“Stronza No, Magari Giusto Un Po’ Puttana”
by il_MedicoGesehen: 513 Mal Kommentare 1 Date: 30-03-2023 Sprache:
Dannati turni estivi. Non abbiamo avuto la possibilità di coordinarci e scegliere un periodo per partire insieme.
Giovedì 3 Agosto 2006.
Vanessa aveva raggiunto da pochi giorni il fratello in Sicilia. Una partenza improvvisata. Nulla di programmato a causa delle ferie che ci erano state imposte dalle differenti esigenze di lavoro. Una settimana da sola senza me. Telefonate e messaggi erano l’unico modo per tenerci in contatto.
“dove ti trovi adesso Amore… descrivimi il posto...”
“Un'atmosfera unica. Una moltitudine di vicoli che incorniciano una
piazzetta
o per meglio dire
la piazzetta
. C'è un'atmosfera indescrivibile... ma... Manchi tu!!! Dovrò consolarmi in qualche altro modo...”
“Stronza”
“Stronza no, magari giusto un po’ puttana”
e subito dopo mi arriva un ulteriore messaggio…
“ti aspetto all'angolo di quella piazzetta a mezzanotte in punto sarò vestita tutta di bianco... ti voglio... abuserei di te anche in pubblico...”
“mi sa che hai sbagliato destinatario”
“no… volevo che sapessi che stasera ho voglia di fare la Troia”
Ennesima frustata frustrante… non ci si può abituare ad essere cornificati.
Ti immagino presa da dietro su gradini di marmo freddi, delle mani che violano il tuo corpo.
Una calda serata di agosto, il sudore che ti appiccica il cotone leggerissimo del vestito addosso, delineando in modo spudorato le forme più intime del tuo corpo.
Un perizoma fradicio che separa morbidamente le tue labbra e che, ogni passo che fai, senti che stimola il tuo eros.
Come una leggera masturbazione.
I tuoi capezzoli rigidi traspaiono, avvolti da un minimo di tessuto non più fresco come quando lo hai indossato, prima di uscire da una doccia refrigerante.
La tua testa in panne, il vino la ottunde. Gambe offerte alla vista di chiunque, spalle e petto che invitano ogni uomo che tu abbia anche solo incrociato, a scoparti con gli occhi.
Si chiude il portone dietro te, sali lentamente i primi gradini di una fredda scala sconosciuta, il ticchettio dei tacchi dei tuoi sandali gioiello evocano una erezione impareggiabile.
Ed è in questa realtà così lontana da me che mi racconti di mani impudenti che scovano il tuo erotismo pronto ad accoglierle. Masturbano il tuo seno nudo, con scarsa delicatezza ma energica fermezza.
Non hai il tempo di gustare quelle emozioni che il sesso ti sa dare, quando si inizia a percepire la consapevolezza che godrai del piacere sessuale di un uomo che non sarò io.
Mentre la tua mente gode dei particolari di questa serata dalle forti tinte fedifraghe, un cazzo pulsante per te spinge tra le tue gambe. Lo afferri per non essere subito impalata ed inizi a gustarne il sapore. Ma la foga del tuo amante non si doma, non sa godere come ne godrei io del movimento soave della tua bocca che scivola su quell’asta infuocata di desiderio. In un attimo ti trovi penetrata e sbattuta da dietro! Senti la prepotenza di quel ragazzo occasionale infonderti un calore rovente tra le labbra della tua fica intrisa dei tuoi umori, gocciolante di piacere.
Sei padrona e schiava, principessa e cortigiana, santa e troia.
Sei tutto ed il contrario di tutto.
Sudore, energia, odori di sesso.
Urla soffocate stordiscono la tromba delle scale, teatro di una scopata animalesca che ti ha fatto sentire i piaceri della penetrazione orale vaginale ed infine… anale.
Ed ancora… bocca impastata di umori maschili, fica in fiamme il cui calore è stemperato dalle tue secrezioni, ed un pene che continui a far andare su e giù nel culo fino a sentirne l'esplosione violenta.
Ed io mi masturbo immaginandoti così senza poterti avere, arso dal desiderio di vendetta.
Tu mi fai impazzire, mi fa impazzire l'idea che tu non sia tra le mie mani, sul mio corpo, a portata della mia bocca per poterti sentire eccitata per prenderti con dolcezza e violenza, per riaffermare il fatto che…
TU SEI MIA.