STORY TITLE: THE UNSEPECTED GIFT capitolo 2 
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THE UNSEPECTED GIFT capitolo 2


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THE UNSEPECTED GIFT capitolo 2

by MaxFive5
Viewed: 128 times Comments 0 Date: 28-03-2024 Language: Language

Il venerdì che trascorre non è granché degno di verbalizzazione, e quindi skip intro.
Il mattino di sabato lo trascorro in studio occupandomi di una serie di faccende che tutto sommato non sono cazzi vostri sapere.
Pranzo leggero verso l’Una, sbrigo un paio di chiamate per organizzarmi la serata post quellochestoperfare, poi mi concedo una lunghissima doccia rilassante.
Scelgo un outfit comodo, che tanto non devo mica presenziare a una partita di poker con 007, e quindi sopra ai miei immancabili boxers neri di maglia sottile infilo un paio di pantaloni tecno militari con tasche supplementari by Gaudì, un paio di sneakers intonate e una polo raccattata in uno store di N.Y. che mi è costata un litro e mezzo di sangue ma bisogna ammettere che è comodissima e sta da Dio.
Controllo di avere con me tutto il necessario, infilo i RayBan, raccatto le chiavi di casa e scendo per far finalmente scattare il countdown dell’operazione Silvia.
Monto in macchina, imposto il tragitto e il navigatore mi risponde calcolando il tempo di percorrenza tra casa mia e ** ******* a Reggio in 36 minuti.
25 minuti dopo parcheggio all’interno dell’area del Motel.
Mancano 9 minuti alle 16.
Lo smart ringhia sul sedile della macchina: Miss bionda di cp PR mi sta chiamando….
Arraffo e rispondo.
“Hallo?”
“Heiiiiiiiilà.... ciao! Sono Silvia, noi siamo appena arrivati...tu dove sei?”
“Ciao Silvia, appena arrivato anche io, sono all’interno del parcheggio del Motel”
“Ah, ok, ....lo vedo l’ingresso del Motel, senti...noi siamo qui di fronte, hai presente il bar dall’altra parte della strada? lo vedi?
“Si, certo che lo vedo”
“Ecco noi siamo nella BMW station wagon nera lì davanti, che ne diresti se ci prendiamo un caffè insieme prima di proseguire, ti dispiace?”
“Volentieri, ma se pensi che ti serva un caffè per restare sveglia per le prossime due ore mi sa che è ora che cambi commercialista …. comunque, datemi un minuto e arrivo”
“Ma daiiii, che somaro che sei, lo so che non sbadiglierò, ahahaha, Ok, dai, noi intanto entriamo, ti aspettiamo li”
Percorro i circa cento metri che mi separano dall’entrata di un bar che decisamente ha visto ere geologiche migliori, e ammetto con me stesso che l’adrenalina inizia a raggiungere la maggioranza nel parlamento di Sottoscritto, nebulizzando una rispettabile quota di autostima e spavalderia che finiscono per sgocciolare per strada ad ogni passo che mi avvicina all’ingresso del locale, come un’immaginaria scia di sangue che imbratta una piscina imbottita di squalitigre tenuti a dieta a base di yoghurt magro da tre mesi…
Varco la soglia del Bar e incrocio lo sguardo con il tizio che troneggia dietro al bancone, uno che se volesse partecipare al talent “Sosia di Saddam Hussein 2023” sarebbe podio garantito.
Sorrido vagamente e cerco con gli occhi Silvia & CornelioIvan, che individuo seduti in un tavolino all’angolo della sala.
Li raggiungo e noto che si alzano entrambi con un bel sorriso.
La cosa mi piace, good manners are sexy.
Silvia mi bacia tre volte sulle guance, consentendomi di appurare che la sua pelle sa di bagnoschiuma con una venatura vagamente boscodell ’Alaska in autunno, davvero piacevole soprattutto perché non intossicata da uno qualsiasi dei settordicimila insopportabili profumi femminili che rompono abbastanza il cazzo al naso di Sottoscritto.
