STORY TITLE: Cuckold pain – La sofferenza di un cornuto 
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Cuckold pain – La sofferenza di un cornuto


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Cuckold pain – La sofferenza di un cornuto

by cucknapoletano
Viewed: 916 times Comments 7 Date: 09-07-2013 Language: Language

L’uomo cuckold come me gode come un pazzo ad osservare il modo in cui i camerieri, i commessi, i passanti, i camionisti, gli astanti, e gli osservatori maschi in generale divorano con sguardi allupati, sanamente viscidi, perversi, ossessivi e sbavanti la propria donna, e sa benissimo quali porci pensieri attraversano quegli uomini, e cosa farebbero quegli uomini alla sua donna, e magari quali maledizioni lanciano al legittimo consorte di quella Femmina così bona e magari così troia.
In ciò sta la gioia ed il godimento dell’uomo cuckold.
Ma la pena e la sofferenza di cui parlavo in precedenza?
Essa risiede nell’impossibilità dell’uomo cuckold di poter far capire a quegli uomini che vorrebbero chiavarsi la sua donna che è proprio questo ciò che lui desidera, che lui stesso, il legittimo consorte di quella femmina così arrapante, vorrebbe tanto condividere con loro i piaceri della carne che quella donna sa regalare, l’uomo cuckold come me vorrebbe fermare quegli uomini, quei camerieri, quei commessi, vorrebbe trarli in disparte e dire loro che è eccitato dal modo in cui guardano la sua donna, che vorrebbe presentargliela, permettere loro di conoscerla, di condividerla nel desiderio porco e sublime che loro stanno investendo su di lei.
Se l’uomo che guarda la donna del cuckold soffre di un desiderio che deve reprimere e contenere in pubblico, il marito cuckold di quella donna soffre perché, entrando in empatia con i pensieri inconfessati ed i desideri evidenti di quegli uomini, solidarizza idealmente con loro volendoli rendere compartecipi di quel piacere fisico e mentale.
Vorrebbe urlare all’intero genere maschile che lo circonda e che sta divorando con gli occhi la sua femmina, le seguenti parole: venite, venite qui, allungate le vostre mani, fate come se fosse la vostra donna, baciatela e pizzicatele dolcemente i capezzoli, allungate le vostre mani luride sulle cosce di lei, insinuate una mano in mezzo alle sue gambe, lì dove calore, bollore e umido si fondono in un solo desiderio, siate gentili ma decisi, uomini maschi ma non lerci, prendetevela come ella merita ed abbiate un occhio di riguardo e di gratitudine per l’uomo che, entrando in empatia con voi, ha deciso di alleviare la vostra e la sua sofferenza ed ha deciso di condividere con voi questo piacere della bellezza incarnato naturalmente nella mia Femmina, affinché possa essere anche solo per una volta la vostra Femmina, la nostra meravigliosa Femmina.
L’unica cosa che ho potuto fare, è stata quella di condividere questo mio pensiero e questa mia riflessione con la mia stessa femmina, la settimana scorsa, seduti al tavolo di un elegante bar, mentre tre camerieri facevano a gara per venirci a servire, ed appena dopo che uno di questi, per aver dimenticato di elencare tra i prodotti del locale proprio quella che la mia donna desiderava, per scusarsi le ha messo una mano sulla spalla a mo’ di scusa, me non presente essendomi allontanato per andare in bagno.
Quando sono tornato Lei mi ha raccontato la scena ed io ho cominciato a soffrire per non aver visto questa scena e per empatia nei confronti di quel cameriere, ed allora ho lasciato venir fuori questo pensiero mentre la mia Donna mi guardava con un sorriso malizioso e difficilmente interpretabile, perché le Donne – anche quelle che crediamo di possedere e di conoscere totalmente – ci sfuggiranno sempre.

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