STORY TITLE: Una piacevole trasferta 
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Una piacevole trasferta


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Una piacevole trasferta

by gianlecca
Viewed: 789 times Comments 2 Date: 11-09-2019 Language: Language

Durante una trasferta di lavoro di qualche anno fa mi ritrovai in un albergo dove alloggiava una scolaresca in gita studio, confusionari e casinisti avevano la fortuna di essere accompagnati da un corpo docenti di tutto rispetto, soprattutto dal corpo di una giovane insegnante napoletana, fisicamente eccezionale.
Anche se vestiva casual per meglio seguire gli spostamenti nelle escursioni, si vedeva che l'insegnante amava essere femminile comunque e adorava essere guardata e ricevere commenti, i colleghi anziani, non perdevano l'occasione di perdersi nelle sue camiciette sbottonate e jeans attillati che mettevano voglia di afferrarla per le chiappe.
Una vera bomba, ben proporzionata e con le forme giuste da vera femmina mediterranea, che sa tenere gli uomini in pugno in svariati modi a seconda l'età.
Dopo un paio di sere passate a silenziosi sguardi, privi quasi di espressioni, casualmente ci trovammo a parlare a causa di alcuni problemini originati dai suoi studenti, ed emerse che erano miei corregionali.
Poco a poco la conversazione si espanse su varie curiosità; dove lavori, dove vivi, le proprie esperienze e i luoghi visitati, situazioni sentimentali, fatto sta che al bar dell'albergo ci passammo un pò di tempo, quella sera e anche quella seguente.
Ad ogni ora si scopriva qualcosa in più di uno e dell'altra, lei mi parlò molto del suo boy, e di quali difficoltà avevano dovuto affrontare per avere un lavoro stabile, e che finalmente si sarebbero ricongiunti, grazia al trasferimento del suo toro, come lo chiamava.
Avevo notato che si sentivano parecchie volte durante le serate e che lei spesso si imbarazzava e si spostava in zone appartate dove scoppiava in risate scoppiettanti con le lacrime e finiva con: Amore poi ti racconto, lo sai che non ti nascondo nulla.
Mi disse a tarda sera che avrebbe voluto staccare per almeno una sera, uscire per un pò di libertà, che non aveva problemi e il suo boy, che le permetteva tutto e la assecondava nei suoi desideri, il problema erano i colleghi.
Le suggerì una via di fuga, tipo mission impossible, l'uscita dal parcheggio al pianoterra, ma il rientro avrebbe dovuto entrare dalla porta principale e se molto tardi suonare il campanello.
Mi ringraziò ridendomi in faccia, mi disse che voleva uscire ma in compagnia, un tour per la città per staccare dal lavoro e ragazzi.
Mi lasciò come un coglione la sua allegra schiettezza e ripresomi dopo qualche secondo, dalla mia bocca uscì un timido: Se hai piacere della compagnia del sottoscritto un perfetto sconosciuto....domani sera potrei portarti a cena, sarai mia ospite e a seguire fare un giro nel centro dopocena....l'unica cosa che mi riuscì di dire, forse neanche pensata...troppo preso da quella procace bellezza napoletana e da un certo giramento di testa...se si può definire così.
Ci lasciammo che lei avrebbe fatto l'impossibile per uscire e che aveva, a suo dire già studiato un

