STORY TITLE: A COPENAGHEN CON MIA MOGLIE 
Menu

A COPENAGHEN CON MIA MOGLIE


Avatar Author

A COPENAGHEN CON MIA MOGLIE

by cp58mi
Viewed: 1774 times Comments 6 Date: 21-01-2024 Language: Language

A COPENAGHEN CON MIA MOGLIE

Quanto state per leggere risale a qualche anno fa. Per una coppia tranquilla come eravamo noi quello che accadde fu come essere travolti da uno tsunami.
All’epoca io avevo 43 anni e Nadia mia moglie 36 che a detta di quanti la conoscono è una donna che non passa inosservata anche perché è un po’ esibizionista e non le spiace essere guardata. Nadia ha un corpo snello dovuto anche allo sport che le piace praticare, le piace correre per tenersi in forma e ci riesce benissimo. Mora, con delle stupende curve che sovente mette in mostra indossando abiti succinti seppur eleganti che sfiorano l’indecenza perché come dicevo le piace mostrarsi, è estroversa e se ne frega di eventuali giudizi esterni.
Il nostro era comunque un ménage familiare regolare con la routine che questo comporta come la moltitudine di altre coppie.
Il lavoro di entrambi, ben remunerato ci permetteva una vita agiata e senza pensieri. Solo il sesso ci distingueva perché per noi era l’essenza di coppia e essendo entrambi focosi con lei addirittura multi orgasmica lo facevamo ogni qual volta se ne presentava l’occasione ed era lei che ogni mi cercava decidendo anche in che modo farlo perché non ha mai disdegnato fare sesso anale. Le piace moltissimo anche essere insultata mentre si fa sesso con parole che per tante donne potrebbero risultare offensive ma che a lei invece la eccitano e se non le do della troia o della succhia cazzi lei non è contenta.
É stata lei a chiedermi di comperarle dei cazzi finti per aumentare il piacere della penetrazione e anche perché voleva provare cosa significhi prenderne due contemporaneamente. Insomma è una donna che non si fa mancare niente e sono felice che sia capitata a me una donna così e quando mi sente apostrofarla con titoli come puttana ecc. è capace di venire più volte consecutivamente facendomi sentire un superuomo e viene così copiosamente che prima di scopare dobbiamo stendere degli asciugamani sul letto per evitare che bagni le lenzuola.
Ma la svolta cruciale al nostro ménage avvenne quando cambiai lavoro e da una piccola azienda andai a lavorare per una multinazionale Danese con sede a Copenaghen con filiale e uffici nella città in cui abitavamo.
Ero da poco assunto quando seppi che sarei dovuto andare assieme ad altri colleghi di altre due filiali una di Roma e l’altra di Firenze anche loro neo assunti a fare un corso per un nuovo programma innovativo che avremmo dovuto far funzionare noi e che il corso si sarebbe svolto a Copenaghen nella sede dell’azienda e che il corso si sarebbe svolto nel mese di luglio per una durata di circa 15/20 giorni e per questo l’azienda permetteva a chi lo volesse di portare con sé anche la moglie o compagna e di cui si sarebbe accollata la spesa dell’hotel.
Quando lo dissi a Nadia ne fu felice e rispose che poteva venire visto che aveva accumulato un sacco di ferie e che l’azienda era da un po’ che le diceva di usufruirne e sembrò felice per l’occasione di poter visitare una città come Copenaghen sapendo che non avremmo speso un soldo per il soggiorno ma avevamo invece la possibilità di spenderne facendo shopping, cosa di cui ne va matta.
In aeroporto conoscemmo i colleghi delle altre due filiali, in totale eravamo 4 coppie e uno scapolo. Mia moglie legò subito con Else la moglie di Matteo che veniva dalla filiale di Firenze e Elsa la moglie che neanche a farlo apposta era Danese e nativa proprio di Copenaghen. Le due legarono subito in quanto a carattere un po' si somigliavano essendo entrambe estroverse, e venuta a conoscenza che fosse di Copenaghen le chiese una volta lì se potesse indicarci dei luoghi da visitare ecc.… Else fu ben lieta di accettare promettendoci di farci volentieri da guida mentre gli altri, essendo un po’ più giovani di noi si soffermarono ai saluti e fecero comunella tra loro.
Era venerdì inoltrato quando arrivammo in albergo che scoprimmo essere di proprietà della stessa società per la quale lavoravamo e una volta occupate ognuno le proprie camere, essendo liberi da impegni fino al lunedì successivo Else e Matteo ci proposero di fare un giro per la città nell’attesa dell’ora di cena.
La città era così caratteristica che camminammo parecchio, ma quello che più sorprese me e mia moglie furono la miriade di sexy shop, ce n’era ovunque e a differenza dei nostri in Italia questi avevano tutti gli articoli in bella mostra in vetrina, cosa che in Italia è proibito e se si vuole vederli bisogna entrare nei negozi e per questo, curiosi ci fermavamo di negozio in negozio a vedere cose che manco immaginavamo esistessero. Addirittura in alcuni di questi si potevano ammirare delle bellissime ragazze in calze e reggicalze che seminude si mostravano e si rendevano disponibili per clienti vogliosi di sesso.
Vedendoci sbigottiti Else chiarì che nei paesi bassi il sesso non era considerato tabù come da noi ma veniva vissuto apertamente e libero senza alcuna reticenza.
Da noi contrariamente avevano preso piede i locali per scambisti e per potervi accedere bisognava tesserarsi. Else ci disse che da loro in quei locali l’entrata è libera a chiunque abbia la maggiore età e ci si accede liberamente, basta sedersi e prendere da bere e si può rimanere per assistere allo spettacolo che solitamente fanno dicendo che essendo solitamente spettacoli di natura erotica, gli avventori spesso si lasciano anche loro andare e il più delle volte si può assistere a cose che in Italia ci sogniamo di fare che per loro è cosa normale: se vi va questa sera possiamo andarci disse a Nadia, che senza neanche chiedermelo rispose che le sarebbe piaciuto vedere coi propri occhi.
Una volta tornati in hotel ci facemmo la doccia e salimmo al ristorante dove incontrammo i nostri nuovi amici.
Else era strafiga, rimasi davvero colpito nel vederla.
Aveva una minigonna vertiginosa che le facevano risaltare le magnifiche gambe chilometriche che sembrava non dovessero finire mai, mi accorsi che anche Nadia mentre li seguivamo al tavolo la guardava con ammirazione e mi diede una gomitata nel fianco come a dirmi hai visto?
