STORY TITLE: Al privé 
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Al privé


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Al privé

by DoubleB
Viewed: 222 times Comments 2 Date: 19-12-2012 Language: Language

Non era la loro prima volta al privè, ma la terza e quella sera grazie ad un paio di drink bevuti poco prima di salire di sopra, nel labirinto della passione e della trasgressione, Lei si sentiva piacevolmente senza più freni inibitori.
Avevano deciso di entrare nella sezione dedicata esclusivamente alle coppie, famelici, in quanto bisex, ansiosi di soddisfare le voglie tra i sessi identici.
Lei era entrata subito nella prima stanza: una coppia decisamente in soprappeso, più giovane di loro però, completamente nudi, con lui sdraiato a godersi le attenzioni della poco brillante bocca della sua donna. Lei era entrata decisa e senza nemmeno spogliarsi del tutto aveva agguantato con furore quel tozzo cazzo mentre il suo uomo si era dedicato a leccare la disoccupata e ammirata lei della coppia, messa da parte dalla determinazione e dallo stile della sua Lei.
Pochi minuti e sotto gli occhi annebbiati dal piacere della sua donna, la sorpresa del repentino urlo dell’orgasmo della prima vittima aveva attirato una nuova coppia nella stanza con i quali avevano scambiato i partner e fatto sesso, selvaggiamente e dolcemente.
Un amplesso meraviglioso dove Lei si univa all’altro lui, questi baciava a sua volta la sua donna, e il suo Divino baciava avidamente la Lei sottomessa alla missionaria: una scena di una sensualità senza fine che rimarrà per sempre impressa nelle loro menti ad accendere ed eccitare i rapporti futuri, senza dubbio.
Lei era esausta ma il Divino lui mai appagato elucubrava altri intrecci.....per convincerla a riprendersi, la prese voluttuosamente e la fece urlare forte di piacere girandola sulla pancia, aggrappandosi forte ai suoi fianchi e sfinendola di colpi profondi da dietro che la sconquassarono di orgasmi multipli e ravvicinati facendola andare in mille pezzi, davanti ad un paio di coppie, vestite, eccitate ma esitanti ad intervenire, anche quando lui le chiese a voce alta, come sempre, di far sgorgare il piacere nella sua gola.
Poi le prese la mano e le disse di seguirlo nella parte di labirinto buio e profumato ove avevano accesso libero anche i singoli.
Adrenalinica lo seguì per compiacerlo dopo che le aveva donato un piacere completo, e gli uomini che li seguivano li osservavano con occhi interrogativi e… da porci.
In una stanza ove ci si poteva affacciare attraverso numerose feritoie era di scena una grandiosa orgia con tantissime donne che si baciavano e leccavano e pochi uomini che se le scopavano una di seguito all’altra, senza tregua, con mugolii e gridolini continui.
Quella scena carica di ormoni la inchiodò, ficcò il naso e gli occhi nella feritoia e cominciò a osservare dettagliatamente ogni mossa.
Lui era invece attratto ancora da Lei e la accarezzava lascivo e lussurioso. Poco dopo le alzò il vestito soffermandosi alle carezze sulle sue natiche color latte, indugiò con le dita nei suoi buchi bagnati e ancora allargati dai precedenti amplessi.
Quelle mani e quelle dita che sempre la stordivano e la facevano fremere il basso ventre e si perdette, un’altra volta, nel piacere indotto dalla scena davanti a lei, dagli odori, dai fruscii, nella penombra piena di movimenti circospetti attorno a loro.
Lui però non la guardava più ma piuttosto ammiccava agli ospiti che si succedevano nel corridoio.
All’improvviso una sensazione diversa per lei che viaggiava nel suo mondo trasgressivo ad occhi chiusi o rapita dall’orgia frenetica che si svolgeva di fronte ai suoi occhi....come di una forza aggiunta in quelle mani, nei suoi buchi.
Poi capì: non era più il suo Divino a toccarla e a masturbarla ma altre mani, tantissime altre mani. Altre dita curiose abitavano ora i suoi anfratti, di misteriosi sconosciuti di cui sentiva solo il calore dei respiri affannosi ed eccitati.
