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Doveva essere solo un gioco2


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Doveva essere solo un gioco2

by cp58mi
Gesehen: 1025 Mal Kommentare 6 Date: 25-07-2024 Sprache: Language

Doveva solo essere un gioco parte 2

Perché sono le donne ad avere l’ultima parola, e comunque mi aspettavo la chiamata. Ci è voluto poco a capire quanto sia curiosa tua moglie, soprattutto se si tratta di sesso. È per questo che mi aspettavo che mi chiamaste e sono contento che l’abbiate fatto, evidentemente l’ho incuriosita e ora vuol vedere di che si stratta. Ti diró di piú, non mi meraviglierei se una volta lí non venisse pure a lei la voglia di partecipare disse in tono contento.
Beh questo sará lei a deciderlo ma non risposi subito perché non sapevo se fare la parte del marito offeso o cosa, ma avendo assistito a quanto era accaduto a cinema scelsi di rispondergli cosí.
Quando dissi a mia moglie della telefonata e cos’avesse detto quel porco a proposito di una eventuale sua decisione a partecipare si fece una risata e mi accarezzó dandomi un bacetto come se fossi un coglione da tener buono.
Il giorno infine giunse. Uscii dall’ufficio verso le sedici e rientrato a casa trovai Adele in cucina che in accappatoio accanto a una pentola d’acqua che aveva appena messo sui fornelli.
Che fai dissi abbracciandola da dietro e baciandole il collo. Sai che non ceniamo a casa, a che serve quella pentola?
Riscaldo dell’acqua per il clistere. Non vorrei che magari quello mi possa toccare il culo, meglio essere pronti, non mi va di fare figure. A proposito tira fuori l’occorrente e preparalo in bagno.
Dio buono pensai, non avrá mica deciso a dargli il culo.
Ma perché farlo se sai che andiamo lí solo come spettatori chiesi curioso di sentire la sua risposta.
Sé, non si sa mai cosa puó accadere, metti che quello si mette a palparmi mica glielo posso impedire, e se nel farlo mi caccia dentro un dito? Mica voglio far figure.
Nel sentirla bastó a farmelo venire duro come il marmo, lo tiri fuori e glielo poggiai sul culo per farglielo sentire.
Beh, e ora che ti prende, disse appena glielo poggiai sul culo. Com’è che ti è venuto subito cosí duro, è perché ho detto che magari mi mette dentro un dito vero, perché se è cosí sei proprio un pervertito.
Sí ma immagina che bello sarebbe, e mi eccita pensare che vuoi il clistere perché potrebbe anche esserci la possibilitá che tu voglia accontentarlo.
Lo vedi che ho ragione, non sei che un pervertito! Da quella sera al cinema sei cambiato, dopo quello che è successo ora vorresti che gli dessi il culo, ma ti sembra normale? Dovresti farti vedere, tu sei non sei normale.
Una volta scaldata l’acqua e camomilla, mi raggiunse in bagno, travasai l’acqua nella sacca e lei si mise in ginocchio appoggiata al bidet in attesa che le infilassi la cannula nel culo. Una volta pronto appesi la sacca e lei sporse il culo perché le infilassi il beccuccio del clistere. Vederla a pecora me la fece immaginare messa cosí pronta a farsi inculare dall’avvocato, mi eccitai talmente che invece della cannula le cacciai dentro due dita che avevo appena unto di gel.
Haa fece lei non aspettandoselo, che cazzo fai! Disse saltando come un grillo per la sorpresa. Devi farmi il clistere, non incularmi cretino!
Allora arrapato com’ero le mostrai in cazzo per mostrarle come l’avessi duro e facendolo glielo misi in faccia credendo che me lo prendesse in bocca. Non solo non lo fece, ma scosse la testa e si mise a ridere: smettila va che non è il momento.
Era su di giri di brutto, erano rare le volte di vederla cosí e di solito era quando si andava nei centri commerciali per fare porcate, allora era come adesso tutta eccitata e questo mi fece pensare che quella sera avrei potuto vederne delle belle.
Finimmo al terzo clistere perché l’acqua non presentava piú alcuna impuritá, segno che l’intestino era stato totalmente ripulito. Adele ha una vera ossessione per questo e odia pensare che facendo sesso anale possa sporcarmi, figuriamoci quella sera che eravamo in procinto di passare una serata a tema in casa di quel porco: era meglio prevenire…
Saperla tanto pulita aiutava anche me peró, in quanto ogni volta che finivamo di fare sesso anale a lei piace che la lecchi, dice che per lei è come un massaggio lenitivo e sicuramente non l’avrei mai fatto se non fossi piú che certo che fosse piú che pulita.
