ERZÄHLUNG TITEL: Lei è il peccato 
Menu

Lei è il peccato


Avatar Author

Lei è il peccato

by Nikidisamo
Gesehen: 162 Mal Kommentare 2 Date: 09-07-2018 Sprache: Language

Voglio scrivere per te la fantasia erotica più eccitante che tu possaaver mai potuto pensare e subire su di te, sulla tue pelle, sulle tuelabbra. Sarai così eccitata, bagnata, aperta, che alla fine dellastoria che dovrai rifugiarti in bagno, a toccare le tue parti intime estringere i tuoi seni per darti piacere, per sfinirti di piacere. Inpieno orario d’ufficio, chiuderai la porta del bagno e in un balenotirerai giù prima la gonna, poi le calze. Infine ti siederai eallenterai un po’ il perizoma, il giusto per poter infilare la tuamano a contatto con la tua vagina, allagata di piacere. Porterai versole tue intimità il primo, poi il secondo dito, mentre con il pollicetoccherai il clitoride e inizierai a fare andare la tua manodolcemente. Mentre ti accarezzi il seno muoverai le dita forte, poisempre più forte, e ancora più forte, e poi fortissimo, e la manoschiacciata sul clitoride ti farà sciogliere in un calore, in unorgasmo che ti procurerà degli spasmi così intensi, così devastanti,che non ricorderai più chi sei e dove sei. Rimarrai per qualche minutoseduta nel bagno del tuo ufficio, sconvolta dal piacere dei sensi.E’ sera. Sono in hotel. Mi aggiro solo in boxer, nudo. Passo davantiallo specchio. Mi vedo e mi chiedo se potrò piacerti. Mi dico cheandrò bene.Il mio fisico è massiccio ma non enorme. Guardandolo nellospecchio esprime una idea di potenza sessuale che più in là siscaglierà contro di te. Sono eccitato. Eccitato all’idea di averti, dipossederti, di fare l’amore con te. Di regalarti una lunga serata dipiacere sessuale senza limiti.Tra pochi minuti il nostro incontro in reception. Ti starai preparandoe non vedo l’ora di sapere quale sorpresa riserverai per me. Tiimmagino nella tua stanza, mentre ti guardi allo specchio e pensi “conquesta gonna lo farò impazzire E quando andrà più a fondo saràcompletamente mio. Non potrà resistermi”.Quale gonna metterai? Quale camicia? Quale intimo? Avrai sempre quelbuon profumo di donna sulla pelle? E quella collana? Impazzisco perquella collana, così sottile e luccicante che è sempre un invitoirrinunciabile a baciare il tuo collo.Ti invio un sms. Sono pronto. Mi avvio verso la reception facendo lescale. Fresco di doccia, ho scelto la camicia rosa, slim, quella cheso ti piace tanto. Un pantalone attillato all’altezze delle cosce edel cavallo. Un deodorante che sa di uomo. Gel tra i capelli. Nienteocchiali, stasera. Lenti a contatto per godermi la lotta d’amorescivolosa e profonda che prima o poi accadrà.Mi sono fatto crescere la barba nei giorni scorsi. Non ho chiesto iltuo giudizio, né tu me l’hai dato. Di certo avrò l’aria più virile,più matura. E tu impazzirai, ne sono certo.Sono seduto sui divanetti, mentre nervosamente aspetto che tu miraggiunga. Ho prenotato in un ristorantino nel cuore del centrostorico di Nizza. Lo raggiungeremo a piedi, dal nostro hotel sullaPromenade des Anglais, passeggiando mano nella mano, senza chiedercidel tempo passato, senza domandarci del tempo futuro.Guardo l’ora. Sarai puntuale, lo so, non hai l’aria ritardataria esoprattutto non vuoi esserlo. Non stasera. Hai voglia anche tu diperderti in una serata senza tempo e senza condizionamenti. L’aria èfresca fuori, fresca come può esserlo una serata di ottobre in CostaAzzurra. Il cielo là fuori spara ancora i suoi ultimi bagliori, mentrela notte, piano piano, prende il suo posto e si accomoda sul mare.Un sms. Stai arrivando. Ti stavo aspettando ed ho il cuore in gola.Aspetto di vederti mentre scendi le scale. Fingo di leggeredistrattamente un giornale. Ma tengo d’occhio la scalinata che tra