ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Fiducia tradita - pt 3 
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ИСТОРИЯ

Fiducia tradita - pt 3

by Dongle69
Посмотрели: 66 раз Комментарии 1 Date: 03-07-2025 Язык:Language

Su una cosa, questa volta, non aveva mentito: aveva davvero voglia di vedermi.

La sera seguente uscimmo a cena. Ero deciso ad affrontare l’argomento, a guardarla negli occhi e chiederle la verità. Volevo sentire dalla sua bocca quello che già sapevo. Ma bastò vederla scendere di casa per farmi crollare ogni proposito.

Era bellissima. Radiosa. Indossava un vestitino corto, aderente, con una scollatura che lasciava poco all’immaginazione. Ogni curva al suo posto, ogni dettaglio studiato per sedurre. Mi abbracciò con calore e ci baciammo. E in quel bacio persi tutta la mia determinazione. Mi sciolsi.

Durante la cena era diversa, più frizzante, quasi euforica. Rideva, faceva battute, mi accarezzava la mano sotto il tavolo, lanciandomi sguardi carichi di malizia. Sembrava eccitata da qualcosa… forse dalla consapevolezza di avere un segreto. O forse dal piacere perverso di mischiare mondi: io e lui, uno dopo l’altro, come se fossimo parti complementari di uno stesso gioco.

Dopo il ristorante andammo a casa mia. Non ci fu bisogno di parole. Appena la porta si chiuse alle nostre spalle, ci baciammo con foga. Le mani correvano ovunque, come se non ci toccassimo da mesi.

Scopammo. Con rabbia, con desiderio e fame l'uno dell'altra.

Mentre la baciavo sul collo, tra le sue splendide tette, mentre le leccavo la figa con avidità, non riuscivo a togliermi dalla testa un’immagine: quella figa, la sua figa, la stavo toccando e assaporando… ma fino alla sera prima c’era stato il cazzo di un altro dentro. Non era più solo mia. E questa consapevolezza mi provocava una sensazione disturbante e malsana ma allo stesso tempo eccitazione pura.

La presi con forza, senza freni. Colpi profondi, violenti, come se potessi scacciare via ogni traccia di lui dal suo corpo. Come se potessi marchiarla di nuovo. Sentivo le sue urla, i suoi gemiti soffocati, il suo corpo che si piegava sotto i miei colpi. Godeva. Godeva davvero.

E io… venni dentro di lei, come spesso accadeva: prendeva la pillola e non c’erano problemi.

Fu allora che, col fiato ancora spezzato, mi guardò con uno sguardo che non le avevo mai visto prima.

«Mi lecchi?» mi chiese, con un sussurro appena percettibile. «leccami tutta piena della tua crema»

Rimasi immobile per un istante, sorpreso. Non lo avevamo mai fatto. Mai chiesto. Mai nemmeno sfiorato con l’immaginazione.

Lì per lì rimasi spiazzato. Non era una richiesta qualsiasi. Mai avrei immaginato che me lo chiedesse, che volesse davvero che lo facessi. Ma non potei tirarmi indietro. Non quando mi guardò in quel modo: era bella da togliere il fiato, con le cosce ancora aperte e la mia sborra che colava lenta tra le sue labbra gonfie.

Mi chinai. E lo feci.

Le leccai la figa. Tutta. Senza pensarci troppo, senza filtri, senza vergogna. Sentivo il sapore salmastro della mia sborra mescolarsi al suo, alla sua eccitazione ancora viva. Un sapore che avrebbe dovuto disgustarmi, e invece… mi infiammava.

Vale affondò le mani nei miei capelli e mi incitava a non smettere, a continuare. E io leccavo ogni goccia, ogni piega, ogni angolo. Le succhiavo il clitoride con foga, lo succhiavo avidamente. I suoi sospiri divennero gemiti sempre più intensi fino a che il suo corpo tremò tutto in un unico spasmo.

Venne. Venne nella mia bocca, con un’esplosione calda e intensa. E io restai lì, a riceverla, a berla, come se fosse l’unico modo per sentirla ancora mia.

Restai lì ancora un momento, la fronte appoggiata alla sua coscia, il respiro affannato. Vale accarezzava piano i miei capelli, il petto che ancora si sollevava irregolare.

La guardai. Mi sorrise. Un sorriso complice, dolce, intimo. Senza dire una parola si tirò su leggermente e mi attirò a sé, baciandomi dolcemente.

Ci sdraiammo insieme, pelle contro pelle, senza parlare. La tenevo stretta, la mia Vale…

Ma non bastava.

Nel silenzio della stanza, i pensieri tornarono a farsi strada. La vedevo con lui, di nuovo...flash improvvisi mi arrivavano dritti come pugni allo stomaco. La sua bocca su un altro cazzo. Le sue urla di piacere per mani che non erano le mie. Le stesse mani che ora accarezzavano il mio petto.

Lei si accorse che ero distratto. Mi guardò.
Nonostante gli anni passati ricordo quella breve conversazione, come fosse immortalata in un film.

«A cosa pensi?» chiese piano.

Esitai. Ma poi, quasi senza volerlo, lo dissi.

«A te… con lui.»

Lei non si irrigidì. Non si giustificò. Non negò.

Mi tenne lo sguardo, seria, ma senza colpa. «E cosa provi?» chiese.

La sua reazione mi spiazzò… e ci misi più di un attimo prima di riuscire rispondere.

«Non lo so. Un misto di tutto. Rabbia, tanta rabbia… dolore… perché? Perché? Vale?»

La mia domanda rimase appesa nell'etere un silenzio rumoroso. Poi trovai il coraggio e proseguii.

«La cosa che più mi fa male ammettere...è che mi sono eccitato. Sto male Vale...ma già dalla prima sera che vi ho visti non ho trovato la forza di fermarti… e più ti pensavo… vi pensavo… e più mi eccitavo, da solo… »

Lei si avvicinò ancora, mi baciò piano sotto l’orecchio. «Allora forse dovremmo smettere di fingere.»

«Fingere cosa?»

«Che non ci piaccia», sussurrò.

E in quel momento qualcosa si ruppe. O forse si rivelò.

Perché capii che non ero l’unico a sentire quella perversione crescere dentro. Lei lo sapeva. Lo sentiva. Forse da prima di me.

E forse… ci stava giocando.

Добавлены 1 Комментарии:
  • avatar 70anni Noooo!!! Hai interrotto proprio quando forse sta per essere il momento più bello di tutto! Speriamo che il discorso prosegua come sembra poter immaginare ...

    04-07-2025 08:24:28