La lunga estate calda (parte 2)
by Angel_FaceGesehen: 444 Mal Kommentare 3 Date: 12-07-2023 Sprache:
>Sul treno che la portava al mare Marta pensava che quel week end con il suo uomo giungeva nel momento giusto. Ciò che era successo nell’ultima settimana l’aveva sconvolta. Con la testa appoggiata al sedile e lo sguardo fisso al panorama esterno ripensava a quanto accaduto.
Aveva tradito il suo uomo una, due, più volte; ma l’ultima era stata davvero….davvero…”perversa” pensò
ecco: perversa è la parola giusta! Sono stata perversa!
Però il solo ripensare a quanto accaduto le provocava dei brividi interni.
Ritornò con la mente a quanto accaduto il primo giorno, quando lui era entrato nel suo ufficio: era cominciato tutto così.
Le aveva preso la mano, l’aveva posata sui suoi pantaloni all’altezza del pene; lei aveva sentito la sua durezza senza riuscire a staccarsi; poi lui l’aveva seguita fino a casa e lei lo aveva fatto entrare: “si l’ho fatto entrare in tutti i sensi!” e sorrise ripensando a come, dopo quell’infuocato 69 iniziale che li aveva travolti dal piacere, lui si fosse in breve ripreso e a come l’aveva scopata fino a farla urlare di piacere. Nella mente di Marta scorrevano le immagini di quella cavalcata selvaggia: lui seduto sul divano e lei con le mani appoggiate sulle sue spalle mentre saliva e scendeva su quel cazzo che la riempiva tutta; e poi quella mossa a sorpresa….
Quando lui vide che in lei stava aumentando il piacere la prese per i glutei, la tenne leggermente sollevata da lui e cominciò a muoversi dentro di lei ad una velocità doppia rispetto a quella precedente. Questa mossa la prese all’improvviso e le fece raggiungere un orgasmo devastante! Poi lei si calmò, lui rimase dentro di lei ancora duro; Marta scese in modo che il suo pube fosse a contatto con quello di Francesco e poi si mosse in modo che il clitoride potesse strusciare. Il piacere la stava di nuovo conquistando; diverso rispetto a quello quasi da togliere il fiato di prima, più delicato. Il pene che la riempiva completamente scivolava sulle pareti interne della vagina ed il clitoride veniva stimolato dai peli del pube del suo amante, mentre i capezzoli erano stimolati dalla pelle del petto. Francesco era beatamente “prigioniero” di quella femmina che si stava muovendo come una gatta in calore sul suo corpo. Sentiva la sua lingua leccargli l’orecchio, il respiro sempre più profondo e poi quella frase
Vieni….mmmhhhh dai vieni che voglio godere mentre esplodi dentro di me! lo fecero trasalire. Godettero entrambi nello stesso momento!
La mattina dopo ricevette un messaggio da lui
Buongiorno? Dormito bene? mi piacerebbe se oggi indossassi una gonna senza l’intimo!”.
Gentile, delicato e porco! pensò lei quando lo lesse.
Complice la giornata calda optò per un vestito leggero, molto estivo ma nulla di sexy come il vestito panna del giorno prima. Stava per uscire quando ripensò al messaggio; mentalmente si disse “NO!!
, però ormai in lei era scattato qualcosa e così una volta salita in auto, nel buio del box auto, puntò i piedi sul pianale, sollevò il sedere dal sedile, fece scivolare il perizoma e poi lo mise nella borsetta. L’idea di essere nuda sotto quel vestito la rese eccitata per tutta la mattina, anche se si aspettava da un momento all’altro una sua telefonata, un suo messaggio, una sua mail per chiederle se avesse eseguito quanto chiesto. Invece la mattina si stava quasi concludendo e nessun segno di lui. Quando ormai si stava preparando per andare a pranzo la porta si apri improvvisamente e lui sorridendo entrò
Sono passato a vedere se quel problema di eri è andato a posto!
Marta non ricordava nemmeno quale fosse il problema e lo guardò con aria interrogativa, ma lui passò dalla sua parte della scrivania ed iniziò ad armeggiare sul suo pc proprio mentre Cristina, la sua collega, emerse dall’ufficio vicino e disse a Marta che sarebbe andata a mangiare. Marta era come paralizzata, aveva voglia di stare da sola con lui ma non poteva di certo negarsi alla sua collega; magari avrebbe creato sospetti.
Scusa l’ora ma non sono riuscito a passare prima è una questione di pochi minuti
ribattè Francesco.