Sotto un giubbino corto in vita di pelle total black simil chiodo anni 80 indossa un vestitino nero molto semplice ed aderente, scollato in modo da evidenziare le sue tette, il cui bordo lascia libera un’apprezzabile porzione di gambe abbronzate inguainate in autoreggenti delle quali non vedo ma intuisco solo il bordo, e le cui pregevoli caviglie restano incastonate in un paio di Louboutin tacco 12 infilzacoronarie.
E’ poco truccata, anche perché cazzo non ne ha bisogno, visto che risulta essere decisamente più attraente delle aspettative, che già erano di livello mica male; usa solo un rossetto color pesca che le dà vagamente l’aria da ragazzina californiana very gnamgnam; il resto lo fa il suo sorriso che è una roba che venitevela a vedere voi dal vivo che io non ho parole.
Ivan Cornelio è un bestione di due metri scarsi per due e indossa una giacca blu informale sotto una tshirt bianca informale su jeans informali, occhialini da assistente universitario che incorniciano un viso da bonaccione con una espressione decisamente mansueta e vagamente bovina.
Mi stringe la mano sorridendomi in modo palesemente sincero e con un vigore che risulterebbe eccessivo anche sul ring di un circuito di lotte clandestine a Caracas, e apostrofa:
”Piacere Max, eravamo davvero ansiosi di fare la tua conoscenza, Silvia in particolar modo.... cosa bevi?

ammiccando alla compagna che annuisce con un sorrisetto enigmatico ma convincente.
Cazzo, mi dimenticavo di sto accento artificiosamente erremosciato che ha sta porzione di Emilia RockMagna, una roba che ho sempre trovato piuttosto ridicola, tipo imitazione low cost di immaginarie nobiltà di altri tempi piuttostamente sfanculabili.
Ma sorvoliamo, che oggi non siam qui a fare del razzismo linguistico.
Visto che sul tavolino ce ne sono già un paio parcheggiati, opto per un Aperol spritz, che Capitan Barbosa dal bancone mi consegna un paio di minuti dopo con contorno di grugnito incomprensibile in probabile lingua klingon.
Silvia si china verso CornelioIvan per sussurrargli qualcosa all’orecchio continuando a squadrarmi con quel sorrisetto che devo ancora decifrare ma al Lupo piace da matti.
I due si mettono a sghignazzare in modo malizioso e alla fine Silvia da un buffetto al compagno spronandolo a farmi sta domanda che pende nell’aria come la torre di Pisa vista da un ubriaco.
“Allora Max...Silvia mi ha chiesto di chiederti due cose: primo se ora che l’hai vista la ritieni ancora una femmina “molto commestibile” come l’hai definita tu in chat facendoci ridere un sacco, e secondo se hai già deciso che ruolo devo avere io oggi pomeriggio nel vostro incontro”.
Lo ignoro deliberatamente con un sorriso da venditore di auto usate e mi rivolgo direttamente a Silvia:
“Quindi io e te abbiamo un incontro, oggi pomeriggio?”
Miss Bionda cp PR si lascia sfuggire una risatina che vorrebbe essere sarcastica, ma farcita da un certo tot per cento di imbarazzo.
“Beh....ti confesso che siamo arrivati un po' prima di te e che ti ho osservato attentamente dal finestrino della macchia, mentre eri in piedi davanti alla tua in attesa della mia chiamata…e poi ti ho osservato mentre camminavi fino a qui, dalla vetrata del Bar....volevo spiarti un po' prima di presentarci, per capire fino in fondo che impressione mi facevi a prima vista prima di incontrarti……sai io sono molto istintiva, ma anche un po' timida all’inizio, e quindi…”
“Quindi?”
“Quindi si, sei effettivamente come risulti nelle foto…e sai una cosa?... mi piace un casino come cammini.... una cosa che io noto sempre in qualsiasi maschio…e quindi niente…. se sei d’accordo finiamo questi Spritz e poi mi porti in camera, perché voglio conoscere il Lupo…!. sempre che a te e a lui stia bene, ovviamente” ammicca lei guardando alternativamente me e il suo uomo con espressione molto fintamente ingenua.
CornelioIvan annuisce con la testa, sorridendo con pacata espressione vagamente zen senza aggiungere ulteriori vocaboli.
