RACCONTO TITOLO: Il collega di lavoro 
Menu

Il collega di lavoro


Avatar Author

Il collega di lavoro

by leiconte
Visto: 699 volte Commenti 5 Date: 08-05-2016 Lingua: Language

La mia mogliettina si stava preparando. Vestito lungo, nero con spacco laterale. Autoreggenti scure, perizoma nero e niente reggiseno. Un paio di stivali con tacco alto avvolgono le sue gambe sinuose. Il trucco è di quelli pesanti ma non troppo, rossetto rosso, un po' di fard e matita azzurra per contornare i suoi occhioni color del cielo. Capelli neri raccolti con una spilla, fanno scendere riccioli ribelli sul suo viso da bambolina. Il suo profumo invade l'aria... La sento canticchiare in camera mentre si pavoneggia davanti allo specchio. "Sono ancora una bella figa vero?" mi dice per richiamare l'attenzione. Come un automa seguo la sua voce, e mi ritrovo davanti unabellisma quarnatenne che con fare malizioso mi mostra la gamba come se dovessi essere un camionasita che la deve caricare mentre fa l'autostop. "Si, sei bellissima, vedrai che anche Antonio apprezzerà" Antonio, un amico di lavoro, che non avevo mai frequentato al di fuori di quell'ambiente, se non in rare cene di lavoro, dove anche mia moglie aveva partecipato. Ben piazzato, brizzolato, affascinanate ma rude allo stesso tempo, non era passato inosservato all'occhio voglioso della mia metà. Da tempo mi chiedeva di invitarlo a cena, che era così simpatico, così travolgente nel suo modo di fare. Aveva così insistio che alla fine avevo accettato e per ricambiare dei favori che mia veva fatto lo avevo invitatto da noi. "Drriiiiiin" il campanlelo suona, e mi riporta alla realtà. Era antonio, era arrivato. Mi avvicino al citofono e chiedo chi fosse. "Sono Antonio" mi risponde "Ti apro subito". Il rumore del cancello si fa strada nella mia testa che incomincia a sognare scene morbose e sconvolgenti, che mi fanno gonfiare la patta immediatamente. "Ciao" mi dice con fare grbato, "posso entrare?" "Prego, vieni avanti, accomodati pure e sideiti sul divano, che ti offro da bere". In quel mentre sento i passi di mia moglie che si avvicina. "Ciao, che piacere averti a cena da noi" un bacio sulle guance schiocca nell'aria come un palloncino di un chewin gum. Ci sediamo a tavola, dove mia moglie aveva imbandito una cena frugale ma succulenta. "Ho pensato che dobbiamo stare leggeri" ammicca "se vogliamo fare due salti in un disco pub dopo, sarà meglio non imbottirsi troppo" e ridendo si avvicina al forno, dal quale senza piegare le gambe tira fuori un arrosto di vitello. "Che troia penso, così facendo ha messo in mostra il suo cueltto tondo come una pera, ben evidenziato dal perizoma e dal vestito nero fasciante". La cosa non era passata inosservata neanche ad Antonio, che per un lungo attimo aveva osservato il culetto della procona. Dopo la cena frugale, decido di fumarmi una sigaretta. "Cazzo non ho più paglie" penso a voce alta "Tesoro, vado un attimo dal distributore, ho finito le sigarette" "Vai pure caro" mi risponde "e fai con calma" "Faccio con calma? Ma il distriburtore è dietro l'angolo, che cazzo vuol dire fai con calma?" penso tra me e me "Ok, vado e torno, fai tu compagnia al nostro ospite". Mentre mi allontano per andare a comprare la dose di nicotina, un dubbio mi sorge. Non sarà che per caso quella zoccola fa la smorfiosa con quel mastino? No, impossibile, sa benissimo che tra un po' torno. E'vero che nei nostri pensieri vederla scopare con un altro mi eccitava moltissimo, era vero che più volte glielo avevo chiesto, ma la paura ci aveva fatto demordere dal farlo, quindi ero sicuro che non lo avrebbe fatto. Scaccio questa idea e ritiro le Camel dal distributore. Ne accendo una e do una lunga tirata. "Mmmm, non c'è niente di meglio che una buoan sigaretta dopo mangiato" intanto mi avvicino a casa, fumando golosamente la mia camel senza filtro. Mentre sto per aprire il cancello, mi assale un dubbio. E se quella vaccona stesse facendo la smorfiosa, magari civettando o facendo la stupida in mia assenza? Decido di non aprire il cancello, ma di scavalcare per non faer rumore. Vedo accesa la luce in cucina lentamente salgo le scale ed arrivo alla porta. Appoggio l'orecchio per sentire se ci sono rumori. Una strana eccitazione mi pervade. Provo a scaccaire quel pensiero malsano, ma non se ne va. Sono attanagliato tra la paura della verità e il desiderio che veramente ciò che penso corrisponda a realtà. Infilo la chiave nella