Marta disse a Cristina che l’avrebbe raggiunta direttamente al bar ma Francesco propose
Se Cristina non ha fretta e ci può aspettare 2 minuti io devo solo verificare una cosa e poi possiamo andare a pranzo insieme”
Ma allora è un cretino, uno stronzo fatto e finito! Questo era il pensiero che passava nella mente di Marta; lei sperava di rimanere da sola con lui e lui invece si invitava a pranzo con la collega? Sulla sua faccia si stava palesando un enorme punto interrogativo misto a delusione, poi spostando lo sguardo sul video vide che lui aveva scritto
SOLLEVALA.
In quel momento Cristina disse che sarebbe andata in bagno e poi sarebbe passata a prenderli. Chiuse la porta e Francesco guardò negli occhi Marta che sempre più eccitata sollevò lentamente e con cautela il bordo del vestito, facendolo risalire lungo le cosce fino a depositarlo in vita ed accompagnò il movimento divaricando leggermente le gambe per permettergli di notare ciò che doveva notare. Vide che quell’operazione aveva avuto un certo effetto sul suo collega, che però subito si riprese e sorridendo le disse
Andiamo dai
Arrivati nell’ ascensore Francesco fece in modo di essere dietro Marta e non appena l’ascensore partì lei ebbe la conferma che il suo collega era un pazzo! Senti le sue dita sfiorarle il culo, e la stoffa leggera del vestito fece in modo che lei potesse percepire chiaramente i suoi polpastrelli che giocavano tra i suoi glutei.
Paura, imbarazzo ma soprattutto ECCITAZIONE erano queste le sensazioni che passavano nella mente di Marta; avrebbe voluto che la sua collega sparisse all’improvviso per potersi girare e saltargli addosso a farsi scopare li su quell’ascensore!!
Si recarono in uno dei bar del vicino centro commerciale e anche lì Francesco non perse occasione di sfiorare la pelle di Marta; ora le braccia, ora le mani, ora le gambe sotto il tavolo ogni volta che Cristina si distraeva.
Ad un certo punto lui disse che doveva abbandonarle fra le palpabile delusione di Marta. Era eccitata e, anche se sapeva benissimo che lui non poteva scoparla lì in quel bar in quel momento, quello era il desiderio che montava dentro di lei. Stavano ritornando verso l’ufficio quando il cellulare di Marta emise due bip: il segnale di un messaggio in entrata.
Sono nel bagno del secondo piano del centro commerciale, l’ultimo in fondo. TI ASPETTO! ;)
Un turbine di pensieri affollarono la mente di Marta:
lo voleva fare nel bagno di un centro commerciale? / Ma per chi l’aveva presa? / Ma questo è completamente pazzo? / E cosa dico a Cristina? Scusa c’è Francesco che mi vuole scopare nel bagno tu vai pure in ufficio io arrivo fra poco? / Non se ne parla nemmeno!!!
Ma invece dalla sua bocca uscì questa frase
Oh porca miseria mi sono dimenticata di comprare una cosa che devo portare al mare venerdì. Tu vai pure non voglio farti arrivare in ritardo dalla pausa. Vado lo prendo e torno”.
Così si congedò da Cristina, rientrò nel centro, prese l’ascensore per il secondo piano; il cuore le batteva a 1000 all’ora
Ma quanto cazzo impiega per fare 2 piani ‘sto catorcio?!”
Quando Francesco la vide arrivare si chiuse dentro il bagno, attese che bussasse…..
Aprì la porta, la prese velocemente per una mano e la trascinò dentro.
Subito le bocche andarono a cercarsi, a leccarsi, a mordersi.
Lo sapevo che saresti venuta!
Disse lui fra un sospiro e l’altro
Perché eri così sicuro?
Rispose lei con una mano che si era già fatta strada nei pantaloni di lui
Perché ti piace troppo!!
Disse Francesco sollevandole la gonna ed accarezzandole delicatamente le labbra della fica
Cosa mi piace troppo?
Chiese lei slacciando i pantaloni ed impugnando il cazzo di Francesco
Il mio cazzo!!! Ti piace troppo!!
E nel dirlo infilò due dita nella fica di Marta che, complice la forte eccitazione non fece fatica ad accogliere.
La loro voglia era troppo forte ed il tempo ed il luogo non erano favorevoli per perdersi in preliminari. Il viso di Marta era dipinto da smorfie di eccitazione e di godimento e lei, senti la voglia di lui perché nell’impugnarlo lo senti diventare di marmo nel momento in cui lo guardò con quello sguardo lascivo da gatta in calore e gli disse
Scopami!
