La Tensione Sottile
by MisterFive
Il tarlo del dubbio e del desiderio si era ormai insinuato sottopelle, rodendo le certezze del mondo a due di Giacomo e Lucia. Per lui, l'immagine di Lucia tra le braccia di un altro era diventata un'ossessione che andava oltre la semplice eccitazione: era una scintilla di un potere nuovo, la possibilità di spingere i confini del loro amore, ma anche la sottile paura che un desiderio così inatteso potesse, in qualche modo, incrinare ciò che avevano costruito.
Sono davvero abbastanza per lei, o ha bisogno di questo per essere completa?
si chiedeva Giacomo nei suoi momenti più vulnerabili. Per lei, quel
no
categorico pronunciato con tanta sicurezza si era via via ammorbidito, trasformandosi in una serie di
e se...?
, mescolata alla vergogna di desiderare qualcosa che la società le aveva insegnato a considerare tabù.
Durante i loro rapporti, che prima erano un rifugio sicuro, ora le fantasie di Giacomo si facevano strada, trasformando ogni tocco in un potenziale terreno di esplorazione.
Immagina,
sussurrava lui, la voce roca e tremante di desiderio, mentre i loro corpi si intrecciavano,
di sentire altre mani su di te. Altri baci. Ti piacerebbe? Mi diresti come ti senti?
E Lucia, che all'inizio deviava, o rispondeva con un silenzio imbarazzato, ora iniziava a giocare con quelle parole, a lasciare che l'idea le accarezzasse la mente. Gemeva, si stringeva a lui, ma un'esitazione si leggeva ancora nei suoi occhi verdi. L'eccitazione saliva a dismisura, i loro orgasmi diventavano più intensi, quasi violenti, come se l'aggiunta di un elemento proibito li rendesse più profondi, più viscerali.
No, questo è solo un gioco,
si ripeteva Lucia, cercando di ricacciare indietro il veleno dolce della curiosità, ma sentendo il limite della razionalità sfilacciarsi un po' di più ad ogni tocco.
Fu in quel periodo di sospensione, di desiderio latente, che nel centro estetico dove Lucia lavorava, comparve un nuovo cliente. Il centro era un'oasi di calma, profumata di oli essenziali e creme idratanti, con una musica soffusa che filtrava nell'aria. La prima volta che lo vide entrare, Lucia alzò lo sguardo dalla sua postazione e fu colpita. Non era un ragazzino, forse qualche anno più giovane di lei e Giacomo, ma aveva un bel fisico, asciutto e curato, capelli rasati corti che gli davano un'aria pulita e decisa, e un sorriso... oh, quel sorriso era di quelli che ti arrivano dritti dentro l’anima, con una piega maliziosa agli angoli delle labbra. Si chiamava Lorenzo. Era lì per cerette, massaggi, trattamenti che di solito erano appannaggio femminile, un dettaglio che già lo rendeva singolare.
Lorenzo cominciò a frequentare il centro estetico con una certa regolarità. Il suo savoir faire, quella naturale disinvoltura nel parlare, nel fare battute, si mescolava al tumulto interiore di Lucia. Tra un appuntamento e l'altro, si sviluppò una certa complicità. Parlavano del più e del meno, scherzavano, e Lucia si ritrovò a sentirsi inaspettatamente a suo agio con lui. Lorenzo, forse intuendo una certa disponibilità, una scintilla diversa nello sguardo di Lucia, un pomeriggio, mentre lei gli passava l'appuntamento successivo, si fece coraggio. La sua mano sfiorò inavvertitamente quella di Lucia mentre le porgeva il biglietto, un piccolo, impercettibile shock elettrico.
Senti Lucia,
disse, il suo sorriso si allargò un po', la voce bassa e avvolgente,
qui vicino c'è un bar carino. Ti andrebbe di prendere un drink, magari stasera, dopo la chiusura?
Lucia sentì il cuore fare un balzo, un colpo improvviso nel petto. Era lusingata, scombussolata, un turbine di emozioni contrastanti. Era reale. Ma per il momento, la razionalità ebbe la meglio, o forse fu la paura dell'ignoto a prevalere.