Una volta a tavola mia moglie le fece i complimenti per la scelta dell’abbigliamento e lei le rispose che era l’abbigliamento adatto per il locale dove ci avrebbero portato e se Nadia non aveva di che mettersi le avrebbe prestato lei qualcosa di suo.
No rispose mia moglie, non c’è bisogno, penso di avere anch’io qualcosa che possa andar bene.
Finimmo di cenare e Nadia ci lasciò per scendere in camera a cambiarsi mentre noi l’avremmo attesa di sotto al bar.
Quando ci raggiunse non sembrava neanche lei. Come Else aveva indossato una gonnellina nera plissé con sottili righine grigie verticali e sopra una camicetta bianca che slacciata il giusto lasciava intravedere il seno tenuto libero e ai piedi un paio di sandali col tacco 11 che le slanciava il corpo trasformandola in una bomba sexy. Sapendo che se solo si fosse piegata le si sarebbero viste le chiappe, il cazzo mi venne duro e mi piacque vedere Else complimentarsi con lei per come si fosse vestita dicendole che era esattamente il modo in cui l’avrebbe voluta veder vestita: mi s che stasera faremo sbroccare un po’ di maschi disse ridendo ed era vero, tra le due non avrei saputo chi scegliere tanto erano entrambe strafighe e mi inorgoglì sapere d’avere al fianco una donna come Nadia.
Prendemmo un taxi per raggiungere il posto e il tassista che bene conosceva il posto ci lasciò davanti all’ingresso del locale che dall’apparenza sembrava un semplice pub se non fosse che fuori lampeggiavano varie x rosse a indicare il particolare del locale.
Appena dentro fummo accompagnati a un tavolo che Else aveva precedentemente prenotato e che era adiacente il palco.
Ci portarono da bere i drink ordinati e sorseggiando ci guardavamo intorno e commentare l’abbigliamento che le donne intorno indossavano e che come loro erano poco vestite.
Ce n’era di tutti i gusti, da giovani a meno giovani, con donne belle e meno belle ma quasi tutte abbigliate in modo a dir poco osceno. La differenza dalle nostre era che le nostre donne erano quelle più adocchiate da tutti sia maschi che femmine e sicuramente non potevano non parlare della loro bellezza. Erano soprattutto le donne quelle che guardandole spettegolavano quasi certamente commentando la loro eleganza. Alcune di loro che seppure avanti con l’età, erano “vestite” se così si può dire, in modo altamente succinto per la loro età tanto da sfiorare il ridicolo, ce n’era di quelle che seppure fosse una serata calda erano in calze e reggicalze per attirare gli uomini a desiderarle. Ma si sa, la fame di cazzo non ha età e quelle di fame ne avevano da vendere.
E comunque anche i loro uomini non scherzavano perché intanto che guardavano in giro palpavano le loro donne e qualcuno fregandosene di essere insieme ad altra gente ravanavano tra le cosce della propria donna fregandosene che altri li guardassero anzi!
A un certo punto la musica cambiò e da disco si fece soft, le luci divennero soffuse e l’ambiente sembrò letteralmente cambiato e Else disse che tra poco sarebbe iniziato lo spettacolo.
I tendoni si aprirono e ragazze avvolte in veli svolazzanti e trasparenti uscirono gaie danzando e animando il palco attirando gli sguardi di tutti per quanto erano belle e erotiche.
Erano magnifiche, tutte bionde bellissime che con quei veli svolazzanti facevano solo intravedere a spezzi i loro corpi nudi sotto ai veli e questo non faceva altro che fare aguzzare la vista a tutti i maschi presenti. Per me che mai avevo visto niente di simile, la cosa mi colpì al punto che sentii il cazzo venirmi duro e arrapato mi feci vicino a Nadia.
Mentre le ragazze continuavano a correre e saltellare gioiose, sul palco fecero il loro ingresso dei ragazzi che seminudi e coperti solo da blandi e rustichi stracci che a stento coprivano i loro sessi, cercavano di agguantare le pollastrelle che cercavano di sfuggire alle loro grinfie.
Le urla d’approvazione delle donne in sala si fecero udire nel vedere quei stupendi maschi che correndo dietro alle ragazze, tra un salto e l’altro facevano spuntare da sotto i loro blandi perizomi di stracci i loro sessi che sballottati di qua e di là le facevano impazzire e gridare di approvazione facendo salire l’eccitazione di tutti i presenti in sala senza escludere le nostre donne che a quanto pareva non distoglievano gli occhi neanche loro.
Fu così che con l’ambiente si surriscaldò e molti degli avventori iniziarono a toccare la propria partner con alcune di queste che arrapate a loro volta palpavano loro con alcune più porcelle che addirittura si piegarono per poterglielo prendere in bocca.
Nel frattempo lo spettacolo proseguiva e le ragazze inseguite erano ormai prede dei maschi che una volta raggiunte strappavano loro i veli di dosso lasciandole in breve nude ai nostri sguardi con le ragazze che fingendo di opporsi lasciano che i maschi le stendessero a terra per dare loro le proprie attenzioni.
Poco dopo tutto questo si può dire che si trasformò in un’orgia, e noi che non avevamo mai assistito a uno spettacolo del genere ne fummo colpiti, Questi non solo non facevano spettacolo, no, questi non fingevano nulla e coi cazzi duri c’era chi lo metteva in bocca alla tipa catturata e chi invece apriva loro le gambe e le chiavava sul palco dinnanzi a noi.
Alcuni di loro, sia maschi che femmine scesero dal palco e nudi si avventurarono tra i tavoli coi maschi che andavano a farsi ammirare dalle avventrici mentre le ragazze, anch’esse nude andavano a trusciarsi sui loro compagni che allungavano le mani increduli di tanta bellezza da poter toccare.
Le loro donne invece, attratte da quei ragazzi così aitanti non appena li avevano a tiro facevano di tutto per afferrare i loro cazzi e giocarci per quei pochi istanti che loro gli permettevano: alcune riuscivano perfino a mettersi in bocca il loro sesso e pomparlo per pochi attimi soddisfatte di esserci riuscite.
Trasportato da tanta eccitazione e avendo mia moglie a portata di mano senza rendermene conto iniziai a palparla e lei a sua volta eccitata non si oppose e lasciò che la palpassi coprendo la mia mano con le sue in modo da non far vedere cosa stessi facendo: aveva la mutandina già umida di umori.