Ho imparato da subito ad apprezzare quella quella pratica e con essa il sapore stesso del mio sperma che ogni volta mi trovavo a raccogliere. Mi sono talmente abituato a farlo che non farlo sarebbe come fosse del sesso incompleto tanto che per noi è diventato un rituale.
Giungemmo all’indirizzo all’ora stabilita. Giunti davanti al cancello come da accordi premetti il pulsante sulla colonnina alla mia sinistra e il cancello prese a scorrere, entrammo mentre il cancello si richiudeva alle nostre spalle e parcheggiai sull’acciottolato davanti a un bel prato all’inglese.
La casa era una grande villa a due piani cosí bella da sembrare una reggia e ad attenderci sulla soglia di casa c’era lui: l’anfitrione. Con la solita galanteria fece il baciamano a mia moglie mentre a me strinse la mano. Era vestito di tutto punto come la prima volta che lo incontrammo. Con maniere un pó affettate ma che incutevano rispetto ci fece entrare. Passammo sotto un’alta arcata e entrammo in quello che era un salone enorme. Appena dentro mi sentii una pulce in quello sfarzo. Era arredato in modo opulento, con le pareti in lucido legno scuro rivestite da quadri che, visto l’ambiente, dovevano avere un certo valore. Al centro c’era un enorme tappeto Persiano che a mio parere solo lui doveva costare una fortuna e tutt’intorno a esso c’erano dei divani che solo a guardarli veniva voglia di sprofondarcisi sopra.
C’è da dire che tanta opulenza mise in suggestione anche Adele, non credevamo avesse una casa simile e attonita ammirava gli splendidi quadri appesi.
Contento di vedere i nostri visi sorpresi, ci fece accomodare e ci serví dello cherry in attesa che giungessero gli altri ospiti.
Pur non essendo un conoscitore di sherry, dalla sua bontá capii che doveva essere uno sherry molto costoso, lessi l’etichetta e vidi che proveniva dall’Andalusia invecchiato da almeno 30 anni.
Adele che pur non portata all’alcol, lo sorseggió con piacere tanto che ne accettó un altro iniziando a farle abbassare le difese “caso mai ne avesse avute: ma non credo”.
Dopo aver sorseggiato e vuotato il secondo bicchiere di sherry, lui indicandole una porta le disse di entrarci e d’indossare quanto avrebbe trovato poggiato sul letto e lo disse in tono che non ammetteva repliche.
Vedrai che ne sarai entusiasta. Li ho scelti personalmente per te e non vedo l’ora di poterti ammirare. Con quell’abito la tua femminilitá ofuscherá tutto il resto. Disse poi in tono gentile indicandole la porta.
Adele colta alla sprovvista mi guardó mentre si alzava e notando il mio cenno di assenso si diresse verso la porta indicata che richiuse alle spalle.
Nonostante l’etá è una donna magnifica che incute invidia in altre che vorrebbero somigliarle, con quel corpo voluttuoso farebbe girare la testa a tanti. Inoltre ha una femminilitá spiccata che poche donne hanno e se a questo aggiungiamo quanto sia portata al sesso allora bisogna pensare che è un vero dono della natura disse trasognato. Forse tu neanche sai la fortuna che hai ad avere in moglie una donna cosí. Una donna come la tua è una donna speciale, l’ho capito non appena avete messo piede in quel ristorante.
Non ebbi il tempo di chiedere lumi che il citofono trilló e lui si alzó.
Sono arrivati disse prendendo il telecomando per aprire il cancello e subito dopo aprí la porta in attesa che scendessero dalle auto.
Come aveva detto, erano tre coppie e un singolo, le coppie suppergiú dell’etá mia e di mia moglie, mentre il giovane singolo dimostrava essere sulla trentina piacente e aitante e pensai che a mia moglie sarebbe sicuramente piaciuto.
Pure gli sembravano delle belle persone e risultarono essere oltre che piacenti e simpatiche, soprattutto alla mano tutti con un fisico ben curato come lo eravamo noi e questo mi rasserenó, non sarebbe stato carino se non lo fossero state.
Solo allora, sentendo i nuovi arrivati salutare il padrone di casa sentii pronunciare il suo nome, fino ad allora non sapevamo neanche come si chiamasse se non la L puntata sul biglietto da visita e sentii che lo chiamarono Enzo.
Mi presentó loro dicendo che ero in coppia ma che mia moglie l’aveva mandata in camera a cambiarsi suggerendo pure alle donne presenti di fare altrettanto e andare ognuna in una camera dove avrebbero trovato anche loro l’abbigliamento da mettersi.
Quando Adele uscí trovó solo noi maschi nel salone e le venne un tuffo al cuore perché pensó di essere l’unica donna della serata contrariamente a quanto le era stato detto dall’avvocato.