Oh, Lorenzo, grazie mille, ma stasera proprio non posso,
rispose, la voce un po' più acuta del solito, tradendo il suo disagio,
ho già un impegno.
Rifiutò, ma il suo sguardo indugiava un secondo di troppo su di lui, mentre nella mente le immagini di Giacomo e delle sue fantasie si sovrapponevano.
Una sera, dopo l'ennesima visita di Lorenzo al centro estetico, le battute tra loro erano state particolarmente stuzzicanti, quasi un flirt aperto, giocoso, ma con una tensione palpabile che Lucia sentiva ogni volta che le loro mani si sfioravano o che i loro sguardi si incrociavano nello specchio.
Mi sa che le tue mani hanno un potere speciale, Lucia,
le aveva detto lui con un occhiolino, mentre lei gli applicava una crema sulla schiena,
rendono tutto meno... doloroso.
Lucia era tornata a casa con un'eccitazione che le vibrava nelle vene, e una serie di dubbi che le martellavano in testa. Si sentiva come una farfalla in un barattolo, sbattendo le ali contro pareti invisibili. Era un'emozione nuova, potente, e non poteva più ignorarla.
Non ce la faceva più a tenere tutto dentro. Quella fantasia di Giacomo, che lei aveva liquidato con un
mai
, stava vacillando in modo pericoloso. In fondo, quella sera con Lorenzo, le sue battute, i suoi sguardi, il modo in cui l'aveva fatta sentire desiderata... non era stato così male. Anzi.
Giacomo,
cominciò, sedendosi accanto a lui sul divano, il cuore che batteva forte,
devo parlarti di una cosa. Riguarda Lorenzo.
Lui la guardò, percependo subito la serietà e la vibrazione nella sua voce. Lucia raccontò di Lorenzo, dei suoi appuntamenti al centro, delle battute sempre più audaci, del suo invito a bere qualcosa. Non tralasciò un solo dettaglio: la mano sfiorata, il sorriso accattivante, l'aria intrigante. Ogni parola che pronunciava osservava la sua reazione. Gli occhi di Giacomo si sgranavano, il respiro si fece più profondo, quasi un ansimo. Era sconvolto, sì, una reazione viscerale, ma l'eccitazione gli si leggeva in viso, un fuoco che gli incendiava gli occhi, un'ombra di possessione che brillava nel suo sguardo.
E.… e hai accettato?
chiese lui, la voce quasi un sussurro, carica di un'attesa quasi dolorosa.
No,
rispose Lucia, abbassando lo sguardo per un istante, per poi risollevarlo su di lui con una nuova determinazione,
ma... ma ci ho pensato. Tanto. E, beh, ho quasi detto di sì. Eravamo lì, a due passi da me.
Quella sera, fecero sesso esplosivo. Giacomo la prese con una foga nuova, quasi avida, come se volesse possedere non solo lei, ma anche l'idea di lei con un altro. Lucia, per la prima volta, si lasciò andare completamente ai racconti, alla descrizione di Lorenzo, del suo fisico asciutto, del suo sorriso intrigante, delle sue battute. Ogni dettaglio era benzina sul fuoco della loro passione, un veleno dolce che li consumava. Giacomo la possedeva con una foga nuova, mormorandole all'orecchio frasi che mai le aveva detto prima, mescolando il piacere al nome di Lorenzo, in una danza perversa e sublime.
Com'era, Lucia? Cosa ti ha detto? Cosa avresti voluto fargli?
Lucia capì. In quel momento di estasi, di totale abbandono, decise. Quella fantasia di Giacomo non sarebbe rimasta solo sua; l'avrebbe fatta diventare anche la sua. Non più una cosa di lui, ma di entrambi. La razionalità si era piegata al desiderio, alla curiosità, a una nuova forma di avventura che sentiva di voler esplorare. Era un passo enorme, ma sentiva che, con Giacomo al suo fianco, poteva farlo.