Avevo una mano tra le sue cosce quando uno di quei ragazzi del palco s’avvicinò al nostro tavolo, era stata Else a fargli segno di raggiungerci e quello lo fece.
Mentre s’avvicinava, passando tra i tavoli le donne cercavano d’impossessarsi della sua dotazione che era davvero notevole e che attirava l’attenzione del sesso femminile cercando di prenderglielo in mano. Era davvero un qualcosa fuori dal normale e lui facendolo roteare mentre passava tra i tavoli godeva delle attenzioni che le donne mostravano nel vedere la sua dotazione.
Molte avrebbero volto che si fermasse da loro per poterlo omaggiare, ma lui le schivava le loro mani vogliose sorridendo fino a che non raggiunse il nostro tavolo.
Appena giunto Else si alzò e si abbracciarono come due vecchi amici, scambiarono delle frasi tra loro e poi gli presentò Nadia che rossa in viso davanti a quel bel ragazzone che con fuori il cazzo l’abbracciò come se nulla fosse baciandola sulle guance, Nadia sembrò un pesce fuor d’acqua: mai era stata abbracciata da un uomo nudo col cazzo di fuori e men che meno uno con un cazzo così.
Mentre scambiava qualche frase di circostanza con mia moglie una tipa accanto si fece avanti e allungando la mano glielo prese in mano e abbassatosi lo prese e se lo ficcò in bocca tra gli applausi delle altre.
Fu lui che dopo averle permesso di succhiarglielo per qualche istante l’allontanò con dei modi cordiali e ripulì il cazzo con uno straccetto umidificato che si portava dietro. Via lei si avvicinò a Else che seppure col marito affianco, glielo prese in mano e guardandolo negli occhi sorridendo iniziò a menarlo con gusto e per tutta risposta lui le apertale la camicetta gl’infilò dentro la mano e prese a titillarle i capezzoli che quando la lasciò potemmo vedere quanto le fossero venuti ritti e duri. Lei allora presa l’asta la passò su tutta la lunghezza con la lingua insalivandolo per bene, diede dei baci sulla cappella ingurgitandola per un istante e lasciò che fosse libero di andare per altri tavoli.
Lui però dopo esserselo ripulito anziché andarsene si mise davanti a mia moglie e offrì a lei il cazzo da giocare. Nadia guardò noi rossa in viso e declinò l’invito facendo di no con la testa: ero certo che l’avrebbe fatto con piacere se non fosse che c’era tutta quella gente intorno e lui la salutò fregandosene a si portò verso altri tavoli.
Guarda che qui sei libera di fare tutto ciò che vuoi perché qui nessuno ti giudicherà disse Elsa a mia moglie, qui si viene per divertirsi e basta senza che nessuno giudichi nessuno, non siamo in Italia, qui non ci sono bigotti e se andiamo a vedere ci sono più cornuti lì che non in paesi come questo dove ognuno è libero di fare ciò che vuole. Detto questo si voltò verso il marito e con una nonchalance che non credevo avesse fece scorrere la cerniera dei pantaloni e tirato fuori il cazzo lo mostrò a mia moglie con un sorriso come a dirle “vedi, qui si può fare,” abbassò la testa e se lo mise in bocca cominciando a succhiarlo così intensamente che le guance si affossarono.
Io e Nadia che non volevamo mostrarci turbati mentre invece lo eravamo visto che non ci aspettavamo che la serata ci portasse a questo, ci guardammo e capii che lei era eccitata e non poco, così le feci cenno di guardare verso il mio cazzo che lei guardò, allungò la mano e lo sentì duro da morire: non vorrai che faccia lo stesso disse e le feci cenno di no con la testa. Sono certo che se le avessi detto di sì non si sarebbe tirata indietro.
Eccitato dalla moglie Matteo intanto che la moglie gli dava piacere, allungò la mano verso le cosce della mia con l’intento di mettergliela tra le cosce e lei accortasene spostò velocemente le gambe per evitare che lo facesse: più che altro si comportò in quel modo perché c’ero io, sono certo che non le sarebbe dispiaciuto farsela toccare da Matteo perché era arrapata di brutto. Lui non fece una piega, le sorrise e ritrasse la mano come nulla fosse tornando a concentrarsi al piacere che la moglie gli stava dando.
Else che vide tutto, liberò la bocca e chiese a Nadia perché non avesse lasciato che il marito la toccasse, il tuo avrebbe potuto fare lo stesso con me, ma lei con un sorriso sforzato scosse la testa per dire non fa niente dando l’impressione di una che non sapeva che pesci pigliare.
Ero certo che aveva la voglia alle stelle ma in un locale simile si sentiva un pesce fuor d’acqua e se anche vogliosa, mai si sarebbe sentita di prendermelo in bocca dinnanzi a tante persone come stava facendo Elsa che sicuramente per lei non era la prima volta.
Quando fu il momento e vedemmo Matteo agitarsi sulla sedia capimmo che era in procinto di venire e Elsa accortasene pure lei smise di succhiarglielo con foga e prese a succhiargli la cappella lentamente tenendosela in bocca in attesa che lui venisse e noi non ci perdemmo niente di quel momento.
Con la cappella in bocca vedevamo dal suo modo di fare che gli stava solleticando con la lingua il frenulo per sollecitarlo a goderle in bocca, cosa che poco dopo avvenne. Vedemmo Matteo spingere col bacino verso la moglie e vedemmo benissimo il canale del cazzo gonfiarsi per il passaggio dello sperma che a scatti le stava riversando in bocca e Nadia arrapatissima mi strinse il cazzo quasi a farmi male. Else attese che il marito si svuotasse i coglioni e poi prese a spremerlo fino a che non fu certa d’averlo prosciugato e certa d’averlo si staccò da lui e la vedemmo ingoiare il tutto guardandoci felice.
Restammo lì un’altra oretta a bere e a guardare le coppie fare porcherie tra loro e ne vedemmo davvero delle belle. Quello che però ci colpì fu vedere i ragazzi che facevano lo spettacolo girare tra i tavoli per lasciare il proprio biglietto da visita nel caso qualche donna presente avesse voglia di chiamarli per passare con loro qualche ora al difuori del locale. In questo caso Elsa disse che bastava chiamare per accordarsi sul dove e quando e chiedere la tariffa che solitamente si aggirava dai 350 fino a 500 euro a serata aggiungendo però che ne valeva davvero la pena.
