Tra sogno e realtà
by Angel_FaceViewed: 261 times Comments 3 Date: 18-03-2022 Language:
Non ricordava come fosse finita in quel corridoio stretto e lungo; non si spiegava perché fosse vestita in quel modo così…così……indecentemente erotico. Indossava un vestitino aderente e leggero, così corto che copriva a stento le parti intime; le scarpe avevano un vertiginoso tacco a spillo.
Le pareti del corridoio erano completamente coperte di specchi; camminava lentamente e le scarpe la obbligavano ad ancheggiare in modo esagerato. Si vedeva riflessa; dentro di se alternava diversi stati d’animo: incredula di come quella che vedeva allo specchio potesse essere lei, ma nello stesso tempo orgogliosa ed eccitata pensando all’effetto che avrebbe prodotto se qualche maschio l’avesse vista vestita in quel modo. Già, perché era vestita in quel modo? Praticamente nuda con solo quel piccolo lembo di stoffa che la copriva? E perché continuava a camminare in quel lungo corridoio pieno di specchi dove il rumore dei tacchi di quelle scarpe risuonava come un ritmo lento ma ossessivo?
Il corridoio terminava in una grande stanza dalle pareti completamente bianche come bianco era anche il pavimento. Al suo interno c’era un numero indefinito di uomini che sembravano molto interessati a qualcosa che si stava svolgendo dalla parte opposta della stanza rispetto a dove lei era appena entrata.
Una volta dentro vide che sulla parete opposta c’era uno schermo gigante sul quale venivano proiettate delle immagini; era senza dubbio un film porno: una donna veniva posseduta da un gruppo di maschi. Un uomo era disteso per terra, la donna era a spegni candela su di lui e gli altri si alternavano nel suo culo e nella sua bocca. Anche se a prima vista poteva sembrare una violenza di gruppo in realtà non era così perché la donna le poche volte che aveva la bocca libera incitava i maschi presenti a “fotterla” a farla “godere come una cagna”.
Gli uomini nella stanza erano così presi da quelle immagini che non si accorsero del suo arrivo; lei non capiva perché, invece di fuggire a gambe levate da quella stanza piena di maschi arrapati, continuava ad avvicinarsi verso il gruppo. Si bloccò quando ci fu il primo piano della donna nel video: ERA LEI!!
“Come posso essere io quella?”
“Quando è successo?”
“ Perché non mi ricordo nulla? Eppure fosse successo me lo ricorderei bene!”
Una serie di domande passarono alla velocità della luce nella sua testa; ma non c’erano risposte plausibili. La donna del video era proprio lei, indossava ancora le stesse sue scarpe; il vestitino, ormai arrotolato intorno alla vita, si poteva dedurre fosse il medesimo che stava indossando e il numero di maschi presenti nella scena hard poteva essere approssimativamente uguale a quello dei maschi presenti nella stanza.
Riuscì a rispondere ad una delle domande che si era posta poco prima; quella scena non era successa ma stava per succedere!
Fu presa da una strana eccitazione; avrebbe dovuto scappare e invece ancora una volta rimase lì, impietrita e soprattutto terribilmente eccitata. Le immagini si fermarono all’improvviso e in quel momento tutti si girarono verso di lei che riprese a camminare, fiera e decisa. L’unico rumore che si sentiva era il ticchettio dei suoi tacchi. Il gruppo di maschi prese a camminare verso di lei. Dopo un momento iniziale di silenzio dal gruppo cominciarono ad alzarsi commenti di dubbio gusto e quando lei arrivò di fronte a loro il gruppo si aprì in modo da poterla circondare. Si accorse che erano decisamente eccitati; lo capì dalle loro espressioni, dai loro sguardi e, non ultimo, dal rigonfio dei pantaloni.
Ma che stava facendo? Invece di scappare urlando stava osservando il rigonfiamento dei loro cazzi; si stava eccitando a sentirsi chiamare “troietta”??