Resto sinceramente spiazzato per avere appreso di essere stato appena valutato a mia insaputa per il mio talento non esattamente NaomiCampbelllevel di affrontare un’immaginaria passerella.
Mentre ci rifletto su sorseggiando il cocktail Silvia affronta un argomento per loro rilevante:
“Hai poi deciso che ruolo avrà Ivan in questo incontro?” mi sussurra con espressione da micia curiosa.
“In effetti si...il nostro caro Ivan per il momento avrà l’importantissimo compito di restare a fare la guardia alla vostra station wagon nuova di pacca mentre io e te andremo in camera a giocare a pornolottalibera; decideremo in seguito, con calma, mentre saremo impegnati a contarci le cicatrici a vicenda, se il qui presente potrà godere in diretta via smartphone di un’accurata selezione di alcune delle nostre, ma sarebbe più corretto dire tue, performances; ovviamente potrà segarsi a piacere se riuscirà a non farsi beccare da qualche inserviente di passaggio nel parcheggio del motel, evitando di entrare nella top ten delle figure di merda della settimana.”
Silvia e Cornelio Ivan si scambiano una occhiata priva di sottotitoli lunga come una fila alle poste il giorno di riscossione delle pensioni.
Poi Silvia si sporge verso il compagno, gli francobolla un bacio a stampo sulla bocca ed emette la sentenza:
“Per me va bene, possiamo andare. Ivan paga il conto e aspettaci in macchina”
E si alza ponendo fine al dibattito.
Nel farlo lascia che il bordo delle autoreggenti faccia per un istante capolino da quello del vestitino, dando conferma dell’indiscutibile troiaggine sotterranea di quell’outfit altrimenti semplicemente perfetto per la sua figura, e per la scelta del quale chissà quanti passaggi avrà fatto innanzi allo specchio chiedendo consigli al suo morosomaggiordomo.
Cornelio Ivan la segue un attimo dopo: “Si certamente, qui ci penso io, voi andate pure a divertirvi, vi aspetto in macchina per ricevere gli aggiornamenti che avrete tempo e voglia di concedermi”.
Non chiedendo di meglio, lascio sul tavolino lo spritz più schifoso della storia della ristorazione della Valle Padana ed esco dal locale portando Miss di CP PR sottobraccio in direzione scannatoio, lasciando a Cornelio il compito di regolare il debito alcoolico con Capitan Barbosa.
Mentre attraversiamo la strada noto che Silvia appartiene a quella ristrettissima categoria di femmine capaci di passeggiare sui tacchi con una disinvoltura sufficiente da evitare l’imitazione di una vacca stanca affetta da labirintite, cosa che invece accade con preoccupante frequenza tra la stragrande percentuale delle ragazze taccomunite, vale a dire una roba che non so a voi ma a me fa sgonfiare il cazzo peggio di una busta verde con su scritto Agenzia delle Entrate nella cassetta della posta il giorno di Natale.
Le sue gambe e il suo culo magnificamente avvolto nel minidress danzano sinuose al ritmo di una musica super cool che al momento sto sentendo solo io.
Raggiungiamo la Hall del Motel, deserta fatta eccezione per una ragazza di colore sui ventordici anni apparentemente priva di qualsiasi interpretabile espressione facciale che, espletate le brevi formalità del caso, ci consegna la chiave della stanza numero 237, che porco Kubrick era lo stesso numero della room dell’Overlook Hotel di Shining dove Jack Nicholson comincia a sbarellare di brutto prima di tentare di affettare la happy family a colpi di mannaia.
Che poi uno dice la scaramanzia non esiste…
Usciamo nella zona interna del Motel e tre minuti dopo, passeggiando sui marciapiedi del delizioso giardino interno racchiuso dalla struttura a ferro di cavallo, raggiungiamo la room assegnata.
Combinazione vuole che la loro BMW station wagon sia parcheggiata lì a distanza di una decina di metri scarsa.
All’interno Ivan Cornelio seduto al posto di guida ci saluta sorridente con la mano mandando un bacio volante alla sua donna e ci mostra il cellulare facendoci intendere che lui è ai blocchi di partenza.