Mani sulle tette, a strizzare e tirare i capezzoli.
Mani sui fianchi ad attirarla verso erezioni dure e grosse. Calore e profumi diversi, di uomini, di eccitazione.
Dita nella figa a cercare il punto G, a sfregare, a sussultare, a battere, senza pause.
Dita nel culo, a sfondarla di piacere. Fino all’orgasmo che le fece perdere davvero la tramontana. Avesse visto in volto chi glielo aveva procurato si sarebbe allontanata di corsa schifata, ma beatamente ad occhi socchiusi, quelle dita esperte e arrapate, la dilatavano e la facevano innalzare in orgasmi anali fortissimi, potevano essere di chiunque. Il buio complice faceva il resto.
Tanti e tutti su di lei, in piedi, che non reggeva quasi il piacere, cercava di non cadere anche se veniva costantemente retta da mani rudi e curiose, cercava di concentrarsi su ogni singolo orgasmo, non voleva cedere alle urla che le nascevano dentro, ma la naturalezza prese il sopravvento. E le attenzioni dalle feritoie sull’orgia, si spostarono a Lei, alla bionda pluriorgasmica furente.
All’improvviso anche una morettina, piccola e agile, si intrufolò nel groviglio di uomini, le si parò davanti e la baciò prolungatamente avvolgendo la sua lingua in un turbinio lungo e umido, mai così tanto desiderato.
Lei era persa, non sapeva più se il corpo fosse suo o di chi, ma godeva, godeva e godeva. E quella lingua femminile le pareva la ciliegina sulla torta, ma invece…..
Lui nel frattempo, ebbro ed eccitato, contrattava il corpo della sua Lei, guardava, soppesava, giudicava e alla fine la “vendette” al giovane uomo che più ce l’aveva lungo e grosso e alla sua accompagnatrice, la smaniosa piccola e agile bisex che non l’aveva più mollata.
I quattro così si appartarono in una stanza perchè lo sconosciuto superdotato, un 30enne aitante e deciso, se la voleva scopare presto e bene.
La baciò in bocca, la spogliò, si spogliò, si infilò il preservativo: le chiese, conscio di ciò che possedeva, se voleva che la scopasse piano o forte.
Lei: di nuovo all’apice dell’eccitazione, volle essere posseduta forte.....ma appena sentì quel membro imponente come mai era stato ospitato dentro di lei, si pentì della sua risposta e cominciò un amplesso misto di dolore e piacere....fino ad urlare sempre più forte, come mai aveva fatto. Urlava quella possenza, quella durezza, tutto quell'immenso cazzo che dentro di lei la scopava forte, troppo forte. Dolore e piacere in un’altalena da farle perdere il senno.
Fino a quando il giovane non ce la fece più: le aveva vanamente chiesto di penetrarla anche dietro, ma lei in un attimo di lucidità aveva negato a quella superba dotazione mai provata prima, il suo pur capiente buchetto dietro, e dopo averla posseduta svariate volte, davanti e dietro, gemette il suo orgasmo e le venne in abbondanza sulla pancia, infradiciandola tutta.
Fu a quel punto che lui, il Divino, le venne in soccorso per leccarle tutta la sborra, pulendole la pancia sconvolto ma infine sazio di quella notte senza alcun freno o inibizione.
Lui, con la piccola e agile donna avevano osservato quell’amplesso furioso e rumoroso, leccandosi l’un l’altro ma senza desiderio e ben presto Lui aveva desistito, preferendo di gran lunga osservare lo spettacolo di Lei con quello stallone ferrarese, la cui piccola compagna, mordendosi il labbro vedendo quello spettacolo di urla e grida, non esitò ad accarezzare la sfinita Lei dopo quella devastante serie di orgasmi. Si rivestirono lentamente, e soddisfatti. Lo stallone più di tutti: aveva finalmente trovato una donna che l’aveva accolto senza timore e l’aveva gratificato oltremodo, con quel pezzo di carne che si trovava tra le gambe non era mai stato facile.
Fino a quel momento, almeno, fino all’arrivo sul suo cammino della bionda multiorgasmica.
Erano le 5 del mattino. Le paste calde giù al bar, caffè e succo per due: di un frutto che con il gusto dello sperma ancora sui palati, fece tornare l’energia per ritornare a casa.

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