Pure a noi peró venne un tuffo al cuore quando la vedemmo, era cosí attraente da sembrare un incanto. L’elegantissimo abito che aveva indosso l’aveva trasformata in una ninfa delle fiabe. Anche Enzo che pur sapendo cos’avrebbe indossato la guardó restando a bocca aperta.
Era un abito da sera color turchese che le fasciava il corpo come una seconda pelle evidenziandone le forme ed era leggerissimo oltre che elegantissimo e a vederlo doveva essere costato una fortuna. Sembrava essergli stato cucito addosso. Era agganciato poco sotto il seno da una bellissima spilla che le luci del salone esaltava facendo brillare quelli che tutto intorno sembravano dei brillantini: sembrava una dea in tutto e per tutto.
L’avvocato le fece segno di fermarsi in mezzo al salone perché la si potesse ammirare, e Adele, seppur impacciata nel vedere che c’erano persone a lei sconosciute, rimase immobile al centro del salone.
Con la scollatura vertiginosa dell’abito che a malapena conteneva i capezzoli, inizió a girare in tondo sotto preciso comando dell’avvocato che oltre a lui, voleva che pure gli altri vedessero che figa di donna fosse. Rimasi cosí sorpreso nell’osservare come avesse eseguito il suo ordine perentorio di girarsi a 360m gradi che la mandibola mi si aprí fi quasi a sfiorarmi il petto: era bellissima.
Lo spacco vertiginoso su un lato dell’abito mostrava sia le calze che il merletto scarlatto della giarrettiera coi suoi pendenti agganciati alle calze nere per sorreggerle, e che facevano pendant con le scarpe dal tacco dodici, non c’era ombra della mutandina e quando si voltó vidi quanto fosse scollato quell’abito che le lasciava la schiena completamente nuda e finiva per raccogliersi in basso ai suoi reni come fosse una cascata che s’infrangeva nella pozza naturale sottostante.
Accortasi del silenzio che aveva creato con la sua presenza e preso atto che gli occhi tutti erano fissi su di lei, Adele imbarazzata andó a sedersi su uno dei divani.
Solo allora l’avvocato fece le presentazioni e la tranquillizzó dicendole che tra poco avrebbe conosciuto anche le loro donne che come lei si prima si stavano cambiando per poi raggiungerci.
Adele sembró rasserenarsi nel sentire che ci fossero altre donne oltre a lei, fosse stato cosí ero certo che avrebbe voluto che ce ne andassimo.
Eravamo intorno alla tavola a gustarci i gustosi stuzzichini preparati per l’occasione che accompagnavamo con delle ottime bollicine della Valdobbiadene quando le altre tre ci raggiunsero. Sembrava di vedere una sfilata d’alta moda stile eros, e seppure fossero tutte elegantissime, compreso Adele, a guardarle si aveva l’impressione di essere a una sfilata di troie d’alto bordo e non mi sorpresi nel sentire gli apprezzamenti che gli altri fecero.
Le tre non appena videro mia moglie le si fecero intorno, e, come è tipico delle donne presero a farsi complimenti a vicenda accattivandosi l’un l’altra delle proprie simpatie facendo sí che Adele si sentisse a suo agio in loro compagnia.
Con la scusa di piluccare i buonissimi stuzzichini sulla tavola, ne approfittai per conoscere un pó piú a fondo tutti e facendolo, insieme demmo fondo a piú bottiglie di quelle ottime bollicine.
L’avvocato allora rivolgendosi a Teresa e a Anna, suggerí loro di scendere assieme al ragazzo e vedere se giú fosse tutto a posto e nel caso di farlo loro prima che scendessimo anche noi.
No, disse rivolto a me pronto a seguirli per dare una mano. Ci pensano loro. Noi restiamo qui e scenderemo tra poco. Diamo loro il tempo di sistemare.
La curiositá di sapere cosa ci fosse da sistemare di sotto m’incuriosí in modo pazzesco tanto da non vedere l’ora di scendere e capire di cosa si trattasse.
Sei la migliore gli sentii dire all’orecchio di mia moglie mentre le cingeva la vita e annusandole il collo da cigno, rivolto agli altri chiese loro cosa ne pensassero.
I loro non poterono essere che dei complimenti verso lei, cosa che a lei piacque non poco.
E ci credo! Pensai. Se le loro donne era bone, al confronto con la mia sfiguravano sia in bellezza che come tenuta corpo, e guardandoli si percepiva la loro voglia di metterle le mani addosso: e non solo!