Si girò dandogli le spalle, appoggiò una mano al lavello e con l’altra guidò il suo cazzo verso di lei. Lui le sollevò il vestito e subito andò ad appoggiare la punta nell’ingresso posteriore spingendo leggermente, ma lei si mosse in modo che scivolasse all’apertura delle fica e non appena lo sentì vibrare e strusciare sulle labbra iniziò a mugolare. Francesco si allontanò leggermente da lei; la osservò: era dannatamente eccitante. Li davanti a lui con il culo inarcato all’indietro, la gonna sollevata sulla schiena, lo sguardo interrogativo e voglioso rivolto a lui come a dire “cosa aspetti?”. Impugnò il proprio cazzo alla base, si avvicinò a lei e delicatamente lo appoggiò e lo infilò per la sola punta e vide che lei muoveva il bacino verso di lui; era palese che aveva voglia del suo cazzo. Fu lei a fare in modo che entrasse tutto dentro di lei. Poi lui la tenne per i fianchi facendola fermare li con tutto il cazzo dentro e poi allungò una mano cercando il clitoride; lo toccò delicatamente, poi lo sfregò ed i mugugni di Marta aumentarono. Stava godendo
Francesco usci da lei, la guardò attraverso lo specchio e poi le disse
Toccati!
Passò un mano dietro la schiena e scese con le dita a toccarsi la fica, sollevò una gamba e l’andò ad appoggiare al lavello in modo da essere più aperta e consentire una vista migliore al suo amante.
Francesco dal canto suo aveva lo sguardo che andava alternativamente al centro del piacere di Marta ed al suo viso la cui espressione era riflessa nello specchio. Era indeciso su cosa fosse più eccitante guardare anche perché quello sguardo perso ed eccitato era uno spettacolo unico. Ora quelle sensazioni se ne stava aggiungendo un’altra: quasi di implorazione
Fammi godere! Queste non mi bastano.
Gli disse lei, mentre si solleticava le labbra della fica con le dita
E cosa vuoi?
ribatté lui. Marta con gli occhi indicò il suo cazzo. Ma Francesco non era soddisfatto della sua ammissione.
Dimmelo!
Si era instaurato un gioco di sguardi e di desideri a cui Marta decise di accettare.
Voglio quello, voglio il tuo cazzo; fammi godere con il tuo cazzo!
Disse lei scandendo ogni parola. Entrò nuovamente in lei; questa volta fu l’esatto opposto del giorno prima. Ogni avanti e indietro fu lento e profondo. Piano piano riuscì a farlo entrare tutto fino in fondo per poi ritirarlo fino a quasi toglierlo per poi ripetere tutta la strada fino in fondo dentro Marta.
Il godimento stava nuovamente montando dentro di lei; sentiva quel cazzo riempirla, solleticarle ogni parete della parte interna, sembrava fatto su misura per lei. Ed ora che lui aveva aumentato la velocità pur mantenendo intatta l’escursione sentì che si stava perdendo nell’orgasmo che fin dal mattino aveva desiderato. L’esplosione avvenne dentro di lei quasi in contemporanea con quella di lui.
Rimasero ancora qualche minuto in quella posizione guardandosi negli occhi attraverso la loro immagine riflessa nello specchio. Gli sguardi sereni, appagati: si sorrisero. Non c’era bisogno di dire nulla, si ricomposero ed uno alla volta uscirono e tornarono nel loro ufficio.
Marta quasi non riuscì a lavorare in quel pomeriggio. Ripensava a tutto quello che era accaduto. Non riusciva a spiegarsi questo suo atteggiamento, ma nello stesso tempo desiderava che accadesse ancora. Sembrava che lui avesse tirato fuori la parte più porca che c’era in lei. E questo pensiero se da un lato la spaventava per le eventuali conseguenze dall’altra la riempiva di sensazioni altamente eccitanti.
Quando, uscendo per andare a casa, lo vide avvicinarsi alla sua auto parcheggiata pensò che l’avrebbe seguita come la sera precedente e che avrebbero nuovamente scopato tutta la notte. Marta si rese conto che la voglia la stava facendo sragionare.
Ma invece Francesco arrivò con un pacchettino
Non aprirlo fino a che non sarai a casa; è un gioco, una sorpresa. Dentro troverai tutte le spiegazioni. A domani!
E sorridendo se ne andò
(continua...)