STORY TITLE: Mia moglie si fa scopare dal suo capo. 
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STORY

Mia moglie si fa scopare dal suo capo.

by pennabianca
Viewed: 452 times Comments 4 Date: 19-05-2025 Language: Language


Mi chiamo Andrea, ho 39 anni, sono di media statura, capelli neri, occhi scuri, fisico leggermente in sovrappeso. Lavoravo in un'azienda che, alla morte del proprietario, è stata ceduta ad un enorme gruppo industriale che, una volta rilevato, il marchio, ha licenziato tutti i dipendenti ed ha trasferito la produzione in un'altra nazione, dove il costo di produzione è molto inferiore al nostro ed il profitto è sicuramente maggiore. Ovviamente trovarsi dalla sera alla mattina senza lavoro e la difficoltà a trovarne uno nuovo, hanno provocato in me un forte esaurimento nervoso che, tra le altre conseguenze ha comportato anche ad una momentanea impotenza. Da quindici anni sono sposato con Emilia, mia coetanea. È una bella donna alta, bionda dai capelli a caschetto, occhi chiari, un bel seno reso ancor più procace da una gravidanza, fianchi morbidi e un magnifico culo, che mi manda ai matti ogni volta che lo guardo e che dimostra di attirare come una calamita gli sguardi di altri maschi, per quanto è bello, comprese le gambe, lunghe e ben tornite. Emilia lavora in un'azienda da oltre diciotto ed è una delle impiegate più anziane, su cui ricadono la stragrande maggioranza di responsabilità. Quando Augusto, il suo datore di lavoro, ha fondato questa azienda, lei era stata la prima impiegata e, con il tempo, aveva assunto ruoli di maggior rilievo; sebbene la qualifica è rimasta sempre quella di impiegata, lo stipendio è praticamente da vicedirettore: fortunatamente questa condizione ci permette di vivere ancora agiatamente. Intanto io sono alla ricerca di un nuovo lavoro e, nel frattempo, mi occupo di nostra figlia Aurora, che ha appena sei anni ed ha già assunto le sembianze della madre. Di recente, nell'azienda di mia moglie, c'è stata una certa rivoluzione nell'organigramma. Augusto, il proprietario, ha inserito nello staff di comando il figlio Valerio, di 27 anni, che, dopo laurea e Master specifico, ha preso a sostituire il padre sempre più nella direzione della fabbrica, con risultati davvero lusinghieri. Il padre ha chiesto ad Emilia di affiancare Valerio in tutto e per tutto, essendo lei molto esperta in tutto quel che concerne il management dell'azienda. Questo cambiamento ha portato anche un certo incremento economico nelle tasche di mia moglie, oltre ad un certo cambiamento sia negli orari di lavoro, sia nel modo di abbigliarsi. Emilia è sempre stata una donna di una certa classe ed eleganza nel vestirsi, ma, ultimamente, ho notato che le sue gonne son diventate un po' più corte, le camicette, qualche volta, un po' più aperte, i tacchi sempre più alti, anche se, ammetto, quelli non sono certo una novità, in quanto lei li ha sempre portati con fierezza. Ero soddisfatto di questa nuova