Senza nulla togliere alle altre che nel loro io erano delle belle donne, Adele era comunque e senza dubbio la meglio di tutte, ed essendo la piú attraente non vedevo l’ora di capire cosa, oltre che assistere, che ruolo avrebbe dovuto interpretare lei nel contesto.
Bene disse poco dopo l’avvocato. Penso che ora che si possa scendere pure noi.
Prese sottobraccio Adele, che sembrava a proprio agio con lui e assieme li seguimmo per scendere la scala che portava giú.
Giunti in fondo ci trovammo in quella che in origine doveva essere una taverna e che invece, dopo essermi dovetti ricredermi. Non fosse stato per divani e divanetti disseminati qua e lá lungo le pareti a dare un tocco di vitalitá all’ambiente a dir poco spartano e che le lui stesse tenute basse davano un aspetto sinistro all’ambiente circostante tanto da farlo sembrare il sotterraneo di un castello dove nelle sue segrete venivano torturati i nemici.
Queste considerazioni mi vennero spontanee vedendo che al centro dell’ambiente c’era una struttura a X ancorata in mezzo a due colonne e avvicinandomi vidi che quest’ultima era costruita da due grosse travi in legno incastrate tra loro al centro e su ognuno dei quattro bracci, agli apici c’erano imbullonate dei bracciali legati a catene che davano dubbi a quello che fosse il loro scopo, e cioè di incatenare qualcuno in modo che non potesse opporre alcuna resistenza e mi chiesi che cazzo centravamo noi con quel posto.
Adele invece sembrava curiosa di vedere certi aggeggi e si aggirava tra loro chiedendosi a cosa potessero servire.
Fu l’avvocato a spiegarle il loro essere chiarendo che quelle che sembravano macchine atte alla tortura non erano che attrezzi per procurare piacere.
Qui non si tortura nessuno, tutto ció che vedi serve a dare e ricevere piacere. A loro, disse indicando le donne, piace essere legate e avere l’idea di essere punite e seviziate. Ma tutto ció non è che un gioco per raggiungere limiti di piacere in altro modo irraggiungibili. Immagina di essere legata e bendata e sentire addosso delle mani che ti accarezzano anche intimamente senza sapere chi è o cosa ha intenzione di farti. È questa l’essenza di questi attrezzi. Se vorrai, questa sera potresti provare anche tu e capire se anche tu sei portata a sottomissioni come queste, e se scoprirai che anche a te piace provare piaceri forti sarai la benvenuta nel club.
Poi voltandosi le indicó una specie d’altalena posizionata piú indietro sulla quale Teresa, aiutata da due maschietti stava per essere fatta sedere sopra su quello che in un’altalena doveva essere un seggiolino ma che invece su quella era una spessa pelle di cuoio appesa a quattro funi dove una volta seduta bisognava stendersi sopra restando sdraiata, col dorso che saliva e il culo in prossimitá dell’inizio della seduta in modo che il culo rimanesse libero.
L’adagiarono lasciandola col culo oltre il bordo in modo che entrambi i buchi fossero accessibili. La bendarono e la legarono lasciandola a gambe aperte e le ginocchia all’insú, come se attendesse di essere visitata da un ginecologo. Con le braccia tenute all’indietro tenuta per i polsi da due bracciali, dava l’impressione che fosse lei stessa a tenersi appesa alle funi, e invece, cosí legata e impossibilitata a muoversi era letteralmente alla mercé di tutti e iniziarono a farla dondolare.
Avrei voluto fosse mia moglie al posto suo aperta in quel modo, avrei pagato per dire all’avocato di metterla su quell’altalena e giá eccitato mi venne voglia di tirare fuori il cazzo e schiaffarglielo dentro a quell’altra che ora oscillava sull’altalena.
A lei piace moltissimo essere presa mentre è legata in quel modo. Le piace subire senza potersi difendere e questo le fa raggiungere vette di piacere altrimenti impossibili da toccare: vero cara? Chiese l’avvocato che in risposta ebbe un felice sí da Teresa.
Poi ci mostró un altro attrezzo. Questo a prima vista apparve indecifrabile. Era rivestito totalmente di pelle nera e lucida, e poggiato su una pedana di legno sembrava di vedere la schiena di un toro con le zampe piú corte rispetto a quelle davanti da far sembrare che il dorso salisse, e dove avrebbe dovuto esserci le corna c’erano invece due sporgenze ricurve che sembrava fossero state messe lí per tenersi e non cadere.
Chi di voi ha voglia di far vedere alla nostra ospite a cosa serve, domandó rivolgendosi alle altre due.
Faccio io disse Anna facendosi avanti. Mi piace un sacco fare il rodeo disse ridendo passando accanto a mia moglie.