Il giorno dopo, con una calma apparente che nascondeva un uragano interiore, Lucia mandò un messaggio a Lorenzo.
Per il drink... ci sono. Stasera, alle otto, al solito bar.
Quando si preparò per l'appuntamento, un'eccitazione febbrile la pervase. Ogni gesto era carico di significato: la scelta dell'abito che le scivolava addosso, il trucco leggero, il profumo che spruzzava sul collo. Si sentiva bella, audace, diversa. Salutò Giacomo, che le diede un bacio lungo e intenso, gli occhi che brillavano di un'emozione indescrivibile, un misto di desiderio, orgoglio e una sottile, quasi impercettibile, apprensione. L'accordo era chiaro: ogni dettaglio, una volta tornata a casa.
Al bar, l'atmosfera era rilassata, un ronzio di voci e tintinnio di bicchieri. Lorenzo era affascinante, attento, la sua presenza carismatica riempiva lo spazio. Dopo qualche chiacchiera iniziale, Lucia si fece coraggio, il cuore che le batteva all'impazzata. Prese un sorso del suo cocktail, la voce ferma ma con un leggero tremore.
Devi sapere una cosa, Lorenzo,
iniziò, incontrando il suo sguardo,
il fatto che io sia qui, stasera, è una cosa di cui il mio compagno è a conoscenza e con cui è d'accordo.
Lorenzo la fissò per un istante, il suo sorriso non vacillò, anzi, si allargò, gli occhi che brillavano di una nuova, acuta curiosità.
Ah, capisco,
rispose, la voce bassa, quasi un sussurro complice,
un gioco interessante. E lui... è curioso di sapere come andrà la serata?
Lucia annuì, un nodo alla gola che si scioglieva in una strana sicurezza. Lorenzo si manifestò interessato, divertito, disposto a giocare quello strano
gioco a tre
invisibile, dove le regole erano ancora da scrivere. Al momento dei saluti, fuori dal bar, l'aria era fresca e promettente. I due si guardarono, un silenzio denso di aspettativa. Poi, Lorenzo si chinò e la baciò. Un bacio morbido, inaspettato eppure atteso, un sapore nuovo sulle labbra di Lucia, diverso da Giacomo, ma comunque elettrizzante.
Allora,
disse, allontanandosi di poco, i suoi occhi che le leggevano dentro,
che ne dici di una cena la prossima settimana? Magari con più... tempo per approfondire?
Lucia annuì, il cuore in gola, la mente già proiettata in avanti.
Mi farebbe piacere.
Lucia tornò a casa che l'eccitazione le faceva tremare le gambe, una sensazione di adrenalina e trionfo. Trovò Giacomo seduto sul divano, in attesa, l'ansia mista a curiosità dipinta sul volto. Senza dire una parola, gli si buttò addosso. Fecero sesso immediatamente, selvaggio, liberatorio, quasi una conferma, una celebrazione di quel primo passo. Tra un gemito e l'altro, tra un bacio e una carezza, Lucia raccontò tutto: il bar, la conversazione con Lorenzo, la sua reazione, il bacio, l'invito a cena. Ogni parola era un'iniezione di adrenalina pura per Giacomo, ogni dettaglio una conferma del fatto che quella fantasia era ora una realtà condivisa.
Giacomo era stravolto, eccitato e felice. Il suo corpo tremava, le mani le accarezzavano i capelli, stringendola forte, come se volesse assorbire ogni sensazione di quella serata.
Una cena... una cena intera,
mormorò, la voce roca e piena di un'emozione quasi febbrile, il sorriso stampato in faccia. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno stabilito, un'attesa che era ormai un desiderio bruciante, un misto di eccitazione pura e una curiosità insaziabile per ciò che il futuro avrebbe portato.
Una fantasia che sembrava irrealizzabile, un limite invalicabile, alla fine invece… si stava materializzando, passo dopo passo, in un nuovo, inesplorato capitolo della loro vita. Il gioco era appena iniziato, e i confini della loro bolla d'amore erano destinati ad espandersi, o forse, a rompersi del tutto. Solo il tempo lo avrebbe detto.