Epilogo - Parte 41 - Tutto iniziò e finisce così (racconto vero)
by Andreacp32Viewed: 1790 times Comments 45 Date: 20-12-2021 Language:
Ma poi……..eravamo rimasti così. Qualche anno dopo tornai in Italia con un ruolo importante nella sede distaccata dell’azienda dove lavoravo all’estero. Ero lontano dalla mia città natale e incominciavo un nuovo progetto. La mia vita andava bene e con mia moglie e i miei figli il rapporto era sano. Dopo un anno di lavoro in Italia, si decise di organizzare un evento dove avrebbero partecipato tutti i dirigenti della varie sedi ed anche clienti e fornitori. Il mio ruolo era abbastanza preminente visto che la festa si sarebbe svolta in Italia e nella mia sede e quindi mi impegnai al massimo perché tutto potesse essere perfetto, dal catering alla musica. Mia moglie per l’occasione comprò, anzi si fece regalare da me, un vestito costosissimo e bellissimo. Il giorno dell’evento ero molto teso ma la serata iniziò e tutto si distese ed andò per il meglio. La festa era elegante e con il mio smoking facevo una porca figura. La serata era intervallata da alcuni interventi dei dirigenti e da musica dal vivo. Io, dopo aver parlato, iniziai una serie di saluti fugaci con molti dei presenti, i quali nella maggior parte dei casi erano accompagnati dalle consorti. Salutavo persone e dopo 1 minuto non ricordavo nemmeno più le loro facce, fino a quando non mi si presentò lui. Un uomo alto e di bell’aspetto che mi venne presentato dal direttore di un’altra filiale come un ottimo cliente. Poco dopo la mia mano lasciò la sua per stringere quella della moglie che era nascosta dietro di lui. Quando il mio viso si alzò verso di lei, la riconobbi immediatamente. Era lei, Silvia. In un abitino verde e nero con il pizzo, molto sexy che le avvolgeva tutto il corpo fin quasi alle caviglie. Sul davanti, il pizzo nero lasciava intravedere qualcosa ma era tutto molto elegante. Sorridemmo nel presentarci. Il suo viso era sempre bellissimo e i suoi capelli mossi la rendevano irresistibile. Le presentai mia moglie e poi mi diressi a conoscere altri invitati. Mia moglie, come se avesse percepito qualcosa, fece apprezzamenti sulla coppia: in maniera normale come spesso succedeva ma mi portò a girarmi e ad ammirare il culo sodo di Silvia che gli anni non avevano intaccato. La serata continuò ma io non ero più presente, la mia mente volava a tutto quello che avevo passato con lei e i miei occhi andavano fugacemente a cercarla. Ci scambiammo qualche sguardo e qualche sorriso fino a che non la vidi sola vicino al tavolo del vino. Mi ci avvicinai anche io chiedendo un calice. Mi sorrise e poi mi disse: fumi ancora? Le risposi che nonostante mia moglie sia del tutto contraria, quel vizio mi era rimasto. Mi indicò la terrazza con la testa “fra 5 minuti là”? risposi immediatamente di si e la lasciai lì per andare a ritrovare mia moglie e fare in modo che non mi cercasse. Puntai sulla verità o sulla semiverità. Le dissi che andavo a farmi una sigaretta e mi presi tutti gli improperi classici di una donna del nord europa che odia il fumo. Almeno però ero tranquillo e poi tornai subito a guardare dove fosse Silvia. Vidi il suo vestito muoversi con le sue anche che avevano tutto di sensuale e dirigersi verso la terrazza. Aspettai che fosse uscita e poi ci andai anche io. Praticamente fuori c’era un’altra festa, quella dei fumatori. Non era caldo ma nemmeno freddo e quindi molte persone si fermavano lì a chiacchierare con il bicchiere in mano. Guardai a destra e poi a sinistra e, complice anche la poca luce, non la trovai. Poco dopo vidi il suo viso spuntare dietro un capannello di persone e fui conquistato da quel sorriso e da quella mano che con dita sinuose mi invitava a raggiungerla. Arrivai davanti a lei e mi misi in bocca una sigaretta, feci per accenderla ma lei con un saltino me la strappò dalla bocca e la mise nella sua. Le sorrisi mentre lei guardandomi alzava le spalle ridacchiando. La feci accendere e poi accesi la mia sigaretta. Quegli attimi sembravano eterni, non faceva freddo ma le mie gambe tremavano e nessuno dei due osava interrompere il silenzio. Ero fisso sui suoi occhioni che mi guardavano e mi ricordavano i tempi passati.