promozione

di mia moglie, al punto da non farmi riflettere su tante altre cose, che, invece, ho scoperto quasi per caso. Un pomeriggio, mentre ero in giro alla ricerca di una nuova occupazione, mia moglie mi ha incaricato di andar a riprendere nostra figlia da mia suocera, perché lei si sarebbe dovuta trattenere ancora un po' in ufficio, cosa che, ultimamente, le capitava piuttosto spesso, e di non preoccuparmi per lei perché sarebbe stata accompagnata a casa da Valerio. Ingenuamente le ho pure raccomandato di non affaticarsi troppo e, pensando di farle cosa gradita, siccome ero in zona ed era presto per andare da mia suocera, ho pensato di farle una sorpresa passando da lei in ufficio, per informarla che, forse, avevo trovato un impiego. Giunto davanti al suo ufficio, ho fatto appena in tempo per vederla salire sulla lussuosa macchina del ragazzo, che si è allontanata sgommando. Incuriosito, li ho seguiti a distanza, fino ad una vecchia cava abbandonata. Ero sconvolto: mia moglie mi metteva le corna con un ragazzo più giovane di lei? Con la gola secca ed il cuore impazzito di gelosia ho proseguito a piedi per un centinaio di metri, fino ad uno spiazzo protetto da alcuni arbusti, dove avevano parcheggiato; mi son nascosto dietro un cespuglio a breve distanza dall'auto, per spiarli senza esser visto. All'inizio ero perplesso, perché nella mia visuale c'era solo il mezzo busto del giovane imprenditore, che parlava d'affari al telefonino, stando seduto al posto di guida. Il sedile affianco sembrava vuoto e non capivo dove poteva esser finita mia moglie; il posto era deserto e non l'avevo vista scendere. Ho capito tutto e son rimasto di sasso, quando l'ho vista tirarsi su per riprender fiato: sorrideva leccandosi le labbra e tirandosi indietro i capelli, mentre un filo di saliva le colava sul mento, poi si è nuovamente abbassata ed ha ripreso a spompinare il suo capo, che continuava a chiacchierare al cellulare, mentre le imponeva il ritmo della pompa con una mano sulla nuca. Incredulo assistevo a quella scena e, da non credere, cominciavo ad eccitarmi, invece di arrabbiarmi. Cazzo! Tutta la mia impotenza era praticamente svanita e questo mi ha ancor di più sconvolto. Come poteva esser vero tutto ciò? Valerio era arrivato da circa tre mesi, forse 4, e in effetti c'era stato subito un cambiamento nel comportamento di mia moglie. Ripensandoci bene, anche altre volte, quando lavorava con il padre del ragazzo, aveva fatto tardi oppure aveva partecipato con lui a delle mostre o convegni organizzati in altre città e si era assentata anche per due o tre giorni di seguito. Eppure non mi ero mai accorto di nulla. Anzi, quando tornava, era sempre molto più arrapata e, a pensarci bene, ora mi viene in mente che la trovavo un po' più larga. Cazzo! Ma come ho fatto a non pensarci prima! È proprio vero che i cornuti si accorgono sempre tardi di esserlo! Ora mi rendevo conto che, probabilmente, ero sempre stato un cornuto! Dopo un po’, Valerio ha chiuso la telefonata e, visibilmente arrapato, si è rivolto a mia moglie.
«Troia, fermati! Sei una grandissima pompinara e, se continui così, ti sborro sulla faccia da troia che ti ritrovi! Se mio padre scopre che mi scopo la sua troia, probabilmente non ne sarà felice, ma ora ho proprio voglia di montare una vacca come te!»
Emilia si è rialzata e, asciugatasi la bocca, gli ha risposto contenta.