piano

mentre noi parlavamo di cenare, mente diabolica.
Il giorno seguente al rientro in albergo sentii dire che qualcuno della scolaresca non si sentiva molto bene, la professoressa napoletana quindi l'uscita era da considerarsi sfumata.
Dopo un pò di tempo squillò il telefono in camera risposi, e dall'altra parte mi trovai la bella napoletana che quasi sottovoce mi diceva di farmi trovare in macchina a una precisa ora, cioè quando tutti sarebbero stati a cena.
All' ora X ero in macchina quando apparve una figura vestita con un impermeabile leggero, cappuccio alzato e ricurva su se stessa. Un personaggio da film di Dario Argento o da horror giapponese?
Era la prof nella sua interpretazione migliore....saltò in macchina dietro e si abbassò io parti e usci dal parching.
Fece il viaggio dietro, e mi accorsi che sotto l'impermeabile la signora indossava
un bell'abito nero attillato e che le facevano risaltare le forme, si intravvedeva un pò di calza, davvero una manza da urlo.
Cercavo di inquadrarla nello specchietto ma perdevo qualcosa di lei, avrei dovuto mettere lo specchio in verticale....me la gustavo mentre andavamo verso la trattoria, la vedevo camminare e ondeggiare su quelle scarpe, mai neanche immaginata così, sempre in jeans, entrati in trattoria, diciamo così, quasi non svengo dall'emozione quando tolto il soprabito vedo la scollatura generosa del vestito.
Diventai credo viola quando intorno a me gli avventori la videro e sembrò che per un attimo il mondo si fosse fermato a guardarla, e lei, se ne era accorta e si gustava il momento, un'altra interpretazione.....poi seduta, tutto tornò normale, gli sguardi, le discussioni interrotte e la mia pressione davanti a quelle tette si calmò. Tutto in pochissimi minuti.
Poco dopo aver ordinato. la conversazione si interruppe diverse volte per rispondere ad alcune telefonate, una mi sembrava del suo boy, al quale raccontava dove si trovava e che era in mia compagnia, in certi momenti si sentivano pezzi di parole, e mi sembrò che lui le chiedeva se avesse preso del vino, lei ridendo gli disse di non averlo ancora fatto e che quella sera avrebbe scelto un buon bianco, e si raccomandò di non preoccuparsi che l'avrebbe chiamato il giorno seguente per raccontargli la serata.
Arrivò una successiva telefonata dove sembrò quasi la fotocopia di quella precedente e neanche a farlo apposta sembravano domande simili, abbigliamento posto, menù e destinazione per il dopo cena.
La serata corse via velocemente tra ostriche e i loro poteri, e risate che facevano sobbalzare le sue tette di marmo.
Bella la passeggiata dove ci trovammo a camminare abbracciati senza neanche accorgerci, e guardarle le gambe velate uscire dal impermeabile, quando allungava la gamba destra si intravvedeva il bordo della calza, il che voleva dire che il vestito si era notevolmente sollevato e quando salì in macchina ne ebbi conferma.
La vidi entrare tutta scosciata, il soprabito le impediva di sedersi bene e il vestito era tutto su, le vedevo perfettamente il tanga nero lucido, depilata.
Lei se ne accorse che la stavo ammirando e mi premiò prolungando la visione sistemandosi con calma. Quella donna era un vulcano di passione, erotismo sensualità. Durante il tragitto prese in mano il comando, in tutti i sensi, mi disse che non voleva assolutamente andare a dormire e che come avevo ben capito voleva stessimo assieme, usciti dalla macchina la inchiodai sul muro con la lingua in bocca, le si lasciò andare avvinghiandomi con una gamba e strusciando la figa contro la mia coscia.
Che ulteriore scenario si stava aprendo, un altro aspetto che fino a pochi giorni prima era impensabile, ci ravanavamo le bocche con lingue e ci avvinghiavamo, eppure c'era qualcosa che mi sfuggiva.
Prima di salire lei mi disse che le ostriche le facevano strani effetti, la facevano accaldare e qualche volta anche perdere il controllo, e a proposito le ricordai che non aveva fortunatamente bevuto nessun vino bianco come aveva detto alle telefonate della cena. Forse le avrebbe fatto male.
Scoppiò a ridere e mi prese per le palle in tutti i sensi e tirandomi mi disse faccia faccia che delle telefonate non avevo capito nulla, erano stati in sequenza marito e toro....a gli chiedevano se mi avesse già fatto un bel pompino con ingoio già prima di cena e lei come annunciato lo aveva lasciato per ultimo, come dessert della serata....che era ancora lunga e piena di sorprese...prima che lo potesse realizzare.



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