Lei: ti sei sposato?
Io: eh si e tu?
Lei: da 4 anni
Stavo per riprendere a fare domande, di quelle stupide e da conversazione banale quando venni interrotto dal tocco della sua mano sul mio braccio.
Lei: vogliamo sprecare questi 3 minuti a parlare del più e del meno?
Io: e di cosa vuoi parlare
Lei: mi hai mai pensato in questi anni?
La guardai, ci teneva a quella risposta e quel suo muovere il tacco era un segnale inequivocabile. Non volevo dilungarmi in spiegazioni del perché non l’avessi pensata e di come avessi fatto a cancellare ogni suo ricordo e mentì
Io: è impossibile dimenticarti ed è impossibile non pensarti….ogni tanto
Lei: anche per me è così
Mi si avvicinò mi diede un bacio sul collo e si diresse verso la sala interna, si girò e mi disse
Lei: quel profumo mi manda in estasi
Io: ti aspetto fra mezz’ora per un’altra sigaretta
Lei: vediamo
Quel suo essere misteriosa e dolce mi aveva rapito, rientrai e mi sentivo frastornato. Le voci erano ovattate e mi sembrava ci fosse solo lei a muoversi e ridere in mezzo a quella sala. Non erano nemmeno le undici ma volevo scappare ed invece mi toccava rimanere. Mia moglie inoltre sarebbe dovuta tornare a casa visto che la baby sitter ci aveva dato disponibilità sino alle 23 e 30. Tornai da lei per riprendermi improperi sul mio odore di fumo e non ottenni nemmeno un bacio visto il mio alito fumoso. Quel rifiuto non giovò alla mia situazione. Continuai a vagare e salutare senza avere la concezione del tempo. Poi venni raggiunto da mia moglie che mi salutava ed andava dai bambini. Io, come al solito, sarei tornato più tardi ed in taxi. Appena mia moglie uscì, mi concentrai sul cellulare in attesa del suo messaggio che mi avrebbe confermato l’arrivo a casa e che tutto era nella norma. Il problema era che non m’interessava altro che lei fosse via e fosse a casa per poter sentirmi libero di parlare con Silvia. Il messaggio arrivò ed io iniziai a cercare di attirare l’attenzione di Silvia e quando i nostri sguardi si unirono, non ci fu bisogno di altro. Mi diressi sulla terrazza, dove le persone erano sicuramente meno di prima e la attesi. La vidi uscire come se fosse una sirena, fasciata da quell’abito con la luce dietro che la illuminava, quei capelli mossi che si muovevano con il poco venticello della serata, sembravano brillare. Le porsi la sigaretta ma rifiutò
Lei: il gusto ti è rimasto
Io: in che senso
Lei: bella donna tua moglie
Io: in effetti ho sempre avuto buon gusto. Certe cose non cambiano
Lei: ed altre invece si
Presi la palla al balzo e cercai di capire la sua situazione. Era diventata una donna vera e fedele e non andava oltre al rapporto con suo marito. Non volevo rinvangare il passato e rischiare di portare a galla brutti ricordi e quindi le dissi che mi faceva piacere che fosse felice e che era stato fantastico rivederla. Lei però, mentre mi stavo accingendo ad andare verso la sala interna mi gelò
Lei: quindi non ti faccio più nessun effetto?
Io: finirei per essere scurrile
Lei: ti fai problemi con me?