«E allora tu non glielo dire! Ormai lui mi scopa solo molto raramente, mentre io, un magnifico cazzone come il tuo, lo voglio sentire tutto nella fica, fino alle palle. Sei il degno figlio di tuo padre! Qualche volta penso che non sarebbe male scopare con entrambi e sentire i vostri cazzi che mi riempiono tutta, in ogni buco! Dai, adesso scopami; fammi sentire quanto ti piace montare una troia come me!»
Ero sconvolto, non l'avevo mai sentita parlare in modo così sfrontato e pensare che, a nostra figlia, fa delle scene pazzesche se le sente ripetere qualche blanda parolaccia. In tutto questo, la cosa più sorprendente era che la situazione mi eccitava a tal punto che mi era venuto duro come non mi succedeva da tanto tempo!
Era forse questa la cura per la mia impotenza? Aver preso coscienza di esser cornuto, mi stava eccitando? Erano cose cui, in quel momento, non ho voluto dare risposta. Intanto la mia insospettabile consorte era uscita dall'auto, mentre il suo capo abbassava gli schienali; faceva caldo e, dopo essersi guardata in giro per accertarsi che erano da soli ed io, per non correre il rischio di farmi scoprire, mi sono accovacciato quanto più potevo, ha cominciato tranquillamente a spogliarsi. Mentre si spogliava, dialogava con lui che, all'interno dell'auto, stava facendo la stessa cosa.
«Proprio un peccato che oggi non possiamo andare nella tua dependance, che hai prestato al tuo amico: mi sarebbe piaciuto molto, farmi chiavare in un comodo letto.»
Quando mi son azzardato a rialzarmi e guardare di nuovo, era completamente nuda a parte le zeppe ai piedi e la bigiotteria che la rendevano ancora più troia, tanto che mi son posto una domanda: ma è proprio mia moglie? Paradossalmente lei ha piegato e riposto vestito e biancheria intima sul cruscotto, con la stessa meticolosità con cui ordina i cassetti di nostra figlia; è rientrata in macchina, dove, stravaccato sui sedili abbassati, l'aspettava il suo capo, ancora in camicia e calzoni, ma con la patta aperta da cui spuntava un cazzo da sballo. Lungo e molto grosso, costellato di vene scure, leggermente ricurvo e con un'enorme cappella turgida, ben lubrificata dal succoso pompino di mia moglie. Emilia gli si è inginocchiata accanto di traverso e, dopo avergli fatto i complimenti per quel cazzone davvero grosso e ben duro tutto per lei, ha detto che meritava un premio.
«Ad un cazzone grosso così, non voglio negare nulla! È anche più grosso di quello di tuo padre e, adesso, voglio farti un regalo speciale!»
Incuriosito, ho cercato di capire in cosa potesse consistere il premio e… cazzo: che regalo?! Una spagnola da infarto! Lo ha stretto tra le sue grosse mammelle, leccando la cappella man mano che glielo strofinava su e giù. Cazzo, mai fatta a me una cosa del genere! Ma dove l'aveva imparata? Chi era stato il suo maestro? Non ho resistito e ho preso a masturbarmi senza ritegno, come un pivello. Mentre mi segavo, non potevo far a meno di paragonare il mio cazzetto, forse un po’ sotto la media, ma, in ogni caso, di gran lunga più piccolo di quello che mia moglie stava accogliendo tra le tette. Era così grosso che, malgrado l'abbondante seno della mia signora, reso ancor più abbondante per aver allattato nostra figlia, riusciva a farle sbattere la cappella sulla lingua. Godeva il porco.
«Vuoi che ti sborri sulle tette, troia, ciucciacazzi?»
Ho notato il tono dominante con cui Valerio si rivolgeva a mia moglie ed ho capito che lei era letteralmente affascinata da quel modo con cui veniva trattata. Lei però ha preteso di esser scopata.
«No, amore, sborrami in fica, tanto prendo la pillola: voglio sentirti dentro quando sborri! Mi devi allagare la fica!»
Subito dopo è salita su di lui e, afferrato il palo di carne con una mano, ha preso ad infilarselo a

