oltre i limiti di velocità
by collant68Visto: 434 veces Comentarios 2 Date: 29-01-2025 Idioma:

Sentii Paolo un giorno di ottobre dello scorso anno, mi disse di aver comprato una nuova auto, una BMW i40, ibrida e gli sarebbe piaciuto farmela provare, ovviamente se fossi stato interessato, io adoro le auto ma le elettrica suscitano in me un po’ di scetticismo, comunque accettai di buon grado.
Il pomeriggio dopo puntuale sotto casa si presentò Paolo con la sua fiammante BMW di colore blu scuro che però cambiava verso il nero a seconda della luce che la colpiva, con mia sorpresa era accompagnato da Alice, che scese dall’auto e mi salutò sfiorandomi appena le guance e on un gran sorriso ricambiai il “ceeck to ceeck” emi inebriai del suo profumo.
Paolo e Alice erano una coppia chuck, Paolo adorava condividerla e a lei piaceva essere al centro dell’attenzione, amava sentirsi desiderata, aveva una sottile vena dominante anche se sembrava sottomettersi al maschio.
Salimmo in auto e Paolo partì dirigendosi fuori città, l’auto era bellissima sia dentro che fuori, apparteneva al segmento luxury, con interni in pelle naturale, sistema infoentraitment di ultima generazione e tutti gli optional immaginabili.
Il profumo del cuoio nuovo si fondeva con il profumo di Alice, che ci intratteneva con i suoi soliti discorsi e la sua risata cristallina, amavo il suo modo di ridere e il suo modo di muovere la testa quando lo faceva, era sempre sensuale e ad ogni movimento sembrava flirtare con l’interlocutore.
Ad un certo punto Paolo mi disse di prendere qualcosa dal porta oggetti del bracciolo posteriore, era una fascia di seta bianca e mi disse di bendare Alice da dietro, eseguii e già pregustavo l’epilogo della serata.
Arrivammo ad un grande cancello che Paolo aprì con un telecomando, facemmo un centinaio di metri di strada si ciottoli e parcheggiammo davanti ad una bella villa liberty.
Aiutai con la mano Alice a scendere dall’auto e tenendola per le spalle seguimmo paolo che si avviò alla porta.
Entrammo e Paolo ci fece strada in un salone, non molto grande, con le finestre coperte da tendaggi oscuranti al centro vi era un grande divano, le lampade erano state sapientemente oscurate tanto da creare un’atmosfera intima con punti bui negli angoli della stanza che potevano sembrare leggermente inquietanti.
Paolo fece fermare Alice al centro della stanza davanti al divano, con due dita fece scivolare le spalline del vestito che aiutato dalla forza di gravità precipitò ai suoi piedi, rimase nuda, solo con un paio di scarpe nere con tacco a stiletto e suola rossa, e con al collo una collana con ciondolo che gli scendeva tra i seni, era come sempre bellissima, aveva due seni perfetti non molto grandi, che sfidavano ancora la forza di gravità, capezzoli belli da mordicchiare e aureole perfettamente rotonde, la parte che mi faceva impazzire di Alice era però la sua schiena, perfettamente definita che esaltava la curva delle sue natiche, ed infine le sue gambe proporzionate alla sua altezza tornite e muscolose al punto giusto.
Fece un piccolo passo e lasciò dietro di se il suo vestito, alzò le mani con i palmi in alto invitandoci a prenderla per mano, si fece guidare verso un'altra porta che scoprii si apriva su di una stanza con un grande letto a baldacchino al centro, delle lampade a luce calda ma molto fioca ai lati e lenzuola di seta che arrivavano fino al pavimento.
Sembrava che la stanza fosse stata preparata apposta per un incontro galante.
In un angolo vi era un sistema wirless per la musica che si attivò non appena entrammo e sicuramente ma non potevo vederlo anche un diffusore di fragranze, che emanava un profumo intenso di agrumi e melograno.
Conducemmo Alice verso il letto, ero già eccitato e non poco, sul letto vi erano adagiate un paio di calze nere da reggicalzee un reggicalze, cinsi la vita di Alice con l’indumento, ma lasciai le bretelle libere e legai le calze delicatamente ai suoi polsi, si inginocchiò sul letto e si fece bloccare con le mani verso la spalliera, l’immagine era sensuale, lei nuda solo con il reggicalze penzolante le mani al centro della spalliera legate dal sottilissimo nylon e le scarpe con le suole rosse in bella vista, Intanto Paolo aveva cominciato a fotografarla.
Paolo mi aveva mostrato tante sue foto, sempre intriganti e con pose molto sensuali mai volgari, mai ginecologiche, erano una coppia molto celebrale anche in questo gioco erotico.
Salii anche io sul letto dopo che mi ero liberato dai vestiti, sfiorai la sua schiena, le accarezzai la base del collo, le infilai la mano tra i capelli, erano fatti di seta, passai al suo torace, il seno mi riempiva la mano, il capezzolo tra le dita, lo strinsi senza forza, lo lasciò “cadere” nella mia mano era morbido, perfetto, caldo, continuai verso il suo ventre, era piatto, ma non tesissimo, del resto non era una ventenne, ma quella morbidezza a mio parere è più sensuale, trasmette pace e sesso, scivolai più in basso, arrivai al monte di venere, era liscio senza peli, mi spinsi verso le grandi labbra, erano umide e calde, leggermente gonfie di eccitazione, assaggiai il dito che l’aveva sfiorata, il suo sapore era salato aveva un profumo che arriva direttamente al cervello e dal cervello parte come uno schioppo verso il basso ventre provocando un erezione immediata, intanto intono a me sentivo il rumore degli scatti della macchina fotografica di Paolo.
Le sciolsi le mani dal letto, ora era in ginocchio davanti a me con i polsi legati ancora insieme e la benda sugli occhi, mi avvicinai al suo viso, poteva sentire il mio fiato sulle labbra che sfiorai, sulla sua guancia, sul collo dietro l’orecchio dove ci sono quei capelli appena nati morbidissimi, dove era solita mettere una goccia di profumo, le feci sentire le mie labbra, il mio respiro.
Era eccitata ma rispettava il tempo che ci mettevo a scoprirla, le girai intorno, toccavo e baciavo ogni lembo di pelle, mi soffermavo tra i suoi seni su i suoi capezzoli, il click delle foto scandiva il tempo, un tempo che doveva essersi cristallizzato, tanto era bello eccitante esplorarla, non era tanto il sesso fine a stesso che stavamo cercando, ma l’eccitazione portata al culmine, il desiderio di unirsi per arrivare al piacere più intenso, e questo può accadere solo eccitando tutti i sensi e per farlo Alice aveva bisogno di spegnere il senso pi sopravvalutato, la vista, così il tatto, l’olfatto, il gusto moltiplicano le loro sensazioni portando il cervello ad un piacere più intenso.
La sdraiai sulla schiena e come avevo fatto per il suo seno cominciai a baciarle gli addominali, ebbe un brivido, poi scesi all’interno coscia, era morbido e caldo, prima a destra e poi a sinistra, arrivai vicinissimo al suo sesso, la sentivo fremere, ma sapeva aspettare, sapeva prolungare il piacere, risali al suo monte di venere lo baciai con le labbra aperte, contrasse ancora gli addominali, arrivai finalmente alla sua clitoride, che era turgida e gonfia, provò sollievo quando la baciai, sembrò sciogliersi invece chiuse le cosce sulla mia testa invitandomi a concentrarmi sul suo sesso, la baciai, schiusi le sue labbra, le feci sentire la lingua dentro, le stuzzicai la clitoride con la sua punta, Alice gemeva, ma controllava l’orgasmo che arrivò all’improvviso forte squassante, si sciolse in un fiume di umori che mi bagnò la pelle intorno alla bocca, allentò le gambe, mi alzaie andai a baciarla, nelle nostre bocche si confusero i sapori e l’unione delle nostre lingue continuava ad eccitarci, aprì le gambe e mi accolse dentro di se, mi fermai un attimo dentro di lei per assaporare il suo calore sul mio sesso, poi cominciai a muovermi lentamente, Alice sapientemente sapeva assecondare ogni movimento, ogni affondo, strinse le sue mani sulla mia schiena e anche se aveva le unghie corte mi provocò dolore, ma anche piacere, mi fermai e feci in modo che salisse su di me, senza toccarlo lo prese dentro e cominciò a muoversi ritmicamente, mise le mani sulle sue caviglie e inarcò la schiena, con una mano le accarezzavo i seni, il petto fra i seni e con l’altra le presi i capelli dietro la testa e guidavo i suoi movimenti. Intanto Paolo scattava centinaia di foto, ne avrebbe scelte solo una decina, ma che raccontavano in maniera minuziosa il corpo di Alice durante un amplesso.
All’improvviso decise di essere presa da dietro, si sposto e si mise al centro del letto, mi offriva la vista del suo culo perfetto e di tutto il resto era oscenamente aperta e disponibile, le afferrai i fianchi e le puntai il mio sesso verso il suo, non ebbi difficoltà ad entrare, mi avvolse in maniera decisa e cominciò a muoversi verso di me, i fece capire che voleva essere la parte attiva, che nonostante la posizione era lei che scopava me, che era lei la protagonista assoluta e che io ero solo la comparsa che doveva darle il piacere e se riuscivo di prenderne un po' per me.
Il mio orgoglio di uomo fu ferito da questa presa di posizione, e cominciai a ribattere colpo su colpo, affondando in lei, da contro Alice comincio a gemere e a mordere il lenzuolo di seta, sentii che stavo per esplodere, mi fermai per un decimo di secondo e diedi un affondo più deciso, la sentii venire contemporaneamente alla mia esplosione dentro di lei, mi abbassai su di lei e l’abbracciai, il mio sesso perse consistenza e scivolò fuori da lei, ci accasciammo ansimanti in posizione fetale, Paolo scatto un ultima foto immortalando quella posizione di riposo.
Penso che mi addormentai, mis vegliai all’alba, Alice non c’era più, sul letto trovai la benda di seta e le chiavi dell’auto e un biglietto, guida anche lei fino al limite, me la restituirai sabato, firmato Paolo