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by nikomikelaGesehen: 497 Mal Kommentare 1 Date: 17-12-2020 Sprache:
La settimana successiva (il sabato mattina) c'era l'accordo con Giuseppe che sarebbe venuto a casa nostra con la bambina e successivamente Lui e Mikela si sarebbero trasferiti a casa sua lasciandomi a fare la babysitter. Avevamo accettato questa proposta e quindi mi dovevo adattare anche se avevo voglia di vedere Mikela farmi cornuto. Si erano fatte quasi le undici e Giuseppe non era venuto; Floriana alle 13 avrebbe finito la scuola e sarebbe ritornata a casa. Nel frattempo Mikela era in bagno a prepararsi accuratamente per l'evento e le dissi che sarei andato io da Giuseppe per sapere se c'era stato qualche imprevisto. Ed infatti il giovanotto si era completamente dimenticato dell'appuntamento e scusandosi mi propose di prenderci un caffè e poi ci saremmo spostati a casa mia; dalle voci del corridoio era
Io incominciai a preparare la sua bambina all'evento dicendola se aveva piacere di giocare con i miei figli e lei fu subito contenta.
Mentre prendevamo il caffè bussò il suo campanello e Giuseppe andò ad aprire; dalle voci provenienti dal corridoio capii che era Mikela. Si unì a noi nel prendere il caffè e chiese a Giuseppe, con fare malizioso, cosa doveva preparare. Scoppiammo in una risata e fu allora che Mikela si slacciò la cintura della giacca da camera che aveva indossato e si mostrò a Giuseppe in tutte le sue fattezze.
Per l'occasione aveva un completino rosso Ferrari con annesso reggicalze; Giuseppe strasbuzzò gli occhi mentre Michela mi chiese di portare la bambina a casa nostra anche perchè i nostri figli erano momentaneamente soli. Non avrei voluto assolutamente perdermi quello spettacolo ma non potevo: così rientrai a casa a svolgere il mio incarico di bambinaia.
Dopo un paio di minuti dove nella mia mente balenavano immagini di quello che stava succedendo di là, dissi a mia figlia (la prima aveva già tra 7 e 8 anni) che avevo dimenticato di dire una cosa alla madre, ma che sarei ritornato subito. Ero un incosciente, ma tutto sommato si trattava dello stesso piano e due porte più in là, in tutto per una ventina di metri totali. Presi le chiavi di casa ed uscii; bussai alla porta di Giuseppe e venne ad aprirmi e mi scusai spiegandogli che non ce la facevo a resistere al desiderio di vederli. Dal corridoio lui tranquillizzò Michela dicendole che ero io e non c'era alcun pericolo.
Loro si erano spostati in salotto e Mikela, era lì a pecorina, tutta aperta e gocciolante, che aspettava il cazzo di Giuseppe, che fregandosene della mia presenza, aveva preso a stantuffarla con vigore inaspettato, con la mia signora che gemeva come una cagna. Avevo un pezzo di marmo in mezzo alle gambe e volevo sborrare: mi avvicinai a Michela e glielo missi in bocca;
confesso che la situazione e la bocca di mia moglie mi causarono una venuta magistrale in meno di due minuti.
Mi ricomposi e tornai a casa; nel pomeriggio mi feci raccontare tutto da Michela e la scopai trovandola ancora calda e bagnata per l'eccitazione della situazione vissuta.
La manfrina con i nostri vicini durò ancora un pò, poi decisero di trasferirsi definitivamente a Roma, dove lei aveva fatto richiesta di trasferimento per evitare i continui viaggi del marito.