unpo’ ti rivelerà alla mia vista.Eccoti. Uno schianto. Uno spettacolo di una bellezza da togliere ilfiato. Hai scelto tutto con cura ed hai un look tanto esplosivo quantoincantevole. La camicia, rigorosamente bianca, disegna sul davanti laforma dei tuoi seni. Il colletto, ampio, mostra un collo che luccicaper via di quel solitario, così piccolo e lucente, che riempie diun’atmosfera seducente e romantica il tuo viso. La gonna è nera, edabbraccia i tuoi fianchi e i tuoi glutei in maniera dolce eavvolgente, ma non eccessiva. Le calze sono nere, velate. Chissà sesaranno quelle che mi fanno impazzire. Chissà se hai messo leautoreggenti. Mi piace immaginare di sì.Lo scarpino abbraccia il tuo piede, piccolo e morbido, e ne scopre laforma e l’eleganza. Hai i capelli sciolti, stirati, così scuri dasembrare in tinta con la notte che man mano si fa largo. Hai un visoincantevole, luminoso, gli occhi brillano e sanno di piacermi. Mifissi negli occhi, con un sorriso improvviso che destabilizza i mieisensi. Sei bella, incantevole, sai di esserlo e ti lasci ammirare.Mi avvicino a te. Ti accarezzo i capelli passando la mano sul lato,accompagnando una ciocca fin dietro le orecchie. Ti bacio in fronte.Ti avvicini a me, cerchi il contatto, mi annusi con il tuo sguardorivolto verso il mio petto. Poi ti cerco con gli occhi, tu li sollevie mi fissi ancora. Voglio baciarti. Ho la stessa voglia della primavolta. Ti accarezzo la guancia. Chiudo gli occhi e tu fai lo stesso.Le nostre labbra si incontrano ancora. Quanto tempo è passatodall’ultima volta? Sembra un’eternità. Il nostro bacio è romantico,appassionato, prolungato. Il tempo intorno a noi è sospeso mentre lenostre lingue si cercano, si intersecano con le nostre labbra, chehanno fame e sete le une delle altre. Così vogliose che quasibruciano. Dopo 1000 fotogrammi di te, con gli occhi chiusi intenta abaciarmi, sposto le mie labbra sulla guancia, affinchè il distacco nonsia immediato e doloroso.E mentre ti accarezzo le spalle e cerco di abbracciarti, tu, nonsazia, ti avvicini, ti metti sulle punte per arrivare al mio orecchioe mi sussurri: sono tua.Usciamo abbracciati dall’hotel. La notte ha già preso il suo posto ela luna si specchia nel mare. Il dolce dondolio delle onde che siabbattono sulla battigia ciottolosa ci accompagna verso il centro. Ilmio cuore è un affollarsi di sentimenti inesplorati, che siaccavallano e non mi lasciano tregua. Tu hai l’aria da micionasmarrita, con gli occhi di chi vuole le fusa ma con quello scintillionelle pupille che testimonia che sai cosa vuoi. E che sai tendere latrappola del suo fascino.Camminiamo per dieci minuti, abbracciati stretti, sussurrandoci paroleche sono un dolce e inutile frammezzo rispetto al desiderio cheabbiamo l’una dell’altro. Il ristorante è semi vuoto, le luci basse,le candele popolano solo alcuni tavoli di coppie che come noi,amoreggeranno bevendo del vino. Ti faccio accomodare, e ti accompagnocon la sedia, non prima di aver sbirciato le tue cosce, così piccole esode che le accarezzerei per tutta la vita.Il maitre ci illustra il menù, mentre accendo la nostra candela, edordino del vino bianco. Adoro il vino bianco, così delicato e frescosulle labbra che aiuta a dissetare e – al tempo stesso – ad assetarela mia voglia che ho di te.Brindiamo a noi, al nostro tempo, al nostro spazio in cui nessuno cipuò mai raggiungere. Perché è solo nostro, e in quanto tale unico,puro, vero ed eterno. Sorseggio un po’, tu fai altrettanto. Io sono difianco a te e mi avvicino per baciarti. Per sentire il saporedell’alcol sulle tue labbra.