spegnimoccolo

fino alle palle, emettendo un lungo gemito di goduria.
«Uhmhumm…Che cazzone, è enorme! Come lo sento: mi stai riempiendo tutta! Dai, fammi godere!»
Il porco ha preso a fotterla con estremo piacere.
«Hai fatto bene, zoccola! Adesso ti chiavo e poi ti faccio il pieno di sborra! Sentirai come va riempita una troia come te, io non son mica come quell'impotente di tuo marito!»
Ha sollevato le mani e le ha impastato le zinne, torturandole i capezzoli. Lei ha replicato in mia difesa.
«Lascia stare quel povero cornuto di mio marito e pensa a chiavarmi!»
Gli ha risposto lei, ansimando, mentre, aggrappata allo schienale del sedile posteriore, cavalcava da gran maiala il cazzone del giovane capo. Ho visto una donna sudata, stravolta dal piacere, come non l'avevo mai vista! Ero incazzato e umiliato da quello che vedevo e sentivo, ma, al tempo stesso, ero eccitato come un porco a far il guardone e mi segavo con un gusto mai provato prima. I due porcellini avevano lasciato la portiera aperta per il gran caldo, permettendomi di vedere e sentire ogni particolare; di come quel bel ragazzo, superdotato, si godeva le grosse tette ancora sode della mia signora, facendole ballonzolare dall'alto su e giù. Ne leccava e succhiava goloso i lunghi capezzoli scuri e, ogni tanto, gliele strizzava, mungendole di gusto. Ho dovuto ammettere che il ragazzo era giovane, ma sembrava già molto esperto. Si scopava mia moglie alla grande, come un vero torello da monta. Non potevo che fargli i miei complimenti! La insultava pesantemente, schiaffeggiandola con violenza sul culone tremolante, quando rallentava il ritmo della cavalcata.
«Continua, troia! Non ti fermare, continua a cavalcare questo cazzone! Sei una puttana cui piace farsi sfondare tutta! Con te mio padre ha fatto un buon lavoro! In ufficio ti ha addestrato veramente bene e, nel letto, ti ha trasformato come piace a lui: una gran troia! Non capisco come quel cornuto di tuo marito non si sia mai accorto di nulla! Coraggio troia, datti da fare, perché voglio godere molto»
Ho avuto l'impressione che Emilia, invece di esser infastidita da quelle frasi non certo gratificanti, se ne sentisse affascinata e dominata: in pratica subiva di tutto in maniera docile e sottomessa. Godeva la puttana e si leccava le labbra gemendo; incitava il suo stallone a fotterla usando termini di una volgarità inaudita, cose che di certo non ti aspetteresti da una madre di famiglia.
«Sì, porco, bastardo! Sono una troia che vuole esser scopata! Hai capito subito che tuo padre me ne aveva dato davvero tanto di cazzo! E io ho subito avuto voglia di farmi scopare anche da te! Cazzo, mi sfondi tutta! Dai, porco, fammi godere! Se vuoi che diventi la tua zoccola, devi montarmi sempre e con veemenza. Ho bisogno di un toro vigoroso! Scopami forte, maiale!»
Ho sborrato due volte senza neanche rendermene conto. Incredulo, mi stavo gustando la scena; mi son sentito umiliato e vilipeso, soprattutto, quando ho visto lui che la sculacciava, mentre continuava a insultar lei e me.
«Tieni, troia! Fai pure una bella scorpacciata di cazzo! Il cornuto ti tiene a stecchetto?! Fortunatamente una vacca come te trova sempre dei tori che la montino! Vedrai, ti sfonderò fino a farti uscire il cazzo dalle orecchie! Chissà, forse, prima o poi, ti ingravido pure! Fortuna che è nata femmina, perché, probabilmente, se era maschio avresti faticato a far credere a quel cornuto di tuo marito che suo figlio aveva il cazzo più grosso del suo. Son convinto che è stato il vecchio a riempire di sborra la tua figa, non quel cornuto di tuo marito!»
Emilia stava godendo, poi lo ha baciato, quasi allo scopo di farlo star zitto. Quando si sono staccati, lui l'ha fatta girare, l'ha messa a pecora ed ha preso a scoparla da dietro, con colpi sempre più forti; ha continuato a sbatterla ancora un po', poi ha cominciato a schizzare dentro la figa di mia moglie.
