ERZÄHLUNG TITEL: Uno schiaffo inaspettato 
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Uno schiaffo inaspettato


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Uno schiaffo inaspettato

by domenica20
Gesehen: 1011 Mal Kommentare 9 Date: 08-05-2023 Sprache: Language

L’ultima volta che ci siamo visti Dom mi ha tirato uno schiaffo inaspettato.

Ero davanti a lui, in posizione. Stavo osservando i suoi occhi perché mi piace molto la forma che hanno. Stavo pensando che mi era mancato, che ero felice di essere lì, che la distanza tra noi era brevissima eppure avrei voluto colmarla. Poi lo schiaffo.
Spalancai la bocca, scioccata. Mi salirono le lacrime agli occhi, ma non arrivai a piangere, neppure quando lui mi chiese come mai mi stessi trattenendo. Era che schiaffo dopo schiaffo mi stavo ricordando che lui era il mio Padrone e che non mi stava facendo del male.

In una situazione normale, in una coppia comune, se un partner viene schiaffeggiato prende le distanze dall’altro, ma io e Dom non siamo normali. La situazione, per quanto abituale nel contesto BDSM, non era normale. Perciò dopo i tre ceffoni lo abbracciai. Schiacciai l’orecchio sul suo petto, lui mi strinse e io pensai che stavo diventando sempre più sua.

Quando ho conosciuto Dom non avevo idea di quanto potessi essere masochista; di quanto sarei stata fiera dei lividi e dei segni che avrei portato addosso; di quanto avrei sentito l’urgenza di averne di più, sempre più duraturi e più profondi.
Spesso ho ritenuto la mia pelle fin troppo pulita, perdendo di vista i segni che Dom, intanto, stava lasciando così in profondità da non essere visibili ad occhio nudo.
Adesso so che è quello l’essenziale.

Quando sto con Dom, le sue mani sono su di me. Quando non sto con Dom, le sue mani sono dentro di me.
So che sono io a permetterglielo. Verosimilmente, glielo permetterò sempre. Nel nostro caso il pozzo è profondissimo e la fune è lunga, spaventosamente lunga.

La voglia che ho di vivere e sperimentare con lui non conosce limiti e inibizioni.
Dom si trattiene, una volta mi ha confessato di non farmi avvicinare ancora a certe questioni perché sa che stuzzicherebbero subito la mia fantasia.
E' così. La giustificazione più ovvia e logica da dare riguarda il ruolo che mi è stato attribuito: sono sua schiava. Cosa dovrebbe trarre una schiava se non godimento dal godimento stesso del suo padrone?

Il guaio, come mi piace definirlo, è che i confini ormai si sono sbiaditi. Giorno dopo giorno mi adatto sempre di più al mondo del BDSM e, più in particolare, al nostro mondo, quello mio e di Dom.
Il guaio non è tanto la relazione, quanto il legame. E così la giustificazione non è da trovarsi solamente in una categorizzazione, ma in un modo di unirsi e ri/conoscersi profondo e autentico.

Lui si definisce un surplus. Uno che, quando comincia, va fino in fondo. Io di solito non sono così. Valuto e, se qualcosa non mi sta più bene, cambio direzione. Con Dom, però, è diverso.
Per mettermi un freno, per smetterla di alimentare il fuoco, dovremmo fare una cosa impossibile per davvero, anche se non pensassimo che lo fosse: tornare indietro nel tempo, indietro a quando non conoscevo né lui né me stessa.

Romanticismo? No. Appartenenza. Complicità. Devozione. Rispetto. Fiducia. Dirompente passione. Smisurato desiderio.

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