“Sono pazzo di te, questa è la serata in cui vorrei fermare il tempo.vorrei che ogni gesto, ogni sguardo rimanesse eterno”. Tu mi guardicon lo sguardo innamorato. Annuisci, perché sono le stesse sensazioniche vivi e vuoi vivere anche tu.La cena si alterna veloce tra specialità locali di pesce che siaccompagnano al vino fresco, che si avvicina sempre più verso il fondodella bottiglia. Le nostre parole sono sbiadite, smorzate dalle vocidegli altri intorno a noi e dalla musica di sottofondo, che raccontaciò che vorrei dire di te. Lo chansonnier canticchia “She”, di CharlesAznavour, e forse ha capito davvero chi sei, e chi sono io. Chi siamonoi, e cosa ci facciamo entrambi lì, in una notte che esiste o forseno, in un cielo che c’è ma non lo sa, in un abbraccio stretto tra noie il nostro cuore. La canzone ideale, per una serata senza tempo.Struggente di passione, ricolma di sentimento, inno per un amoresbattuto e contrastato.La cena scivola via tra sguardi seducenti e sorrisi sereni. Ti fissonegli occhi, in un modo così profondo che vorrei entrare dentro i tuoiocchi e strapparti fuori tutto l’amore e l’ardore che il tuo cuore didonna è in grado di provare. Tu ricambi, con lo sguardo di chi vuolemantenere a tutti i costi tutto ciò che sta promettendo. Ti passi iltovagliolo sulle labbra, delicatamente per risultare seducente edistratta al tempo stesso. Ma è una tua tattica ed io lo so. Ticonosco, perché sei mia. Lo sei sempre stata, forse.E’ iniziato, o sta entrando nel vivo, quel gioco di gesti, sguardi,contatti che ci porterà a vivere una notte, una sola notte, di piacereestremo, puro, senza regole e senza ritrosie. Per comunicarci un amoreche solo lì possiamo darci, e che possiamo darci con tutti noi stessi,andando anche al di la del sentimento, dell’amore che ciascuno di noista provando.Pago, salutiamo e ci incamminiamo per i vicoli del centro. La serata èadesso ancora più fresca, ed entrambi, vestiti leggeri ma accaldatidalla cena e dal buon vino, restiamo comunque stretti l’uno all’altra,senza dividerci nemmeno in un istante. Perché è la nostra notte, lanotte che abbiamo sempre sognato. Il vento ti accarezza i capellimentre ci dirigiamo in albergo, e ti scopre la fronte e il viso. Ionon resisto e ti bacio. Ti bacio intensamente, per strappartidall’anima tutto quello che solo stanotte puoi darmi. Ti bacio conpassione e tu ti abbandoni, un po’ alticcia, alla mia lingua e allemie labbra che esplorano ogni millimetro del tuo viso.E’ un attimo in cui subisci. Poi all’improvviso sei tu ad attaccare.Mi abbracci forte al collo e il gioco lo prendi in mano tu, stavolta.Io ti lascio fare, perché è dolce e forte il modo in cui lo fai. Ilfresco lascia il posto al calore dei nostri corpi, e acceleriamo ilpasso per tornare in stanza e dare fondo a tutto il nostro piùprofondo ed intimo desiderio.Entriamo in albergo, e ci dirigiamo verso l’ascensore. Oramai cistiamo divorando dalla passione e non ci stacchiamo le labbra di dossoneanche quando entriamo. Tu premi nervosamente il tasto di chiusura,mentre non smetti di baciarmi. Io ti spingo contro la paretedell’ascensore. Il vino è entrato in circolo e sono un motore senzaalcun freno. Sei mia, sei mia. Appoggio energicamente il mio corpo altuo, per non darti né scampo e né tregua, mentre le mie labbra tistanno divorando labbra, viso, guance e collo. I miei muscoli sono intensione, mentre tu cominci ad ansimare quando con le mie mani inizioad accarezzarti seni e fianchi. Un gemito, quasi un urlo e poi siamoarrivati al piano. Non facciamo neanche la prova a ricomporci. Lastanza più vicina è la tua, non c’è davvero tempo per proseguire dialtri 20 metri fino alla mia.La serratura si apre, non capiamo neanche come, entriamo in ungroviglio confuso di corpi e baci mentre con il piede chiudoenergicamente la porta, lasciando tutto il mondo fuori dalla nostrastanza, dalla nostra storia. Mentre ci appropriamo di un frammentodella nostra