Al contrario dell’altra peró, Anna si spoglió. Sfiló abito e mutandine, e rimasta in calze e reggicalze sormontó la struttura e per farlo dovette aprire le gambe, poi si sdraió sopra dando l’impressione di tenersi per non cadere.
Due di loro allora presero a legarla. Uno le legó le caviglie a degli anelli di metallo rivestiti perché non si facesse male e l’altro le legó i polsi attorno a quelle che dovevano essere le corna.
Vederla in quel modo sembrava che Anna fosse sulla schiena di quello che sembrava un toro con le gambe oscenamente aperte e la sua intimitá offerta alla vista letteralmente immobilizzata.
L’avvocato allora disse che i giochi potevano iniziare e invitó noi a sedere e a gustarci lo spettacolo.
Dalla posizione in cui eravamo potevamo vedere sia Anna sdraiata sul “toro”, che Teresa sull’altalena. Fu proprio quest’ultima a catturare per prima la nostra attenzione.
Il marito di Anna le aveva strappato le mutandine e gettate per terra, prese una lunga piuma e prese a solleticarle il corpo facendola contorcere per quel poco che le era consentito dalle funi mentre Sonia dopo essersi spogliata e anche lei rimasta in calze e reggicalze, inizió a carezzarla intimamente unendo piacere a quella specie di tortura che la piuma le dava.
Sonia prese dal tavolo vicino un frustino a punta piatta in pelle e inizió sua volta a farlo scorrere sulle cosce alternando questo a delle leggerissime frustate che a Teresa dovevano piacere molto visto che ogni volta che veniva colpita un pó piú forte, invece che reclamare emetteva dei gridolini di piacere che iniziarono a eccitare pure noi.
Quando poi le frustate si fecero piú cruente e dalla fessura in mezzo alle gambe iniziammo a vedere il luccichio dei suoi umori, i due uomini presenti la presero a turno in entrambi i suoi pertugi facendola godere e gridare di piacere fino a che li pregó di slegarla.
Allora spostammo la nostra attenzione sui versi di Anna, che il giovane da dietro stava possedendo senza darle tregua facendola gemere di piacere.
Vieni disse l’avvocato prendendo per mano mia moglie facendola alzare. Andiamo a vedere da vicino cosa le sta facendo.
Al ché mi alzai pure io per andare a vedere. Una volta lí vidi Anna a chiappe divaricate tenute aperte dal giovane mentre le schiaffava nel culo il cazzo che piú duro non poteva essere.
Con Anna impossibilitata a muoversi, quell’atto a prima vista sembrava una forzatura. Solo i versi e l’incitamento di lei ci dissero quanto piacesse a Anna quel trattamento: altro che una tortura, quella continuava a godere come non mai.
Ti piace ció che le sta facendo chiese l’avvocato a mia moglie che ormai doveva essere bagnata all’inverosimile. Mi parve strano che l’avvocato non l’avesse ancora tirato fuori per metterglielo in mano: non l’aveva ancora toccata con un dito e questo un pó mi deluse e forse deluse pure lei.
Humhum fece lei con la testa senza distogliere lo sguardo dalla quella scena cosí altamente erotica.
Bene, sono contento che ti piaccia, se vuoi puoi provare anche tu a salirci sopra, tanto qui nessuno ti fa niente che tu non voglia.
Lei era talmente impacciata che per un attimo pensai che gli avrebbe risposto di sí, ma non lo fece e rimase in silenzio.
Mentre aspettavamo che i due finissero e che Anna venisse slegata, Sonia le si fece vicino e l’abbracció sussurrandole qualcosa all’orecchio che non sentii mentre Anna veniva liberata dai lacci che la tenevano legata. Qualcuno peró pensó bene di dare una ripulita alla struttura che aveva sorretto un istante prima Anna e con acqua e spugna tolse ogni traccia di ció che era appena avvenuto.
Sonia allora si alzó e invitó a farlo anche a mia moglie, che lo fece. Sonia allora, le disse ancora qualcosa all’orecchio e vidi Adele annuire. L’altra allora, da dietro si mise a trafficare con la spilla dell’abito di Adele e l’allentó, tiró giú le spalline e l’abito scivoló ai piedi di Adele come fosse un sacco vuoto lasciandola nuda con solo calze e reggicalze: delle mutandine non v’era ombra.
Nonostante gli occhi di tutti fossero puntati su di lei, sembró non risentire delle loro attenzioni, si era talmente calata nell’ambiente di sentirsene parte: che donna che avevo!
Sonia con il braccio intorno alla vita di mia moglie la portó davanti alla struttura appena ripulita e la invitó a provare a stendersi per vedere se le piaceva e erroneamente avevo pensato che lei si sarebbe rifiutata di farlo e invece accettó.
