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Presentazione


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Presentazione

by DigitalSin
Viewed: 587 times Comments 4 Date: 16-11-2020 Language: Language

Ciao, sono Pier Paolo!

Penso proprio che per attirare la vostra attenzione e distinguermi in mezzo allo stuolo di competitors ci voglia qualcosa di più di una semplice manifestazione di interesse.

Ho pensato di condividere una mia esperienza...
qualcosa di piccante, ma non eccessivo spero!

Chissà, magari Vi viene voglia di conoscermi!

Finalmente mi presentai a casa loro il giorno stabilito.
I bambini erano a scuola e la loro mammina sarebbe stata di lì a poco la mia donna.
Quando arrivai c’era solo lui; mi mostrò la camera in cui sarebbe stato cornuto e mi preparò un caffè.
Si premunì di avvisarmi che aveva cambiato le lenzuola e che sperava che mi trovassi bene con S.
Lo guardai ironico: non doveva avere dubbi: con la SUA donna io mi sarei trovato benissimo.
Era bella.
Era perversa.
Era troia.
Lui Era assai timoroso per la sua privacy: ero entrato in casa loro dal garage per non essere notato dai vicini, le tapparelle ermeticamente chiuse.
Quando arrivò S, aveva un sorriso che non lasciava dubbi sul suo stato d’animo, passò brevemente dal bagno e ne emerse vestita in modo molto provocante, con lunghi stivali neri.
Non persi tempo. “Adesso mi scopo tua moglie” annunciai al povero cuck che, in ossequio al ruolo che si era scelto nella recita rispose con voce strozzata “no, dici veramente?”.
Anche lei lo guardò…e lui comprese che non c’era ritorno possibile.
Adesso che era giunto il momento, così agognato eppure temuto, sembrava sopraffatto da un caleidoscopio di emozioni contrastanti.

La portai in camera, e iniziai subito a baciarla con passione.
Le mie mani alzarono con decisione il vestito, poi lo tolsi.
La troia era in perizoma, reggiseno (che sparì all'istante per farmi accedere alle sue tette) e stivali.
Le mie mani afferravano con decisione il suo culo tondo e sodo strofinando il bacino al suo.
Una gentile ma ferma pressione sulle sue spalle le disse cosa fare...
si inginocchiò e davanti agli occhi sbarrati del cornuto iniziò il suo lavoro di bocca sul cazzo e le palle.
Il piacere che ne provavo era moltiplicato dalla consapevolezza della presenza del cuck.
Si era abbassato i pantaloni.
Il suo cazzo era duro e iniziò a toccarsi con frenesia mentre mormorava parole di vana protesta.
Più lui si lagnava, più lei moltiplicava il suo impegno, come a punirlo.
Fu con immenso godimento che le afferrai la nuca e iniziai a scoparle prima la bocca, poi la gola.
Il cazzo emergeva lucido di bava. Ogni affondo era più profondo del precedente e S. non faceva una piega.
Con la bocca spalancata per non farmi avvertire i suoi denti, S. subiva con piacere il mio assalto.
Quando mi ritenni soddisfatto la gettai con noncuranza sul letto. “Apri le cosce senza fare storie!”.

Mi spogliai a mia volta e mi gettai su di lei come il Lupo bramoso che ero. Lentamente la mia bocca arrivò fra le sue cosce e quando vi giunsi lei inizio a gemere senza ritegno.
“Ti dà fastidio la sua presenza?” le chiesi.
“Si, mandalo via” mi rispose.
Lo guardai negli occhi: “Hai sentito cornuto? Vai via, adesso”.
L’uomo si allontanò goffamente con i pantaloni a mezza coscia.
Lo sorpresi spiare attraverso la fessura rimasta.
“Chiudi quella cazzo di porta, voglio scoparmi tua moglie tranquillo, è chiaro?”.
Adoravo fare la parte del cattivo!
La Troia venne montata.
Venne montata bene e a lungo.
Prima posi le sue caviglie sulle mie spalle per aprirla del tutto.
I colpi che le stavo infliggendo le strappavano gemiti.
Quei rumori secchi, ritmati, inconfondibili, venivano certo ascoltati al di la del sottile pannello di legno dal cornuto, che poi rientrò quasi di soppiatto, timoroso di farsi cacciare ancora.
Era del tutto prostrato.
Eppure, chissà quanto godette agli insulti che S gli lanciava.
C’è da dire che quando domandava “sono proprio finito come uomo? Non ti scoperò più? Mi dai almeno un bacio?” si metteva volontariamente nelle condizioni di ricevere risposte sferzanti.
Lì vidi quanto S era perversa: stava godendo della situazione, godeva con il cervello tanto quanto con la figa.

Quando venne il momento di essere penetrata analmente abbozzò una debole resistenza, ma io sapevo bene (me lo aveva detto lui in precedenza) che il culo lo dava a un uomo deciso.
Fui deciso.
A quattro zampe come una cagna, non aveva protezione.
Spinsi lentamente quel buco segreto, ancora chiuso.
Una breve resistenza venne in breve sconfitta.
Lo sfintere cedette sotto la pressione, lo vidi dilatarsi improvvisamente, mentre affondavo nel suo culo centimetro dopo centimetro, finché le palle si appoggiarono con decisione sulla sua figa.
I primi movimenti furono gentili, ma appena avvertii che si era del tutto rilassata la sfondai con decisione: ormai scivolavo fino al suo intestino senza difficoltà.
Ogni volta che uscivo del tutto il cornuto vedeva distintamente l’ano di sua moglie palpitare, cercare di chiudersi con piccoli scatti, per poi venire di nuovo aperto.

“Indovina dove schizzo adesso tua moglie, cornuto?” gli chiesi.
Era una domanda retorica.
Lo sapevo io, lo sapeva lui, lo sapeva la troia che, quando le fu comandato, si mise in ginocchio.
Il cuck dovette assistere allo spettacolo di me che mi masturbavo mentre la Troia mi leccava i coglioni per portarmi all'esplosione.
Non resistetti a lungo: la combinazione del bellissimo viso di lei, di quelle due paia di occhi che mi fissavano il cazzo, e la dolcezza sapiente della bocca di S ebbero velocemente ragione di me.
Lo volevo.
Volevo imbrattare quel viso.
“Apri la bocca troia” ordinai, come molte altre volte avevo fatto traendone sempre lo stesso godimento mentale.
Il cuck vide a poca distanza i miei schizzi... lunghi, corposi.
Le coprirono le labbra, la lingua avidamente protesa, le guance.
La bellissima S, l’incantevole S, la moglie e madre devota si era trasformata in una maschera di sperma gocciolante.
In segreto.
Per tutti era e avrebbe continuato ad essere insospettabile.
Solo io conoscevo la sua natura più intima e segreta.
Io e il cuck.

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