STORY TITLE: Il segreto del perizoma 
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STORY

Il segreto del perizoma

by Esibizionistabsx
Viewed: 205 times Comments 0 Date: 26-06-2025 Language: Language

Il negozio di lingerie a pochi metri da casa mia era un luogo che visitavo spesso, fingendo di cercare regali per la mia Francesca.
Quel giorno accarezzavo un perizoma in pizzo nero, sentii una presenza dietro di me.
Era Lorenzo, il proprietario, un uomo sulla cinquantina con capelli grigi ben curati e uno sguardo penetrante.
“Sta cercando qualcosa di particolare?” mi chiese, avvicinandosi più del necessario.
“Sì, per… la mia compagna,” risposi, evitando il suo sguardo.
Lorenzo sorrise, come se avesse capito tutto.
“Forse dovremmo provarli, per assicurarci che siano della taglia giusta,” propose, indicandomi il camerino.
Risposi che erano da donna, ma lui ribatté: “Almeno puoi vedere l’effetto che farebbero su di lei… provali, che ti costa.”
Con un nodo alla gola, entrai nel camerino, il perizoma nero stretto tra le dita. Lorenzo chiuse la tenda, ma non del tutto.
“Mi dica se ha bisogno di aiuto,” disse, con una voce troppo calma.
Mentre mi spogliavo, notai il mio riflesso nello specchio: pelle liscia, glabro, quasi femmineo. D’altronde mi sono sempre depilato dal collo in giù.
Indossai il perizoma, sentendomi stranamente eccitato. Mi guardai: evidenziava il sedere e arrossii pensando di essere un po’ frocetto.
Il mio pisellino a riposo è sempre stato sui 3 cm e si nascondeva bene in quel tessuto nero. Il filo nel culo non dava fastidio.
Mentre pensavo tutto questo, una voce:
“Posso?” chiese Lorenzo, aprendo leggermente la tenda.
Prima che potessi rispondere, entrò. I suoi occhi scivolarono su di me, scrutando le forme perfette e glabre delle mie natiche.
“Santo cielo,” sussurrò. “Ti stanno benissimo… scusami, ma mi ecciti tantissimo.”
Lorenzo non perse tempo. Si avvicinò e accarezzò il mio culo. Rimasi pietrificato, ma non mi sottrassi.
“Ti piacciono gli uomini, vero?” disse con voce roca. “Si vede dai tuoi occhi… dai modi un po’ effeminati.”
Non risposi, ma il mio respiro affannoso era una conferma.
“Vuoi vedere l’effetto che mi fai?” aggiunse, guidando la mia mano verso il suo inguine.
Era enorme.
• Lungo, spesso, cappella violacea che pulsava.
• Vene prominenti, calore, odore muschiato.
“Toccalo,” ordinò.
“Se è così è merito tuo… come ti chiami?”
“Enrico,” risposi. “Sarebbe stato più appropriato Enrica,” disse.
Con un tremito, lo presi in mano. Pulsava sotto le dita. Era caldo. Bello. Maschio.
“Ora giocaci. Leccalo.”
Mi inginocchiai. Il pavimento freddo sotto le ginocchia. Avvicinai le labbra alla sua punta.
Mi vidi allo specchio: inginocchiato con un perizoma femminile, pronto a prenderlo in bocca. Iniziai.
Il sapore salato mi fece venire più voglia. Lo presi tutto in gola.
Mi sentivo bene. Appagato. Era il mio destino: donare piacere agli uomini.
Lecchi la cappella. Sussultava. Passai all’asta e alle palle gonfie. Lui accarezzava il mio viso.
Lo guardavo negli occhi con il cazzo in bocca . Andavo avanti e indietro, guidato dalle sue mani.
Non riuscivo a prenderlo tutto, troppo grosso.
Pensai a Francesca: quanto l’avrebbe fatta godere un cazzo così… ma ora la donna ero io, e io lo stavo portando all’estasi.
Mentre succhiavo, mi sentivo troia.
Lorenzo cominciò a scoparmi la bocca con foga. Un fiotto di sborra invase la mia bocca .
“Lorenzo, ma che fai?”
“Scusami, Enrico, ma se avessi sborrato a terra avrei dovuto pulire tutto… e ho pensato che avresti gradito il seme di un vero maschio.”
Parte lo ingoiai. Parte mi colò dalle labbra. Sembravo una troia consumata.
Mi guardai: maschera di sborra.
Pensai: lui ha scopato tante donne. Io a stento soddisfo Francesca.
“Forse ‘frocetto’, come mi chiama lei, è davvero il mio destino…”
Lorenzo mi schiaffeggiava col cazzo: sulla lingua, sul viso.
Voleva battezzarmi con il suo scettro.
Ero una maschera.
Mi ripulì. Andai via.
Da quel giorno, lo rividi altre volte…
non potevo smettere.
T. Amiciziariservata

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