Tu chi chiameresti? Chiese a Nadia.
Io non chiamerei nessuno rispose lei impacciata.
Ma se dovessi farlo chi chiameresti tra questi insisté Else. Se mi permetti un consiglio sceglierei lui disse additando il ragazzo che era venuto al nostro tavolo chiamato da lei, posso assicurarti che è un vero portento a letto e attirando la sua attenzione gli fece cenno di avvicinarsi.
Be che dire, era veramente un bel ragazzo con gli attributi davvero super. Gli disse qualcosa e lui guardando mia moglie le porse il suo biglietto dicendole che avrebbe passato volentieri una serata con lei, le diede un bacio sulla guancia e si diresse verso altri tavoli.
Nadia rossa in viso rimase col bigliettino in mano come intontita.
Allora Else si alzò, era giunta l’ora di andare, fece chiamare un taxi che ci riportò all’hotel.
Durante il tragitto Else disse a mia moglie di non stare a pensarci troppo e di approfittare dell’’occasione perché difficilmente avrebbe avuto un’altra occasione simile una volta lasciata Copenaghen e che quel ragazzo valeva l’esperienza.
Quindi tu l’hai già provata disse ironica mia moglie.
Certo rispose l’altra, e in più occasioni, come avrei potuto consigliartelo sennò, e rivolta al marito gli chiese di confermare lui stesso, cosa che lui fece dicendo che ogni volta lei ne usciva distrutta ma felicemente appagata.
Mmh feci io, e dove avvengono gli incontri in hotel chiesi io curioso.
Beh certo rispose Else, dove sennò. È quello il posto idoneo dove riceve un gigolò.
Guardai mia moglie che guardava il bigliettino che teneva ancora in mano, vide che la guardavo e lo mise in borsetta.
Appena fummo soli in camera l’abbracciai arrapato e pieno di voglia accumulata nel locale e con lei arrapata a sua volta iniziammo a spogliarci con la foga pazzesca di scopare. Era troppa la voglia che lei assatanata come non mai era un lago tra le gambe, e una volta a letto bastò che gliela toccassi perché venisse, sembrava una fontana dalla quantità di umori che uscirono e venne di nuovo quando iniziai a leccarla. Era talmente arrapata che appena si riprese da fremito che l’aveva pervasa, mi spinse giù e preso il cazzo se lo cacciò dentro e prese a muoversi come una forsennata: S’incazzò come una iena quando mi sentì venire, ma come potevo trattenermi visto che mi stava letteralmente frullando il cazzo con quella sua figa bollente.
Era evidente che la sua eccitazione era dovuta a quei giovani e vigorosi cazzi e chissà quanti pensieri le avevano scaturito facendole venire la voglia irrefrenabile di scopare e per farmi perdonare continuai e la feci venire facendole un ditalino eccitato nel pensare a quanto avesse goduto a farsi montare da quel giovane e eccitato a mille iniziai col dirgli di Matteo.
Matteo voleva metterti una mano tra le cosce: perché non lo hai lasciato fare visto che eri arrapata. È stato bello vederlo arrapato per te e chissà, magari ti sarebbe piaciuto perfino prenderglielo in bocca, in fondo ha un bel cazzo no?
Invece che a Matteo mi era venuta voglia di prendere in bocca il cazzo di quel ragazzo che pure Elsa ha preso in bocca: ma hai visto che roba? L’ha fatto davanti al marito e quello sembrava pure felice.
Nel sentirla dire che anche lei aveva avuto voglia di prendere in bocca il cazzo al ragazzo me lo fece di nuovo venir duro e eccitato ne approfittai per dirle quanto mi sarebbe piaciuto se si decidesse e chiamasse quel giovane per passare una serata con lui.
Chissà come ti piacerebbe farti sbattere da un giovane dotato come lui, hai sentito anche tu cos’ha detto Else, ha detto che è un’occasione da non perdere e io sono certo che non ti spiacerebbe provare. Te lo dico perché a me farebbe piacere, siamo all’estero che cazzo ce ne frega visto che tra poco ritorneremo a casa e chi sé visto sé visto. Sono sicuro che ti pentiresti se non lo facessi. Provare un cazzo come il suo ti farebbe uscire di testa, sentirtelo entrare dentro fino alla cervice ti farebbe impazzire di piacere: pensaci dissi mentre le avevo cacciato dentro di nuovo il cazzo.
Siiii, siiii, fece lei nel sentire quelle parole e prese a contorcersi manco fosse una serpe. Dai chiavami forte disse infoiata, chiavami come una troia vogliosa di cazzo.
Non feci neanche in tempo a iniziare a pomparla che iniziò a godere: siii daaaiiii che ve… ve… engooooooooo gridò con le gambe tanto tremanti che facevano tremare anche me tanta era l’intensità dell’orgasmo in corso e eccitato nel sentire il mio cazzo sguazzare negli umori vaginali sapendo che erano dovuti più al pensiero di lui che la chiavava e non al cazzo che le stavo dando, mi eccitai così tanto che venni un’altra volta come un adolescente e spingendomi a fondo nella vagina la inondai di sborra. Peccato perché avevo pensato di metterglielo nel culo, a lei piace tantissimo, ma ormai…, pensai allora che gliel’avrei fatto l’indomani.
Una volta ripresi lei si tamponò la figa con una salvietta e io tornai sul discorso di poco prima chiedendole se prima di partire non volesse provare a farlo, perché nel caso decidesse di sì avremmo dovuto chiamare subito e prenotarlo per una serata visto che Else aveva detto che era molto richiesto e se cu era andata lei più volte avrebbe potuto per una volta provarlo pure lei.
Cazzo! Disse mia moglie, non credevo che Else arrivasse a fare una cosa una cosa simile: cazzo che troia! E il marito? Hai visto che roba, pure lui dev’essere un porco per permetterle di fare una roba simile, gli ha preso il cazzo in bocca davanti a tutti e con lui affianco tutto eccitato, neanche una troia si comporterebbe così.
Si dai, però anche a te sarebbe piaciuto farlo, non dire di no. Non l’hai fatto solo perché ti vergognavi della gente intorno, per loro invece mé sembrato che in quel locale ci sono già stati parecchie volte e lui era così arrapato quando la moglie gliel´’ha preso in bocca che ha perfino tentato di palparti e mi è spiaciuto che tu non gliel’abbia lasciato fare, magari ti sarebbe pure piaciuto e allora forse avremmo finito la serata tutti e quattro a scopare nello stesso letto come ricci.