Io: potrei dirti che me l’hai fatto indurire dalla stretta di mano ma non te lo direi mai ora che sei una signora
Silvia non proseguì sul mio giochetto ma si fece quasi piccola e indifesa e poi mi guardò con quello sguardo che tante volte aveva voluto dire trasgressione.
Lei: sai cosa ho in mente?
Non risposi ed attesi che me lo dicesse.
Lei: potrei andare in bagno ed aspettarti e vedere se quello che dici è vero
La mia testa non ragionava più e le proposi di andare in un altro posto. Io avevo organizzato e conoscevo tutti i luoghi di quella location. Le proposi di guardarmi a distanza e di seguirmi. Volevo chiederle come avrebbe fatto con suo marito ma non mi interessava. Il mio cuore batteva a mille e iniziai a dirigermi verso l’interno della sala per poi andare dietro ad un bancone da bar ed infilarmi in una porta che dava su due stanzini, uno dei quali era stato utilizzato per riporre degli attestati che non avevamo potuto consegnare quella sera. Attesi dentro quella porta lasciata semi aperta, pronto a giustificarmi se qualcuno fosse arrivato con la scusa che stavo controllando. Sentivo nel silenzio il mio cuore rimbombare e pensavo che la volevo più di ogni altra cosa. Non avevo mai tradito mia moglie e nemmeno mi ero mai messo in una situazione peccaminosa ma questa volta non volevo resistere né trattenermi. Sentii il rumore di tacchi e la vidi aprire la porta. La chiuse con la mano sinistra senza togliere lo sguardo da me e poi mi saltò al collo ed iniziammo a baciarci. La sua lingua era corposa e mi avvolgeva ed intanto mi scompigliava i capelli. Ci staccammo per riprendere fiato ed entrambi ansimanti ridemmo. Ne approfittai per chiudere la porta con la chiave e poi ricominciai a baciarla. Le mie mani iniziarono ad accarezzarla prima sulla schiena poi su quei fianchi disegnati dal vestito fino a stringerle il culo, forte con passione. Le si lasciava fare ma non prendeva iniziative. Provai ad intrufolarmi tra le sue gambe ma il vestito era troppo stretto per salire e mi impediva ogni movimento.
Lei: non è fatto per certe cose
Spinse via le mie mani e si abbassò tirandomi giù la patta e facendo uscire il mio cazzo durissimo. Lo prese con la mano e rividi quegli occhioni vogliosi che guardavano il mio cazzo e me. Mi sorrise e poi si rialzò.
Lei: non voglio succhiartelo, voglio sentirti
In un attimo la girai e, a fatica e con il suo aiuto, tirammo il vestito fin sopra alle anche. Potei ammirare il suo culo che non aveva perso nulla rispetto agli anni precedenti ed un bel perizoma in pizzo nero. Non a filetto ma molto sexy. Glielo tolsi e feci per prenderla ma lei si bloccò
Lei: non così
Si girò ed appoggiata al muro tirò su una gamba, io la presi e mi misi in mezzo ed entrai nella sua figa. Era calda e bagnata e ad ogni mio colpo sentivo i suoi sospiri e le sue dita che si conficcavano nel mio collo. Il ritmo era sempre più serrato fino a che guardandomi negli occhi e tenendomi con le due mani sul collo mi disse
Lei: vieni con me
Io: posso?
