, tua moglie vuole il mio cazzo nel culo. Cosa dici, l’accontento questa troia?” e mio marito, impietrito sempre nella stessa posizione, con il cazzo moscio sempre in mano, lo incitava: “Sì dai, inculala, Falle sentire tutto il tuo cazzo nel culo, Fammi vedere come la fai godere”.
Roberto si alzava di scatto, mi prendeva per il bacino, appoggiava il suo grosso glande circonciso nel mio buco del culo e cominciava a penetrarmi lentamente e delicatamente, dando piccoli colpetti sempre più profondi e decisi.
Malgrado non avessi preparato l’ano con del gel lubrificante, sarà stata la voglia e la grande eccitazione, sarà per la grande qualità di saliva che mi aveva introdotto con la lingua, sarà per il massaggio con le dita, sarà stata la sua capacità di penetrarmi con sapiente dolcezza, fatto sta che la turgida asta del suo cazzo penetrava tutto dentro fino alle palle, senza che quasi me ne accorgessi.
Mi sentivo piena di lui ed a quel punto lo incitavo a sbattermi il cazzo nel culo ed a montarmi come una troia: ne avevo bisogno, non ce la facevo più, avevo bisogno di sentirmi sua tutta quanta.
Preso dai miei incitamenti; “Dai bastardo, sbattimelo nel culo, spingi dentro anche le palle, fammelo sentire questo cazzone tutto dentro!”, cominciava a pompare selvaggiamente ed io grugnivo e mugolavo come una scrofa in calore.
“Ti piace nel culo, eh? Dillo al cornuto che ti piace, dillo che una troia…” ed intanto continuava a sbattere il suo cazzo, dicendo: “Non ti ho sentito, dillo più forte” Ed io “ Si. Si, sono una troia, mi piace il cazzo nel culo, mi fa godere come una cagna in calore”.
Sempre spingendo il suo cazzone, mantenendolo fermo al massimo della profondità nel mio ano, mi urlava” Cos’è tuo marito ? Dillo che è un cornuto, dillo forte che senta bene””
Ed io, oramai all’apice della lussuria, totalmente priva di qualsiasi freno inibitorio, urlavo: “Siiiiii, sono la tua troia, sono la tua cagna, mio marito è un cornuto, un grandissimo cornuto, un cornuto di merda!!!”
A quel punto, provavo una situazione, mai provata prima: cominciavo a tremare tutta ed avevo un orgasmo potentissimo, che mi proveniva da dentro e mi faceva fuoriuscire dalla figa una quantità mai vista di liquido umorale.
Per la prima volta avevo avuto un bellissimo ed appagante orgasmo di culo.
Anche Roberto, evidentemente al culmine del piacere, non resisteva oltre e, grugnendo come un cinghiale, mi spruzzava nell’ano un enorme quantità di sborra bollente, con una pressione tale da riuscire a percepirne i fiotti ed il bruciante calore.
Evidentemente, la quantità di sperma ricevuta era tanta e finiva tanto in profondità, che subito dopo accusavo un leggero dolore al basso ventre.
Quando faceva uscire il suo arnese ancora duro, percepivo un rivolo caldo uscire prepotentemente dal mio culo e colare, sporcando le lenzuola.
Era a questo punto che Roberto intimava a mio marito: “Dai cornuto, datti da fare a ripulirla, non vedi che ha bisogno? Da bravo, lecca tutta la mia sborra”.
Senza farselo ripetere, mio marito si alzava finalmente da quella poltroncina e si inginocchiava sul pavimento davanti al letto. Sempre con le gambe alzavo, allargavo le natiche e spingevo per far uscire quanta più sborra potevo.
Sentivo il cornuto che ansimava, leccando e succhiando il mio buco del culo, dandosi un gran da fare a ripulire con la lingua, ingurgitando tutta la sbroda che usciva.
Dai mugolii che sentivo, credo che stesse godendo come un maiale.
Da quel momento, mio marito, qualora lo fosse già ufficiosamente, era diventato ufficialmente “il cornuto”.
Finiva lì, per quella sera, ma nei successivi tre anni, fino ad un suo trasferimento all’estero per motivi di lavoro, Roberto era diventato della famiglia, il mio fidanzato.
Andavamo persino in ferie insieme e veniva spesso a trovarci, quando ne aveva voglia, anche nel cuore della notte.
Inutile dirvi che, quando succedeva, il cornuto andava a dormire sul divano e lui stava in letto con me, ma non a dormire…

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