Sonia la fece posizionare davanti e le disse di allargare le gambe e di farsi avanti sulla struttura, e una volta fatto la fece distendere sopra. Vedere il suo magnifico corpo con culo e figa esposti come a volerli offrire mi fece rizzare il cazzo di brutto e per prima cosa mi guardai intorno e ebbi conferma che tutti erano rapiti dalla visione di vederla lí distesa e i loro cazzi svettavano duri d’eccitazione.
Ti va che ti solletichi un pó con la piuma, ti va di provare? Le chiese Sonia con tono cosí accattivante che difficilmente Adele le avrebbe detto di no.
Allora debbo legarti disse l’altra, non vorrei ritrovarmi a rincorrerti le disse, e lei accettó.
Le bloccò per prima le caviglie e poi i polsi, poi dal tavolo prese la piuma e insieme a quella prese pure il frustino: fu proprio quello che usò per primo facendola sussultare dalla sorpresa.
Ahi fece lei nel sentirsi fustigare la natica.
Ti ho fatto male? Chiese allora Sonia.
No.
Allora vuoi che lo faccia ancora?
Sí sussurró lei quasi vergognandosi.
L’altra allora, invece che fustigarle le chiappe prese a darle tormento con la piuma passandogliela dalle spalle fin sulle cosce e viceversa inducendo Adele a pregarla perché smettesse quel supplizio.
Invece quella senza smettere di darle tormento con la piuma, alzó la mano e le diede una sonora frustata sul culo che fece gridare Adele piú per la sorpresa che per il dolore. Ma Sonia non le diede il tempo di pensare che assestó un altro colpo e un altro ancora che colpirono Adele tra le cosce e subito dopo, con la punta piatta del frustino inizió a scorrerlo sulle labbra giá lucide di voglia della figa.
Sia il marito di Teresa che quello di Anna si alzarono e andarono a mettersi ognuno su un lato di mia moglie e presero a accarezzarla. Sonia invece, dopo averle dato altre due o tre frustate che avevano lasciato il segno sulla pelle vellutata di Adele, le si accovacció dietro Adele e col manico del frustino inizió a torturarle la figa facendola facendole salire la voglia di essere penetrata da quell’oggetto che tanto le piaceva.
Quando Sonia si alzó da dietro, il suo posto fu preso da Claudio il marito di Teresa. S’incappucció il cazzo con un goldone e messosi dietro a mia moglie dopo averglielo strusciato tra le labbra le entró dentro a fondo come un fuso facendola gemere per il piacere che provó nell’essere presa a quel modo.
Mi stavo sborrando addosso tanta era l’eccitazione che provai nel vedere mia moglie posseduta da un altro uomo che non ero io.
L’avvocato mi guardó con un sorriso sornione, mi si fece vicino e mi disse che stavo guardando la trasformazione di quella che d’ora in poi sarebbe stata mia moglie: stai a vedere disse, questo non è che l’inizio.
Col cazzo in mano, come un coglione, rimasi a guardare eccitato il culo di quello stronzo che faceva avanti e indietro mentre si fotteva con gusto la mia mogliettina che era giá venuta un paio di volte.
Quando Mario, il marito di Anna sentí Claudio prossimo a venire, prese un preservativo e s’incappucció pure lui il cazzo pronto a prenderne il posto e cosí avvenne.
Quando quello si sfiló da dentro col preservativo che penzolando mostrava la punta piena di sperma, l’altro ne prese il posto e in un attimo inizió a sbattersela lui senza che lei potesse opporsi: non che lo volesse.
MINCHIA! Questo sembrava uno che la figa non la vedeva da anni. La stava montando con una foga impressionante e che Adele sembrava molto gradire urlando il suo piacere continuando a avere orgasmi che sembravano non avere fine.
E per questo che quando pure lui raggiunse l’orgasmo e tiró fuori il cazzo mostrandoci quanto piacere ci fosse nel preservativo, il giovanotto, pure lui col cazzo in tiro si avvicinó a mia moglie e le disse qualcosa che noi non sentimmo ma di cui un attimo dopo capimmo di cosa si trattasse.
Vedemmo anche lui prendere un preservativo e aprirlo per indossarlo. Una volta fatto lo tese bene sfino alla base e si posizionó dietro a mia moglie pronto a metterglielo dentro come avevano appena fatto gli altri due.
Adele, conscia di tutto questo restó impotente in attesa di sentire che le entrasse dentro e sentire un ulteriore e inevitabile piacere. Era entrata talmente bene a fare la parte della puttana che neanche lei avrebbe mai immaginato di godere cosí tanto e il verso che emise nel sentirsi nuovamente penetrare confermó quanto troia fosse.
