Mia cognata
by Osculum64Gesehen: 26 Mal Kommentare 1 Date: 16-08-2021 Sprache:
Paola è mia cognata, la moglie di mio fratello, 13 anni più piccola di me, una donna che se la vedi in giro per strada non passa inosservata. Mora, alta, ha un bel fisico e un culo che gli manca solo la parola. Abitano in un condominio con piscina ed è capitato diverse volte di prenderci una pausa nel caldo estivo di Roma trascorrendo giornate in famiglia sotto il sole. Quando siamo in libertà le forme sono più evidenti e mi arrapano da morire specie quando i suoi bei capezzoli si notano sotto le magliette attillate tanto che più volte ho dovuto sbollentare le mie pulsioni in acqua per non mostrare le mie evidenti erezioni. Lei, sono certo, lo ha capito benissimo e sebbene non mi abbia mai provocato direttamente sa che quei improvvisi tuffi sono opera sua. Una cosa è certa, il suo corpo mi ha ispirato diversi momenti di soddisfacente autoerotismo ma è sempre la moglie di mio fratello quindi come si fà?
Quella mattina d'estate passai a casa di mio fratello per prendere degli attrezzi nonostante lui fosse fosse fuori Roma per lavoro. Chiamai mia cognata avvisandola che sarei passato così da essere certo che ci fosse qualcuno ad aprirmi casa e fortunatamente quella mattina lei non lavorava così mi presentai all'orario conocordato. Entrai in casa e come facciamo sempre, ci abbracciammo baciandoci sulle guance scambiandoci sorrisi e subito percepii, dallo sguardo con il quale mi aveva accolto e da come si era appoggiata a me, una inconsueta ma piacevole sensazione. Prima del mio arrivo era stata a prendere un pò di sole in piscina, aveva addosso una camicia bianca che le copriva il costume e i capelli neri tirati su. Con i movimenti di una lupa travestita da agnello mi disse di seguirla in cucina perchè aveva preparato la moca per il caffè. Mi accorsi immediatamente che non era la stessa, mi sembrava cambiata, con qualche chilo in meno sprigionava una consapevole e incredibile sensualità, mi stava letteralmente tramortendo. La vedevo addirittura più giovane, bella no, quello lo era sempre stata, di una bellezza straripante con il suo seno sodo, i suoi fianchi magri, gli addominali ben scolpiti e soprattutto per il suo modo trasgressivo di provvocare.
Lasciai la mia borsa nell'ingresso, tirai fuori il cellulare dal marsupio, lo lasciai sul tavolo del soggiorno e la raggiunsi in cucina dove appoggiata al bordo del tavolo mi chiese se avessi fretta di andar via o se avessi potuto dedicarle qualche minuto per aiutarla a montare un piccolo scaffale che aveva comprato a Ikea, avevo a disposizione tutta la mattinata e le dissi di si.
Annusavo nell’aria il suo profumo e guardandola attentamente mi accorsi che sotto la sua camicetta bianca non portava il reggiseno, cosa non insolita per lei che di solito è sempre molto libera.
