STORY TITLE: LA PANTERONA 
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LA PANTERONA


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LA PANTERONA

by Giovanevoyeur
Viewed: 255 times Comments 0 Date: 09-02-2024 Language: Language

Il racconto inerisce ad un episodio di qualche anno fa, sono graditi commenti.


La porta chiusi piano, il cuore mi batteva forte così tanto da sentire le pulsazioni far vibrare il mio corpo, nonostante fosse passato poco tempo avevo ancora voglia di lei, di quel sogno che in una notte d'estate magicamente si era realizzato, di quella fantasia che per anni è stata oggetto dei miei sogni erotici e che finalmente aveva trovato realizzazione concreta e che adesso cari lettori ne racconterò a voi la storia.
Tutto nacque 12 anni fa circa, quando a causa del mio ennesimo disastro scolastico, la seconda bocciatura consecutiva, decisi di dare una scossa alla mia vita mettendomi alla ricerca di un lavoro estivo. Grazie alle mia fitta rete di amicizie non fu difficile per fortuna, così mi ritrovai nel giro di poco ad essere un ragazzo tuttofare per una società che gestiva strutture commerciali ristorative e alimentari, nello specifico quest'azienda aveva un appalto grosso in un terminal passeggeri dove quotidianamente trensitavano più di 5000 persone, il che significava passare un estate d'inferno, ma del resto era quello che mi meritavo.
Le strutture dentro il terminal erano tre, un bar un self service ed un minimarket, si contavano all'epoca più di 30 persone impiegate, il mio lavoro era stare dietro alle necessità di tutte e tre le strutture, dalla pulizia di esse al ricarico merci fino alla sostituzione del personale in alcune occasioni, era faticoso e stressante, ma c'era un lato positivo in tutto ciò, essendo il più piccolo (16 anni circa) ci misi poco a diventare una sorta di mascotte del posto, lo staff era stupendo feci amicizia con tutti subito, notevole era la presenza femminile tra cui spiccava su tutte la bellissima Federica, ribattezzata da un collega, la panterona.
Federica era la responsabile del bazar, all'epoca aveva poco più di 35 anni, fisicamente perfetta, non direi una bugia nell'affermare che era una delle donne più belle della mia città,capelli neri mossi carnagione scura alta 1.78 quarta di seno sodo, gambe lunghe e ben curate, con due rubini al posto degli occhi, tutti gli uomini cadevano ai suoi piedi ed innumerevoli erano i tentativi di corteggiamento quotidiani che avvenivano un po da chiunque, dai rappresentanti fino ad arrivare alla dirigenza del terminal.
Tali advances lei rispondeva con cortesia e ironia, tutto condito dai suoi sorrisi unici capaci di catturarti al pari di una ipnosi, in sostanza feci molto presto ad innamorarmi di lei. Il sentimento da me citato non va confuso con il classico amore di tipo poetico, piuttosto come una scarica ormonale impazzita che piombava sul corpo di un sedicenne alle prese con la sua pubertà, il che detto in francese mi portava sovente a masturbarmi pensando a lei, potrei dire benissimo senza vergognarmi anche quotidianamente.
Al di là di tutto con lei strinsi un ottimo rapporto, lei capiva visibilmente il mio status emozionale innanzi alla sua persona e quindi si divertiva un po a giocare con me, ma sempre in modo distaccato e mai equivoco. Passai li due stagioni consecutive poi l'azienda madre della società che gestiva il terminal fallì, il posto cambiò gestione e per molte persone compreso me arrivò il momento di cambiare strada, Federica però rimase all'interno della struttura con una nuova funzione, il che mi permise nel corso del tempo, molto sporadicamente, di andarla a trovare fino a perderci di vista.
Dieci anni più tardi:

Era luglio, la serata era afosa, i miei amici avevano optato per andare alla solita baracchina sul mare il che non mi rendeva entusiasta, solita gente solite discussioni nulla di nuovo se non tanta noia in vista, decisi così dopo aver bevuto un ottima corona con limone di farmi da parte e andare a casa, nell'avvicinarmi verso la macchina ad un certo punto della passeggiata, mi sentì chiamare, voltandomi vidi una bella donna con un vestito di cotone nero, scura di carnagione sorridermi dal tavolino di un bar, mi avvicinai un po intimidito, lei sorridendo mi disse: “ che fai non mi riconosci più...”, ci misi un istante a focalizzarla, era lei la donna più desiderata della mia infanzia!. Preso da un impeto festoso rispondo: “nooooo, Fede sei teeee, come potrei non riconoscerti, la donna più bella che abbia mai conosciuto (sempre detto fin dai tempi del lavoro, del resto potevo permettermelo la mia giovane età toglieva ogni tipo di malizia), come stai? È troppo tempo che non ci vediamo”, Rimanemmo a parlare qualche minuto presi tutti e due dalla felicità di quell'incontro fugace nel quale ci scambiammo i numeri promettendoci di sentirci presto magari organizzando una cena con qualche vecchio collega, la cosa sembrò finire li, ma così non fu.
Federica era molto cambiata la pantera stava visibilmente invecchiando le rughe fiorivano sul suo volto e il fisico anch'esso era cambiato, con qualche chilo in più, ma ciò comunque non scalfì minimamente il pensiero che avevo di lei, per me rimaneva sempre la più alta immagine di femminilità che avessi mai avuto nella mia infanzia, io non pensavo alle pornostar o alle veline ma bensì a lei, rivederla mi dette una gioia a dir poco immensa, gioia che arrivò qualche giorno dopo quando sulla piattaforma di facebook vidi la sua richiesta di amicizia: questo mi permise di rimanere in contatto con lei, da quel momento infatti spesso e volentieri ci sentivamo sulla chat dove ci scambiavamo per pochi minuti ricordi del passato.
Sebbene panterona non fosse più non smettevo mai di lusingarla in maniera smaliziata, con la stessa verve di quando ero ragazzino, lei contraccambiava le mie lusinghe commentando il mio cambiamento estetico, diceva che ero diventato un bellissimo ometto e sentirlo dire da lei mi rendeva il ragazzo più felice della città. Una sera decisi di dare un tocco diverso a questa situazione, Federica era sempre single, del resto era ed è il suo credo esistenziale, come direbbe lei : “se un uomo deve stare con me dev'essere proprio speciale, del resto non mi manca niente..” la voglia di libertà era rimasta la stessa, di lei mi faceva impazzire questo, la grande autonomia che aveva nel decidere della sua vita e anche nel gestire la sua solitudine, (concetto che molte donne e uomini millantano ma che lungi da loro nel concreto realizzare), decisi così di invitarla a bere qualcosa, in amicizia come ai vecchi tempi, del resto come ripeto al di là di tutto non c'era malizia, se avesse risposto di no non avrei perso niente, ma così non fu e quella sera accettò di uscire con me a patto che fossimo andati in un posto carino e non frequentato da ragazzini, così optai per un luogo vicino Castiglioncello molto carino e di classe, lei accettò con entusiasmo, l'appuntamento era sotto casa sua alle 22.
Arrivai sotto casa sua alle 22 spaccate Fede era già li con un vestito bellissimo di lino arancione che risaltava la sua carnagione scura fortificata dall'abbronzatura presa al mare, indossava dei bellissimi sandali di cuoio infradito con delle pietre messe nel mezzo alle dita, la mia felicità era visibile a chiunque passasse in quel momento, andavo a prendere da bere con la panterona poteva accadere di tutto e nulla mi avrebbe distolto da quello status di gaudio in cui ero.
Durante il tragitto Fede mi raccontò le sue ultime vicende lavorative e anche sentimentali che alla fine erano sempre le solite, uomini che corteggiano fino allo sfinimento, lei che cede, ma poi la banalità che uccide, in sostanza era sempre la solita unica e grande panterona!. Arrivammo al locale, ordinammo da bere io un mojito lei una coppa di champagne, parlammo di me delle mie vicende universitarie (intanto dopo il lavoro e finito il diploma mi iscrissi all'università ), dei miei viaggi, e lei fece lo stesso con allegria, il tempo sembrava non passare mai, più la guardavo più non avevo paura di fissarla negli occhi quasi incantato da quella visone, arrivarono le una chiesi a Fede se voleva rincasare dato che l'indomani sarebbe andata al lavoro, mi rispose che non c'era problema dato che era di pomeriggio, piuttosto mi chiese se volevo passare a vedere come era casa dato che da poco aveva comprato un appartamentino vicinissimo al mare in un bel quartiere della mia città: Il sangue mi andò al cervello, diventai rosso(così credo non mi meraviglierei fossi stato viola o di altro colore) risposi; “ volentieri”, la scena era simile ai film trash anni 90 tipo quelli con Jerry Calà che si voleva fare la Salerno, ovvio che mai pensavo ci potessero essere altri fini se non di vedere la casa, che altro sennò del resto ero il suo “bimbo” preferito, pensare di possederla sul serio al di fuori delle mie coperte e delle mie masturbazioni notturne non mi passava nemmeno per la testa, per me era irraggiungibile.
Il tragitto in macchina fu allegro più dell'andata alla fine si era bevuto un po' e Fede nel ricordare un episodio del lavoro passato ridendo come una matta, mi prese la mano, poi finito la rievocazione, me la lascio posare sulla sua coscia, l'imbarazzo s'impossessò di me ma vi assicuro sono stati tra i 10 secondi più belli della mia vita, la mia serata poteva finire anche li, ma il destino quella sera voleva regalarmi qualcosa di più.
Entrati in casa, venne a farci le feste il suo cagnolino, Paride un pinscher nano di 2 anni, la casa era piccola ma ben curata, un mix tra moderno ed etnico, mi fece accomodare nel salottino dicendomi: “ vado a cambiarmi te fai come se fossi a casa tua, di la in frigo ho due birre prendile, così si fa un brindisi alla visita del grande Manolo (questo era il mio nomignolo attribuitomi dai colleghi ai tempi per la mia giovane età , con riferimento ovviamente allusivo alla masturbazione), risposi: “si, ah ok vado.. ok”, ormai ero un pirla col cuore in tachicardia, ero nella tana della pantera e per di più lei era di là a cambiarsi, rimasi per un minuto prigioniero delle mie emozioni, poi mi decisi ad andare in cucina a prendere le birre, mi rimisi sul divano e aspettai, dopo due min, fede dall'altra stanza mi fa : “mano accendi le abatjour e spegni la luce grande, un attimo e sono li” ubbidì come un cagnolino servizievole, feci per prendere il telecomando quando sentì la sua voce dire : “eccomi..., adesso facciamo un bel brindisi”, volevo morire!! era vestita con una vestaglia di cotone bianca di quelle arabe, semi trasparente, arrivava all'altezza delle caviglie, si mise accanto a me e nel fare il brindisi, non potei notare dalle trasparenze i suoi capezzoli turgidi neri spuntare dalla sua quarta, che soda non era più ma sempre rigonfia e abbondante si.
Io ormai non sapevo più come contenere la mia eccitazione, ero in estasi e il cazzo si ingrossava a vista d'occhio nelle mie bermuda di cotone, finché non diventò teso come una corda di violino, non sapevo più che fare , fino a quando la maestria di Federica fece largo alla scopata più bella della mia vita:
La mano posò sulla mia gamba avvicinandosi mi iniziò a baciarmi sul collo io di contro mi girai e cominciai a baciarla con la lingua, i nostri corpi non si staccarono per circa 20 minuti ero dentro un sogno la panterona mi stava baciando, con una mano alzai il vestito accarezzandoli l'esterno della coscia, lei con delicatezza entrò con la mano sotto la maglia iniziandomi ad accarezzare sui fianchi, mi fece cenno di alzarmi, ubbidì in silenzio e col rossore nel volto, mi levò la maglia e mi sbottonò i pantaloni, mi levò anche le mutande e le scarpe, rimasi completamente nudo con la mia asta ritta davanti alla sua bocca, accarezzandomi sui fianchi senza mai distogliere o sguardo dai miei occhi,si avvicinò e prese in bocca quello che c'era da prendere eseguando il pompino più bello della mia vita fino ad oggi, il mio viso si contraeva così come i miei addominali, giuro nessuna mai me lo aveva fatto così bene, staccò la bocca dal mio pene mi prese per la mano e mi portò in camera da letto, la finestra era aperta, le luci della strada la illuminavano molto bene.
Si tolse la vestaglia e sempre prendendomi la mano mi fece accomodare sul letto. I nostri corpi si contorcevano come due serpenti in amore, presi in bocca i suoi seni meravigliosi e iniziai a gustare il sapore della sua pelle, mordevo piano i suoi capezzoli e con una mano scesi cominciando a toccare la sua figa, era già bagnata, la accarezzavo con delicatezza cercando il clitoride, lei piano piano si distese e allargò le gambe iniziando a gemere piano, avvicinai la mia bocca alle sue mutande mordendogliele sui fianchi, gliele sfilai, adesso eravamo completamente nudi io e lei. Iniziai a leccargliela, mi sentivo un dio, lei subiva la mia lingua su di se, iniziò a chiamarmi con il mio soprannome non diceva altro se non : “si Mano si umhh siii” finchè le sue mani si avvinghiarono sulla mia testa spingendola dentro, il clitoride si gonfio e lei ebbe un micro orgasmo. Il tempo di sospirare un poco e si girò verso di me dicendomi : “entrami dentro e non farti problemi , prendo la pillola voglio sentirti dentro di me scopami Manolo, sono tuaa”. Ero sopra di lei il mio corpo bianco spingeva pressando quello scuro di fede sul letto, ogni colpo era un emozione indescrivibile, era mia solo per me, lei mi stringeva le mani e mi fissava negli occhi dando talvolta lo sguardo sul mio culo che spingeva il mio cazzo dentro di lei. Non durai molto così dopo 5 minuti di goduria a denti stretti le sborrai dentro gridando: “ Fedeeeeeeeeeeeeeeee” lei emise un gemito forte e secco, ma ormai il mio seme era dentro di lei, ero riuscito a lasciare se pur in via irrisoria qualcosa di mio dentro lei.
Quella sera lo facemmo quattro volte prima che si addormentasse, andai dritto finché seme e forza erano in me, poi si lascio andare e la vidi addormentarsi nuda e sudata, le detti un bacio sulla bocca e me ne andai … il canto degli uccelli mattutini si era levato ma ancora avevo addosso il suo profumo.

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