Oscuro e increspato come un garofano viola
Respira, umilmente acquattato tra il muschio
Umido ancora d'amore che segue il dolce pendio
Delle natiche bianche sino al limite dell'orlo.
Filamenti simili a lacrime di latte
Hanno pianto, sotto l'austro crudele che li respinge
Attraverso pietruzze di marna rossiccia,
per andarsene là dove il pendio li chiamava.
S'accoppia spesso la mia bocca alla sua ventosa.
La mia anima, del coito materiale gelosa,
Ne faccia il lacrimatoio fulvo e il nido dei singhiozzi.
E' l'oliva svanita e il flauto grazioso
E' il tubo ove discende la celeste pralina
Chanaan femminile nel madore dischiuso.
(Ode al culo, P. Verlaine - A. Rimbaud)