È per questo che vedendola nuovamente godere mi ritrovai a pensare che se invece di trastullarsi la grossa appendice che aveva tra le gambe l’avvocato si fosse alzato e le avesse rotto il culo facendola urlare di dolore io ne sarei stato piú che felice.
Fu Anna che inginocchiatasi davanti a lui gli prese il cazzo e inizió a fargli un servizio di lingua che gli fece subito indurire il cazzo. Vedendo la passione con la quale Anna glielo succhiava per farglielo rimanere, pensai che lo stesse preparando non appena il giovanotto avesse terminato la monta per poterne prendere il posto, e questo bastó a farmi attizzare come un mandrillo.
Poi i colpi del giovane divennero degli affondi profondi e decisi facendoci pensare che era sul punto d’arrivo. Pure Adele a ogni affondo emetteva dei versi indicibili e sapendolo prossimo a godere si eccitó ulteriormente, tanto che quando lui glielo spinse dentro e inizió a riempire il goldone di sborra, lei assieme a lui raggiunse l’ennesimo orgasmo. Non avrei mai immaginato che una donna potesse avere cosí tanti orgasmi. Sí, l’avevo vista venire piú volte sia con me che con il vibratore, ma mai cosí tante volte come quella sera. Pensai che se l’avessero slegata non sarebbe stata in grado di sorreggersi sulle gambe e sarebbe caduta in terra.
Sonia che non aspettava altro che quello le uscisse da dentro, si avvicinó a mia moglie e le parló all’orecchio tanto piano che nessuno riuscí a sentire cosa le avesse detto.
Aveva la figa cosí slavata con le cosce lucide dei suoi stessi umori che mi venne quasi voglia di alzarmi e vedere se riuscivo a infilargli dentro la mano, un pensiero che subito lascia andare perché la mia attenzione insieme a quella degli altri fu attirata da Sonia che preso un tubetto di quello che sembrava un gel, se ne mise un bel pó sulle dita e inizió a spalmare l’ano di mia moglie che non si oppose minimamente. Vedemmo Sonia dilettarsi nel penetrare il culo di Adele con le dita roteandole come per allargarle il buco. Smise solo quando sentí l’avvocato dire a Anna che bastava cosí, si alzó in piedi con quel cazzo che sol a guardarlo incuteva timore.
Una volta avvicinatosi, si mise dietro a mia moglie e Sonia si mise da un lato di mia moglie, attese che l’avvocato fosse pronto e con le mani allargó le chiatte di Adele per facilitare la penetrazione all’avvocato e io che non volevo perdermi niente di ció che stava per avvenire mi alzai e mi avvicinai per poter vedere meglio e gli altri fecero lo stesso.
Quando il porco, dopo che Sonia gli aveva unto parte del cazzo di gel, posó la cappella sull’ano e vedendo quanto fosse grosso quel cazzo pensai che Adele si sarebbe pentita amaramente di avergli permesso di farlo.
Col cazzo ben puntato sullo sfintere, quello prese a spingere piano. L’aveva cosí duro che facevo fatica a credere che un uomo di quell’etá potesse essere ancora tanto virile, e man mano che la cappella facendosi strada spariva lentamente nell’orifizio, Adele gridó di fare piano che le doleva il culo, ma l’avvocato non smise di premere fino a che l’urlo di Adele accompagnó la sparizione del cazzo che affondó dentro fino ai coglioni. Solo allora lo stronzo rimase immobile col cazzo ben piantato nel culo di Adele che sbuffava come fosse a imitare una locomotiva.
Le donne le si fecero accanto e presero a carezzarla dicendole parole dolci perché si tranquillizzasse, cosa che effettivamente pochi attimi dopo avvenne.
Bastardo gli disse tra i denti Adele rivolto a lui. Dovevi fare piano, mi hai fatto male.
Ma ora è tutto passato non è vero? Vedrai che lo ricorderai con piacere questo momento, chiedilo a loro se non mi credi disse iniziando a muoversi dapprima piano per poi aumentare gradualmente il ritmo fino a che Adele che si era abituata alle sue misure prese a gemere.
Fu un crescendo, i gemiti si tramutarono in versi osceni, versi animaleschi di piacere che sfociarono subito dopo in un orgasmo anale che mai aveva fin ora provato e che la scosse da capo a piedi facendola tramare come mai l’avevo vista fare: se non fosse che era legata sarebbe finita in terra a causa di quei tremiti incontrollabili. E questo mi fece pensare a cosa avrebbe provato ora con me dopo aver preso un cazzo simile e se avrebbe ancora sentito piacere nel prendere il mio, ma non ebbi il coraggio di darmi una risposta.
