STORY TITLE: Ritorno alla boutique (parte 1) 
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Ritorno alla boutique (parte 1)


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Ritorno alla boutique (parte 1)

by CoppiaITUKR
Viewed: 952 times Comments 17 Date: 27-05-2022 Language: Language

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Dopo l’avventura già raccontata, mi ero ripromessa di tornare a trovare la bella proprietaria della boutique con più calma e proprio dopo qualche tempo capitò perché lei stessa mi telefonò per invitarmi.
Al telefono mi disse che non aveva fatto altro che pensare al nostro furtivo incontro nei camerini e che ogni giorno si era masturbata più volte per l’eccitazione che le procurava il ricordo; in effetti anche io ero rimasta piacevolmente sorpresa dalla situazione e, benché preferisca gli uomini, con lei era stato molto ma molto bello.
Le dissi che non appena avessi trovato lavoro in zona sarei andata volentieri ma lei, insistendo, mi disse che mi voleva rapidamente e che mi avrebbe ospitato volentieri a casa anche per qualche giorno aggiungendo, anche un bel regalo tutto per me.
Per farlo dovevo mandare in bianco degli appuntamenti e dei massaggi ma la tentazione di rivederla non mi ci fece pensare sopra due volte e accettai di andare per i 3 giorni del fine settimana, lei era felice per la mia risposta e appena conclusa la conversazione mi arrivò su WhatsApp un suo filmato, dal negozio, dove mostrava la sua bella patata fradicia con 2 dita affondate dentro, intenta in una masturbazione oscena che la portava a squirtare e dopo a ripulire dita e mano in maniera davvero eccitante, questo mi provocò un brivido talmente forte, da farmi dischiudere le labbra della mia ed a bagnarmi l’interno cosce, per fortuna come spesso accade ero senza intimo e la frescura dell’aria mi aiutò a superare quel momento, anche perché dovevo fare ancora 2 lavori e sarebbe stato un problema specialmente col massaggio perché quando sono eccitata in quel modo non ragiono.
Giunse il venerdì e partii per raggiungerla mi abbigliai come piace a me, sexy e elegante, trucco che esaltava occhi e bocca, tacco 12 e ovviamente intimo limitato al minimo perché in ogni caso viaggiavo in treno; appena montai sul treno lo sguardo degli uomini presenti sul treno venne attirato dalla mia mise e pure quello di alcune donne e quindi pensai che avevo centrato l’obiettivo.
Mi sedetti al mio posto e subito un signore si prestò ad aiutarmi a posizionare il mio trolley nella cappelliera, lo ringraziai e lui rimase imbambolato a fissare il mio scollo dal quale si intravedevano i seni che, col cambio di temperatura, erano evidenziati da capezzoli duri e sporgenti appena contenuti da un reggiseno praticamente inesistente.
Durante il viaggio non mi tolse mai gli occhi di dosso e tentò varie volte di approcciarmi ma io, immersa nella musica e nella lettura, non lo curavo molto e nelle rare volte che alzavo gli occhi dal libro, notavo che si massaggiava la patta dei pantaloni eccitato; sarà che non sono mai stata di legno ma, la visione di un bell’attributo che si gonfia dentro un pantalone, non mi lascia indifferente e, a vedere bene, era un signor attributo quello che premeva sotto la stoffa.
Allora continuando a leggere per non dare nell’occhio, iniziai a dondolare la gamba accavallata e, ogni tanto, cambiavo la posizione delle gambe e, nel fare quello, sostavo con le gambe leggermente aperte sempre più tempo; mi venne in mente la scena di Basic Instinct e sorrisi dietro il mio libro.
Il signore era sempre più attirato da ciò che vedeva e il massaggio, aumentato, mi stava facendo vedere tutta la possenza del suo attributo che valutavo in almeno 20 cm di lunghezza e, soprattutto bello consistente in diametro, una vera leccornia tutta da gustare; nel mentre pensavo questo non mi accorsi che le mie gambe erano decisamente aperte e che offrivo la visione più intima di me alla sua vista, senza praticamente ostacoli; nel momento che stavo per tornare in una posizione più consona, il signore iniziò a tremare tutto e, notai, una chiazza sul pantalone che si allargava sempre di più e lui con la testa riversa sullo schienale che tentava di riprendersi, davvero una bella quantità di succo sprecata, valutai, vedendo la superficie bagnata dallo sperma, ci guardammo un attimo negli occhi, un sorriso e lui, coprendosi con la giacca, si alzò per andare in toilette e io potei , con molte difficoltà, asciugarmi la patata che in quel modo mi faceva capire di protestare per l’occasione persa.
Ma ormai il viaggio volgeva al termine e mi preparai per scendere alla fermata lusingata dal fatto di avere molti sguardi addosso mentre mi incamminavo verso le porte.

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