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il maggiordomo


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il maggiordomo

by arcornuto
Gesehen: 414 Mal Kommentare 4 Date: 23-04-2024 Sprache: Language

G. aveva accettato l’invito dell’attempato individuo unicamente spinta dalla curiosità di poterne visitare la storica residenza veneziana in cui egli risiedeva con vista sul canal grande.
scesa dal motoscafo che l’aveva condotta all’approdo trovò ad accoglierla un anziano maggiordomo in livrea che con fare deciso ordinò ad un facchino di occuparsi del bagaglio dell’ospite, mentre lui la invitava a seguirlo sino alla stanza che le era stata riservata su precisa indicazione del padrone di casa.
G. apprese, dal solerte inserviente, che sarebbe stata attesa per la cena, aggiungendo, non senza voluta ostentazione, quanto potesse risultare oltremodo gradita una sua presenza vestita con abito adeguato alla serata.
G. , accogliendo l’invito, si predispose in tal modo con la consueta meticolosità che ne contraddistingueva la sofisticatissima essenza, presentandosi puntuale all’incontro che la vide unica persona invitata a quel particolare convegno.
all’altro capo del tavolo il padrone di casa la accolse prodigo di complimenti, sottolineando compiaciuto quanto, quel suo abbigliamento, le conferisse un aspetto oltremodo intrigante, e, durante l’intero svolgimento della cena, svolta alla meticolosa presenza del solerte maggiordomo, che ne curava la completa regia, lentamente G. venne colta da un inusuale torpore che gradualmente la pose sempre più in un stato di soporifero abbandono, rendendola impercettibilmente preda di eventi non più in grado di saper controllare.
come in ipnosi non oppose infatti neppure alcuna resistenza persino quando il maggiordomo, liberando con estrema velocità la tavola da tutto ciò che ancora la imbandiva, ed aiutandola a sollevarsi con lentezza dalla seggiola su cui era praticamente accasciata, la sospinse con determinazione sul piano così appena liberato, facendovela poggiare con la schiena, ed approfittando di quella sopraggiunta inerzia, incentivato dall’assenso del rispettivo padrone, operò quanto di più inimmaginabile potesse accadere.
G., ormai del tutto privata delle proprie capacità reattive, si abbandonò inerme a quelle particolari attenzioni, che lo stesso padrone di casa andava sollecitando affinché si svolgessero secondo una precisa volontà, ed affidando al solerte inserviente il compito di denudarla completamente.
spogliata da ogni cosa, venne legata con alcune corde per i polsi e le caviglie, affrancate alle estremità delle gambe del tavolo, in modo tale da risultare, oltre che immobilizzata in maniera molto salda, anche esposta in maniera ancor più vulnerabile a qualunque genere di intemperanza ulteriore avessero deciso di imporle.
ormai del tutto incosciente quasi non avvertì neppure le mani che la percorrevano per l’intera epidermide, soffermandosi con eloquente compiacimento nei punti nevralgici di quel corpo il cui fremere faceva percepire quanto stesse comunque subendo le profananti attenzioni che le venivano rivolte, facendola gemere di intrattenuta passione.
l’anziano padrone di casa, non riuscendo a trattenere oltre la propria libidine, calandosi i pantaloni e posizionandosi sulla tavola, ne approfittò per strofinare la propria grintosa protuberanza genitale sulla meravigliosa fessura già perfettamente dilatata ed inumidita di umorali secrezioni vaginali, penetrandola senza alcuna difficoltà e percorrendola sino a riempirle le viscere del proprio repentino sfogo spermatico, inseminandola senza reticenza alcuna.
così soddisfatta la propria bramosia ordinò al proprio inserviente di liberare quella preda appena abusata, e di ricondurla nella stanza dove ricomporla nella maniera più adeguata.
l’anziano maggiordomo, sollevando G. e disponendola su una apposito sostegno, atto a poterla trasferire con estrema facilità, raggiunta la camera da letto, non perse a propria volta occasione per abusarne a propria volta, violandola persino analmente, e poi ripulendola per bene da ogni residuo spermatico prima di farle indossare un sofisticato pigiama di seta, estratto dal bagaglio di lei, quindi, adagiando sul letto quel corpo in completo abbandono, si congedò palesemente soddisfatto per quanto così facilmente ottenuto.
ripresentandosi la mattina seguente, come se nulla fosse mai successo, le annunciò che la colazione era servita, e G. , ancora sonnolenta, e pervasa dalla frastornata sensazione che le ottenebrava la ragione, pensando di aver solo sognato, ed essere stata vittima di un devastante incubo erotico, ripresa conoscenza, e tornata un po’ meglio in se, raggiunse l’anziano padrone di casa che attendendola le manifestò l’intenzione di condurla personalmente a visitare alcuni luoghi della laguna prima di riaccompagnarla all’albergo dove alloggiava.
quando G. descrisse in seguito a tutto ciò, al rispettivo compagno, di quella stranissima circostanza di cui poco o nulla rammentava con esatta certezza, non poté fare a meno di innescare nella propria mente la dubbiosa ipotesi che non si fosse trattata soltanto di una follia cerebrale scaturita dai meandri più reconditi della psiche a generare in lei fantasie così talmente estreme dal sembrarle altrettanto realistiche.

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