Due volte, due volte la fece godere col suo cazzo e il modo in cui la penetrava, sembrava sapere come darle piacere e non smetteva di dargliene fino a quando dopo un bel pó di tempo, sfinito lo vedemmo concentrarsi per poter raggiungere anche lui il piacere.
Quando lo tiró fuori sembró di vedere uscire da culo un bastone, forse era ancora piú grosso di quando gliel’aveva messo dentro: faceva paura e mi chiesi come cazzo avesse potuto prenderlo Adele una cazzo del genere nel culo.
Fu Teresa che appena lui tiró fuori il cazzo gli andó vicino, gli prese in mano il cazzo e lo esaminó, poi, visto che era pulito inizió a leccarlo dai residui di sperma. Sonia invece si dedicó a mia moglie. Le si mise dietro per vedere in che stato fosse, poi si alzó, si avvicinó all’orecchio di Adele e in un sussurro le chiese se fosse cosí pulita perché si era fatta un lavaggio interno prima di uscire di casa. Alla risposta affermativa di Adele annuí e sorridendo compiaciuta tornó a inginocchiarsi dietro di lei e si mise a leccarla con passione ripulendola al tempo stesso dello sperma che inizió a uscire dall’orifizio e che il porco le aveva riversato dentro.
Sa Dio quanto Adele apprezzó quel gesto. Piú di altre volte quella sera aveva davvero bisogno che l’ano le fosse lenito dopo il trattamento ricevuto e con un suo gemito parve come ringraziarla.
Lo stronzo si accorse di come fossi interessato e sorrise.
Te l’avevo detto, tua moglie aveva solo bisogno che qualcuno l’aiutasse a tirare fuori le voglie represse dentro lei. Me n’ero accorto non appena siete entrati a ristorante e la controprova l’ho avuta una volta al cinema. Ora che conosce il suo potenziale, sará un’altra donna quella con cui dormirai assieme, dovresti esserne felice. Tra le tre donne presenti solo con Anna sono riuscita a farle il culo. Con le altre, seppur volessero provare hanno dovuto desistere, sentivano troppo male. Per la tua mogliettina invece è sembrata una passeggiata e a parte l’urlo iniziale poi ha goduto come una vera maiala. Hai visto tu stesso come sé fatta montare da tutti, e come ha goduto: sembrava una vera vacca da monta. D’ora in poi sará dura per te accontentarla, da oggi in poi sará molto piú esigente e tu non sarai in grado di darle ció che in quattro le abbiamo dato e per questo vedrai che non vorrá piú perderne neanche una di queste festicciole.
E questo mi fece pensare che Adele doveva ben sapere che sorta di cazzo aveva sotto l’avvocato visto che l’aveva spompinato per un bel pó a cinema, e pur sapendolo era cosciente di quello che sarebbe potuto accadere: mica per caso aveva voluto che le facessi il clistere.
Non avrei mai immaginato di quanto troia potesse essere, e nonostante sapesse quanto fosse grosso il cazzo dell’avvocato aveva voluto provarne il brivido. Ma in fondo era del suo che aveva dato via, contenta lei… Mi dissi rassegnato e abbandonai quei pensieri vedendo che la stavano slegando.
La serata non finí lí e ci spostammo tutti su un grosso lettone a eccezione dell’avvocato che si sedette su un divanetto a mó di spettatore.
Anche lí era Adele che attirava l’attenzione e non poteva che essere cosí, era lei la novitá alla quale tutti ambivano e Adele lasció loro campo libero per poterle fare ció che piú desideravano da lei. Per quanto riguardava me mi ero estraniato essendo preda di Teresa e Anna messe insieme, solo i versi inconfondibili di mia moglie mi dicevano quanto ancore stesse godendo.
Lasciava a loro decidere se metterglielo in culo oppure in figa e quella sera provó perfino la doppia: uno davanti e un altro di dietro, e chissá perché era sempre lo sbarbato quello che la godeva in culo.
Erano le cinque di mattina quando uscimmo e quasi dovetti portarla in braccio alla macchina, era sfinita e il bruciore che aveva tra culo e figa non le dava pace.
Nelle settimane a venire non stavo nella pelle nell’attesa che l’avvocato ci avvisasse di un’altra festa. Per me fu un mondo nuovo scoprire quanto fosse bello avere piú donna disinibite a mia disposizione visto che fino ad allora non aveva avuto che una donna: Adele e devo dire che le nuove amiche di gioco mi hanno fatto conoscere apici di piacere che fino ad allora non conoscevo.
Adele dal canto suo ha espresso il desiderio di volerli provare tutti gli attrezzi dello scantinato, adesso pare che sia l'altalena ad attrarla di piú. Per commenti: cp58mi@gmail.com

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