STORY TITLE: LA SOSTITUZIONE giorno 1 
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LA SOSTITUZIONE giorno 1


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LA SOSTITUZIONE giorno 1

by ablacar68
Viewed: 1276 times Comments 9 Date: 02-02-2021 Language: Language

Lo conobbi nella chat di LMO. Lui cuck io bull di coppia esibizionista. Parlammo in chat per un paio di ore, di corna, di posizioni, di sesso sfrenato per poi finire a parlare di politica, di musica e di amenità. Una coppia matura. Ma parlammo solo io e lui. Tanto che la conversazione si prese i nostri pensieri che non ci scambiammo nemmeno l’indirizzo skype o, chessò, la richiesta di diventare ammiratore l’uno del profilo dell’altro. Niente.

Un mese dopo mi scrisse chiedendomi semplicemente: come la vuoi scopare? Lì per lì pensai fosse solo una fantasia. Di quelle che noi maschi immaginiamo mentre la patta si gonfia vedendo le foto e i video di una coppia su LMO. E così iniziai a viaggiare con la mente libera.

La signora l’avevo vista solo in foto. Video in “azione” non ce n’erano. Lei superati i cinquanta. Ma ancora bella e affascinante. Seno prominente, cosce tornite, piedi curatissimi. Una fighetta rasata con cura, no glabra, ma di un cespuglio curato. Un culo grande e già aperto bene per la bisogna. Una donna curatissima. Piedi bellissimi, unghia smaltate, dita affusolate, collo lungo e un fascio di capelli che scendeva lungo la schiena. Scarpe molto eleganti, così come la biancheria intima. Una bella bocca e una fossetta sul mento.

La mia risposta fu lapidaria. Senza descrizioni. Al suo messaggio scrissi semplicemente: la scopo se accetti la “sostituzione”. La sostituzione è un atto di sottomissione. Una prova dura anche per un cuck. Lei sarebbe diventata mia. Non il semplice bull che la incontra e la scopa. No, qualcosa di più sottile, di mentale: lei diventa mia e io divento suo. Tre giorni. Solo tre giorni, poi sparisco e rimarranno solo i ricordi. Personali, intimi, ognuno dilatato nel proprio ruolo. La sostituzione è per me l’esperienza più completa che un cuck possa provare. L’altro che possiede la moglie, la governa, la fa sua. Non un semplice amante, qualcosa di più. Uno che dorme con lei, si sveglia con lei, si lava con lei, pranza e cena con lei, vanno a fare shopping, si baciano per strada, insieme al cinema o al teatro, al ristorante. E poi il sesso, ovunque e comunque. Intimità mentale. Tre giorni sostituendo l’altro.

Non mi rispose subito. Poi, dopo qualche settimana mi chiese un incontro telefonico. Accettai perché capisco che uno sconosciuto in casa per tre giorni non è una cosa semplice. Ovviamente nel nostro colloquio telefonico mettemmo in chiaro tutti gli aspetti di sicurezza oltre a quelli di una sana e robusta costituzione, ovviamente. Tutto per rassicurare l’uno degli altri. Ma tutto questo non basta a vivere con superficialità la cosa. Le vere coppie cuck si amano e il pensiero di un uomo che sostituisce l’altro, è cosa forte.

Ci demmo appuntamento un venerdì mattina. Mi venne a prendere lui alla stazione. Ci presentammo, bevemmo un caffè e dopo i convenevoli ci avviammo in macchina verso casa. Avevo chiesto, in premessa, di trovare lei in casa vestita in gonna e giacca, senza intimo, con calze autoreggenti e scarpe chiuse con tacco. Arrivammo in casa, e lui mi fece strada nel salotto dove sua moglie mi attendeva seduta sul divano. Ci presentammo e lei si spalancò in un sorriso facendomi subito dei complimenti per il mio aspetto. Cosa, mi confessò più tardi, che l’aveva tenuta sui carboni non sapendo come fossi fatto.

Dopo le presentazioni e le chiacchiere di rito, chiesi di farmi una doccia per rinfrescarmi dopo il viaggio. Era oramai quasi ora di pranzo e la signora si preparava a spadellare. Decisi che non sarebbe stato il caso e che era meglio andare al ristorante, io e lei, per conoscerci meglio. Il marito ci accompagnò ma non lo volli al tavolo con noi. Doveva iniziare a capire che per tre notti e tre giorni, lui sarebbe stato estromesso dalla coppia.

Accettò, e io trascorsi il pranzo seduto al tavolo con la signora. Chiacchierammo a lungo sui gusti, sulle paure, sui pregiudizi. Ci scambiammo qualche piccola effusione. Le tenni la mano, le baciai le guance e poi mentre finivamo l’ultima portata le dissi: sei pronta per questi tre giorni? Lei arrossì come una liceale alla sua prima cotta, mi guardò negli occhi e rispose: sì! sono già bagnata dalla voglia.

Uscimmo mano nella mano. Il marito ci venne incontro: vi riporto io a casa, disse.. Io e lei ci accomodammo sul sedile di dietro. L’auto partì e io le sussurrai all’orecchio di aprire leggermente le cosce. Infilai una mano per sentire la morbidezza del suo pelo e delle sue grandi labbra. Poi, mi chinai giù, feci scivolare il suo culo verso il bordo del sediolino, alzai leggermente una coscia, infilai la testa e iniziai a leccarle la figa. Lei si chinò indietro per allargare meglio le cosce e farmi succhiare più in profondità. Lui guidava lento, mentre lei gemeva di piacere.

Mi chiese se mi piaceva il sapore, se mi piaceva l’odore. Mi chiese se mi eccitava leccarla. Se il mio cazzo era duro. Mi chiese di infilarle un dito nel culo e di leccare più forte. Allora tirai via la testa dalla figa, allargai le natiche con le mani, sputai sul buco del culo e, prima il polpastrello poi l’intero pollice scomparve nel suo culo. Lei fece un sussulto, mordendosi le labbra e dicendo: sì! mi piace così. Mi richinai a succhiare la figa mente il mio dito girava avido nel culo.

“Siamo arrivati”, disse il marito. Parcheggio, voi avviatevi a casa. Lei si riprese, si aggiustò la gonna, scese dall’auto e insieme ci avviammo a casa. In ascensore mise una mano sul pacco e iniziò a baciarmi in bocca. Le mie labbra e la mia lingua sapevano del sapore della sua figa. Uscimmo eccitati dall’ascensore e mentre lei infilava la chiave nella toppa della serratura io rimisi una mano sotto la gonna strizzandole il culo. Aprì la porta, e mentre la chiudevo alle mie spalle, le alzai la gonna alla vita, tirai fuori il mio arnese duro, la piegai verso il muro con una mano al centro della schiena e iniziai a chiavarla. Lo feci con forza, colpi singoli ma decisi. La sua testa piegata sul muro, le sue mani spalancate sulla parete a evitare di sbattere il cranio. La fottevo così mentre, ad un tratto, si aprì la porta di casa e il marito entrò.

“Che puttana!” esclamò. Poi tirò fuori il suo uccello e iniziò a segarsi, godendosi la scena in silenzio. Lei venne, con un gemito secco e stroncato in gola. Lui subito dopo schizzo a terra. Lei si divincolò dalla mia presa e, con la gonna in vita, le autoreggenti scese al ginocchio, barcollando s’incamminò verso la stanza da letto. La seguii, ma prima dissi al marito di prendere la sua roba e che ci saremo visti lunedì mattina. Lui andò via dopo essersi sistemato io seguii lei e una volta dentro la stanza, chiusi la porta alle mie spalle prima di iniziarmi a spogliare. Lei era riversa sul letto. Mi guardava mentre mi levavo i vestiti e a un tratto mi disse: “Grazie!”. Sorrisi, mi sdraiai affianco a lei. Presi la sua testa e la poggiai sul mio petto. Si addormentò. Ci addormentammo.

Il marito, perfettamente conscio del ruolo, lasciò la casa. Ci saremo poi visti in chat quando ne avevamo voglia.

Dopo un’ora mi svegliarono le labbra di lei che con grande dolcezza spompinava il mio cazzo. La sua testa sotto le lenzuola si muoveva piano sulla mia patta. Il suo corpo nudo, la sua cosce destra accavallata alle mia gamba sinistra. La sua bocca in un attimo indurì il mio cazzo e, ancora nel dormiveglia, la sentii salire sul mio corpo e infilarselo nella figa. Con gli occhi socchiusi la vedevo dondolarsi piano. Le sue mani facevano leva sul mio petto per alzare il ventre e poi farlo scivolare di nuovo giù.

Danzava morbidamente sul mio palo dritto e duro. Con le sue ginocchia piantate bene sul materasso si alzava e abbassava. Sentivo la sua figa bagnarsi. Il suo nettare caldo colarmi sulla cappella. Le afferrai il culo con le mani e iniziai a spingere da sotto ancora intorpidito dal sonno. I colpi iniziarono a essere più duri e profondi. Iniziò a mugolare toccandosi i capezzoli. La fottevo da sotto, mentre lei spegneva la mia candela dura inondandola di umori caldi.

Mi svegliai, la presi, e l’accasciai su un fianco. Le alzai la gamba destra in alto, scesi con il ventre un po’ più in basso e iniziai a fotterla da dietro. le mie mani sui suoi fianchi e il mio ventre che spingeva forte dentro la sua figa. Accelerai i colpi, mentre con la lingua le leccavo la schiena. Mi chiese: ti prego vieni dentro; risposi: sborrami il cazzo e ricambio il favore. Arrivò gridando fra le labbra, e mentre lei affogava il suo orgasmo in gola iniziai a schizzarla dentro fiotti di aborra calda. Rimanemmo fermi, Io dentro di lei a sentire i nostri umori scivolare sui nostri sessi caldi.

CONTINUA




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