STORY TITLE: Pregiudizi 
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Pregiudizi


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Pregiudizi

by wasabi40
Viewed: 158 times Comments 0 Date: 17-05-2024 Language: Language

(racconto erotico genere

soft

di fantasia. Se avete proposte per racconti chiedete pure. Amo scrivere)

Grecia. Estate.
“Tu ci sei mai stata?” chiese Serena alla sua amica.
Sonia, che di esperienze di quel tipo ne aveva già avute a iosa, rispose quasi distrattamente, senza neanche pensarci: “certo, tanto tempo fa, ci sono andata con il mio ex fidanzato”
“Io non ci sono mai stata” disse Serena. “Non so se riesco a stare nuda al mare di fronte ad altri”
“Non saresti la sola ad essere nuda, lì lo sono tutti e nessuno ci fa caso”, le rispose Sonia sistemandosi i capelli mentre camminava.
Mentre le due ragazze si avviavano verso la spiaggia Serena aveva ancora mille dubbi. Camminava lentamente guardandosi i piedi come se, ad ogni passo, si stesse avvicinando sempre di più al patibolo. Era stata Sonia a scovare quel lembo di litorale in Grecia dove era concesso praticare il nudismo; era una spiaggia frequentata principalmente da stranieri, e non vedeva l’ora di andarci; tutte le persone del luogo le avevano detto che era un’oasi di pace e serenità.
Serena si era semplicemente ritrovata nel vortice che lentamente la stava trascinando giù insieme alla sua amica. Mentre camminava si sentiva in ansia e non faceva altro che pensare a una scusa convincente per tornare indietro; le tremavano le mani e le sentiva intorpidite. Il cuore le batteva forte nel petto, come se stesse per esplodere. Anche se si trovavano a molti chilometri da casa ed era quindi improbabile, per non dire impossibile, incontrare qualcuno di loro conoscenza lì dove si stavano dirigendo, lei continuava a pensare che non avrebbe dovuto farlo, perché, prima o poi, qualcuno sarebbe venuto a saperlo e allora l’avrebbero giudicata. Era questa la cosa che le aveva causato la maggior parte dei blocchi psicologici nella sua vita: la paura che qualcuno potesse giudicare i suoi atteggiamenti. Sonia era invece di tutt’altro avviso. Nella sua vita aveva sempre fatto ciò che voleva fregandosene del giudizio morale degli altri.
Serena avrebbe tanto voluto assomigliarle.
Avevano entrambe delle borse con dentro un telo da spiaggia e qualche libro da leggere, pronte per una giornata al mare. Serena indossava un bikini di colore rosa, mentre Sonia aveva addosso soltanto il pezzo inferiore del bikini e una leggera maglietta beige le copriva i seni nudi. La natura non era stata particolarmente benevola con lei per quanto riguardava il decolté, ma al contempo aveva un corpo longilineo e un fondoschiena da urlo di cui andava fiera, frutto delle tante ore di passate in palestra.
Serena era di tutt’altro aspetto: seno abbondante e sodo che sfiorava la quarta misura, su di un fisico non proprio scolpito ma, come le diceva sempre il suo ex fidanzato, rappresentava una sorta di viagra naturale per lui. Si era sempre lamentata dei suoi fianchi troppo larghi che, paradossalmente, erano piaciuti molto agli uomini con cui era stata. Non era in sovrappeso ma, in passato, aveva avuto molti momenti bui in cui si odiava, odiava il suo corpo; per lei già la prova costume la metteva a disagio, figuriamoci spogliarsi nuda di fronte a tutti.
Le due ragazze percorsero lo stretto sentiero che le avrebbe condotte fino alla spiaggia, una stradina scoscesa cosparsa di ciottoli che si infilavano fastidiosamente nelle infradito. Quando arrivarono sul litorale Sonia poggiò la borsa a terra e sfilò subito la maglietta scoprendo i suoi seni. I capezzoli erano in parte eretti, e goccioline di sudore imperlavano le areole. La ragazza sistemò il telo sulla sabbia.
Erano presenti pochi bagnanti, di tutte le età, alcuni lontani abbastanza da loro perché non potessero vederle.
Tutti erano nudi.
Sonia sfilò anche il pezzo inferiore del suo bikini e rimase nuda con la nonchalance di chi beve un bicchiere d’acqua fresco in una giornata afosa. Serena la guardava invidiosa della sua naturalezza, senza fare un movimento. Si era limitata a stendere il telo accanto a quello di Sonia. L’amica la invitò con lo sguardo a liberarsi del bikini, cercando di rassicurarla in tutti i modi, facendole notare che non c’era nulla di male in quello che stavano facendo. Era semplicemente una giornata al mare.
Nel frattempo una coppia di fidanzati occupò la spiaggia accanto a loro. I due ragazzi le fecero un segno di saluto e, senza dire una parola, si spogliarono con la stessa naturalezza con cui l’aveva fatto Sonia. La ragazza era bionda, aveva un seno prosperoso e la vagina totalmente depilata. Lui, alto e magro, aveva i capelli corti e indossava solo un paio di occhiali da sole. Il suo pene era floscio, e Serena pensò che entrambi dovevano essere abituati a quel tipo di spiaggia, perché sembravano perfettamente a loro agio, a differenza sua.
La naturalezza che vide nei loro comportamenti l’aiutò a prendere coraggio, allora iniziò a spogliarsi con la stessa lentezza di chi entra in una vasca piena d’acqua fredda. Sonia si sistemò sul telo da spiaggia e aprì un libro poggiandolo sulle gambe. L’atteggiamento di tutte quelle persone che prendevano il sole completamente nude senza curarsi di chi avevano al loro fianco, e senza il minimo imbarazzo, cominciò a calmare l’atteggiamento ostile di Serena. Era una situazione totalmente naturale e nuova per lei; i suoi pregiudizi l’avevano portata a credere che le spiagge nudiste erano frequentate da gruppi di persone che si ammassavano su di un litorale nascosto per spiarsi a vicenda, invece, guardando i loro comportamenti del tutto naturali, si rese conto che aveva giudicato senza sapere. Non era mai un bene essere schiavi dei propri preconcetti. Si finisce per giudicare senza sapere e molto spesso ci si preclude la possibilità di fare esperienze, tutto sommato, piacevoli.
Sonia leggeva il suo libro, calma e rilassata, voltando una pagina dopo l’altra e godendosi il sole del mattino. Aveva indossato un cappello di paglia per proteggersi dai raggi afosi.
Serena slacciò il reggiseno del bikini e scoprì lentamente il seno, guardandosi intorno con circospezione. Inizialmente lo manteneva con le mani per proteggerlo da occhi indiscreti, anche se nessuno stava facendo caso a lei. Sonia la guardò per un momento alzando lo sguardo dal libro, con un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra.
Quando Serena si rese conto che sul serio nessuno stava facendo caso a lei, nonostante il suo seno non avesse nulla da invidiare a nessuna delle donne presenti quel giorno al mare, decise di togliere anche lo slip.
Il bikini era uno di quelli con i laccetti esterni; sciolse i nodi dei lacci e lasciò cadere il costume sulla sabbia, restando totalmente nuda. Si accorse di non essere per niente imbarazzata in quel momento, anzi, si sentiva libera come non le era mai successo. Il vento che proveniva dal mare colpiva i suoi capezzoli e le sue zone intime, donandole una sensazione di benessere che mai avrebbe creduto di provare. Si sedette accanto a Sonia per godersi il sole. Essere nuda accanto a lei le fece immaginare di essere capitate in un universo parallelo, essere tornate indietro nel tempo, quando le convenzioni sociali erano diverse la nudità era vista come un qualcosa di estremamente naturale da tutti. Del resto, i primi uomini apparsi sulla terra migliaia di anni prima di quel momento, non indossavano vestiti.
Il sole picchiava forte e anche Serena mise un cappello per proteggersi la testa. Sonia prese dalla borsa un crema protettiva e iniziò a spalmarsela sul corpo: prima sulle braccia, poi sul viso e, infine, sui piccoli seni.
“Ne vuoi un po’?” chiese a Serena.
“Sì, grazie” le rispose lei aprendo il palmo della mano.
Sonia ignorò il suo gesto e si posizionò dietro di lei. Iniziò a spalmarle la crema sulle spalle. Serena sentì un brivido lungo la schiena quando il liquido entrò in contatto con la sua pelle.
“Dobbiamo proteggere la pelle dai raggi solari. Tra poco il sole sarà alto e brucerà. A meno che non vogliamo ustionarci il primo giorno di vacanza”
Sonia continuava a spalmarle la crema sulle spalle e Serena iniziava a rilassarsi. “Bisogna proteggere anche i seni”, disse, e diresse la mano aperta verso i grossi seni dell’amica.
“Cosa fai?” chiese Serena interdetta. “Tranquilla, sai bene che sono di tutt’altra parrocchia”, rispose Sonia ridendo sonoramente. Detto questo iniziò a massaggiarle i seni che ballonzolavano sotto i colpi delle sue mani, spalmandole meglio che potesse il liquido protettivo. “Ho sempre invidiato il tuo seno, mannaggia a te!” diceva mentre le spalmava la crema sui capezzoli con un leggero massaggio.
“Dai, anche tu hai un bel corpo. Anzi sono io che dovrei invidiarti. Sei molto più proporzionata di me”
Quando Sonia finì il suo compito si deterse le mani con l’asciugamano.
Quindi decisero di fare un bagno. Si immersero nell’acqua cristallina della Grecia e nuotarono per qualche centinaio di metri. Anche quella fu un’esperienza nuova per Serena. Non aveva mai nuotato libera dal costume da bagno; l’acqua che le bagnava il corpo la rilassava completamente e si sentiva libera, avvolta dal mare. Era come ritornare a pieno contatto con la natura. Un ritorno a un passato lontano. Era trascorsa poco più di un’ora ma, ormai, il suo imbarazzo iniziale era lontano anni luce e quell’esperienza le stava piacendo.
Quando uscirono dall’acqua per tornare a stendersi sui teli la spiaggia si era popolata di molti più bagnanti rispetto a prima. Alcuni passeggiavano sul bagnasciuga, altri giocavano con i racchettoni sulla sabbia. Come prima, nessuno le notava, anche quando i seni di Serena iniziarono a ballonzolare quando aumentò l’andamento della sua camminata. Si stesero per godersi il sole, entrambe con la schiena rivolta alla sabbia. Sonia era poggiata sui gomiti e si godeva il sole che le colpiva il viso, guardandosi intorno. Serena invece era distesa con gli occhi chiusi.
Sonia diede un colpetto con il braccio all’amica, che sembrava quasi stesse per addormentarsi. “Serena. Ehi, Serena”. La ragazza aprì gli occhi e la guardò, riparandosi dai raggi del sole con la mano. “Guarda quello. Non è lui?”
Serena si poggiò sui gomiti, come in allerta. “Lui chi?”
“Ma sì, lui, il tuo vicino di casa. Stefano. Lo studente che ci provava con te in maniera spudorata.”
Serena diede uno sguardo e lo riconobbe. Era proprio lui. Quante probabilità c’erano che lo incontrasse in Grecia? E quante su quella spiaggia? Una su un milione? Forse su due milioni. “Oddio”, disse. “Dai, tranquilla”, disse Sonia, “che ti importa”
Invece le importava eccome. Si era abituata allo sguardo assente di tutte le persone presenti in spiaggia, abituate alla nudità, che quasi non facevano caso a loro due, ma essere nuda di fronte al suo vicino di casa, che per giunta ci aveva provato dal momento in cui si era trasferito accanto a lei, era tutt’altro discorso. La prima cosa che pensò fu quella di indossare subito il costume, ma il suo pensiero fu lento rispetto allo sguardo del ragazzo, che la individuò da lontano, come se stesse cercando di capire se fosse davvero lei. Alzò la mano per salutarla e si diresse verso loro due.
“Sta venendo qui” disse Serena.
Sonia era divertita dalla situazione, come testimoniava il suo risolino di fronte a quello che stava accadendo. Il ragazzo le raggiunse, completamente nudo anche lui. Aveva con sé un pallone da beach volley, che teneva stretto tra l’avambraccio e il fianco destro.
“Serena!”, disse “Allora sei proprio tu?”. La ragazza era ancora stesa sull’asciugamano e si sentiva come in preda di uno di quei sogni strani che si fanno la notte, quando magari a cena hai esagerato con il vino. Uno di quei sogni imbarazzanti, dove ti svegli nuda nel centro storico della tua città e tutti ti guardano. Istintivamente cercò di coprirsi, ma non fece altro che un gesto maldestro che si rivelò inutile. Il suo sguardo si postò poi sul pene di lui, flaccido, ma che mostrava enormi “potenzialità”. Stefano aveva un bel fisico, era alto, magro e con i muscoli al posto giusto. Anche lui non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo corpo e dai seni prosperosi di Serena.
“C.. ciao Stefano. Assurdo incontrarci qui?!”
“Eh già, assurdo è dir poco”, disse lui. Sonia ruppe gli indugi, si alzò e si presentò a Stefano. “Piacere, io sono Sonia.”
“Piacere Stefano” disse lui. “Non sapevo venissi in vacanza in Grecia, a saperlo prima…” disse rivolgendosi nuovamente a Serena, la quale fece un leggero cenno con il capo. “E poi, trovarti su questa spiaggia… non sapevo praticassi il nudismo.”
“In effetti…” disse Serena visibilmente imbarazzata, come se fosse stata scoperta in flagrante; “è la prima volta. Merito suo” disse rivolgendosi alla sua amica, che fece una smorfia con la bocca e allargò le braccia, come per ammettere la sua colpevolezza.
“Ti trovo in gran forma”, disse Stefano.
“Oh, anche tu lo sei”, disse Sonia intromettendosi nel discorso. Serena la fulminò con lo sguardo.
Una donna si avvicinò a Stefano. Era appena uscita dall’acqua e i capelli castani le ricadevano sulle spalle e sui seni. Era molto giovanile per essere una donna che ad occhio e croce aveva superato la quarantina, e anche il suo fisico non diceva la verità sulla sua età anagrafica: gambe e seni sodi e un fondoschiena che avrebbe fatto invidia alla maggior parte delle ragazze che erano presenti su quella spiaggia, comprese Sonia e Serena.
“Ciao Paola.”, disse Stefano quando la donna si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia. “Ti presento Serena e Sonia“. Paola si presentò alle due stringendole le mani. “Sai, lei è la mia vicina di casa”, disse. “Lei è la mia fidanzata”, disse rivolgendosi a Paola. Serena non era a conoscenza di quella sua frequentazione; da quando lui ci provava con lei era trascorso circa un anno e mezzo e, da quel momento, i loro rapporti si erano ridotti a un cenno di saluto quando si incontravano sul pianerottolo di casa. In quel momento Serena ripensò nuovamente ai suoi pregiudizi. Non aveva dato spazio alle sue avance, nonostante Stefano non le era del tutto indifferente, ma le aveva sempre dato l’impressione del don Giovanni, che aveva come unico scopo solo quello di portarsela a letto. Aveva sbagliato a giudicare, proprio come aveva fatto con quella spiaggia che, prima di quella mattina, le sembrava semplicemente un ritrovo per guardoni eccitati. Era proprio vero, i preconcetti e la mancanza di un giudizio sereno possono minare il nostro futuro e chiuderci delle strade.
“Se volete possiamo fare due scambi con il pallone”, disse Stefano, facendo rimbalzare il pallone sul ginocchio. Serena e Sonia si guardarono. “Perché no”, disse Sonia.
I quattro si spostarono sul bagnasciuga dove erano presenti altri bagnanti che si davano da fare con racchettoni e palloni gonfiabili. Iniziarono a scambiarsi la palla cercando di non farla cadere sulla sabbia. Ad ogni movimento i seni di Serena ballonzolavano vistosamente, molto più di quelli di Paola. Stefano non riusciva a fare a meno di guardarla; i movimenti dei suoi seni gli piacevano, lo eccitavano, nonostante fosse presente la sua fidanzata. Anche lui aveva sempre sentito che Serena nei suoi confronti provasse qualcosa che si avvicinava molto al pregiudizio. L’unica cosa che lui voleva era conoscerla meglio, fin dal primo momento in cui, per motivi di studio, era capitato sul pianerottolo accanto a lei. Certo, non poteva non ammettere che Serena l’aveva sempre eccitato, anzi, a dirla tutta, in alcune occasioni le aveva anche dedicato delle masturbazioni ripensando al suo corpo, che ora aveva nudo davanti ai suoi occhi; come quella volta, quando la incrociò sulle scale del palazzo di ritorno da una corsa e notò il suo seno stretto in una canotta elasticizzata. Ora quel seno lo aveva di fronte a lui, nudo, che andava su e giù seguendo i movimenti del suo corpo. Per quanto potesse, cercava di distogliere lo sguardo; era molto tempo che frequentava spiagge di quel genere e il corpo nudo, femminile o maschile che fosse, non gli faceva più né caldo né freddo ormai, avendo sposato a pieno la filosofia del nudismo, ma quel giorno era diverso. Lei era la donna che per tanto tempo aveva provato a corteggiare, non riuscendo a ricavarne nulla. E quando diceva nulla non intendeva solo in senso sessuale, certo anche quello era importante, ma non aveva avuto la possibilità di conoscerla fino in fondo per dimostrarle che non era poi quel cattivo ragazzo che magari lei aveva immaginato.
Quando finirono di giocare, il caldo era insopportabile, allora decisero di fare un tuffo. Il sole picchiava forte e, quando tutti e quattro risalirono sulla spiaggia Paola andò a comprare una bottiglia d’acqua, mentre Stefano si sistemò accanto alle due ragazze; si stese sull’asciugamano accanto a Serena, la quale, ancora bagnata, si mise sul fianco destro reggendosi sul gomito per chiacchierare con lui, che fece altrettanto, assumendo la stessa posizione. Sonia era distante e stava prendendo il sole.
Erano uno di fronte all’altro; i seni di Serena, bagnati e lucidi, risplendevano al sole, piccole gocce d’acqua salata le imperlavano le aureole, e i capezzoli sembravano essersi irrigiditi a causa dell’acqua gelida.
Stefano la osservava come fosse un’opera d’arte scolpita da un artista del passato approfittando della temporanea assenza della sua fidanzata. Fece vagare il suo sguardo per il corpo nudo della sua vicina di casa, osservandole i suoi seni e la vagina perfetta, cosparsa da una lieve peluria. Per un attimo immaginò come sarebbe stato leccarle i seni e farla sua, osservare il suo viso mentre le succhiava quei capezzoli invitanti. Nonostante fosse abituato a quelle situazioni di nudità, quei pensieri gli provocarono una leggera erezione, con la quale Serena dovette fare subito i conti, cercando in tutti i modi di distogliere lo sguardo, guardando in direzione della riva e continuando a parlare.
“E’ tanto che state insieme tu e Paola? Non l’ho mai vista entrare in casa tua” gli chiese.
“Ci siamo conosciuti qualche mese fa. Lei è la ricercatrice universitaria che sta curando la mia tesi di laurea. Abbiamo scoperto entrambi di praticare il nudismo e, quindi, eccoci qua. Tu invece… sei l’ultima persona che avrei pensato di incontrare su questa spiaggia”
“Io e Sonia ci siamo concesse una vacanza dopo tanti mesi di duro lavoro. Era tanto che volevo tornare in Grecia. Era il mio sogno. La proposta di venire stamattina su questa spiaggia è stata sua. Sai, in passato aveva frequentato qualche spiaggia nudista in Italia, e allora… eccoci qua”
Stefano continuava a guardarla mentre chiacchieravano e la sua erezione era ormai diventata quasi totale, tanto che Serena non poté più fare finta di niente, allora cercò di buttarla sul ridere.
“Qualche problema?” gli chiese gettando uno sguardo al suo pene ormai teso quasi al massimo. Il prepulzio si era ritirato del tutto e la cappella gonfia e lucida era venuta fuori. Stefano fece un gesto con la mano cercando di nascondere la sua erezione, poggiando il palmo della mano tra le gambe. Iniziava a sentirsi in imbarazzo come non gli era mai capitato in occasioni del genere. “Ti chiedo scusa”, disse, “ma… sai… mi sento in imbarazzo”
“Non preoccuparti”, disse Serena “sono cose che possono capitare”, poi si tirò su e rimase seduta, prese la crema solare e iniziò a spalmarla sui seni.
“Devo dire che così non aiuti” replicò Stefano quando vide cosa stava facendo. Serena rise, mentre da lontano videro Paola tornare con due bottiglie d’acqua. Ne stringeva una nella mano destra, mentre l’altra se la stava passando sul collo per riprendersi dalla calura. “Credo ti convenga trovare una spiegazione appropriata per la situazione” disse Serena, continuando a guardarlo tra le gambe mentre si spalmava la crema sui seni.
Ormai quella situazione la divertiva e se solo gliel’avessero detto quella mattina non c’avrebbe mai creduto. Aveva abbandonato tutte le sue inibizioni e forse quella giornata era stata proficua; era buffa la vita. A volte cerchiamo di evitare determinate situazioni ma il destino si mette di traverso per farcele vivere comunque. Per molto tempo aveva evitato le avances di quel bel ragazzo che viveva accanto a lei, ed ora il destino gliel’aveva messo di fronte, nudo e con il pene eretto. Se ci pensava le veniva da ridere. E a volte non c’era niente di meglio che farsi una bella risata sulle cose bizzarre che ci capitavano.
Quando Paola tornò si avvicinò a loro tre. “Ragazzi che ne dite stasera di cenare tutti insieme? Conosco un ristorantino niente male sul mare non lontano dal nostro albergo. Magari, poi, ce ne andiamo a ballare”. Sonia scattò in piedi. “Sono d’accordo”. Anche Serena e Stefano, il quale si stava calmando, furono d’accordo.
“Ci facciamo un selfie?” disse Sonia. “Certo, eviterei di postarla sui social”, disse ridendo.
“Sì, dai” replicò Paola.
Si misero tutti e quattro seduti uno accanto all’altro. Serena si posizionò alle spalle di Stefano e, quando si strinsero per scattare il selfie, gli sfiorò la schiena con i seni, cercando di strofinare i capezzoli contro la sua pelle. Stefano sentì quel contatto e, per tutta risposta, il suo “amichetto” stava riprendendo la via verso una nuova erezione.

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