whore for a day
by arnia2Gesehen: 398 Mal Kommentare 4 Date: 12-02-2024 Sprache:
se l’essere fatto cornuto desiderava diventarlo con tale insistenza, perché non accontentarlo adoperandomi affinchè lo potesse divenire ben oltre la sola immaginazione, tuttavia facendogli portare un simile fardello in maniera talmente concreta che non se ne sarebbe di sicuro dimenticato con altretta facilità, come avveniva nelle condivisibili fantasie.
il modo migliore che da ciò gliene derivasse anche una ben più cocente umiliazione non poteva che provenire attraverso l’individuazione di un soggetto talmente comune da essere prescelto tra coloro che sarebbero stati disposti ad acquisire i miei favori anche attraverso una contropartita in ordine economico.
ecco allora che per quel giorno mi sarei concessa a beneficio di una persona che, solo a fronte di un adeguato corrispettivo, avrebbe ottenuto le mie più esclusive presazioni, e con esse la completa facoltà di attribuirsi quanto altrimenti non gli avrei mai concesso in altra misura.
non mi fu certo difficile individuare il luogo idoneo dove porre in essere il trasgressivo intendimento, ma prima obbligando il mio compagno ad accompagarmi in un locale frequentato in prevalenza da soggetti di sesso maschile dediti alla ricerca di piaceri erotici anche a pagamento.
all’interno del locale le presenze femminili erano per lo più limitate ad esibizioni a carattere erotico, ed in abbigliamento succinto su di un palcoscenico attorno al quale anonimi avventori si godevano lo spettacolo offerto, e che, avvicinati da alcune donne, altrettanto disinibite, venivano sollecitati a consumare bevande che ne accrescevano ancor più l’espansiva euforia.
abbandonando il mio compagno al ruolo di inerte spettatore, e mescolandomi a quel pubblico etorogeneo, non fu neppure troppo complicato attrarre anche su di me l’attenzione, iniziando a selezionare con cura colui che intendevo addescare per lo scopo che mi ero prefissa.
alla fine un anziano individuo, il cui aspetto in condizioni diverse dalla rappresentazione in cui mi ero calata, non avrebbe suscitato in me alcuna forma di interesse, ora lo andavo invece incentivando nel prosieguo esplicito di quel singolare contatto.
non ci volle molto per fargli comprendere quali fossero le reali modalità che ancor più facilmente gli avrebbero consentito di farmi rendere disponibile ad assecondarne le sue mire palesemente inequivocabili, dichiarandomi pronta ad assecondarlo come ormai ampiamente aveva compreso.
rivolgendo un fugace sguardo al mio compagno, che visibilmente turbato assisteva passivo ed inerme al mio allontanamento in compagnia dell’anonimo soggetto assieme al quale mi stavo accompagnando, già immaginavo delle tormentose elucubrazioni mentali che lo avrebbero accompagnato durante la mia intera assenza, vedendo quanto il prescelto fosse l’antitesi più assoluta di una anche pur minimale attrattività estetica.
oltretutto il fatto di aver preteso che indossasse una di quelle apposite gabbiette, a contenimento della virilità maschile, aggiungeva olteriore perverso sapore al trasgressivo gioco che mi stavo apprestando a generare.
nella stanza all’interno del motel dove sarebbe stato consumato l’atto adulterino con l’ignaro comprimario di una simile trasgressione, iniziai a spogliarmi, osservandolo fare altrettenato, dominando il contrastante senso di ineludibile repellenza alla visone materiale delle flaccide adiposità di colui che mi stava di fronte.
la sua completa nudità si accompagnò in modo ancor più evidente con le dimensioni della minuscola protuberanza genitale che, penzolandogli tra le gambe tornite, egli andava manipolandosi con l’esplicita pretesa che ne avvolgessi la forma con la bocca in un audacissimo contatto orale.
se puttana volevo essere come una puttana dovevo saper esercitare, così le mie labbra, avviluppando interamente quel pene, iniziarono a stimolarlo come molti avrebbero sognato di vedermi fare con altrettanta voluttuosa compartecipazione.
in fondo, pensando nel contempo che si trattava alla fine solo di un pene, me lo introdussi per bene nel palato, facendolo scoparire per intero, e succhiandolo come se fosse una golosa prelibatezza, lo munsi con la maestria di cui so dimostrarmi molto capace, estraendone la repentina minzione spermatica che, a miglior soddisfazione del suo ego, gli mostrai sulla lingua prima di ingurgitarla completamente, sentendomi davvero come una grandissima quanto insospettabile troia.
ripresentandomi poi al mio compagno, come se nulla fosse avvenuto, lo trovai in un pietoso stato di evidente ansietà, che perfidamente decisi di accrescere ancora di più, iniziando a descrivergli dell’accaduto con dovizia di particolari, soprattutto quando, una volta fatto riprendere quel mio occasionale amante dal prologo orale, ne guidai la minuscola protuberanza verso quell’ambitissimo anfratto che, dischiudendosi tra le mie cosce, lo accolse gratificandolo nell’ambito traguardo che altri avrebbero sognato di poter esplorare.
a quel punto il mio compagno mi supplicò di liberarlo dalla dolorosissima costrizione in cui lo avevo obbligato, cosa che feci mentre, a bordo del veicolo che conduceva alla volta di casa, sciogliendolo dal castrante sortilegio, eiaculò impossibilittato dal trattenersi oltre, apostrofandomi con gli epiteti che sapevo di essermi ampiamente ben meritata.