Quanti cucchiaini di zucchero? mi chiese io le risposi tre, abbondanti, grazie. Mi guarda e ... bisogno d'affetto? io la guardo e non so perchè le dissi...tantissimo! Mi sorrise e guardando dritto la patta del pataloncino che nel frattempo era diventata gonfia e indecente, evidente e piena senza lasciare nessun dubbio circa il mio stato di eccitazione mi disse...non vorrai restare così tutto il giorno? Ormai ero preda del desiderio, quelle natiche perfette erano a mia disposizione, come tutto il resto. Quella bocca che mille volte avevo sognato attorno al mio cazzo era lì a pochi centimetri, doveva solo avvicinarsi. Bevemmo il caffè in fretta, mise le tazzine nel lavandino, si avvicinò all'orecchio e a voce bassa mi disse ... Non cerco amore, m'interessa scopare, solo quello. Fù L’ultima frase logica che ricordo mentre pensavo che era la moglie di mio fratello. Sciolse i capelli, fece cadere la camicetta, mi tirò su la maglietta e appoggiando i suoi capezzoli ai miei mi fece sentire la sua lingua nella mia bocca. Le accarezzai la nuca attirandola verso le mie labbra inappagate, assetato del suo sapore mattutino di fumo e caffè, della sua saliva dolce misto all’aroma di dopobarba che respiravo. Mi sussurò... Non smettere, dimentica tutto, mentre una marea calda mi pervase. Continuammo a limonare un pò palpando quà e là finchè la vidi mettersi in ginocchio, mi sbottonò il pantaloncino, abbassò la cerniera e sentii il calore delle sue labbra avvolgere il mio cazzo lucente e umido, la lingua fece il suo dovere e in pochi attimi dimenticai tutte le mie buone intenzioni. Guardavo estasiato i suoi capelli dondolare sul collo seguendo una movenza ritmica e regolare che mi stava facendo impazzire. Sentivo le gambe tremare in quella posizione retta, appoggiai le mani al tavolo spingendo il bacino verso il suo viso, percepivo l’odore di donna che mi penetrava il cervello. Le sue mani stringevano forte i miei glutei e le unghie affondavano nella carne creando un mix tra dolore e piacere. Le spostai i capelli per vedere la scena, lei, come se fosse un segnale predefinito, alzò lo sguardo per incrociare i miei occhi, era fiera di quello che stava facendo e di come lo stava eseguendo, sapeva che in quel momento, era lei a dominare il mondo. Guardavo il mio cazzo che spariva nella sua bocca mentre con una mano cominciò ad accarezzarsi tra le gambe lasciandosi ancora addosso lo slip del costume. Mi leccava la cappella accompagnando i movimenti delle labbra con quelli dell'altra mano che blandiva il cazzo alla radice masturbandomi con spudoratezza. Fù un attimo, le fermai la testa e allontanai la bocca dalla mia cappella, la sollevai prendendole le spalle e salendo le sfilai lo slip. Le appoggiai la mano tra le gambe e mi accorsi che era fracida.
Tenendola per mano andammo in soggiorno, la trascinai sul tappeto, l'accarezzai risalendo con le dita verso la figa umida mentre lei allargò le gambe. Mi sistemai con la bocca sulla figa e cominciai a leccarla. Si...si... succhiamela... succhiamela, mi implorò. Mi appropriai del clitorie e cominciai a succhiarlo con avidità mentre con un dito le pentravo il condotto vaginale. così.. bravo.. bravo...continua.. continua. sentivo il clitoride che si gonfiava e sfregai a lungo la lingua finchè cominciò a gridare.. si... si... mi fai godere... mi fai godere...Parlava in maiera concitata mentre godeva. Continuai a succhiarle il clitoride senza interruzione anche quando il suo corpo iniziò a scuotersi. Mugolava di piacere insistendo nel torcere il bacino per sfuggire alla mia stretta. Raggiunse l'orgasmo poco per volta. Si aiutò da sola strizzandosi i capezzoli con le mani. Godo... godooo....godooooo urlò più volte. Cercò di allontanarmi per sfuggire al movimento delle mie labbra. La costrinsi a subire le mie attenzioni tenendola ancorata al tappeto. Basta...basta....ti prego.... urlò più volte. Si liberò della stretta e si mise carponi su di me, afferrò il cazzo nella mano e se lo piantò nella vagina cominciando a scoparmi nella posizione a smorzaandela. Manteneva le braccia stese sul mio torace spingendo il pube in avanti alternando movimenti rotatori del bacino ad altri sussultori. Le tette ballonzolavano davanti ai miei occhi. Afferrai i capezzoli nelle mani e conìminciai a sfregarli. Ti piace se li tocco? lasciò passare qualche secondo prima di rispondermi poi articolò alcune parole. Stai zitto! zittooooo disse comprimendo il cazzo con la mucosa della vagina, acrescendo il mio piacre. L’orgasmo arrivò come arriva il vento a chiudere una persiana, sbattendola all’improvviso, netto, lasciando l’eco e il segno sul muro. Vengo... vengo.... vengoooooo l'anticipai.... si... si... si.... vieni ora... subito... supplicò...Serrai le natiche e i muscoli dell'ano appena in tempo per sfilarmi prima di sborrarle addosso...lei fu veloce ad accostare le labbra alla cappella. Lo sperma le scivolò in gola e ne riversò sulle mie labbra quel poco che le era rimasto depositato in gola.
Dopo quella volta non è più successo, non abbiamo più creato occasioni anche se avremmo potuto farlo. Quando siamo tutti insieme e mi viene duro lei ora mi guarda con discrezione e sorride.