Lei: puoi. Ti prego
Mi lasciai andare e le venni dentro. Fu così passionale che quasi non capì dove finisse il suo orgasmo e dove iniziasse il mio. Le lasciai andare la gamba e lei riprese le mutandine. Si rimise a posto e poi si diede una ravvivata ai capelli. Mi baciò e mi disse
Lei: grazie
Io: è stato stupendo
Lei: cosa abbiamo buttato
La lasciai andare e rimasi ancora un po’ nello stanzino per non destare sospetti o rischiare inutilmente. Quando uscì, non la vidi più. La cercai ma nella sala non c’era. Andai sulla terrazza che era deserta e compresi che se ne era andata. Mi fermai e solo allora capì che a Silvia non avrei mai potuto resistere e che nemmeno mi sentivo in colpa verso mia moglie. Presi una sigaretta e misi la mano nella tasca della giacca per prendere l’accendino. Trovai un biglietto che con l’aiuto della luce del cellulare diceva. “Domani. Ore 10. Via…..io ti aspetto. S”. Quando si era abbassata e mi aveva tirato fuori il cazzo, probabilmente mi aveva infilato il biglietto o forse non me ne ero accorto e lo aveva fatto prima o dopo. Non ebbi nemmeno una titubanza. Il giorno dopo ci sarei andato. Anche se era domenica, con una scusa lavorativa avrei trovato il modo di staccarmi da mia moglie per passare un giorno con Silvia. Tornai a casa stordito ed in taxi pensai solo a quello che era successo. Più ci pensavo più il mio cazzo si induriva e non potevo farci nulla. Ripensavo a quella scopata che però non aveva avuto il sapore di scopata, era stato un ritrovarsi tra anime. Arrivai a casa e, nel silenzio, mi spogliai e mi fiondai a letto. Cercai mia moglie per abbracciarla e quasi d’istinto le accarezzai i seni sentendola sospirare. Forse perché mi sentivo in colpa o forse perché avevo paura che potesse percepire qualcosa, mi fiondai tra le sue gambe iniziando a leccarla. Leccavo e sentivo lei muoversi e mugugnare dal piacere ma io non ero lì. Ero con la testa a quello che poteva succedere il giorno dopo e pensavo a come riuscire a non farmi beccare. Mia moglie venne e poi si mise su di me, tirò fuori il mio cazzo dalle mutande ed iniziò a masturbarmi. Non volevo scoparla dopo aver scopato Silvia e nemmeno volevo altro ma non potevo fermarmi, avrei destato sospetti. Mia moglie lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo velocemente. Mi rilassai, i miei pensieri e le mie paure svanirono e le sborrai in bocca. Lei si ricompose e si mise a dormire. Io, sdraiato a pancia in su, continuavo a pensare e per tutta la notte quasi non chiusi occhio. Ad un certo punto mi venne anche la paura che potesse essere una vendetta di Silvia e quindi una trappola. Decisi di prendere determinati accorgimenti per il giorno dopo. Il giorno dopo iniziò presto ed io partii subito con una supercazzola con mia moglie spiegandole che sarei dovuto andare in ufficio per discutere con il grande capo che sarebbe ripartito la sera tardi. Feci quello arrabbiato e dispiaciuto e trovai anche il conforto di mia moglie che comprendeva perfettamente e mi chiedeva solo di avvisarla se fossi tornato per pranzo o per cena. Feci la doccia e il pensiero di rivedere Silvia mi fece indurire immediatamente. Non avevo tempo di masturbarmi, volevo arrivare al luogo dell’incontro in anticipo e scegliere un posto da cui vedere e dove nascondermi. Arrivai verso le 9e30 e cercai un posto da dove scrutare la zona. Guardavo e fumavo ed ero in trepidazione. In quel tempo di attesa mi passarono in mente mille situazioni e mille ipotesi. Poi, come un angelo, la vidi arrivare e sedersi su una panchina per l’attesa degli autobus, guardandosi attorno. Era vestita da signora, con un cappottino che la copriva ma che lasciava intravedere le calze con la riga dietro e le scarpe francesine col tacco. I capelli erano come la sera prima. Aspettai il tempo di una sigaretta e poi mi diressi verso di lei. Ci guardammo ed i suoi occhioni mi sorrisero.
Lei: sei venuto!
Io: dubitavi?
Scoppiamo in una fragorosa risata
Io: tuo marito?
Lei: tua moglie?
