STORY TITLE: La nuova maestra ed il Preside 
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La nuova maestra ed il Preside


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La nuova maestra ed il Preside

by soloperamore
Viewed: 3691 times Comments 20 Date: 04-07-2021 Language: Language

Da qualche giorno nella scuola elementare di Mimmo, maturo preside sulla cinquantina, sposato da oltre vent'anni ma sempre attento a nuove esperienze, fisico robusto, autorevole e sicuro di se, era arrivata una nuova insegnante, la bella Otero, sensuale mora trentenne, fidanzato che non placa le inquietudini dell'età, portamento armonioso ed elegante, una florida terza di seno ed un culo monumentale, alto e rotondo da far perdere la testa... Il primo incontro, quasi casuale, ad elencare disponibilità e complimenti di lui, in un clima che lasciava intuire quanto sarebbe poi accaduto, con gli occhi ed i corpi a studiarsi, ad annusarsi, a percepirsi... Dopo un altro fugace momento, finito con qualche rapida carezza, un mattino, trovandosi in presidenza ed avendola appena abbracciata per farle sentire turgore e dimensioni del membro sul tenero ventre, le dice:

Maestra, vorrei che facesse una cosa...

mentre, con naturalezza, slaccia i pantaloni, tira giù la zip e tirandolo fuori si risiede sulla poltrona.

Chiuda a chiave la porta, venga qui, si inginocchi e si dia da fare...

Lei, affascinata da tale forza e risolutezza quanto eccitata dalla particolare situazione, si dispone ai suoi piedi e comincia a leccare i pelosi e pesanti coglioni del suo superiore, per poi salire con la lingua a percorrere i 18 cm del cazzo, largo che riesce a prendere in bocca poco più della cappella, bello duro a conferma della sua bellezza e della sua femminilità. Continuando il meraviglioso pompino comincia a sbottonarsi la camicetta ma:

No, resti vestita, lo deve fare vestita, ricevendo la sborra in viso e stando ben attenta a non sporcarsi !!!

Già umida tra le cosce, sente la sua giovane figa contrarsi e bagnarsi ancora, proseguendo il suo lavoro di bocca, lingua e gola nell'austera atmosfera di quella stanza, nel completo silenzio rotto soltanto da mugolii e risucchi, dai baci e dalle leccate con cui continua ad omaggiare l'imponente uccello del preside. Lo ingoia al massimo, quasi a soffocare, dimostrando il talento di giovane troia e facendolo diventare enorme, mentre si guardano negli occhi a confermare la sottomissione della sensuale ragazza alla forza dell'energico uomo, fino all'esplosione che riceve, soddisfatta della sua arte, sulle labbra ed in faccia, attentissima a raccogliere ogni schizzo, preservando la candida camicetta indossata. Mimmo, ripulito completamente dalla giovane maestra, donna di sicuro talento e dal futuro assicurato, si risistema mutande, pantaloni e cintura, salutandola ed invitandola ad accomodarsi fuori. E cosi una, due, tre, quattro, svariate volte, senza essere toccata, ignorando i suoi turbamenti, soltanto omaggiando il vigoroso preside al punto che lei, la bella Otero, in più di un'occasione, è finita nel bagno delle insegnanti a dare ristoro alle sue voglie, masturbandosi senza ritegno. Un giorno di primavera, è ormai maggio inoltrato, durante la lezione del mattino, arriva una collaboratrice che le comunica di essere attesa in presidenza con urgenza, penserà lei agli allievi. La mite temperatura le ha fatto indossare sull'intimo di pizzo nero e le autoreggenti color carne, un bell'abito turchese, appena aderente nei punti giusti, a ricordare anche ai più distratti l'irresistibilita' del suo corpo meraviglioso. Mentre si avvicina, muovendo rapidamente le stupende gambe, slanciate dalle décolleté nere tacco 12, si sente agitata, molto in ansia per questa irrituale convocazione.

Maestra, in orario

. Ecco, il leggero ritardo di quel giorno ha provocato la chiamata, poi, proseguendo:

Chiuda la porta e si spogli...

Immediatamente turbata Otero si toglie tutto, come da esplicita richiesta del preside, che la fa stendere sulla scrivania e comincia a leccarle i peli, il clitoride e tutta la fica, entrando ovunque con la sua prepotente lingua, facendola gemere di piacere. Ne assapora il profumo e la dolcezza delle irripetibili secrezioni, suggendo e bevendo senza riserve, guardandola negli occhi profondamente, a penetrarne l'anima. Lei gode, è tutta un fremito, ha i sensi sconvolti, il preside è un fine conoscitore del corpo femminile e sa dove arrivare con la lingua e con la bocca, talvolta soltanto soffiando con leggerezza, per portarla all'estasi, per mescolarne irrimediabilmente pensieri ed emozioni. Oggi però siamo solo all'inizio, Mimmo si alza, slaccia la cintura, apre i pantaloni, tira giù la cerniera ed abbassa i boxer, facendo uscire un cazzo enorme, durissimo ed impressionante per gli oltre 6 centimetri di diametro che infila di colpo nella morbida fica della sua amante. Lei è trafitta, squarciata, ma si tratta di un attimo, i colpi che arrivano, potenti ed incessanti, ne dilatano la voglia, aumentando la passione e rendendo infinito il desiderio. Si sente presa, femmina, zoccola, come le ricordano i potenti coglioni che le sbattono sul culo, ha desiderato che avvenisse ed ora la fredda superficie della scrivania istituzionale le sembra la più calda delle alcove, il più morbido dei letti... La fa girare facendole reindossare l'ultimo indumento, le mutandine, leccandola mentre è a pecora, rientrandole con la lingua nel profondo, anche del secondo canale, nel centro di quel culetto, desiderio proibito di quanti hanno la fortuna di guardarlo; lecca e penetra, Otero sente quella famelica lingua dappertutto, ne brama l'avidità, la forza e la leggerezza al contempo. Il malizioso perizoma, che Mimmo ha tenuto stretto nella mano e poi annusato fino a stordirsi, restituitole affinché lo indossi di nuovo, gronda di umori ed appare lieve barriera ed intensa provocazione, di una donna prona, poggiata a novanta gradi, che desidera soltanto essere riempita. Il preside lo scosta, le sbatte l'uccello sul culo e la penetra ancora, compiacendosi anche della carezza del pizzo che orna senza più contenere:

Maestra deve dire che vuoi essere la mia puttana, che ti piace essere la mia puttana, che godi ad esserlo...

E lei, soggiogata, scossa dal tu imperativo quanto imprevisto:

Si, sono la tua puttana, mi piace essere la tua puttana, go..oodo ad essere la tua puttana

. Ancora colpi durissimi:

Si, si, che cazzo, mi arriva in gola...

Raggiunto l'ennesimo orgasmo, lo sente uscire mentre arrivano gli schizzi sul culo, ben indirizzati da bagnare il buchino e le mutandine, in modo che ne restino impregnate, ad unire i piaceri di entrambi. Il preside, che è rimasto praticamente vestito, si sistema la cintura ed i pantaloni invitandola a tornare in classe, lasciandole giusto il tempo che lo sperma le si asciughi addosso, a marchiarne sulla pelle l'indecente troiaggine. Un bacio in bocca, con le lingue impazzite, unite come se non dovessero esserlo più. Buongiorno signor preside, buongiorno signora maestra, chissà se torneranno ad incontrarsi...

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