«Prendila tutta, troia! Godi nel sentirti riempire la fica alla faccia di quel cornuto di tuo marito! Probabilmente ti ingravido anch'io! Quanto ti è piaciuto farti riempire da mio padre? Dimmelo, puttana! Godi troia, che sto sborrando!»
Mentre continuava a riempire mia moglie, la teneva per i capelli e le urlava di riconoscere che Aurora fosse sua sorella.
«Dimmelo, puttana! Dimmi che tua figlia è mia sorella! Lo voglio sapere!»
Gli ha dato qualche altro colpo e poi l'ha spinta di lato e le ha infilato il cazzo in bocca. Emilia lo ha pulito tutto, poi lui l’ha fissata negli occhi ed ha ripetuto la domanda.
«Tua figlia è mia sorella? Dimmelo!»
Ero curioso di saperlo anch'io e così mi son un po' sporto in avanti, per ascoltare la risposta. Emilia lo ha guardato quasi intimorita.
«No.... cioè non lo so... Ecco, non sono certa, perché … in quel periodo scopavo sia con mio marito che con tuo padre! Voglio dire, forse sì, ma non sono certa!»
Per me è stato come un pugno nello stomaco! Ho preso e me ne son andato; probabilmente ho anche fatto un po' di rumore, ma son scappato via velocemente; ho impiegato qualche minuto per riprendermi e, quando son andato a casa di mia suocera, ho preso mia figlia per mano e, mentre la portavo in auto, cercavo di capire se somigliasse più a me o al datore di lavoro di mia moglie. Devo dire che è quasi impossibile giungere ad una conclusione certa, perché Aurora somiglia tutta a sua madre, come una goccia d'acqua! Son rientrato in casa e, dopo aver sistemato e messo a letto mia figlia, le ho raccontato una favola, così si è addormentata. Mi son seduto al buio, in silenzio, sul divano in salotto, in attesa del ritorno di mia moglie. Una moltitudine di domande ha affollato la mia mente. Che fare? Combinare un disastro? Ignorare tutto? Far finta di niente? Divorziare? Non riuscivo a trovare una via d'uscita. Sfinito, devo essermi assopito, perché, ad un certo punto, sono stato svegliato da mia moglie, che rientrata ed avermi visto dormire, dopo esser andata in camera sua ed essersi fatta una doccia, è venuta a sedersi accanto a me e mi ha svegliato.
«Perché sei seduto qui, al buio? Non potevi andare a letto ed aspettarmi lì?»
Ho visto che mi osservava in maniera strana, come se stesse aspettando qualcosa da me. Non avendo preso nessuna decisione, mi son alzato e, dopo aver fatto un rapido passaggio in bagno, son andato a letto. Distesi uno accanto all'altro, ho voluto parlare con mia moglie.
«Da quanto tempo sono cornuto? Voglio dire, quando ti ho conosciuto, Emilia, erano già sei anni che lavoravi in azienda; eri già diventata la segretaria personale di Augusto, che è anche venuto al nostro matrimonio e, per regalo di nozze, ci ha offerto il viaggio. Cosa gli hai dato tu, in cambio di quel regalo tanto generoso?»
Mi ha scrutato a lungo nella penombra della stanza e, per un attimo, è rimasta in silenzio; poi ha assunto una posizione più comoda e, guardando il soffitto, mi ha risposto.
«Tutto! Lui ha avuto tutto da me! Era un amico di mio zio, quando ero studentessa alle superiori e mi aveva detto che se mi fossi diplomata con un ottimo punteggio, mi avrebbe assunto nella sua azienda. Ero vergine quando sono stata assunta e lui è stato il mio maestro in tutto. Con lui ho imparato a far quei pompini che a te piacciono tanto, mi son fatta sverginare, godendo come una pazza. Gli ho concesso anche la mia verginità anale e, ti assicuro, che non è stata una passeggiata! Quello è stato il prezzo che ho pagato per il nostro viaggio di nozze. Non so come hai fatto a scoprirlo, ma dimmi: ora cosa vuoi fare? Vogliamo divorziare? È questo che vuoi? Dimmi la verità, eri tu quello nascosto tra i cespugli questa sera, nella vecchia cava di gesso? Mi hai visto che stavo scopando con Valerio?»
Ho fatto un profondo respiro e dopo ho chiesto una sola cosa.
«Valerio ti ha fatto una domanda e tu hai risposto in maniera molto confusa; ora sono io a farti quella stessa domanda: Aurora è figlia mia o di Augusto? Saresti disposta a fare il test del DNA per stabilire chi è il padre?»
Ha fatto un gesto di stizza.

