STORY TITLE: L’Amico di Lavoro parte III 
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STORY

L’Amico di Lavoro parte III

by booocooo
Viewed: 21 times Comments 0 Date: 07-08-2025 Language: Language

Il Banchetto



«Alzati.»

La presi per i polsi e la sollevai, sentendo il suo corpo tremare di desiderio represso. I suoi occhi erano due pozzi neri di bisogno, le labbra socchiuse in un respiro affannoso. La guidai verso il lungo tavolo da riunioni in mogano, lucido come uno specchio sotto la luce fioca delle lampade a sospensione.

«Stenditi.»

Con un gesto lento, la feci adagiare sul legno freddo. La schiena si inarcò appena quando la superficie toccò la sua pelle accaldata. Le cosce, ancora umide della saliva di lui, si aprirono in un invito silenzioso.

Mi chinai su di lei e iniziai a assaggiarla.

Labbra sul collo. Lingua lungo il solco tra i seni. Un morso delicato sull’interno coscia, mentre le mie dita tracciavano cerchi sempre più stretti attorno al suo clitoride, senza mai toccarlo davvero.

«Per favore…» gemette, afferrandomi i capelli.

Dietro di lei, lui si era seduto, i pantaloni slacciati, il cazzo in pugno. Lo stava masturbando con movimenti lenti, gli occhi fissi su di noi.

«Guardala» mi disse, la voce roca. «È tuora ora.»

Finalmente, posai la punta del mio cazzo sulle sue labbra bagnate, premendo appena, lasciando che il suo corpo mi inghiottisse solo un centimetro. Poi ritirai.

«No!» si contorse lei.

Rifeci il gioco. Avanti e indietro, la punta che sfiorava il clitoride ad ogni colpo superficiale, finché non mi afferrò i fianchi con forza.

«Prendimi. Ora.»

Non se lo fece dire due volte.

Affondai in un colpo solo, fino all’ultimo centimetro.

Dio, era stretta.

Lei urlò, le unghie che mi graffiarono la schiena mentre iniziavo a muovermi, lunghe, lente, profondissime pompate. Il tavolo scricchiolava a ogni spinta, il suo corpo che sussultava sotto di me.

Lui intanto si masturbava, i colpi delle mie anche che sembravano dettare il ritmo della sua mano.

«Più forte» ringhiò.

Obbedii.

Le afferrai le caviglie e le spalancai ulteriormente, cambiando angolazione. Lì.

«SIII!»

Il suo gemito fu straziante, mentre il primo orgasmo la travolgeva. Ma io non mi fermai.

«Ancora» ordinò lui.

E io continuai a consumarla, il sudore che ci univa, il suo nome sulle mie labbra.

Bobbo, <04/08/2025 12:55>

La Gola Profonda



Il legno del tavolo gemeva sotto il nostro ritmo, ogni colpo più deciso del precedente. Lei era una sinfonia di suoni—gemiti strozzati, respiri spezzati, il clap umido delle mie cosce contro il suo culo mentre la penetravo con colpi lunghi e profondi.

Lui non resistette più.

Con un ringhio, si alzò e le afferrò la testa, guidando il suo cazzo dritto tra quelle labbra socchiuse.

«Prendilo tutto, amore» sibilò, mentre le sfiorava la lingua con la punta.

E lei obbedì.

Ingoiò lui mentre io la riempivo, la gola che si contraeva intorno alla sua asta, le dita che si aggrappavano al bordo del tavolo. I suoi occhi lacrimavano, ma non si tirò indietro—lo voleva, ogni centimetro, ogni gemito soffocato.

Io accelerai, afferrandole i fianchi per scavare ancora più a fondo. «Ecco così… senti come ci vuole?» le sussurrai, mentre il suo corpo iniziava a tremare di nuovo.

Lui le tirava i capelli, il cazzo che le martellava la gola in sincrono con le mie spinte. «Guardami mentre ti sfondo» le ordinò.

E lei lo fece.

Gli occhi pieni di lacrime, le guance arrossate, si abbandonò a noi, al piacere brutale di essere usata, riempita, completa.

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