Silvia lo saluta con un cenno della mano e mentre ci troviamo sulla soglia della room, butta un’occhiata in giro per rassicurarsi che nessuno passi nei paraggi e poi, con un gesto repentino e impulsivo come una ballerina di flamenco, si solleva il bordo posteriore del vestito per mostrare al suo uomo il culo perfettamente nudo che impera sopra le autoreggenti.
Faccio finta di non aver viso, ma ho visto eccome.
Silvia non indossa alcun intimo sotto il vestito.
Infilo la tessera nell’apposito alloggiamento, apro e butto per primo l’occhio all’interno della room per essere sicuro che non vi siano sorprese, faccio accomodare Silvia e richiudo la porta della stanza alle sue spalle, mentre lei continua a non emettere un vocabolo limitandosi a scambiare con me un intero set di sorrisi nervosi come una suora con tre mesi di ritardo.
L’arredo è essenziale ed impostato su una paletta di colori sui toni del grigio, un grande letto oversize sul quale si incastona un mega specchio munito di stelline luminose mica poco vagamente pacchiane occupa la quasi totalità della relativa parete, lasciando il compito di riempire il resto del set a un mobilio essenziale probabilmente made in Ikea farcito da megaschermo a parete che non ho per il momento alcuna intenzione di accendere.
Tende pesanti di un colore pastello indefinito garantiscono che quello che sta per succedere non divenga materiale da gossip per eventuali soggetti transitanti innanzi alla grande finestra che costituisce l’unico punto luce naturale della stanza.
Silvia attende in piedi di fianco al letto a braccia incrociate con una espressione improvvisamente inquieta.
“Sai Max, ti confesso che sono un po' nervosa…sono due giorni che aspetto questo momento, mi sono immaginata un sacco di cose su di te…, su di noi…, su cosa dire adesso, …ma la verità è che ora non so cosa fare…come comportarmi…mi aiuti tu, vero?”
Sorrido....è davvero una ragazza intrigante che sta improvvisamente perdendo tutta la spavalderia facile da mantenere quando si interagisce su un social o a distanza, un pelo meno quando si tratta di passare ai fatti.
Un aspetto di questo tipo di situazioni che riesce sempre ad essere allo stesso tempo spiazzante e estremamente intrigante.
Mi avvicino a lei.
Le prendo le mani, le sorrido e lentamente la aiuto a liberarsi dal soprabito che le scivola via finendo sul pavimento.
Ha le dita gelide.
Sono piccole, curatissime, squisitamente affusolate e laccate di un delizioso rosso ciliegia.
Le mie invece come sempre sono bollenti ed intrecciarle con le sue basta per farle nascere un accenno di sorriso che non ho alcuna intenzione di lasciare sbocciare completamente, perché la bacio.
Silvia bacia bene, sa come si fa…un istante prima che le nostre labbra si uniscano, avendo capito cosa sarebbe successo, apre la bocca estraendo la lingua e offrendomela completamente come primo contatto.
Un bacio come deve essere, porco, ingordo, profondo, curioso e allo stesso tempo impaziente.
Il suo corpo aderisce al mio mentre le nostre lingue vanno a caccia di sensazioni nuove intrecciandosi in una danza sempre più istintiva e frenetica.
Silvia mi piazza entrambe le mani sul culo, palpandomelo con insospettabile intensità.
Ma non le basta, mi solleva la parte posteriore della polo scoprendomi la schiena e mi infila tutte e dieci le dita direttamente dentro i boxers.
Avverto distintamente le sue piccole unghie affilate graffiarmi le chiappe mentre le sfugge un lieve gemito reso incomprensibile dal limonamento nel quale siamo sprofondati.
Se non fossi notevolmente preso a scoprire il sapore squisito della sua bocca mi permetterei un sorriso innalzaserenità che mi ci voleva proprio.
A mia volta le sollevo l’orlo dell’abito per ricambiare la visita digitale al suo culo levigato da nuotatrice e per piazzarvi le mie impronte digitali, scoprendo, non senza piacevole sorpresa, che non solo è priva di mutandine, ma che indossa un piccolo analplug che rende l’ispezione da piacevole a decisamente leggendaria.
Le mie dita le artigliano le chiappe e inizio a giocare lievemente con la parte sporgente di quel porno toys incastrato in un posto che il Lupo vorrà visitare as soon as possible.