Cazzo, ma avete tutti la stessa fissa! Aurora è mia figlia! Mia e basta! Non lo so se è tua o sua e non ho nessuna intenzione di fare nessun test, perché ribadisco che lei è solo mia! Non me ne frega niente chi di voi due mi abbia ingravidato! Se non vuoi accettare questa cosa, puoi anche andartene, oppure me ne andrò io, come preferisci! A me piace scopare e il tuo cazzo non mi basta! Augusto mi ha abituato a godere molto e ad esser sbattuta come una troia, mentre tu, invece, mi hai sempre trattato da signora; non posso negare che questo mi piace molto, perché rappresenti l'altra faccia della mia personalità. Non so spiegarti bene come questo possa avvenire, ma quando sono con te, mi piace esser una donna perbene e rispettata, una onesta madre di famiglia, mentre quando sono con lui, ed ora anche con Valerio, mi piace sentirmi troia, zoccola, e farmi sbattere come una puttana! L'unica cosa cui non voglio rinunciare è Aurora. Per lei non sono disposta a scendere a compromessi con nessuno!»
Poi si è girata verso di me, mi ha dato un bacio sulla guancia, poi uno sulla bocca e mi ha chiesto una cosa che mi ha lasciato alquanto perplesso.
«Ti è piaciuto spiarmi? Hai visto tutto? Ti è piaciuto veder tua moglie fare la troia con un altro? Dimmelo, perché questo mi incuriosisce al massimo.»
Mentre parlava, ha allungato una mano sul mio cazzo e, a sentire quelle sue parole, improvvisamente mi è diventato duro. Si è abbassata su di me, e me lo ha preso in bocca; me lo ha succhiato alla grande. Poi ha sollevato lo sguardo e mi ha chiesto se mi fosse piaciuto scoparla; allora l'ho spinta di lato e le son salito sopra, infilandoglielo tutto dentro, non senza sentirla più che aperta.
«Valerio, ma non ho il cazzo grosso come il suo!»
Emilia ha sollevato le braccia e le ha strette al mio collo Poi mi ha baciato.
«Non importa se il tuo cazzo non è grosso come quello di Valerio, scopami lo stesso! Scopami ugualmente, perché a me piace lo stesso! Te l'ho detto: con lui mi sento troia, con te, invece, mi sento una moglie affettuosa, una moglie che si accontenta anche di un cazzetto come il tuo!»
Ho preso a scoparla in maniera quasi animalesca ed ho sentito che godeva come una forsennata.
«Amore, dai, che mi fai venire! Amore, vengo!»
Ero molto sorpreso da tutto questo, ma, nello stesso tempo, terribilmente eccitato al punto da venirle dentro. Dopo ci siamo abbracciati e baciati; allora le ho chiesto semplicemente che, quando avrebbe di nuovo scopato con Valerio, volevo esserne informato. Così è nato uno strano gioco tra noi. Ogni volta che si faceva scopare da Valerio, tornava a casa completamente riempita da lui e, senza nessuna esitazione, io la penetravo e la scopavo in quella fica ancora aperta e piena della sborra di lui. Poi, una sera, mi è successa una cosa che ha di nuovo rivoltato le carte in tavola. Lei aveva invitato padre e figlio a cena a casa nostra. Per me è stata una sensazione di forte imbarazzo, trovarmi insieme ad Augusto e Valerio e mi son determinato a tenere un basso profilo. Emilia era bellissima. Indossava una gonna bianca, molto leggera, praticamente trasparente, sotto cui non indossava alcun tipo di intimo. Sopra aveva un top di colore azzurro e, naturalmente, essendo priva di reggiseno, i suoi splendidi capezzoli premevano contro la stoffa come degli spilli acuminati. Ho fatto in modo che lei restasse sempre seduta al tavolo con loro ed ho provveduto a servire io le vivande e, alla fine della serata, Augusto mi ha guardato e mi ha chiesto se avessi trovato un lavoro; alla mia risposta negativa, ha guardato suo figlio e poi mi ha rivolto una proposta interessante.
«Io sono vedovo da quando è nato Valerio, perché mia moglie è morta nel darlo alla luce; lui non è ancora sposato, però avremmo entrambi bisogno di qualcuno che si prenda cura della nostra progenie. A tua insaputa, ho fatto fare il test del DNA ad Aurora ed è risultato esser figlia mia, cioè sorella di Valerio, di conseguenza sarebbe il caso che ti assumessi, affinché tu la faccia crescere assieme a qualche altro figlio, che ora vorremmo che tua moglie generasse per noi. Emilia mi ha riferito che sei al corrente che io sono stato il suo primo uomo e sai anche che scopa con Valerio; quindi è ora che la mettiamo di nuovo incinta; tu, pagato profumatamente, te la senti di allevare i nostri figli?»
Ero sbalordito e, nello stesso tempo, incredibilmente eccitato da questa prospettiva; ho guardato Emilia che sembrava aspettare con ansia la mia risposta. Ho fatto un respiro profondo ed ho chinato il capo.
«Va bene accetto!»
Un applauso ha rotto il silenzio e, subito dopo, Valerio ha preso mia moglie per mano e l'ha portata in camera da letto, seguiti da me ed Augusto, che mi teneva una mano sulla spalla.
«Vedi Andrea, devi prendere atto che Emilia è sempre stata la mia puttana. Io l’ho iniziata ai piaceri del sesso e, quando mi ha detto che si era fidanzata con te, sono stato io ad esortarla a sposarti, salvo poi pensare che, tutto sommato, sarebbe stato meglio se l'avessi sposata io. Ora, però, devi renderti conto che noi due siamo in grado di far impazzire tua moglie, come non potresti mai fare, di conseguenza, accetta di buon grado il fatto di esser il suo cornuto, ma soprattutto, assumiti il ruolo di tutore dei nostri figli e vedrai che non te ne pentirai.»
Quando siamo entrati in camera da letto, lei era già nuda e con il cazzo di Valerio in bocca; subito Augusto si è spogliato e si è messo a leccarla, facendola godere all'istante. Come avevo previsto anche Augusto era molto dotato, allo stesso modo di Valerio; ho potuto quindi ammirare Emilia quanto godeva stretta tra loro due, che la tenevano infilata in ogni buco.
Oggi sono al parco e spingo una carrozzina con dentro un bimbo di 6 mesi, frutto delle furiose scopate fatte da mia moglie con i suoi due tori. A loro insaputa, Emilia ha continuato a scopare anche con me e, cosa interessante, quando siamo insieme, è che mi abbraccia e dice che è felice di esser mia moglie.

POSTED 4 COMMENTS:
  • avatar MasterMaturo Bellissimo racconto, nella sua semplicità. Pennabianca non tradisce mai!

    20-05-2025 08:25:04

  • avatar Roger69a Inserisci un commento:

    20-05-2025 06:13:53

  • avatar Favaro2023 Che bella famiglia!Lavoro, amore, divertimento!

    20-05-2025 04:08:50

  • avatar Maturoxlei Inserisci un commento:

    20-05-2025 00:43:02