Il gruppo si chiuse su di lei e immediatamente sentì mani che la palpavano; chi più delicatamente chi con più foga. Mani che si infilavano sotto il vestito, davanti e dietro; dita che cercavano di infilarsi nella sua figa, nel suo culo nella sua bocca. E lei ancora una volta, anche se forse era ormai troppo tardi, invece di fuggire allargava le gambe, si piegava leggermente in avanti per agevolare quelle intrusioni e leccava le dita che le si presentavano davanti alla bocca. E fu così naturale per lei, a quel punto, cercare con le sue mani i cazzi di quelli più vicino e subito se ne ritrovò due nelle mani. Sentì le prime dita profanare il retto; erano delle dita tozze che però entrarono con delicatezza mentre una mano davanti cercava il suo clitoride e lo solleticava. Qualcuno le appoggiò una mano sulla nuca per farle capire che ora nella sua bocca non dovevano entrare più solo le dita. Ma mentre si stava chinando in avanti, improvvisamente il gruppo si fermò e si aprì. Un uomo elegante stava venendo verso di lei. Indossava una maschera che lo rendeva irriconoscibile ma quando parlò lei capì chi fosse
“Lo sapevo che saresti venuta! La tua curiosità e troppo forte”. La prese per il mento e molto delicatamente la tirò verso di lui; la baciò sulle labbra, gliele leccò e poi le infilò la lingua in bocca. Sentì il calore uscire da quella bocca, poi allontanandola le disse “Ti piace giocare…. Ora ti divertirai”.
Lei lo guardò con aria divertita ed eccitata anche perché le mani non avevano smesso di masturbarla. Lui infilò una mano nella tasca interna della giacca e tirò fuori un oggetto; quando lo vide lei capì subito a cosa serviva e dove fosse destinato quel plug dal colore rosso. Tenendolo per la base lo avvicinò al viso della donna, lo fece scivolare sulle sue gote e lo indirizzò verso la sua bocca. Prontamente lei tirò fuori la lingua, l’avvolse intorno all’oggetto leccandolo come un gelato e poi lentamente aprì la bocca e, assecondando il movimento di lui, lo ingoiò per tutta la lunghezza scatenando le esclamazioni volgari degli uomini del gruppo. Continuando a guardare negli occhi il suo anfitrione continuò la sua azione con la sola bocca mentre con le mani riprese a toccare i falli che le si presentavano. Quando lui tolse l’oggetto dalla sua bocca lei, sorridendogli, si girò, si piegò, sollevò il vestitino e subito sentì che si faceva strada nel suo retto; lui lo spingeva facendolo girare lentamente in modo da non arrecarle dolore ma fu lei stessa a dire “infilalo porco!”
Le prime luci del mattino si stavano facendo largo attraverso la tapparella e le auto cominciavano a scorrere sotto casa sua. Si svegliò agitata e sudata; ci volle qualche minuto per farle capire che era stato tutto un sogno. Si sedette sul letto, guardò l’ora e decise di alzarsi. Andò in bagno si fece una doccia; l’acqua fresca la svegliò del tutto ma, insaponandosi, si accorse che il sogno l’aveva lasciata eccitata. I suoi capezzoli si erano induriti ed ogni centimetro della sua pelle rispondeva in modo inequivocabile alle sue sollecitazioni. Ripensò a quanto accaduto nel sonno e si ricordò la voce di colui che era il capo di quel gruppo di maschi, era la voce di lui è tutto ciò era stato scatenato da quel suo WhatsApp:“Se vuoi fare ancora la pazzia io sono qua!”
Il cellulare stava suonando da un po’; si svegliò, guardò l’ora e rispose con voce assonnata. Dalla voce capì che era lei e le fece notare l’ora; sobbalzò quando lei con tono deciso gli disse “Sto venendo da te”: non c’era bisogno di aggiungere altro.
Aprì la porta, lei entrò decisa e quasi non lo vide. Lui rimase appoggiato alla porta e la osservò: indossava un impermeabile leggero appena sopra il ginocchio ed un paio di sandali col tacco allacciati alla caviglia. Il suo profumo gli riempì le narici e gli diede un senso di ebbrezza; lei si girò e senza dire una parola si slacciò l’impermeabile.
Per poco lui non svenne: sotto l’impermeabile lei indossava solo un bustino che la fasciava e la rendeva terribilmente sexy. Gli sorrise e notò l’effetto di quella mossa su di lui: l’erezione che l’accappatoio non riusciva più a nascondere. Gli si avvicinò e cominciò ad accarezzarglielo da sopra il tessuto. Lui la prese per il mento e molto delicatamente la tirò verso di lui; la baciò sulle labbra, gliele leccò e poi le infilò la lingua in bocca; “esattamente come nel sogno” pensò lei.