vita. Ormai sei mia, non hai più scampo, né via d’uscita.Sono eccitato e tu puoi già iniziare a sentire il mio sesso cheesprime una voglia pazzesca di te. Mentre continuo a baciartiattaccata al muro, inizio a sbottonarti la camicetta. Via il primo,via il secondo e anche il terzo bottone, e resti scoperta con ilreggiseno fucsia con pizzo nero che si intravede dalla camicia semiaperta. Scaravento le mie labbra sul collo mentre tu con le mani iniziad abbracciarmi le spalle, e sento le tue mani che affondano nella miacarne; il tuo piacere che inizia a farsi strada. La tua camicia èormai andata, ed io riesco a sentire con i palmi delle mani il caloredella tua pelle nuda, ormai completamente sciolta.Mentre ti accarezzo sui fianchi, toccando la tua morbida ed eroticapancetta, inizi a slacciarmi la cintura. La camicia la tiri, quasi lastrappi, fuori dai pantaloni. Io inizio a sbottonarmi mentre il tuointeresse si concentra sulle mie labbra, che baci, quasi bruci mentrecontinui ad allentarmi la cintura. Siamo in un vortice di baci, dilingue, di braccia, di capelli intorno che non capiamo dove finiscal’uno ed inizia l’altra. I nostri respiri sono affannosi e stannopreparando il benvenuto al piacere più totale che possa esistere. Lamia camicia vola al di la del letto, e il contatto della nostra pellenuda è fulmineo. Sento il calore su di me e, inebriato dal tuo profumoe dal tuo odore, finalmente porto la mano all’altezza del tuo sedere.Lo palpeggio, lo stringo, lo voglio tutto per me e te lo facciocapire. Sposto la gonna verso su ed infilo le mani al di sotto. Anchelì sento pelle. Sento le natiche scoperte e mentre ancora ti baciointuisco il perizoma e le autoreggenti velate nere che ho immaginatoprima. Sto toccando il tuo culo, così sodo e carnoso che non possofare a meno di dargli un piccolo schiaffetto. Emetti un urlettostrozzato, ma ormai sei calda al punto giusto ed anche tu hai inseritoil pilota automatico. Ti sposto il reggiseno. Voglio baciarti icapezzoli mentre con le mani traffico ancora lì sotto. Inizio aleccarteli, succhiarteli, farli scoppiare con la mia mano e con la mialingua. Cospargo di saliva i tuoi seni enormi. Li lecco ancora, liaccarezzo, succhio ancora i tuoi capezzoli, alternando labbra stretteo lingua umida. Hanno un odore così intenso che vorrei perdermi.Ti guardo un attimo negli occhi. Voglio farti capire che sei mia, cheti desidero come non ho mai desiderato nessun’altra donna. Ti fisso,poi all’improvviso ti scaravento sul letto, e mi avvicino subitominaccioso verso di te. Mi inginocchio ai piedi del letto, ti sfilo lagonna e davanti ai miei occhi ti mostri in uno spettacolo mozzafiato.Sei stesa sul letto con ancora le scarpe decolté nero, leautoreggenti, un bellissimo perizoma fucsia davanti e nero dietro,perfettamente intonato al reggiseno che ormai è spostato e fa fatica atrattenere una quarta di seno che è piena e bollente allo stessotempo. Il diamante della collana, che è ancora lì vicino al tuo collo,conferisce alle tue sembianze un’aria elegante in un contesto, e unabbigliamento, che ha ormai solo del peccaminoso. Il tuo sguardoeccitato mi guarda e sembra dirmi “prendimi, sono tua. Lo sono semprestata. Fammi godere”. Io sono a torso nudo, senza scarpe e senzacalze, volate chissà dove, chissà quando, con i pantaloni semiabbassati. Sono così quando mi inginocchio davanti al letto, ti tiroverso di me e avvicino il mio viso, il mio naso, al tuo sesso. L’odoreche si sprigiona al di qua delle mutandine è di femmina vera, femminache vuole solo godere e niente altro. Un odore di ormoni a cui èimpossibile resistere. E infatti non resisto affatto, perché inizio adannusare e ad accarezzare il tuo sesso, ancora nascosto dal perizoma.Comincio a solleticarti tutto intorno. Poi, d’un