Non ci demmo risposte perché lei ridacchiando mi prese per mano e mi trascinò sul primo autobus arrivato. Ci sedemmo ed iniziammo a baciarci come due ragazzini, le nostre lingue non smettevano di roteare e sentivo tutto il trasporto di Silvia che si staccava da me solo per riprendere fiato. Non so quanto tempo rimanemmo sull’autobus, ma mi sembrò un’eternità, ma di quelle belle che vorresti non finissero mai. Decidemmo di scendere, mano nella mano, camminammo qualche minuto e poi vidi un albergo. Non esitai e la portai dentro, facemmo il check in ed entrammo in camera. Non ci fu tempo per parole di rito, le nostre lingue ripresero da dove erano finite ma nel frattempo ci spogliavamo vicendevolmente. Le tolsi il cappotto, slacciai con la cerniera il vestito che aveva e mentre lei mi stava svestendo, riuscii ad allontanarmi e guastarmi quello spettacolo. Aveva un reggiseno nero con pizzo rosso, un perizoma nero e le calze autoreggenti che con le francesine la rendevano fantastica. Lei capì che la stavo ammirando e girò su sé stessa
Lei: vado ancora bene?
Io: sei magnifica
Mi continuò a svestire e mi ritrovai nudo. Io ero riuscito giusto a toglierle il reggiseno. Si abbassò ed iniziò a succhiarmi il cazzo. Era la migliore ed era imbattibile. Finimmo sul letto e mentre mi spompinava, la accarezzavo giocando con il suo culo e la sua figa. Percepivo dalla mutandina, la sua eccitazione. Era caldissima, sembrava un fuoco e così decisi di scostarle e sentire le sue labbra, lisce e bagnate. In un attimo mi saltò sopra, con il perizoma scostato e iniziò a saltare fortissimo, muovendo la sua testa e poi appoggiandomi le mani sul petto per saltellare di più. Rideva nel guardare le mie espressioni e comprese che ero vicino all’orgasmo perché saltellò come un ossesso fino a farmi venire. Si accasciò su di me, baciandomi il collo. Io continuavo il movimento di bacino per farmelo tornare duro e la cosa riuscì. Si tirò su e mi guardò con lo sguardo che ai vecchi tempi voleva dire porcate
Lei: sei ancora come un 15enne
Io: sempre duro
Lei: allora scopami
La girai e le salii sopra, la scopavo e pensavo a quanto mi piacesse. Sentivo il suo piacere salire e la feci venire così alla missionaria. Poi partii con la lingua e sentii che la voleva e ne voleva tanta. Leccai fino ad un secondo orgasmo e poi la misi a pecora. La scopavo con piacere e con foga. Vidi che con un dito si accarezzava il culo. Era un segnale. Non me lo feci ripetere e le entrai dentro sentendo un suo sussulto di piacere. Scopai quel culo
Lei: ti mancava?
Io: non sai quanto
Venni nel suo culo e poi la leccai così a pecora, passando tra figa e culo e portandola ad un altro orgasmo. Ci fermammo e rimanemmo nel letto abbracciati, intervallando qualche bacio con qualche risata. Approfittai di lei in bagno per scrivere a mia moglie, inventando una miriade di casini e spigando che non sapevo quando sarei tornato a casa. Silvia rientrò e finalmente era tutta nuda. Era stupenda, forse ancor più bella degli anni addietro. Ricominciammo a scopare e a godere. Ordinammo qualcosa dal bar dell’albergo e poi ci mettemmo a guardare un po’ di televisione. Poi lei iniziò un vero gioco da geisha e mi baciò ovunque, dal naso fino ai piedi, con un mano sempre dedicata al mio cazzo. Mi salì sopra e iniziammo a scopare con dolcezza. Provai a metterle un dito nel culo (ricordando che non lo disdegnasse) ma me lo tolse. Scopammo dolcemente e vidi che stava per venire
Lei: vieni con me ti prego
Io: certo che vengo con te
Lei: vieni via con me
Io:?
Lei: scappiamo
Venimmo insieme ma quelle sue parole mi rimbombavano in testa. Mi baciò e poi mi guardò con lo sguardo magnetico
Lei: non dicevo per dire. Scappiamo insieme
Io: ma come faccio?