Quando le loro bocche si staccarono lei raggiunse l’orecchio di lui e gli sussurrò il sogno che aveva fatto. Il suo cazzo si indurì ancora di più; una mano di lui andò ad accarezzare i capezzoli duri per l’eccitazione e l’altra si appoggio delicatamente sul culo di lei mentre con la lingua le solleticava il lobo dell’orecchio.
“Li conoscevi tutti quei maschi?”
“No erano sconosciuti, alcuni anche brutti”
“E se ora fossero qui? Ti lasceresti toccare come nel sogno?” e mentre pronunciò quella frase le prese un capezzolo fra i polpastrelli e lo sfregò provocandole un tremito di piacere.
“Si ora mi farei toccare… se tu me lo ordinassi lo farei!!”
La mano di lui passò a sfiorarle la fica e l’altra arrivò a sfiorarle le labbra
“E leccheresti anche i loro cazzi?”.
Lei non rispose ma aprì la bocca, tirò fuori la lingua ed iniziò a leccargli le dita simulando un pompino.
Un dito di lui si fece strada nella sua fica; s’infilo lentamente e profondamente; lo fermò dentro di lei e, percependo il suo movimento, lasciò che fosse lei stessa a muoversi come meglio desiderava. Poi al primo dito ne fece seguito un secondo e lei aumentò il su e giù con il suo corpo mentre con la bocca continuava e leccargli le dita dicendo
“Nel sogno mi infilavano le dita anche nel mio sederino, sai… Erano proprio dei porci”.
Lui tolse le dita sia dalla bocca che dalla fica e accarezzandole la testa gliela spinse verso il suo cazzo; lei si piegò in avanti e mettendosi in modo che lui potesse osservarla glielo leccò per tutta la sua lunghezza; lui avvicinò due dita alla sua bocca e lei impugnando il suo cazzo portò la bocca verso le sue dita e fece altrettanto.
“Nel sogno erano tanti e mentre io ne leccavo uno gli altri me li sbattevano in faccia” cosa che lui fece impugnando il suo membro alla base.
“Ecco cosiiiiì…. Mmmmhhh mhhhh” alternando ora il membro ora le dita.
Lui capì che sarebbe venuto subito se lei avesse continuato ancora quel trattamento, così la allontanò, la prese in braccio la appoggiò sul tavolo, le sollevò le gambe e abbassandosi andò a baciarle le labbra aperte delle sua fica. Baciò, leccò, penetrò con la punta della lingua e la mosse dentro di lei come se la stesse baciando in bocca.
Lei appoggiò la mano sulla nuca di lui in modo da sentire quella lingua saettare dentro, profondamente, sentiva che stava per godere e, quando lui spostò la sua bocca sul clitoride e contemporaneamente le infilò due dita nella fica, emise un gemito prolungato per il piacere che aveva ricevuto. Lui non le diede tregua e sollevandosi le infilò il cazzo; dovette tapparle la bocca per evitare che con i suoi gemiti svegliasse tutto il caseggiato. Era lei che si spingeva verso di lui, aveva perso completamente il controllo di sé stessa. Il sogno, l’eccitazione soffocata al risveglio ed ora finalmente stava esplodendo. Lui la sollevò e la prese in braccio e lei continuò il suo andare su e giù su quel cazzo che la stava riempiendo come non mai.
“Nel sogno succedeva anche questo?”
Lei non rispose, non le interessava più il sogno; ora era in un’altra dimensione. Sospirava, annaspava, e lui si sentiva “scopato”!
Allora cercò di riprendere il controllo della situazione e tenendola per i fianchi aumentò la profondità dei colpi; sempre più profondi.
“Si ti prego continua ancora sto impazzendo”
Continuò finché sentì che lei stava avendo un nuovo e lungo orgasmo e poi anche lui si lasciò andare al suo godimento.
Si lasciò cadere sulla poltrona e lei guardandolo con quello sguardo che lo eccitava sempre si mise a carponi sul tappeto, lo fissò negli occhi e leccandogli il cazzo, che subito riprese vigore gli disse
“Tanto è ancora presto per andare a lavorare e……”
e allungando una mano verso la tasca dell’impermeabile estrasse un plug rosso e lo mostrò a lui
“….e mi devi fare provare questo!”