tratto ti accorgi cheti ho sollevato le gambe e spostato con le dita il perizoma più in là,anche se non l’ho ancora tolto. Scoprendo solo la parte più intima dite. Sposto il filo di perizoma in posizione più comoda, ma tanto saigià che te lo strapperò di dosso a morsi, più in là. Il tuo sesso,tutto completamente bagnato, allagato, immerso in umori filamentosi echiari, è un tripudio di odore e sapore, il sapore più intimo che hai,quando appoggio le mie labbra alle tue labbra inferiori. L’umiditàdella scoperta mi da una sensazione così inebriante che ormai il miocorpo vuole solo godere, godere e non pensare, godere e farti godere.Inizio a baciarti le grandi labbra con foga e passione, e nel farlocerco il clitoride. Quando lo trovo faccio piano. Prima lo lecco, losucchio, poi con la punta della lingua lo stuzzico delicatamente. Epoi affondo ancora le labbra nella nel mare del tuo piacere,leccandoti, mangiandoti, mischiando la mia saliva alla tuaeccitazione.Inizio a leccare il tuo sesso con un ritmo forsennato. Tu inizi adurlare ed io godo nel sentirti mentre ti do piacere. Non so quantotempo passi, 2 minuti, 5 o 50. Tu resti li in attesa del piacere cheti sto dando e non vuoi abbandonare quella pratica. Non vuoi chefinisca. Vuoi che continui a darti quel piacere orale. Sei cosìeccitata che il tuo clitoride ha già scaricato i tuoi umori, i tuoiorgasmi già diverse volte, direttamente nella mia bocca. Ad un certopunto, il mio egoismo si fa strada. Ormai eccitato e duro come ilmarmo, mi tolgo i pantaloni, levo il boxer nero e bianco e miarrampico sul letto dove tu mi attendi ancora in preda al piacere,estasiata e con il viso consumato dal piacere che ti sta attraversandoil corpo con delle scariche fortissime. Sono in ginocchio sul letto, ela mia erezione si dirige verso il tuo viso che sta ancora godendo. Maalla vista del mio sesso eccitato riprendi le forze, e ridiventipadrona di te stessa. Sai prendere il piacere e sai darlo. Lo prendiin mano, iniziando ad agitarlo in una maniera forsennata e pericolosa.Poi dopo un po’ ti sistemi, ti sollevi e – affamata di sesso loaccogli nella tua bocca ed inizi a regalarmi un pompino da sogno. Ilmio sesso è avvolto da un calore umido, insalivato dalla tua bocca,delicatamente massaggiato dalle tue labbra sottili. Che sensazione disvenimento. Tremo dal piacere. Il tuo movimento di labbra e mano,mentre io sono inginocchiato e il tuo viso è sdraiato sotto il miosesso, mi regala una vista mozzafiato. Miglioro quel panoramastrappandoti il reggiseno e scoprendo completamente i tuoi seni; haidei capezzoli cosi rossi e turgidi che paiono scoppiare. Tu sei ancoraimpegnata nel pompino più bello che abbia mai ricevuto, ma la miavoglia di darti piacere ritorna e diventa inesorabile. Ti afferrò daicapelli, energicamente ma delicatamente, ti faccio spostare e tifaccio girare nella posizione che più preferisci, che adori, quellache fa scatenare la tua sete di donna e la mia passione di uomo. Inquella posizione inizio a spostare a morsi il perizoma nero e fucsia.Sapevi che l’avrei fatto. Quando lo sposto dalla sua sede con i denti,con un colpo secco di mano lo strappo e lo faccio volare via per aria.Quello che mi appare è la visione del tuo culo e della tuo sesso,entrambi completamente depilati. Entrambi completamente bagnati. Tilascio con le calze e le scarpe in quella posizione e ricomincio aleccarti il clitoride, mentre sei piegata sul letto, con i gomitipoggiati sul materasso. Come piace a te. Mentre mi disseto del tuopiacere e lecco il tuo clitoride, la mia lingua è attratta verso su.Qualche centimetro verso su. Senti che piano piano inizia ad umettartil’altra parte che mi ossessiona di te, quella più perversa e proibita.Inizio a leccarti lì, prima un