Lei: fallo, io stamattina ho lasciato mio marito
Iniziò a raccontarmi la sua situazione e quello che aveva fatto. Mi voleva, voleva me che ero l’amore della sua vita e purtroppo mentre mi diceva quelle cose, le sue sensazioni, i suoi sentimenti, mi resi conto che io provavo le stesse cose.
Inutile raccontare le difficoltà ed i casini che vennero fuori dopo quella giornata ma nel giro di tre mesi, lasciai mia moglie. Andai immediatamente a vivere con Silvia e ci amiamo tutt’ora. Ci siamo spostai poco tempo fa e la nostra storia va a gonfie e vele. Abbiamo basato tutto sulla sincerità e non abbiamo più bisogno di trasgressioni assurde o torbide. Al contrario però avevamo bisogno di buttare fuori tutto quello che avevamo fatto gli anni della trasgressione. Non so come spiegarmi ma la nostra storia era ormai stupenda e i nostri cuori andavano in sincrono con la nostra mente. Il sesso era magnifico ma a volte, più lei che io, c’erano dei momenti di vuoto, di paura di cose non dette. Come ho detto abbiamo basato tutto sulla sincerità e quindi le parlai anche degli msn che avevo, come li avevo fatti e come mi ci ero masturbato. Si incazzò ma allo stesso tempo la vidi eccitarsi nel pensare che io mi ci segavo. Decisi così di scrivere una sorta di storia, la nostra storia, utilizzando gli msn. Le feci leggere qualche capitolo e ogni volta finiva che scopavamo e con lei quasi più tranquilla, come se a rileggere quelle cose ci fosse una serie di espiazione. Iniziai a dirle che secondo me se avessi pubblicato un libro del genere, sarebbe andato a ruba visto i recenti effetti di alcuni libri tipo le 3 sfumature. Silvia mi sbeffeggiava dicendo che quelle cose eccitavano noi perché le avevamo vissute ma non avrebbero avuto appeal su altri. La sfidai, allora, e le proposi di aiutarmi a modificare e sistemare una sorta di primo capitolo. Le proposi di metterlo su questo sito e vedere i commenti e le visualizzazioni. Ci demmo un numero da raggiungere di commenti, guardando altri racconti. La prima volta, il primo capitolo, fu eccitante pubblicarlo e rimanere in attesa che uscisse e poi vedere le visualizzazioni e i commenti. Già la sera dopo rileggemmo il capitolo e i commenti e facemmo l’amore in maniera fantastica e così le proposi di aiutarmi e di scrivere tutto, fino in fondo per toglierci tutto quello che era successo, gli errori e le cazzate che avevamo fatto. Iniziammo così una sorta di lavoro in coppia. Lei mi dava spunti che io, solitamente di notte scrivevo. Lei rileggeva e sistemava il tutto e poi facevamo l’amore. Più pubblicavo e più la sua serenità cresceva. Come ha detto lei quasi verso il 20esimo capitolo: il titolo del libro dovrebbe essere ESPIAZIONE. Questa è stata la nostra espiazione per lasciarci definitivamente tutto alle spalle ed è stato fantastico condividerlo con tutti voi, con chi ci ha apprezzato e con chi invece non ci ha creduto. Non l’abbiamo fatto per un guadagno o per altro. Non cerchiamo e non vogliamo nulla. L’unica cosa è che ho proposto a mia moglie Silvia (che è qui mentre scrivo e che poi correggerà tutto) di regalare a tutti almeno una sua foto. Giusto per far capire che quando scrivevo che era ed è magnifica, non sparavo cazzate. E lei mi ha detto che potrebbe regalare una sua foto (ovviamente senza segni di riconoscimento) di qualche anno fa, dei tempi del racconto ma solo se, così ha deciso lei che è il capo, questo ultimo racconto raggiungerà un determinato numero di visualizzazioni e di commenti. Non posso dire il numero ma se avete letto i racconti, sapete che se quel numero ci sarà, lei non si tirerà indietro.
Ps nel caso dovessimo postarla, sarà per un tempo limitato e solo per dare un corpo al racconto ed alla fantasia di tutti
Grazie a tutti
Samu e Sil