SOTTO il suo controllo
by Naughtypair
Lei era lì, nuda, in piedi contro la parete fredda, i polsi legati sopra la testa con una corda grezza che le segnava appena la pelle. Le gambe tremavano, non per la stanchezza, ma per l’attesa. Il desiderio era una morsa calda tra le sue cosce.
Lui si avvicinò lentamente, il suo corpo vestito solo di un paio di jeans aperti in vita. Gli occhi scuri la divoravano, compiaciuti della vista di lei completamente offerta, vulnerabile, pronta.
«Guarda quanto sei bagnata per me...» mormorò, facendo scorrere due dita lente lungo la sua coscia interna, fino a sfiorarle l'intimità gonfia e pulsante. Non chiese permesso. Infilò le dita tra le labbra umide con decisione, affondando, esplorandola con movimenti lenti, profondi.
Lei ansimò, cercando di muovere i fianchi, ma la presa delle corde la teneva ferma. Un lamento di bisogno le sfuggì dalle labbra.
Lui rise, basso e crudele. «Sei mia. Solo mia. E ti farò venire solo quando lo decido io.»
Con uno strattone, la liberò, solo per gettarla sul letto. La fece girare a pancia in giù, afferrandole i fianchi con forza. Senza preavviso, la penetrò, spingendo dentro di lei con tutto il suo peso, facendola gridare in un misto di sorpresa e piacere brutale.
I colpi erano duri, ritmati, implacabili. Ogni schianto dei suoi fianchi contro il suo culo rimbombava nella stanza, riempiendola di gemiti, respiri ansanti, corpi che si cercavano con fame feroce.
Le mani di lui afferrarono i suoi capelli, tirandola indietro per costringerla ad inarcare la schiena ancora di più, esponendola completamente a lui. Il dolore si mescolava al piacere, spingendola oltre il limite della lucidità.
«Chiedimelo,» ringhiò contro il suo orecchio.
Lei ansimò, supplicante: «Per favore… fammi venire… padrone…»
Solo allora lui rallentò, torturandola con spinte lente e profonde, tenendola sull’orlo del precipizio, crudele, giocando con la sua voglia.
E quando finalmente glielo concesse, quando le ordinò di lasciarsi andare, lei venne con un urlo spezzato, tremando sotto di lui, mentre lui continuava a possederla senza pietà, prolungando l'orgasmo fino a farla crollare esausta, completamente svuotata e soddisfatta.
Lui si abbassò e le baciò la nuca, sussurrando:
«Brava. E domani sarai ancora più mia.»