Nastrino... la prima volta così...
by ilMarchese76Gesehen: 992 Mal Kommentare 3 Date: 25-02-2024 Sprache:
Qualche anno fa ero un promettente venditore per un noto brand automobilistico.
Un mio ottimo cliente che seguivo da tempo venne a trovarmi accompagnato dalla moglie, donna sulla cinquantina molto ben portati come da lui del resto. Me la presentò dicendo che la cliente questa volta sarebbe stata lei, che ha già un’idea e che posso decidere tutto senza problemi e che alla fine lui sarebbe intervenuto solo per pagare.
Fin li tutto nella norma, avevo diversi clienti che concedevano regali molto costosi alle proprie compagne, ufficiali e non, se non fosse che la signora, anche in virtù della primavera appena arrivata era vestita in modo molto sexy, oltre ad essere una donna tanto bella, con un vestitino azzurro che lasciava scoperte le spalle, abbastanza aderente da non lasciare spazio alla fantasia rispetto ad un corpo sinuoso, e che si fermava poco sopra il ginocchio. Era stupenda nella sua capacità di restare comunque elegante mentre tutto di lei esprimeva sensualità compresi i suoi piedi còratissimi costretti in un paio di scarpe con un tacco importante.
Era così affascinante che mi avrebbe colpito anche in abbigliamento più castigato.
Iniziammo a sentirci per più volte al giorno, vedendomela arrivare in ufficio anche senza un motivo apparente e ogni volta tra la sua bellezza, il suo abbigliamento, il suo sfiorarsi le gambe, muoversi i capelli e gli sguardi languidi, mi lasciava con una gran voglia innescando in me un turbine di fantasie galoppanti. In più aveva iniziato a farmi il filo con il chiaro intento di provocarmi aspettando una mia reazione.
Ciò nonostante il mio atteggiamento restava sempre molto professionale avendo imparato, sin dall’inizio della mia carriera lavorativa, che sul lavoro le clienti sono intoccabili, belle e arrapanti che siano, e l’ho sempre tenuto ben a mente anche quando l’istinto avrebbe voluto il contrario.
Dopo qualche settimane, in cui ero stato sempre più in difficolta, l’oggetto dei desideri della signora è pronto per essere ritirato.
Arrivano in ufficio puntualissimi con lei sempre molto provocante e appena seduti alla mia scrivania inizia a farmi il filo in un modo a dir poco spudorato. L’immagine di lei su quella sedia sarà, per me, indelebile. Quei capelli molto vaporosi, quegli occhi così scuri da sembrare neri, un naso così dritto e deciso da sembrare scolpito e quelle labbra morbide coperte solo da un delicatissimo lucido. Un vestito bianco con un tema di fiori azzurri e blu che lasciavano libere al mio sguardo le sue gambe quasi fino all’inguine.
Da una parte mi piaceva l’idea che fosse attratta da me ma… non davanti al marito e mio cliente da molti zeri cacchio. Se se ne accorge? Cerco di gestire la situazione e ad un certo punto inizio a pensare che lui o è scemo o ci fa. Come è possibile che non vede quante moine fa la moglie? Come non si rende conto che tra poco mi salta addosso? Boh forse sono io troppo con la testa in la.
Finiamo con le incombenze in ufficio e passiamo alla consegna e alle spiegazioni con lei che mi resta attaccata e mi tocca, si poggia, insomma cerca il contatto e mi seduce… osservo il marito che sembra quasi compiaciuto ma vi garantisco che continuo a pensare che forse non se ne rende conto fino al momento in cui, per spiegarle i comandi che sono posizionati in basso a sinistra del volante, non sono costretto a piegarmi sulle gambe arrivando, con il mio viso, poco sopra le sue ginocchia. A quel punto con la scusa di grattarsi la gamba sposta il vestitino e apre leggermente le cosce lasciandomi in bella vista la sua mutandina completamente inzuppata.
Resto per un attimo sorpreso e, non so perchè, ma d’istinto guardo lui che mi sorride compiaciuto. Per una delle pochissime volte in cui mi sento in imbarazzo in vita mia mi alzo e faccio finta di nulla cercando di dissimulare.
Finito tutto gli offro uno spumantino, come sempre faccio con i miei clienti, al bar di fronte e lei ne approfitta per dire al marito che sono stato molto gentile e disponibile anche quando lei esagerava con le richieste e che, per questo, devono ringraziarmi “se lo merita!”.
Mi invitano a cena… mentre io cerco di spiegare che è il mio lavoro e che non è il caso (pensando “che succede se questa a cena beve un po’ di più?”) ma loro insistono e allora, senza alcuna via d’uscita, accetto un po’ perplesso.
Mi dicono di tenermi pronto che in settimana saremmo andati a cena insieme. OK!
Passa giusto qualche giorno e l’appuntamento è preso, dicendomi che saremmo rimasti a cena in centro dove loro abitavano e che così avrei potuto parcheggiare nel parcheggio custodito proprio sotto casa loro.
Arrivo puntualissimo sotto casa e chiamo dicendo che li avrei aspettati sotto e lui mi risponde dicendo di salire. Rispondo che non sarebbe stato necessario e che avremmo potuto prendere un aperitivo in un locale. “Vi aspetto giù, anche se avete bisogno di un po’ di tempo” dico pensando che forse fossero in ritardo nel prepararsi. Lui mi dice che sua moglie è un po’ in ritardo e che avremmo preso un aperitivo in terrazza.
Li inizio a farmi strane idee e penso “ma vuoi vedere che questi niente niente mi stanno attirando a casa loro e con una scusa vogliono fare una cosa a tre?”. Poi torno in me e penso “ma che sei scemo? Professionalità e niente passi falsi o ci giochiamo un bel cliente”.
Alla porta mi accoglie lui, casa molto bella, ma è un cliente molto ricco e non mi meraviglio. Le luci sono leggermente soffuse e la filodiffusione diffonde le note di un favoloso Miles Davis che unite alla vista davvero unica che le ampie vetrate lasciano intravedere contribuisce ad un’atmosfera davvero intrigante. Con grande disinvoltura mi accompagna in terrazza dove prima ancora di farmi avvolgere da quella vista bellissima sul mare e sul golfo, con tutte le luci della città e delle barche in lontananza, noto un tavolo apparecchiato ed è chiaro che resteremo li.
Mi mette a mio agio offrendomi da bere e ci tiene a dirmi subito che siamo soli e che hanno dato la serata libera alla cameriera e, a quel punto, mi lascio coccolare dalla vista, dalla musica, dalla luce delle candele posizionate qua e decido di smettere di pensare per un attimo.
Passa poco e un donna in abito nero sopra le ginocchia con pizzo molto avvitato e scollato con il seno e la schiena in bella mostra viene verso di noi e’ ancora più bella del solito, è truccata il giusto e sembra più alta, forse per via di scarpe molto sexy con tacchi altissimi.
Lui mi guarda complice cercando approvazione come per dire “hai visto che bella?”. Alzo le sopracciglia con un sorriso “si che ho visto!”.
Inizia la cena e lei che è accanto a me inizia a farmi il filo spudoratamente e io, onestamente, inizio ad essere più partecipativo e diretto mentre lui mi fa capire che sta al gioco. Siamo seduti molto vicini mentre lui è quasi di fronte a noi. Non so se lei mangia sempre così ma trovo molto sensuale ed accentuato il modo in cui apre la bocca, poggia le labbra sulle pietanze e lascia svicolare la forchetta come se stesse leccando un dito e, spesso, pulisce le labbra con la lingua. Il vino va giù (almeno per loro dato che io sono astemissimo) e il livello di spudoratezza di lei è direttamente proporzionale al vino, rosso, che le invade l’anima.
Ad un certo punto sono talmente arrapato che è difficile nasconderlo, credo che la mia faccia capire quanta voglia ho di lei anche se cerco di mantenere un minimo di contegno riuscendo a rispondere agli sguardi e alle avances senza cedere al contatto fisico mentre lei mi sfiora e mi accarezza.
Finisce la cena e ci accomodiamo sul divano. Lui dice che va a fare il caffè che è bravo. Oddio mi lascia da solo con lei… non resisto le salto addosso di sicuro e non ho il tempo che il mio pensare è preceduto dal suo fare. Inizia ad accarezzarmi la gamba e ad avvicinarsi a me. Mi dice nell’orecchio con una voce da troia inaudita che è dalla prima volta che mi ha vista che aveva voglia di me e che era certa che anche io avessi voglia di lei. Annuisco e lei mi infila una mano nei pantaloni, con un’abilità ed una velocità eccezionale nell’afferrare il mio cazzo in modo anche molto forte quasi da farmi male. Mi blocco e le dico “ma tuo marito?” lei fa un sorriso e dice “lo facciamo contento!”. A quel punto non mi tengo, mi lascio andare e gioco… le infilo una mano tra le cosce e inizio a baciarle il collo mentre lei mi tiene stretto il cazzo. Mio dio come sono arrapato, tra il mio cazzo e la sua mano dentro il pantalone vuole scoppiare e credo si strappi. Lei con l’altra mano mi sfila la cinta, sbottona il pantalone e giù la lampo. Tanto eccitato che penso tra me e me “mamma quanto è grosso” lei si ferma per un istante e inizia a muovere la mano su e giù. Io nel frattempo le ho messo il vestito e tirato fuori il suo seno… bello non grandissimo e sodo e mi meraviglia visto l’età da milf.
In pochi minuti siamo quasi nudi, io ho solo i pantaloni alle caviglie e ancora le scarpe, lei praticamente solo la gonna dell’abito ad altezza cintura… senza mutandine “la troia” le autoreggenti e le scarpe con i tacchi molto alti. Lei si china sul mio cazzo e inizia a leccarmi le palle (cosa che io amo particolarmente) e con l’altra mano mi sega, io affondo le mie dita nella sua fica mentre lei ansima. Nel mentre arriva il marito ed io non posso fare a meno di fare un sobbalzo e irrigidirmi. Lei si gira, guarda il marito con il vassoio in mano e gli dice “guarda che bel cazzo che ha, CORNUTO!”. Io li ancora una volta mi blocco quasi… ma come chiama cornuto il marito così mentre mi succhia le palle ooohhhh ora il cazzo!!!
Lui poggia il vassoio con le tazze da caffè sul tavolo, sposta la sedia e si siede. Inizia a guardarsi lo spettacolo compiaciuto al che lei si alza mi gira leggermente verso il marito e mi sale sopra dandomi le spalle in modo da guardare lui. Si appoggia sul cazzo e con un colpo quasi secco scende giù prendendoselo tutto. E’ così bagnata che entra con estrema facilità e sento il mio cazzo avvolto da un calore e da un lago di troiaggine. Inizia a cavalcarmi sempre più forte e ad ansimare come piace a me, sento la sua fica che si stringe e si contrae e capisco che sta venendo ma non si ferma e continua a saltarmi su. Io godo come un pazzo a guardare il suo culo che fa su e giù, a sentire lei che gode sempre più forte e a guardare il marito che ha tirato fuori un cazzetto e si sta facendo una sega. Che situazione assurda e forte!
Lei mi dice che se voglio posso sborrarle nella fica… e che se voglio e il mio cazzo si tiene duro posso passare al culo dopo averle riempito la fica di sborra. Non mi era mai successo ma come mi dice questa cosa sborro all’istante gridando così forte che mi avranno sentito in tutto il palazzo. Lei si alza e a cazzo ancora durissimo si prende un po’ si sborra mischiata a saliva, se la passa sul buchetto e me lo punta. Questa volta è più delicata ma è talmente eccitata la troia che ce l’ha bello dilatato e rilassato ed entra. Inizia a saltarmi sul cazzo che adesso è nel suo culo e incredibilmente non ha perso nemmeno un po’ del suo vigore e riprendo a godere. Per un po’ porto la testa all’indietro guardando il soffitto pensando a che esperienza incredibile e all’improvviso sento qualcosa di caldo e umido che sfiora le mie palle. Alzo la testa e guardo avanti. Il marito si è inginocchiato davanti a lei e sta leccando la fica che cola la mia sborra arrivando a pulire anche le palle.
Lei lo umilia dicendogli “cornuto tu questo puoi fare, leccare la sborra degli altri” e ancora “vedi com’è fatto un cazzo vero mica quel cosino che hai tu cornuto”. E’ un miscuglio di sensazioni e di suoni tra i miei gemiti, i suoi sempre più forti e sguaiati e quelli sommessi del marito sottomesso.
Incredulo, eccitato, e talmente preso dal godimento che la lingua di lui che lecca anche me, stranamente non mi da fastidio anzi… Il loro umiliarsi, il suo godere e lei che mi dice di romperle il culo e dirsi da sola che è una troia me lo fa diventare duro come mai e dopo poco le grido “troia ti sborro il culo!!!””” lei grida di piacere e io di più. Un godimento forse mai provato prima. Un’esperienza unica.
Ci fermiamo lei è sul mio petto con il cazzo ancora dentro, lui si è messo accanto e l’accarezza dolcemente e io penso “quando domani mattina mi svegliero’ nel mio letto dovrò pensarci bene prima di realizzare se è tutto vero o un sogno”.
La mattina dopo mi alzai con un cazzo durissimo e non c’erano dubbi… non era stato un sogno.
Per esserne certo mi ero portato via un nastrino che lei aveva usato per legarsi i capelli… e ce l’ho ancora in un cassetto del mio ufficio come ricordo della mia prima volta così.