accenno, poi più forte, poi ancora piùforte mentre con le mani accarezzo le natiche e la mia lingua prova adentrare. E mentre indugio, facendo sprofondare la lingua all’internodi quella perversione, a quel punto tu sposti un gomito, ti assesti econ l’altra mano inizi a toccarti il tuo sesso, il tuo clitoride, conla mano che trema, facendo entrare e uscire diverse dita, che poiporti alla mia bocca per darmi come nutrimento il tuo eccessivopiacere. Vuoi farmi dissetare con i tuoi umori, ed io non aspettoaltro. Per il piacere che ti sta dando la mia lingua, ti senti quasiin dovere a dare – a tua volta – piacere a te stesse. Stasera haideciso di scavalcare tutte le vette del piacere, in un coinvolgimentocosì mentale, così animale e devastante, da farti scogliere in milleorgasmi.A quel punto, i miei sensi mi dirigono solo verso un’unica meta,quella ancora non violata. Il mio sesso è pronto, eretto, grosso,nodoso e lo avvicino verso il contatto che ci incendierà i sensi. Tipenetro, e sento il tuo sesso urlare di voglia mentre io, tenendotifermo il culo con entrambe le mie mani grandi e potenti, inizio adaccelerare il ritmo della penetrazione. Prima dolcemente, poi inmaniera sempre più accelerata. “Toccati! Adesso! Non fermarti!”. Tiordino al culmine dell’eccitazione.“Oh si, sbattimi tutta, fammi male, sculacciami ti prego”. Non me lofaccio ripetere due volte e, mentre ti stantuffo dentro scuotendotitutta, ti mollo uno schiaffone sul culo che ti fa venire dal piacere,tanto da essere costretta ad accelerare il ritmo della tuacontemporanea masturbazione.“Ti piace, vero?” e giù un’altra sculacciata, questa volta più tenerae leggera della prima. “Fammi male, voglio essere completamente tua,sono la tua donna e sto godendo, mi fai godere”. Sei una femminaindiavolata che ha deciso di abdicare alle buone maniere e diabbandonarsi al gioco del godimento con qualsiasi mezzo, parola ostrumento. Con una forza che è mentale e totalizzante, prima chefisica.Io ormai ho un ritmo indiavolato. Continuo a spingere mentre tucontinui a dirmi porcate, in preda ad un’eccitazione sempre piùcrescente “Ti è piaciuto come te l’ho preso in bocca? Te l’ho leccatofino alle palle”…“Si, si, siiii, mi piaci, mi fai godere…” e a queste parole il mioritmo si fa così frenetico che raggiungiamo l’orgasmo più potente,stupendo, intenso e unico della nostra vita. Sento il piacere veniresu dall’addome e scaricarsi dentro di te. Tu inizi a fremere.Prima uno schizzo. Paradiso. Il secondo. Paradiso, dove sono? Terzoschizzo. Ti sento gemere e scuotere il culo mentre continui a toccartila figa per darti piacere. Quarto schizzo. Urli, urli sempre piùforte. Quinto schizzo. Quanto sperma sta uscendo? Da dove mi haitirato fuori questa eccitazione, questo piacere? Perché urli cosìforte? Sesto, settimo, ottavo schizzo. Sento le forze che miabbandonano mentre tu non la smetti di urlare e toccarti il clitoride.Devo reggermi a te quando sento gli ultimi due schizzi di spermavenire fuori ad una temperatura tropicale.L’atmosfera, dopo l’orgasmo è sospesa per qualche secondo. Non ho piùsentito le tue grida finali, ma il tuo piacere resta nell’aria, unitoinsieme al mio. Il piacere ci ha annebbiato la vista e abbattuti sulletto in un abbraccio caldo e lento. Chiudiamo gli occhi, insieme, esporchi ed esausti dei nostri godimenti, con i nostri odori cheviaggiano all’impazzata sulla nostra pelle, ci abbandoniamo in unbacio mozzafiato che ci fa perdere nello spazio e nel tempo, dandocil’illusione di esserci uniti in una persona sola.Poi il sonno, il dolce sonno dell’amore ci sorprende abbracciati.Chissà se ci sveglieremo, e quando. Una volta desti, avremo sempre ildubbio che questa notte sia mai esistita. O forse è esistitaveramente..

EINGEFüGT 2 KOMMENTARE: