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"Perché no ?" La prima volta di Anna


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"Perché no ?" La prima volta di Anna

by Groovecuck
Gesehen: 1918 Mal Kommentare 14 Date: 16-07-2023 Sprache: Language

Il racconto della mia prima volta da cuck è probabilmente il racconto di tanti “colleghi” che passano anni a sognare e a cercare di convincere la moglie a renderli cornuti. Anch’io non mi sono potuto sottrarre a questa tortura: anni di scopate immaginando nel letto un nostro amico o un collega con lei eccitata e molto partecipe ma poi al momento di passare ai fatti era sempre un no, finchè un giorno alla mia ennesima proposta di incontrare uno sconosciuto e giocare insieme lei mi rispose: “Perché no ?”
La risposta di Anna così improvvisa, così inaspettata, mi aveva spiazzato.
Cos’è successo quella sera, cos’è scattato nella sua mente non lo saprò probabilmente mai. Fatto sta che entro subito in chat per cercare il “prescelto”: giovane per una serata di fuoco, maturo per una serata di coinvolgimento con classe, palestrato per una serata di sesso forte, l’importante era ora indovinare quale poteva essere la persona ideale che non rovinasse tutto alla prima volta e non pregiudicasse altri incontri in futuro.
I primi contatti furono negativi: troppo timidi, troppo volgari, richieste assurde e così la mia attenzione si rivolse verso un 35enne che vantava nel suo nick misure extra. Nelle fantasie del cuck credo ci sia sempre la moglie alle prese con cazzi molto più grossi del suo ed io rientravo sicuramente in quella categoria.
I contatti telefonici furono positivi: persona simpatica, disposta a giocare come voleva Anna inventando una situazione particolare e non limitando l’incontro ad una squallida prestazione sessuale.
Anna aveva messo solo una condizione: non le interessava com’era fisicamente, voleva solo che per la prima volta non si arrivasse al rapporto completo, ma ci si potesse divertire con mani e bocca.
Lui era assolutamente d’accordo e il suo magazzino con capi d’abbigliamento era l’ideale per organizzare una situazione particolare. Sì, era lui la persona giusta.
Il suo magazzino era a circa una trentina di kilometri da casa nostra ma quella sera sembravano trecento !
Anna, in assoluto silenzio, in auto mi faceva pensare ad un suo ripensamento da un momento all’altro. Ero piuttosto teso anch’io: la paura di una sua reazione negativa o un cambiamento di idea improvviso al momento dell’incontro avrebbero cancellato in un attimo tutte quello che aspettavo da anni e soprattutto avrebbe pregiudicato la possibilità di avere in futuro una seconda occasione.
Chissà cosa le passa per la testa ? Solo la radio ci fa un po’ di compagnia, io non so cosa dire e forse sono io adesso che avrei voglia di tornare a casa.
“Anna cosa c’è ? Hai cambiato idea ?”
“No, no … andiamo”
Quella sua risposta secca data mentre si accendeva una sigaretta invece di tranquillizzarmi mi aveva reso ancora più nervoso.
Arriviamo con qualche difficoltà al capannone e lui è già lì che ci aspetta sulla soglia: non è molto alto ma ha un bel sorriso incoraggiante e una faccia simpatica.
Scendiamo dall’auto e ci presentiamo: Anna forza un sorriso in linea con il clima del viaggio, mentre io cerco con qualche battuta di stemperare la tensione. Lui la guarda ammirato: la gonna di pelle nera, le autoreggenti e quel tacco 12 di vernice nera la rendono irresistibile
Entriamo nel magazzino e lui comincia a recitare la parte che avevamo concordato: prima due chiacchere veloci di circostanza (avete trovato facilmente ?…c’era traffico ?…) e poi lui sblocca la situazione: “Allora – rivolgendosi a Anna questo è il mio magazzino. Avevi pensato a qualcosa in particolare: se ti piacciono gli abiti in maglia, ho la nuova collezione che è davvero bellissima. Posso farti provare qualcosa?” 
“Sì volentieri, mi piacciono molto gli abiti in maglia “ La sua risposta con un ampio sorriso mi faceva ben sperare.
Lui arriva con un paio di abiti “Prova questi due, ti ho preso una 42, e poi decidiamo il modello e il colore”
Eravamo partiti bene, lui molto nella parte, lei un po’ più rilassata e il timore del ripensamento repentino mi stava abbandonando.
Lei entra nel camerino e io e lui restiamo fuori in attesa.
“Gran figa … me l’avevi descritta proprio bene, ma non la immaginavo così figa”
Quella era la mia unica certezza della serata. Dentro di me pensavo come l’avrebbe presa o come avrebbe reagito lui a un suo rifiuto improvviso. Non mi sembrava una persona che potesse reagire in modo violento o ci potesse apostrofare con parolacce per avergli fatto saltare la serata. D’altronde nelle mail ero stato anche abbastanza chiaro: per noi era la prima volta e quindi, oltre a non arrivare al rapporto completo, l’avevo avvertito che tutto dipendeva da lei. Lui si diceva d’accordo perché se non si divertiva lei, non si divertiva nessuno. Ottimo.
I miei pensieri vennero improvvisamente interrotti dalla voce di Anna che uscendo dal camerino indossando un tubino bianco disse:
“Questo mi piace: non ce l’hai per caso nero ?”
“Certo lo vado a prendere subito”
Dopo un paio di minuti ritorna con l’abito nero e avvisa Anna che intanto aveva richiuso la tenda del camerino.
“Sì, sì vieni pure”
A quel punto è successo tutto quello che da anni sognavo di poter vedere: Anna era rimasta solo con le autoreggenti e il tacco dodici ed era completamente nuda. Lui, chiaramente sorpreso, entra titubante nel camerino che era grande da ospitare tranquillamente due o tre persone, ammirando il fisico di Anna girandogli intorno come si fa ad una statua. Lei, con i tacchi, era almeno dieci centimetri più alta di lui.
“Posso aiutarti a provare questo ?”
“Certo”
Lui ovviamente, una volta dietro di lei, non resiste e lascia cadere l’abito cominciando a toccare Anna prima sui fianchi e poi sul seno. Vederla lì nuda nelle braccia di una persona che fino a dieci minuti prima non sapeva nemmeno chi potesse essere e vedere la sua reazione di piacere alla sua intraprendenza mi aveva subito eccitato moltissimo.
Le sue mani correvano su tutto il corpo di Anna e avevano già raggiunto il “paradiso” quando lei decide di girarsi e cominciano a baciarsi come due ragazzini. Mi avvicino per vedere le due lingue che entrano, escono e si incontrano per il mio piacere. Le mani di lui sul culo di Anna e lei che a quel punto decide di farmi il regalo da sempre sognato: comincia ad accarezzargli i jeans proprio all’altezza del cazzo e subito inizia a slacciargli la cintura e a far scendere la cerniera.
Adesso c’è anche la mia curiosità: non ho mai detto a Anna di quello che lui vantava in chat e volevo vedere se era stato sincero o era uno di quegli uomini che si sopravvalutano e che pensano di averlo solo loro.
La mano di Anna entra nei suoi boxer, li abbassa ed esce con un cazzo spettacolare, non ancora duro ma che già faceva capire quanto lui era stato sincero…
“Però …” era stato l’unico commento di Anna mentre cominciava dolcemente a menarglielo.
Le mie paure era improvvisamente scomparse: ormai Anna aveva deciso di giocare.
Anzi la sua intraprendenza mi aveva stupito: la facilità con la quale si muoveva in quella situazione mi faceva pensare che i suoi discorsi di assoluta fedeltà da quando stavamo insieme cadevano come birilli e cominciavo a pensare con quale collega o amico si fosse “allenata” a lungo …
Anna si inginocchiò subito e dopo aver rimirato ancora una volta quello splendido cazzo se lo infilò in bocca. Stavo per impazzire: Anna riusciva a malapena ad arrivare a metà sia per la lunghezza che per la larghezza, ma i suoi mugolii di piacere non lasciavano spazio a dubbi che la serata era ormai indirizzata nel programma sperato.
Lui, appoggiato al muro, le accarezzava delicatamente la testa dicendole quanto era brava e quanto era figa.
A un certo punto lei si alza e, appoggiandosi all’altra parete del camerino di fronte a lui gli dice:
“Masturbati un po’ per me e io mi masturbo per te”
Chi aveva pronunciato quelle parole ? Non era certo la Anna che conoscevo io! In un attimo ho visto sulla ma testa ramificarsi montagne di corna. Io che mi ero preoccupato che si potesse trovare in una situazione imbarazzante dopo anni, come assicurava lei, passati sessualmente solo con me, stavo scoprendo la sua parte più troia che da un lato mi eccitava da morire dall’altro sapevo che mi avrebbe portato da quella sera in poi molti più dubbi e pensieri.
Rimando tutti questi strani pensieri e decido di godermi la serata e così mi slaccio i pantaloni e comincio a menarmelo appoggiato al muro fuori dal camerino.
Le mani di lui avevano ancora di più lavorato sul quel cazzo spettacolare che aveva ormai raggiunto la dimensione sognata da molte donne e, credo anche da tutti i cuck.
A quel punto lui si avvicina e, mentre lei continua a masturbarsi, lui comincia a sfegarglielo sulla figa pur sapendo che quel cancello quella sera non si sarebbe aperto, a meno che Anna avesse deciso di gestire il gioco e di andare fino in fondo… e da come stava andando le cose a quel punto non mi sarei per niente stupito.
Lui le propone di continuare sul divano che c’è fuori dal camerino. Lei accetta, escono e mi passano vicini, Sento chiaramente i profumi del loro sesso e non riesco a non avvicinarmi al divano.
Lui la fa sedere, le allarga le gambe e comincia a leccargliela: a questo punto la vedo davvero presa e credo che la serata finirà in modo diverso da come avevamo previsto.
Mi siedo di fianco a lei e continuo a masturbarmi, lei mi vede e sostituisce la sua mano alla mia: mi abbandono sul divano godendomi da vicino la scena e i sospiri di piacere di Anna.
Ad un certo punto lei si alza, viene verso di me, si siede sul mio cazzo e ricomincia a spompinare il fallo reale del nostro amico.
La situazione è spettacolare: lei che con un ritmo che ha sicuramente imparato nei suoi pomeriggi liberi mentre io in ufficio la immaginavo in giro a fare shopping, gestice da maestra navigata due cazzi insieme, sale e scende sul mio cazzo e continua a ingoiare, a fatica, centimetri di cazzo di lui che nel frattempo ha cominciato a usare un linguaggio più appropriato…
“Sì sì succhiamelo, fammi impazzire… che gran figa che sei… ho voglia di sborrarti in bocca…”
Prendo Anna per i fianchi e aumento il ritmo perché sento che sto per esplodere. Lei mi conosce e sente che il mio cazzo si sta gonfiando e i suoi mugolii fatti con la bocca completamente piena dell’altro cazzo si fanno sempre più forti.
Vengo improvvisamente riempiendola di calda sborra e lasciandomi andare a un grido di piacere. A quel punto Anna esplode in un orgasmo urlando come poche volte l’ho sentita fare.
Lui eccitatissimo si prende in mano il cazzo e comincia a menarselo forte davanti alla faccia di Anna che subito apre la bocca in attesa del secondo regalo.
Faccio appena in tempo a spostarmi un po’ per vedere i primi spruzzi che raggiungono la bocca, il viso e i capelli di Anna e vedere la sua mano che si riprende il cazzo e se lo rinfila in bocca per godersi fino all’ultima goccia. Lui con un dito, raccoglie un po’ di sperma dalla guancia di Anna, glielo infila in bocca e lei lo succhia apprezzando anche quella piccola “attenzione”.
Bellissimo, siamo praticamente venuti tutti e tre insieme ed ora siamo tutti e tre sfiniti sul divano.
“Che spettacolo” il primo è lui a rompere il silenzio.
E’ stato bravissimo perché nell’eccitazione del momento non ha mai tentato di forzare Anna per cercare di scoparla rispettando tutte le sue richieste. Io non credo sarei stato capace.
Anna si alza. Chiede dov’è il bagno per potersi lavare o togliere quel che rimane dei nostri due regali.
Ci passa davanti con quel suo fisico, le autoreggenti e quel tacco dodici e noi due non riusciamo a non seguirla con lo sguardo fino alla porta del bagno.
“Gran figa, succhia il cazzo in modo divino e meno male che mi avevi scritto che poteva essere imbarazzata perché era la prima volta. Questa, caro mio, è una che si da fare molto più di quello che tu credi ! Hai visto come ha gestito con naturalezza due cazzi ? Secondo me ci sono tante cose che la signora dovrebbe raccontarti …”
Lui non sa che questa frase mi rimbomberà nella testa per chissà quanto tempo, tanto so che lei continuerà a dirmi che è sempre stata fedelissima, anche se la sua prestazione di questa sera ha completamente cancellato le mie già poche certezze e confermato tutti i miei dubbi, anche se per un cuck poi la situazione non è per niente male…
Anna esce dal bagno, prende la sua borsa e si risiede sul divano accendendosi una sigaretta. Non si ancora vestita, le piace stare lì nuda in mezzo a noi due e noi cominciamo a sperare in un bis. Lui ne approfitta per baciarla e per rimetterle la lingua in bocca: mi piace e mi eccita da morire vedere le due lingue che si cercano dentro e fuori dalla bocca.
Finita la sigaretta però lei si alza e si riveste mentre lui mi guarda un pò deluso perché a quel punto aveva sperato di scoparsela, ma il gioco, come d’accordo, lo comandava lei.
Il nostro amico ci accompagna all’uscita del magazzino comunque contento della serata, con la speranza che si possa replicare, magari superando anche l’ultima barriera.
Si salutano sulla porta del magazzino con l’ennesimo bacio lunghissimo ed io, vedendo quanta foga ci mette in quel “saluto”, comincio a pensare che lei ci ripensi e rientri improvvisamente dentro.
Saliamo in macchina e partiamo, In breve siamo in autostrada e il silenzio, se possibile, è ancora più “forte” che all’andata.
Anna guarda un punto fisso davanti a lei fuori dal finestrino: cosa starà pensando ? Che l’ho costretta a fare la troia per una sera? Che mi ha fatto il regalino e che adesso non devo più permettermi di chiederglielo un’altra volta ? Sono confuso e non so proprio come attaccare discorso: qualsiasi frase che io avessi potuto dire in quel momento sarebbe stata sicuramente fuori luogo.
Ci pensa lei a togliermi dall’imbarazzo: prende la borsa, prende una sigaretta, l’accende, fa un lunghissimo tiro, dopo qualche secondo soffia fuori una nuvola di fumo e dice, sempre guardando fissa fuori dal finestrino: “Guarda che il prossimo lo voglio ancora con un cazzo così !”
Che troia…





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