La strada del destino
by DelyceGesehen: 926 Mal Kommentare 18 Date: 26-01-2025 Sprache:
Una storia vera.
Vivevamo in quella città da qualche tempo, e quasi ogni giorno, tornando a casa dopo il lavoro, passavamo davanti a quello che era una delle poche testimonianze di un passato senza Internet ma con la stessa perversione di oggi: un cinema che proiettava film porno. Passare di lì era diventata un’abitudine, non ci davamo più peso, finché un pomeriggio di inizio estate rimasi a guardare la luce rossa lampeggiante dell’insegna, come ipnotizzata. Accanto a me, si fermò anche il mio ragazzo. “Non sono mai stata in un cinema porno” esordii, verso di lui. “Effettivamente, potrebbe essere l’ultima occasione, hanno chiuso quasi tutti, qui in Italia” rispose lui.
La decisione fu velocissima, presa in un attimo, che ancora non sapevo avrebbe messo in moto tutta una serie di meccanismi che di lì a un paio d’anni avrebbero cambiato la mia vita. Il fato era entrato in azione. Andammo a casa a cambiarci, mi vestii carina, come per un appuntamento romantico, una tutina rossa con i pantaloncini ampi e corti, i capelli biondi, lunghi e mossi e una vistosa collana d’acciaio. In meno di un’ora eravamo di nuovo davanti a quell’insegna vecchia e impolverata, che aveva evidentemente passato giorni migliori. Comprammo i biglietti, battuti a prezzo scontato, e entrammo in una sala buia, così buia che non riuscivo a vedere dove mettevo i piedi. Percepivo intorno a me la presenza di diverse persone, senza poter avere contezza di quanti fossero e quanto vicini. Spaventata, ma già leggermente eccitata, mi strinsi al mio ragazzo e insieme andammo a sederci in ultima fila. Come uno sciame di api organizzato ed efficiente, gli uomini presenti, ci circondarono velocemente, facendo crescere il disagio e l’eccitazione. Ma eravamo troppo esposti in quella posizione, così decidemmo di spostarci un po’ più in avanti, nelle prime file. Nel frattempo i miei occhi si erano abituati al buio, e riuscii a vedere ciò che mi circondava un po’ più chiaramente (era quello che pensai in quel momento, successivamente scoprii che uno degli uomini presenti aveva chiesto al proprietario del cinema di alzare un po’ le luci all’interno della sala). L’ambiente non era affatto nuovo, né tra i più puliti, ma in quel momento non m’importò molto. Intorno a noi c’erano circa una ventina di uomini di diverse età. Nessun’altra donna. Puntai gli occhi sullo schermo, il film era di quelli di bassissima qualità, sesso fatto di immagini meccaniche e palesemente costruite, lontano anni luce da quello che avrebbe potuto smuovere la mia libido, eppure iniziavo a sentirmi indecentemente bagnata, pur non avendo il coraggio di distogliere lo sguardo dal film. Mi accorsi di un uomo, che venne a sedersi un paio di poltrone più in là, rispetto alla mia, e della mano del mio ragazzo, che andò ad appoggiarsi sulla mia coscia nuda, accarezzandola. L’uomo rivolse la parola al mio ragazzo, che gli rispose, ma ad oggi non riesco a ricordare una parola di quello che si dissero, tanto era il mio stato di agitazione e di eccitazione. Il mio ragazzo approfondì la carezza, infilando la mano nell’apertura dei pantaloncini, e io rimasi lì immobile, facendomi toccare e ascoltando il mio stesso respiro infittirsi. Quando le sue dita raggiunsero il mio piacere, anche lui si accorse fino a che punto quella situazione assurda mi stava piacendo e mi chiese, sussurrandomi all’orecchio , se volessi dare a quei signori qualcosa da ricordare. E io lo volevo. Lo volevo proprio tanto. Mi alzai e girai, poggiando le ginocchia sulla poltrona, le mani sulla spalliera e chinandomi in avanti. Il mio ragazzo scostò i pantaloncini e gli slip e iniziò a scoparmi da dietro con forza, togliendomi il fiato. Smisi di sentire anche le battute del film (successivamente scoprii che il proprietario del cinema aveva abbassato anche l’audio, per permettere a tutti di ascoltare i miei gemiti di piacere), mentre la collana che aveva indossato, sbatteva forte contro la spalliera. La afferrai tra le dita per arrestare il suo continuo oscillare. Mi accorsi che uno sconosciuto si era posizionato davanti a me, a pochi centimetri dal mio viso, solo nel momento in cui quasi mi sfiorò la mano che teneva la collana e si chinò a sussurrarmi “lasciala dondolare”. Mi sembrarono le parole più erotiche del mondo. Il mio ragazzo mi afferrò forte i fianchi e mentre sentivo gli occhi di tanti uomini scivolare sul mio corpo e avvicinarsi lentamente fino ad avvolgerci in una coltre di desiderio e lussuria, aumentò il ritmo sbattendomi forte, e spedendo la mia mente in un luogo di solo piacere. Mi aggrappai alla poltrona, abbassando la testa sul sedile, cercando di resistere alla potenza dei suoi colpi, che mi facevano urlare forte, senza che ne fossi minimamente consapevole. Lui venne dentro di me, riempiendomi, e io, ancora sconvolta dal piacere misi a posto i vestiti, cercando di guardarmi intorno il meno possibile. Uscimmo velocemente, lasciandoci indietro l’esperienza che, anche se ancora non lo sapevo, aveva steso il tappeto rosso sulla strada del destino.