Ah! E magari con te che ti scopavi Else: che stronzo che sei.
Se le avessi dato ragione ci sarebbe stato il finimondo e si sarebbe incazzata come una vipera, e per non fare che accadesse risposi che a me di Else non mi fregava niente perché era lei la donna con la quale avrei voluto fare porcate e aggiunsi: a essere sincero devo dirti che mi sono eccitato quando quello ti ha offerto il cazzo, mi sarebbe piaciuto vederti prenderglielo in mano e magari anche baciargli la cappella, sarebbe stato il regalo più bello che potessimo fare a tutti e due qui a Copenaghen e se te lo portassi a letto sarebbe ancora meglio. Saperti a letto con lui e farti chiavare da un giovane con un cazzo simile mi eccita al punto che davvero vorrei che tu lo facessi: dai non dirmi di no, so che anche a te piacerebbe.
Ma tu sei matto! Ma dici sul serio disse mentre la guardavo eccitato con il cazzo in mano che era tornato duro. Lei lo vide, mi tolse la mano con la quale lo tenevo e lo prese in mano lei: ma se davvero lo facessi poi tu cosa penseresti, che sono una troia, mi guarderesti come una poco di buono e in questo caso che fine farebbe il nostro rapporto.
E senza attendere una risposta mi salì sopra a cavalcioni e con lascivia che non credevo avesse si bagnò le dita di saliva e le passò sull’ano, poi insalivò pure la cappella e puntato il cazzo sull’orifizio prese a spingere fino a che non lo ebbe tutto al culo e solo allora fece un gemito e con le mani appoggiate al mio petto prese a muoversi sul cazzo che si teneva dentro fino ai coglioni peer poi iniziare a gemere e a farfugliare cose incomprensibili e a godere come una cagna in calore.
Il suo modo di comportarsi mi fece pensare che non fossi io la fonte di tale eccitazione ma il giovanotto conosciuto nel locale e forse in quel momento stava pensando a quanto sarebbe stato meglio se al posto mio ora ci fosse stato lui e i suoi versi si fecero animaleschi quando le dissi che bello sarebbe se in quel momento fosse il suo che la stesse impalando e da lì scaturirono versi animaleschi e immaginandolo iniziò a saltare sul cazzo gridando il piacere che il cervello le trasmetteva ed ebbe un tale orgasmo che mi bagnò letteralmente: mai l’avevo vista squirtare in quel modo ululando come una cagna in calore e mi resi conto piú che mai d’avere in moglie una gran troia e fui felice che lo fosse perché saperla tale accresceva la mia libido facendomi sperare che si decidesse a farsi scopare da lui e eccitato come un riccio glielo dissi.
Che bello sarebbe se al posto del mio cazzo ci fosse stato il suo ad aprirti il culo, allora sì che avresti goduto nel sentirtelo dentro a scoparti le viscere: ma perché non provi, lo so che ti piacerebbe cos’aspetti a prendere un appuntamento.
Non mi rispose ma si mise a contorcersi dal piacere nel sentire quelle parole e squirtò nuovamente anche se meno di prima.
Quell’inculata passò alla storia, la nostra storia, perché quando finimmo e lei tornò in sé le chiesi cosa ne pensasse e se volesse provare, perché in quel caso avremmo dovuto pensarci per tempo per prenotare una serata con lui e mi rispose che ci avrebbe pensato.
Quella risposta stranamente però mi lasciò con l’amaro in bocca, in fondo era pur sempre mia moglie e quella risposta non escludeva che potesse incontrarlo e questo un po’ m’aveva infastidito: un conto era che io la spronassi a farlo e un altro era che lei accettasse di farlo. Ma la cosa me la feci scivolare addosso e fui felice che non avesse detto di no perché la sua risposta indicava che al 99% se lo sarebbe potuto fare.
Il giorno successivo, dopo aver fugato gli ultimi dubbi: se ancora ne aveva, mi disse di provare a scrivergli una mail come specificato sul suo bigliettino chiedendo se e quando fosse disponibile a un incontro con lei e allegammo una sua foto come richiesto per vedere chi avrebbe dovuto incontrare perché pensammo che se nel caso non fosse stato di suo gradimento avrebbe potuto anche declinare l’invito. Scrissi il nome di lei e quello dell’hotel in cui alloggiavamo dando pure il numero di camera e sperammo che rispondesse a breve visto che non era sicuro che lo facesse e vivemmo quelle ore come se avessimo sul capo la spada di Damocle fino a che la sua risposta arrivò.
Innanzi tutto si complimentava per la sua bellezza dicendo di ricordarsi di averla già incontrata nel locale e che era felice di avere l’occasione di passare una serata con lei dicendo di essere libero due sere dopo e nel caso a noi andasse bene, l’orario previsto per il suo arrivo era per l’ora di cena e avrebbe gradito cenare in albergo con noi in modo da conoscersi meglio e rompere il ghiaccio. Scrisse che il compenso per la serata sarebbe stato di 400,00 euro anziché 500,00 per via della bellezza della donna che avrebbe intrattenuto.
CAZZO! Pensai, oltre a scoparsela dovevo sborsare pure 400 cucuzze, la guardai e mi dissi che sarebbero stati soldi spesi bene, ora non potevo non accontentarla e sarebbe stato come mostrare un gelato a una bimba per poi negarglielo e così gli risposi che per noi andava bene e per quell’ora avremmo atteso il suo arrivo nella hall dell’hotel.
Quel giorno finii il corso che erano le 16,00 e arrivai in hotel poco dopo. Salii in camera e la trovai in bagno che si preparava. Era nervosa come non mai, tanto che espresse perfino il desiderio di rinunciare all’incontro e la capivo, non era una cosa che da fare su due piedi, era una cosa fuori dal comune e anch’io ci avevo pensato nelle ore precedenti soprattutto per lei e per come l’avrebbe vissuta visto che era lei quella coinvolta in prima persona e faticai non poco per rassicurarla dicendole che nel caso non se la sarebbe sentita ci saremmo limitati a cenare con lui e che l’avrei comunque pagato per il disturbo e questo sembrò calmarla.