porta e lentamente entro, non faccio rumore; fortunatamente la televisione è accesa. Lentamente mia avvicino alla cucina ed ecco che vedo una scena delirante. Antonio è seduto, e mia moglie inginocchiata lo sta spompinando con tutti i crismi. "Mmmm, che cazzo saporito che hai. Com'è grosso e duro. Mmmm, chissà che crema dolce che hai, e quanta ne fa questo uccellone." Sgrano gli occhi, sento una stretta allo stomaco, è come se mi avessero cacciato un cazzotto e fossi senza respiro. Sto per entrare e fare un casino, ma qualcosa mi trattiene, qualcosa mi lascai imbambolato a guardare lo spettacolo. Sento il cazzo gonfiarsi fino a farmi male. La cosa mi eccita terribilemtne, e decido di rimanere a guardare. La troia, sfilatasi l'uccello di bocca, si appoggia al tavolo della cucina, muovendo sinuosamnet i fianchi. Antonio si spoglia, vedo il suo uccellone ingrossarsi e battere. La zoccola mugola come una cagna in preda all'eccitazione. Il mastino le solleva lentamente il vestito fino ai fianchi, mettendo in mostra quel bellissimo culo, contenuto solo da un perizoma nero. Il profumo di sesso si spande nell'aria, le mani dell'umo le stringono le chiappe sode e dure. Ecco che come un cane in amore infila il naso per sentire l'odore di figa e culo della troiona. "Mmm, dai porcone, sii senti che profumino ha la mia fighina. Ti piace vero? Senti come bagna. Dai assaggiala, fammi sentire la tua lingua maialone. Senti come sono vacca e com'è buona la mia figa." Senza farselo ripetere, Antonio sposta il filo del perizioma, e comincia ad assaporare il miele che fuoriesce da quel buchetto voglioso. Con abili colpi di lingua, succhia tutto il nettare, mentre un dito va a stimolare il buchetto del culo di mia moglie. Godendo come una pazza, la procona allunga una mano sul tavolo e porge una banana all'uomo, che con fare un po' sorpreso la prende e ci sputa sopra per bagnarla. Fa per infilargelial nella figa bagnata quando la porcona dice "Noooo, non li. Infilamela in culo, dai. Lentamente, sbattimela nel culo." Allargando le natiche cone le mani, offre un culetto dilatato e pulsante, pronto per ricevere quel fallo vegetale. Con perizia quasi ginecologica, Antonio poggia la punta della banana nel culo, lentamente comincia a girarne la punta nel buchetto. "Piano, piano" dice la porcona,"così ecco, ora puoi spingere un po'" ma il maiale è in preda ad un'eccitazione perversa, e in men che non si dica spinge nel forellino il frutto fallico fino al picciolo. "Aaaaaaahhhhhhh. Nooooo, così noooo, mi fa male" noncurante delle urla di dolore, solleva una gamba alla porcona e la appoggia sul tavlo, mettendo quindi le gambe della donna in posiziona ad elle rovesciata. In preda ad una foga animalesca, le punta l'uccello alla figa, e in un colpo la possiede. Vedo il viso di mia moglie solcato da lacrime di dolore, e sento il cazzo sul punto di sborrare. "Toh, toh, puttana, baldracca, tutta piena nei due buchi. Senti come ti pompo. Culo e figa pieni. Ti piace baldracca? Lo sento che ti piace essere presa così. Fino ai coglioni te lo metto." il dolore della sodomia, lascia ben presto spazio al paicere, e sento i geiti della troia che squarciano l'aria. Da vera vaccona, presa così a pecora, comincia con una mano a muovere la banana nel culo in maniera ritmica. Antonio era vicino all'orgasmo, ed io pure. Entro in cucina e sbatto l'uccello in bocca a mia moglie, mentre Antonio sfila di botto la banana dal culo della porca, che non può che emettere un grido di dolore. Le sborro copiosamente in bocca e tenendole chiuso il naso con le dita, la costringo a ingozzare tutta la mia crema. Intano Antonio ha sfilato l'uccello dallla figa e con un colpo la possiede in culo. Uno, due tre colpi ed ecco che lo vedo irrigidirsi e venirle dentro l'intestino con foga e forza aniamlesca. Mi levo dalla bocca per far spazio al collega, che spinge il suo uccello fino in gola e con disprezzo le dice "Pulisci troia, da brava, fammelo lindo e ben asciutto." Dopo aver goduto del corpo della porcona, la vediamo stendersi a terra distrutta dal piacere. Io e Antonio ci guardiamo in faccia, e sorridiamo. "Hai realizzato un nostro sogno" gli dico sorridendo, "d'ora in poi se vuoi puoi scoparla a tuo piacimento se ti va. Ti chiedo solo di lasciarmi guardare mentre la monti e la scopi in tutti i buchi" dentro di me ho capito di essere intimamente cuckold.

Fonte http://racconticuckold.blogspot.it

INSERITI 5 COMMENTI: