l'ottavo nano
by arnia2Viewed: 116 times Comments 1 Date: 04-03-2024 Language:
lentamente, riprendendo conoscenza, iniziava solo in parte a rammentare di un improvviso scoppio di un pneumatico che l’aveva fatta finire con l’auto oltre la carreggiata della strada che il navigatore le suggeriva per arrivare dove avrebbe trascorso le proprie vacanze.
ancora in parte frastornata, ma trasalendo alla vista della propria condizione, iniziava nel contempo a rendersi conto di ritrovarsi imprigionata saldamente per i polsi alla sponda di un letto.
allarmata per quello che le stava succedendo iniziava a rammentare di un altro veicolo che si era accostato al ciglio della strada e dal quale era sceso un omettino che si era gentilmente subito offerto di aiutarla.
in maniera graduale ricordava ancora di aver accettato che le sostituisse la gomma e che stranamente anche quella di scorta era risultata così sgonfia da obbligarla alla fine ad accettare la proposta di quella persona che si era offerta nel volersi insistentemente rendere così utile dall’accompagnarla sino ad una stazione di servizio a suo dire poco distante.
ritornando quindi ancora in sua compagnia verso l’auto, per ultimare quell’operazione, aveva però iniziato ad annebbiarlesi la vista, pensando fosse per casusa di quella bibita un po troppo gelata che gli era stata offerta, e che ora si era più che mai fatta convinta, contenesse di sicuro una qualche sostanza allucinogena.
presa dal panico, al solo pensiero di essere finita preda di un manico, divincolandosi e strillando, si rese subito conto che non le sarebbe stato facile potersi liberare, ed infatti quelle urla non fecero altro che richiamare l’attenzione dell’individuo che, etrando nella stanza rivelò subito le proprie intenzioni.
dicendole che non le sarebbe servito a molto strillare, perché si trovavano in una località isolatissima, provò a tranquillizzarla aggiungendo che in fondo non avrebbe preteso altro da lei se non quella di poter beneficiare di quel sofisticato e bellissimo aspetto che sicuramente attraeva tanti altri uomini molto diversi da lui, i quali non erano stati costretti, da una natura malevola, in un corpo reso deforme da quella propria minutissima satura.
G. non aveva certo prestato eccessiva attenzione ad una tale evidenza, accettandone quell’offerta di aiuto, e cercando di mantenersi calma, provò a convincerlo che non lo considervava affatto un diverso, sperando in tal modo di convincerlo a recedere da quelle sue oscure mire.
il piccoletto per tutta risposta allora proseguì affermando che in tal caso non avrebbe avuto nulla in contrario nel lasciarsi ammirare in tutta la propria più integrale bellezza, accostandosi a lei con la evidente intenzione di iniziare a spogliarla.
G. sapeva che il divincolarsi non le sarebbe servito di certo, se non probabilmente ad irritarlo ancora di più, così provò ancora nel tentativo di convincerlo che se l’avesse liberata avrebbe mantenuto la promessa di assecondarlo, aggiungendo che era da sempre stata molto disinibita, e non aveva mai avuto preclusioni di genere.
il nano tuttavia non ne voleva affatto saperne di potersi fidare e per verificare quanto fosse sincera proseguì dicendole che al momento gli sarebbe bastato che non si ribellasse opponendogli resistenza mentre lui avrebbe provveduto invece personalmente a spogliarla.
Considerando la condizione in sui si trovava a G. non rimaneva alcuna alternativa se non quella di mantenere il più possibile la calma, ed annuendo si rassegnò al fatto che non avrebbe in ogni caso potuto impedirgli di compiere quello che aveva in mente.
Pure avvertendo le tozze dita del nano inizare sbottonarle il vestito , aprendoglielo completamente sul davanti, ed esponendola nella ricercata biancheria intima che indossava, rimase immobile trattenendo a stento fremiti di ineludibile passione emotiva.
ovviamente sapeva benissimo che non si sarebbe limitato a ciò e così, persino quando proseguì abbassandole anche le mutandine sino alle cosce, in modo che potesse prendere libera visione del curatissimo vello dorato esposto a quelle lubriche attenzioni, non oppose la minima resistenza.
Poi fu la volta del reggiseno ad esserle sfilato, esibendo due seni ben sodi ed i capezzoli resi turgidi quasi a voler comunicare l’approssimarsi di una incontrollata passione che si andava manifestando in maniera insospettabilmente epidermica e che il nano rese ancor più evidente accarezzandone le forme.
Con la manina discesce quelle nudità, per giungere all’ambitissimo triangolino di rada peluria, reso del tutto vulnerabile ad ogni possibile intemperanza, e dopo superficiali carezze le dita iniziarono una ben più accurata esplorazione delle profondità vaginali, alternandosi ad una altrettanto efficace stimolazione della clitoride che incredibilmente pose G. in uno stato di totale arendevolezza.
Proferendo parole di elogio, alla verifica di come la stupenda preda si lasciasse profanare senza tentare di negarsi, ma addirittura emettendo inequivocabili gemiti di eloquente piacere, l’ometto si sbottonò i pantaloni iniziando a propria volta a masturbarsi e mostrando un pene di ragguardevoli dimensioni che la stessa G. non potè astenersi dal voler guardare, confessando della propria ammirata considerazione.
Neppure quando il nano le avvicinò alle labbra quella turgida asta, provò ad eluderne le repentine intenzioni di volerglielo conficcare tutto in bocca, accogliendolo ad occhi socchiusi nel palato, ed iniziando a pomparlo con voluttuosa compartecipazione avvolgendone il glande con la lingua, giustificandosi con se stessa e pensando che in fondo quel pene non era certo dissimile da altri già assaporati.
Quella dimostrazione diede al nano la sicurezza di poterne disporre a piacimento e, senza ulteriormente indugiare, le si introdusse nel corpo iniziando a percorrene le viscere con irruente determinazione, godendo all’ascolto delle gementi ovazioni con le quali G. lo incitava a possederla trattandola come se fosse una vera puttana.
Ormai del tutto padrone della situazione, e dopo averla inseminata senza alcuna remora, una volta liberata come promessole, volle ulteriormente verificare se gli si era concessa solo nel timore di ben altre ritorsioni, chidendole una dimostrazione ancora più estrema.
G. senza più il giogo che la imprigionava, gli volse le terga e, prostrandosi in avanti, ponendo in evidenza la perfezione dei propri glutei, lo esortò a procedere con l’introduzione anale di quel grosso bastone con cui era stata così efficacemente castigata, incitandolo a punirla ancora più severamente, e come si meritava, per essersi alla fine resa compartecipe di una così estrema eperienza.
Ancora incapace di credere che fosse riuscita inverosimilmente ad eccitarsi, subendo quel perfido trattamento inflittole da un soggetto con tali sembianze, venne riaccompagnata al proprio veicolo dal proprio violentatore che non si astenne dal comunicarle quanto, altri suoi simili, sarebbero stati oltremodo entusiasti nel poter fare a loro volta l’intima conoscenza di una donna femminilmente perfetta come lei sapeva bene di essere.
G. sorridendo, per nulla adirata di quanto gli era stato imposto in maniera così energica, rispose di avergli dimostrato come del resto non fossero impossibili situazioni altrettanto folli, già immaginandosi quale preda di un libidionoso nugolo di altrettanti nanerottoli superdotati….