Erano scoccate da poco le 20,00 che lo vedemmo entrare nella hall e ci volle un attimo prima che ci riconoscesse e ci venisse incontro. Ci presentammo e prendemmo un drink, poi espletati i convenevoli della conoscenza ci spostammo nella sala ristorante dove avevo avvisato di aggiungere un coperto al nostro tavolo.
Gli dicemmo chi eravamo e il motivo per cui ci trovavamo a Copenaghen dicendogli che a breve saremmo tornati a casa nostra in Italia.
Mi accorsi che mentre si parlava, Nadia era serena, non era più tesa e mi sembrò alquanto loquace per i suoi gusti, evidentemente avendolo vicino aveva superato le sue paure e si sentiva a suo agio in sua compagnia. Forse coi vestiti addosso gli pareva un’altra persona e pensai che era un bene per la serata a venire tanto che quasi mi esclusero dalla loro conversazione.
Terminata la cena, e prima di salire in camera, presi dal bar una bottiglia di prosecco da portare in camera per brindare e fare in modo che lei si lasciasse ulteriormente andare e si sentisse più libera da eventuali ripensamenti e per questo un po’ d’alcol l’avrebbe aiutata di più a disinibirsi anche se nel mio io pensai che non ce ne fosse bisogno.
Lei non è una amante dell’alcol, ma quella sera diversamente da altre volte a tavola aveva fatto un’eccezione bevendo più del solito il vino che lui premurosamente le versava e che l’aveva resa sciolta nei confronti di lui e io fui felicissimo nel vederla a suo agio con lui.
In camera fu lui a stappare la bottiglia e brindammo al prosieguo che la serata avesse un buon fine ma non avevo dubbi su questo e lo dissi.
Ci rimasi male quando lui dopo aver messo giù il suo bicchiere e quello di lei, l’abbracciò e le dette un bacio da farle perdere il fiato, poi una volta staccatosi da lei si rivolse a me e mi disse che avrei dovuto lasciarli soli e che mi avrebbero chiamato quando fosse stato il momento.
Volevo obbiettare, ma guardando mia moglie capii che anche lei avrebbe voluto che non fossi presente e per non rovinarle la serata presi le sigarette e il cellulare e come un cane bastonato mi richiusi la porta alle spalle e scesi al bar dove ordinai un drink e dove altri ne seguirono.
Era quasi l’una quando finalmente ricevetti un messaggio WhatsApp di Nadia che mi diceva di salire.
Erano le 24,45 il che significava che erano stati insieme circa due ore e mezza da quando li avevo lasciati ma a me sembrava fosse passata un’eternità scervellandomi a pensare a cosa stessero facendo, e tra la gelosia e l’eccitazione di saperla a letto con un gigolò ebbi il cazzo duro per tutto il tempo e non vedevo l’ora di rimanere solo con lei per sapere cos’avessero fatto e se ne fosse valsa la pena.
Entrai in camera e vidi solo lei, lui era sotto la doccia.
Era seduta sul divano con indosso l’accappatoio semi chiuso che lasciava intravedere il magnifico seno e le cosce scoperte. Vedendole pensai che poco prima quelle cosce le aveva aperte a lui e questo mi eccitò. Mi sedetti accanto cercando di contenermi e non far trasparire la mia voglia di sapere quanto era successo tra loro e le chiesi come nulla fosse com’era andata, ma non ne ebbe il tempo perché dal bagno uscì lui nudo come un verme con l’enorme cazzo penzoloni tra le gambe che sa guardarlo sembrava un pendolo. Feci un paragone col mio e mi vergognai d’averlo fatto.
Nonostante fosse moscio era sicuramente il doppio del mio sia in lunghezza che di circonferenza, e a proposito di questa mi chiesi se Nadia avesse per caso sentito dolore e non vedevo l’ora di resta da soli per chiederglielo.
Attesi con impazienza che si rivestisse e una volta finito gli diedi i soldi pattuiti, li prese e dopo averli messi via aprì la porta, mandò un bacio con la mano a Nadia e uscì richiudendo la porta dietro di sé.
Ma che stronzo dissi risentito, più per lei che per me. È uscito senza quasi salutarti.
Lei sorrise nel sentirmi dire ciò e disse che di baci gliene aveva dati in abbondanza.
Mmh, bé se è così dissi con la facci di uno a cui avevano appena dato uno schiaffo. E allora dimmi com’è andata, tutto bene, t’è piaciuto? Chiesi impaziente.
Ma certo che sì, altrimenti cos’avremmo fatto in tutto questo tempo, perché ti avrei chiamato solo ora sennò.
Mmh feci io, allora parla dimmi cos’avete fatto dissi standole seduto accanto in trepida attesa che iniziasse a raccontarmi ogni cosa dicendole di iniziare dal momento che ero uscito senza tralasciare niente e iniziò.
Appena uscito ero tesa come una corda di violino, insomma non sapevo che fare, era la prima volta che mi trovavo in una stanza d’albergo con uno sconosciuto e se anche ero conscia del motivo per cui lui era lì, ero comunque tesa e non sapevo che fare. È stato lui a togliermi dall’imbarazzo perché si era accorto che ero nervosa e allora mi ha preso tra le braccia fino a che ha sentito la tensione abbandonarmi e ha preso a baciarmi sul collo chiedendomi se fosse la nostra prima esperienza del genere e gli ho risposto di sì, che era stata Else a consigliarmi di provare e di farlo con lui. Lui allora si è fatto più affettuoso e in breve non ho capito più nulla. Lo sai come sono no? C’è voluto niente perché mi lasciassi andare e poco dopo eravamo stesi sul letto nudi con lui che mi baciava ovunque. Sapessi com’è bravo, sembra nato per dare piacere alle donne, aveva ragione Else, stare nuda tra le sue braccia è qualcosa di indescrivibile ed era come se avessi il fuoco nel basso ventre.
Ma non avevi il tanga?
Sì ma me l’ha tolto quando mi ha sdraiata sul letto.
Mmh, e poi?
Poi ha preso a baciarmi intimamente e mi ha fatta venire e dalla voglia sono stata io a pregarlo perché mi prendesse ma lui ha voluto che prima glielo prendessi in bocca, ha detto che dovevo conoscerlo prima, ah ah ah ah fece ridendo.
Sentirla raccontarmi quelle cose mi era venuto duro da farmi male e lo tirai fuori eccitatissimo, lei lo guardò e con espressione ironica sorrise e disse che sembrava il fratellino minore di quello di lui e ridendo prese a toccandomelo.
Non me ne fregò un cazzo di quello che pensava, volevo solo che continuasse e mi dicesse tutto.
Dai vai avanti dissi esortandola a parlare eccitato ancora di più per il fatto di essere stato umiliato e continuò.
Poi si è messo a sessantanove perché mentre glielo succhiavo voleva darmi ancora piacere e mi sono accorta mentre lo facevo che era completamente diverso che farlo a te, il suo è molto più grosso e avevo la mandibola mi si era indolenzita e gliel’ho detto.
Mmh, e poi, poi cos’avete fatto?
Mamma mia come sei impaziente disse seccata. E niente, mi ha fatta mettere a pancia in già e ha iniziato a baciarmi la schiena e mentre lo faceva sentivo scorrere il suo arnese tra le cosce ed era talmente strano sentire quanto l’avesse grosso che non mi sembrava vero. Sapessi che bravo! Ero un lago e avevo una voglia che facevo fatica a contenere: non ce la facevo più e volevo che mi scopasse.
Wow feci io, sì lo so come sei quando hai voglia: e ti ha chiavata? Chiesi a cazzo duro.
Oh sì. Dapprima si è appoggiato col culo sulle mie cosce come se fosse seduto, poi mi ha aperto le chiappe e subito dopo ho sentito il suo cazzo che strusciava dalla figa al culo e per un momento ho avuto paura che volesse farmi il culo invece che la micetta.
Mm, e invece?
Invece poi ha preso a passarmelo tra le labbra che bagnate com’erano si sono aperte accogliendolo e bagnandogli la punta, e quando un istante dopo ha spinto me lo sono sentito scivolare dentro e mi parso come se mi stessero infilando dentro un ferro rovente. È stata una sensazione unica ed è stato bellissimo sentirmi cosí piena di lui, È stato diverso che farlo con te, con lui sentivo le pareti vaginali talmente tese che il piacere è stato immenso e quando l’ho sentito dentro tutto e mi si è appoggiato contro la cervice, non ho resistito dal piacere che mi stava dando e sono venuta in un orgasmo che mai avevo provato prima.
Più che eccitato le presi la testa e gliela spinsi sul cazzo perché me lo prendesse in bocca: fai lo stesso che hai fatto a lui le dissi, e lei guardandomi come fossi un ebete rispose che era impossibile per lei farlo perché il mio non era neanche la metà del suo e che anche volendo non avrebbe potuto simulare il lavoro di bocca che aveva fatto a lui.
Quelle parole invece che umiliarmi ebbero l’effetto contrario e invece di abbattermi moralmente mi eccitarono al punto che appena me lo prese in bocca bastò il suo calore a farmi esplodere in una sborrata epica.
Lei sussultò non aspettandoselo rimanendo incredula dalla velocità con la quale ero venuto e
Attese paziente che finissi di svuotarmi per poi succhiarmi anche l’anima fino a che fu certa d’avermi prosciugato, solo allora si staccò e mandò giù quanto aveva in bocca, lo faceva sempre, ma questa volta dopo aver ingoiato sollevò il viso e scoppiò in una sonora risata.
Ma ti rendi conto di come sei venuto, non mi hai dato il tempo di prenderlo in bocca che sei venuto come un adolescente: ma non ti vergogni. Dì la verità, tu sei venuto perché ho scopato con lui, ti piace che tua moglie faccia la troia con altri non è vero cornuto che non sei altro. L’hai perfino pagato perché mi scopasse solo per sentirmi raccontare cosa abbiamo fatto noi due a letto. Sei un porco, ma sappi che mi è piaciuto tantissimo e che se fosse per me mi farei scopare anche domani sera. Mi volevi troia, bene, ora ce l’hai. Ho letto di molti mariti che godono nel sapere la propria moglie che scopa con altri e tu non sei un’eccezione.
Sì è vero, ma queste non sono corna dissi mentre mi spogliavo, quanto successo è stato voluto da tutti e due, è solo un gioco e nient’altro che un gioco, ma se ti piace pensare d’avermi messo le corna sei libera di farlo, a me sta bene lo stesso. Che davvero m’importa è sapere che sei stata bene e che ti sia piaciuto perché in questo caso vorrà dire che quando torniamo a casa troverò il modo di ripetere quanto è successo stasera. Che davvero mi manda fuori di testa è sentirti raccontarmi tutto quanto avete fatto e mi eccita saperti a gambe aperte per un altro perché è la porcata più grossa che una moglie possa fare e tu da troia quale sei ti farai chiavare e inculare eccitandomi come non mai. A proposito: gli hai dato anche il culo?
Quello non gliel’ho dato rispose, se le preso.
Wow feci io sorpreso, gliel’avevo chiesto tanto per dire, non avrei mai creduto che potesse avergli dato pure il culo visto le sue dimensioni. Dimmi com’è accaduto, non tenermi sulle spine, davvero gliel’hai dato, ma come hai fatto, non ti ha fatto male?
Prima di rispondermi mi fece di nuovo distendere e con una flemma che non le si addiceva si sedette a gambe aperte sulle mie, si tolse dell’accappatoio e toccandosi il seno con fare da zoccola riprese a raccontarmi nei dettagli ciò che avevano fatto e mentre lo faceva sfregava il monte di venere sul cazzo facendomelo tornare duro, tanto che dopo un pó dovetti dirle di smetterla perché c’era il forte rischio che potessi venire un’altra volta e questo la fece di nuovi ridere.
Ma come, non è questo che vuoi, non vuoi che ti faccia godere? Disse prendendomi in giro, era più una presa per il culo che altro. Ma a quel punto era inutile che facessi l’offeso per salvare l’amor proprio, aveva capito benissimo qual era il ruolo in tutta la vicenda ed era esattamente il posto che preferivo e che mi ero ritagliato.
Dici che sarai in grado d’ora in poi di godere con me dopo esserti scopata un cazzo come il suo chiesi nella speranza che mi umiliasse nuovamente perché avevo scoperto quanto mi piacesse essere umiliato da lei.
Amore rispose seria, tu sei mio marito e non potrei mai negarmi a te, ma da oggi dopo quello che mi ha fatto provare lui non credo che potrò godere con te, è impossibile che possa accadere. Perché goda avrò bisogno di un cazzo come il suo, solo così potrò sentirmi donna, cosa che con te sarà impossibile.
Ricevere quel colpo basso mi eccitò e l’attirai a me, l’abbracciai e la baciai con trasporto dicendole quanto l’amavo.
Sì hai ragione e ti ringrazio per la tua sincerità. Quando torneremo a casa ti prometto che farò di tutto perché tu possa tornare a godere come stasera con lui: ma ora però devi dirmi come hai fatto a prenderlo nel culo, davvero l’hai fatto!
Eccome se l’ho fatto. Mi stava scopando, ero a bordo letto messa a pecora quando mentre mi chiavava ho sentito le sue dita giocare col forellino iniziando a penetrarmelo, prima con un dito e poi due. Tu sai quanto mi piace, lui se né accorto e intanto che mi chiavava facendomi impazzire di piacere, ho sentito che mi spalmava il culo con qualcosa di scivoloso, ma era così delizioso ció che faceva che non ho detto niente. Lui allora vedendo il mio piacere mi ha chiesto se volessi provare a prenderlo e io, eccitata com’ero gli ho risposto che se voleva potevamo provare ma se sentivo male doveva fermarsi. Essendo già pronta e ben impomatata me l’ha sfilato dalla passera e me l’ha appoggiato sul culo e quando ho sentito quanto era grosso invece di spaventarmi mi son detta che quella minchia doveva essere mia. Quando ha iniziato a spingere mi sono aperta il piú possibile per facilitargli il compito e mi sono messa a spingere come se dovessi defecare per far sí che l’ano si aprisse il piú possibile e forse per questo o per l’ano unto a dovere, mi sono sentita aprire come una cozza e in un attimo me lo sono trovato tutto dentro come se volesse sventrarmi. Mai ho avuto dentro un cazzo simile, sembrava che l’avessi in pancia e ho goduto come non mai contenta d’averlo preso senza soffrire: sapessi come l’aveva duro.
Wow feci io, vai avanti.
Lui è stato bravissimo, chissà le volte che l’ha fatto. Una volta dentro è rimasto fermo per darmi la possibilità di abituarmi, ma in verità avrei voluto che iniziasse a pistonarmi perché mi piaceva la sensazione di pienezza che mi dava e volevo godermelo tutto: tu sai quanto mi piace prenderlo in culo.
Sí dissi con la bava alla bocca, a momenti venivo a causa dello sfregamento che continuava a farmi sul cazzo e le dissi di stare ferma. E sei venuta, quante volte.
Sono venuta ancora un paio di volte, ma la cosa stupenda è che lui per tutto il tempo è venuto soltanto una volta, non pensavo che ci fossero uomini così, pensavo che fossero un po’ tutti come te che dopo poco vengono. Invece questo era un portento, se penso che l’abbiamo fatto di continuo e nelle posizioni più assurde con lui che imperterrito mi scopava senza venire l’ho trovato incredibile, se non fosse capitato a me non ci avrei creduto. Aveva ragione Else a dire di scegliere lui, non so se gli altri sono come lui ma con lui non ho mai ho goduto così tanto in vita mia, non mi dava il tempo di riprendermi che mi scopava a raffica e mi faceva di nuovo godere. Ti giuro che è un vero portento, è stata un’esperienza pazzesca e ora mi sento sfinita.
Che troia pensai e la feci girare perché volevo vedere in che stato fosse ora il suo ano: girati le dissi, fammi vedere come te l’ha combinato.
Le allargai le chiappe e a parte un lieve rossore (ma quello gli veniva pure con me) non v’era traccia del passaggio di un grosso membro e le chiesi come mai un cazzo simile non le avesse lasciato un segno più tangibile. Mi rispose che forse era a causa della cremina che le aveva messo, o forse perché era così tanta la voglia di provare che si era dilatata più di altre volte.
Ti sei fatta dire come si chiama?
Cosa?
Come cosa, la cremina no? Così la comperiamo pure noi.
E per far che disse lei: per il tuo basta un po’ di saliva. Peccato disse che avesse il preservativo, sapessi quanta mi sarebbe piaciuto sentirmi riempire il culo dalla sua sborra, sapessi quanta ne ha fatta quando è venuto: ha letteralmente riempito il preservativo che si era perfino gonfiato in punta. Peccato, mi sarebbe piaciuto sentire i suoi spruzzi caldi riempirmi la pancia. Prima che venisse l’ho sentito ingrossarsi di più e farsi ancora più duro, e mentre veniva ho sentito perfettamente la sborra che gli scorreva nell’asta e come sussultava a ogni spruzzo, è stato così bello sentirlo godere che sono venuta anch’io con lui: che spreco tutta quella sborra.
Eccitato come non mai scoprendo quanto fosse puttana, le puntai il cazzo sull’ano e senza se e senza ma glielo cacciai dentro di forza.
Non fece che un sussulto nonostante volessi farle male, e invece di sgridarmi per il modo bruto con cui gliel’avevo messo dentro, quasi rise e disse che col mio le sembrava come quando lui le aveva messo dentro il dito.
Questa che lei credeva fosse per me un’umiliazione, fu invece il motivo che mi fece sborrare perché non riuscii a trattenermi, e lei sentendomi godere si mise a ridere di gusto.
Quando finii e lo tirai fuori la feci mettere in ginocchio a bordo letto per vedere colare fuori la sborra che le avevo appena lasciato dentro e quando iniziò a colare fuori vidi che non era molta e ebbi la voglia irresistibile di leccarle il culo: le allargai le chiappe e avvicinatomi mi misi a leccarla con una voglia animalesca eccitato ne pensare che di lì c’era passato un cazzo due volte il mio che l’aveva come sverginata e aperta come un cocomero.
Tornati a casa e ripresa la solita routine lavoro e casa ecc., a lei come immaginavo io non basto più come non le bastano i vibratori che ho dovuto comperare per vedere di accontentarla ma è stato un palliativo, ha detto espressamente che a lei è la carne quella che le piace, che le piace sentire il peso di un uomo sopra mentre viene presa e ha chiesto più volte di voler passare un week end a Copenaghen, cosa che si può scordare visto i costi a cui andremmo incontro, tra il viaggio, l’albergo e la tariffa per lui sarebbe una spesa eccessiva e per questo le ho promesso che la porterò in un club privé nella speranza che trovi qualche maschio che la faccia divertire e la soddisfi come vuole lei in modo che possa avere una donna rilassata e che non mi stressi più di tanto: non vede l’ora che ce la porti.


I Vs. commenti saranno più che graditi
Cp58mi@gmail.com

POSTED 6 COMMENTS: