STORY TITLE: Fantasia in ufficio 
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Fantasia in ufficio


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Fantasia in ufficio

by alphamale
Viewed: 31 times Comments 0 Date: 29-06-2015 Language: Language

Sono al lavoro e immagino che nell’ultima stanza a destra del corridoio nord dell’ottavo piano di questo palazzone moderno ci sia tu. Mi alzo per andare al bagno e vedo da lontano che la tua porta è socchiusa. So chi sei, mai una parola tra noi, solo sguardi da parte mia ma che non ricevono ricambio da te. Allungo il passo, oltrepasso la porta dei servizi e proseguo, vado verso la finestra in fondo al corridoio, faccio finta di essere al telefono e in prossimità della tua porta rallento. Guardo dentro e tu sei seduta alla tua scrivania intenta a scrivere qualcosa sul PC. Vedo le tue gambe da sotto la scrivania avvolte da quelle calze nere che porti spesso e che terminano in un bel decolte’ nero tacco a spillo 13. hai un tailleur grigio ed un camicia bianca, la gonna è appena sopra il ginocchio le gambe accavallate. Mi metto in modo che possa vedere le tue splendide gambe e che tu possa solo immaginare dalla mia voce, che finge di parlare al telefono, che io sia lì dietro la porta. Mentre continui il tuo lavoro scavalli le gambe e le divarichi oscenamente. Smetto di parlare. Rimani così mostrandomi che hai delle autoreggenti e nient’altro sotto la gonna. Conitnui a rimanere concentrata sullo schermo. Ho il cuore in gola, prendo coraggio ed entro, non alzi nemmeno lo sguardo. Chiudo la porta dietro di me e mi dirigo verso la tua scrivania, non dico nulla e tu nemmeno. Arrivato davanti la scrivania, mi abbasso in ginocchio mentre tu conitnui a digitare sulla tastiera. Odoro le tue gambe le sfioro appena poi vado sul collo dei tuoi piedi inizio a baciali. Le mie labbra sono l’unico contatto con la lycra delle tue gambe. Ora è la lingua che assaggia il sapore delle calze e sale.... sale fino alle ginocchia. Tu allarghi di più le gambe ed io vado più sotto la scrivania. Inizio a sentire l’odore dei tuoi umori.. la mia lingua ora è sulla carne, ho appena passato l’elastico delle autoreggenti, Sei seduta molto in pizzo alla sedia così posso agevolmente raggiungere il tuo fiore, è depilata tranne che per un filino al centro. Inizio a leccarla in superficie, la stuzzico tutt’intorno, senza essere troppo deciso. Sento che i tuoi umori stanno aumentanto, il digitare sulla tastiera continua. Squilla il telefono, non mi fermo... rispondi. Parli di una qualcosa inerente il tuo lavoro che non capisco, mi occupo di altro io. Continuo a leccare ed ora inizio a succhiare il tuo clitoride, la mia lingua penetra le tue grandi labbra ed ora sono dentro. I tuoi liquidi mi inondano la bocca hai un buon sapore, conitnui a parlare, ma la tua voce inizia a perdere colpi, resisti ed io continuo. Una tua mano si poggia sulla mia testa e mi spinge più dentro. Sei fradicia. Così come la mia faccia. Ti fermi nella conversazione... la sedia indietraggia, la mano mi spinge più forte le gambe mi stringono la testa. Ti sento tremare un po’ ma poi mi rilasci di colpo, indietreggi ancora fino a staccarti da me. Continui a parlare scusandoti dell’interruzione, io esco da sotto la scrivania, mi alzo e senza guardarti apro la porta e me ne vado lasciandola socchiusa.....

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