Glielo spingo leggermente all’interno con lievi movimenti circolari mentre continuiamo in apnea a leccarci avidamente il palato a vicenda.
Silvia mugola sottovoce una cosa che non comprendo ma sai che cazzo mi frega di capirlo adesso.
Le mie dita abbandonano momentaneamente la sorpresina e raggiungono da dietro la sua passera, che al primo contatto si schiude scivolosa consentendomi di infilarle dentro il dito medio fino alla seconda falange.
Sembra di infilarlo in un budino.
Silvia si stacca per un attimo dalla mia bocca per ansimare sulle mie labbra, ma in questo modo le sue tette mi si spalmano sul torace rendendo la faccenda un tot complicata da gestire.
Una delle sue gambe mi si avvolge al culo ancora ostaggio delle sue dita, per agevolare il fatto che possa continuare a penetrarla da dietro con il dito che la sta esplorando.
Proseguo per alcuni istanti e poi mi stacco dolcemente da lei, perché non ne posso proprio più di aspettare e voglio vederla nuda.
Finisco di sfilarle da sopra il vestito, che va a fare compagnia al suo giubbotto sul pavimento.
Lei si sfila le scarpe appoggiandosi a me e resta con addosso solamente un reggiseno a balconcino in pizzo nero di Victoria’s secret, le autoreggenti, l’aggeggio infilato nel culo e tutta la mia voglia di renderla la mia cagnolina personale per le prossime ore.
Faccio un passo indietro per ammirarla.
Non è perfetta…ma chi se ne frega, non è alta, e il suo corpo non è stato progettato da una equipe di bioingegneri Cialisdipendenti, tuttavia è decisamente una delle femmine più attraenti che mi sia mai capitato di avere tra le mani.
La sua passera, piccola, perfetta, incoronata dal triangolino di peli perfettamente disegnato è ad ogni effetto di legge un chiaro invito al paganesimo in 3D.
Estraggo dalla tasca dei pants la benda nera.
Lei la osserva con espressione più divertita che preoccupata.
Non mi pare di rinvenire sul suo volto una qualche traccia della timidezza di pochi muniti prima, che probabilmente si è sciolta sulla soglia della room dopo il match linguaalingua appena conclusosi con un clamoroso pareggio dopo i tempi supplementari.…
“Sul serio? Vuoi scoparmi bendata? Figata...ma lo sai che Ivan mi chiede da sempre di farlo così ma mi sono sempre rifiutata, perché non so se si è capito ma sono io che lo comando e non viceversa? Quindi non l’ho mai fatto”
“Beh, in tutte le cose esiste sempre una prima volta, girati”
Lei compie una semi piroetta elegante da ballerina e mi mostra una schiena che ho tutta l’intenzione di percorrere con calma tra poco, poi arretra di un passo piazzandomi il culo ingioiellato direttamente sul pacco.
Sospetto non accidentalmente...
“Ti piace la sorpresa nel mio culetto Max? Una idea di Ivan, perché gli hai confessato in chat che questo è uno dei miei punti forti e dei tuoi...diciamo punti deboli? No aspetta…come è che li hai chiamati? Mi hai fatto un sacco ridere…ah sì! Punti di attracco preferiti! Lo abbiamo ordinato su Amazon un’ora dopo aver concluso la nostra chat giovedì, e l’hanno consegnato questa mattina tardi…eravamo preoccupati che non arrivasse in tempo…. lo sto indossando per te per la prima volta”
Il Lupo, che comunque era già sull’attenti nei boxers sin dal momento in cui ho varcato la soglia della room, prende nota e protesta per l’insopportabile quanto temporanea prigionia tessile, gonfiandosi ulteriormente e premendo contro il culo nudo di Silvia, che inizia a muoverlo lentamente in modo circolare mentre la bendo, stringendo il nodo sulla tempia di fianco all’orecchio sinistro.
Approfitto della posizione per spostarle i capelli dal collo e baciarle lentamente la nuca con le labbra semiaperte, in modo che senta bene la lingua percorrerle la pelle.
Contemporaneamente le afferro le tette da dietro e gliele faccio uscire dal reggiseno, liberando i suoi durissimi capezzoli, che inizio a strizzare lentamente ma con decisione mentre continuo a insalivarle il collo.
Silvia si tiene sollevati i capelli con una mano e mentre aderisce il più possibile al mio corpo si piazza l’altra mano tra le gambe e inizia a masturbarsi.
La lascio fare per alcuni secondi poi decido di afferrarle i polsi e farla girare per buttarla di schiena sul letto.
Le sfugge un gridolino ma appena atterrata sul materasso spalanca le gambe per offrirmi alla cieca la sua passera in piena vista e il suo culo impreziosito.
“Apritela bene con le dita e non muoverti” … le sussurro.
Silvia esegue sorridendo sotto la benda; inarcando la schiena alza il culo dal materasso per offrirmi in prima visione TV tutto il pacchetto VM18 in anteprima 4K.
Estraggo lo smart e le scatto un paio di foto mentre se ne sta sul materasso con le gambe a compasso e le tette fuori dal reggiseno, a trastullarsi il clitoride con velocità ed intensità progressive….
Riesco ad inquadrarle passera e culo ingioiellato e scatto ancora un paio di volte, poi mi avvicino salendo in ginocchio sul letto.
Mi metto a fianco a lei, ancora vestito tranne le scarpe che ho scalciato via.
Con la sinistra impugno lo smart e con la destra, stando bene attento a non toccare nessuna porzione del corpo di Silvia, raggiungo l’impugnatura a gioiello del plug e lo estraggo.
Silvia ha un sussulto e smette di masturbarsi.
“Continua a lisciarti la figa, non ti ho chiesto di smettere”
“Mh…ok“ e riprende con un’espressione un po' interdetta intuibile solo dalla piega delle labbra.
Lascio colare un abbondante filo di saliva sul plug e poi glielo reinserisco molto lentamente nel culo, ma mentre lo faccio riprendo tutta la scena con il cell.
Silvia squittisce sotto la benda come una porcella piacevolmente torturata ma non smette di lucidarsi la figa con velocità ed entusiasmo esponenziali.
Controllo il risultato e poi invio scatti e filmato al numero di Ivan.
Nemmeno il tempo di riporre lo smart che sento la suoneria attivarsi.
Ovviamente è Lui, e altrettanto ovviamente non ho alcuna intenzione di perdere tempo a rispondergli.
Mi alzo dal letto e mi spoglio completamente; potrei farlo fare a Silvia, adoro essere spogliato, ma la ragazza è impegnata a fare una cosa che visivamente mi intriga parecchio ed in ogni caso con la benda addosso sarebbe più impacciata che efficace, quindi procedo on my own.
Torno sul letto, questa volta in mezzo alle gambe spalancate di Silvia, che intuisce il mio sopravvento e si sistema alla cieca sulla schiena per agevolare la prima penetrazione del pomeriggio, smettendo di masturbarsi e tenendosi aperta la passera con le dita.
“Silvia, togliti il plug e mettiti in bocca le dita che stai affogando nel tuo umore, dimmi di cosa sanno”
Silvia sghignazza sotto la benda.
“Si Capo, agli ordini” squittisce estraendosi lentamente il porno gioiello dal culo e parcheggiandosi prontamente indice medio e anulare della mano destra tra le labbra.
Nel frattempo, impugnando il cazzo ragiono tra me e me sul fatto che Silvia ha un che di fanciullesco, di puerile mentre fa la troia, che proprio non riesco a trovare antipatico o spiacevole.
“Le dita sono appiccicose, il sapore è un po’ salato, ma non spiacevole, anzi….........te l’ha raccontato Ivan che mentre ero in America una sera con la mia compagna di stanza dell’Università, dopo una festa nella quale ci eravamo ubriacate, siamo finite a letto a mangiarcela a vicenda? E’ stata l’unica volta che ho assaggiato una femmina e non mi è neanche dispiaciu…”
Si interrompe di colpo quando sente che la sto per inculare.
Il Lupo preme sul suo sfintere già reso cedevole e accogliente dal plug, e scivola dentro senza troppa resistenza, proseguendo con lentezza esasperante la sua corsa,
Un centimetro ogni cinque secondi.
Fino alle palle.
Silvia smette di masturbarsi e la sua splendida bocca disegna una O muta perfetta che avrebbe fatto incazzare Giotto dall’invidia.
Il suo respiro aumenta di intensità, una colonna sonora a bassissimo volume che accompagna tutta l’entrata del Lupo fino a fine corsa.
Lo so cosa stai provando.
So come si fa, l’ho già fatto un sacco di volte.
E tu?
Quante volte hai fantasticato di farti inculare bendata da uno semisconosciuto in una stanza di motel, con il moroso cornuto fuori ad attendere di sapere quanto stai godendo?
Ecco, ti sta succedendo adesso.
Lo so che si sente bene mentre entra, me lo hanno già detto, non devi neanche disturbarti a confermarlo, lo sta facendo il tuo culo per te, quindi goditela e basta.
Sono il tuo giocattolo a zero rimorsi.
Il Lupo è fatto apposta...abbastanza grosso e lungo da riempire, ma non abbastanza da tramutare il piacere ruvido in vero dolore.
Un perfetto cazzo da inculata.
Una volta entrato completamente aspetto una decina di secondi...voglio che mi avverta completamente, voglio che si senta del tutto riempita…poi, lentamente, inizio a pomparla, con vigore crescente, progressivo, ogni colpo sempre un po' più forte, ogni colpo un po' più a fondo...ogni volta arrivando quasi ad estrarlo completamente per poi riaffondarlo fino alle palle.
Oggi inizio da un piatto che in genere tengo come dessert a fine pasto, come amousecazz, diciamo.
Perché mi va così, perché Silvia ha un culo che è semplicemente troppo bello e desiderabile per renderlo una comparsa del film e non il protagonista, e anche per punirla per tutti quei facciotti whatsapp con i quali mi ha intossicato la chat due giorni prima.
Perché ogni promessa è debito.
Quando il ritmo aumenta Silvia ammutolisce, poi inizia sottovoce a emette un forte sospiro, quasi uno squittio, e a respirare sempre più forte, sincronizzandosi naturalmente con i colpi di cazzo che le stanno aprendo il culo sempre più velocemente, sempre più in profondità.
Alla fine non ne può più e riprende a menarsi il clitoride smanettando come un campione di video games durante il combattimento finale con il BossLevel cazzuto quasi impossibile da superare.
Sulla sua bocca la O muta ora assomiglia all’Urlo di Munch, anche se intuisco non abbia alcuna intenzione di trasmettere la medesima angoscia esistenziale….
Incularla è dannatamente piacevole, la carne del suo culetto avvolge il Lupo in modo caldo e premuroso, ricambiando l’irruenza e la velocità dei colpi con uno squisito senso di scivolamento interno che si arresta solamente quando le mie palle le sbattono rumorosamente sulle chiappe.
Deve avere fatto bene i compiti a casa facendosi un bel clistere preventivo prima di inaugurate il gioiello, perché nonostante la violenza e la profondità dei colpi inferti non avverto alcun sentore sgradevole (because in these situations, shits happens, direbbe qualche madrelingua britannico saturo di sense of humor).
Il che di fatto aumenta esponenzialmente la voglia di sfondarla.
Il suo cell squilla in media ogni minuto, confermando che Cornelio Ivan è assetato di news from the front of the the Anal War, ma al momento non è proprio il caso che rompa i coglioni.
Proseguo a pomparla per un paio di minuti quando Silvia gemendo mi avverte…
“Guarda che sto per venire Max, posso?”
“Certo che puoi, ma quello che sputi dalla figa poi lo assaggi” la avverto.
Sarà coincidenza, o forse quella frase abbatte inconsapevolmente l’ultima barriera di carta velina tra Silvia ed il primo cuming del pomeriggio, fatto sta che lei inizia a tremare e contemporaneamente a zampillare dalla figa squirtandomi di fatto sulla pancia interi fiotti di umore vaginale.
Nonostante il massacro delle lenzuola non smetto di penetrarla, anzi aumento ritmo e profondità, artigliandole le caviglie e tenendole le gambe più divaricate possibile.
E’ come se stessi impugnando l’enorme manubrio di un porno chopper sulla Road 66 con destinazione Porky Town...
Giro di fianco la testa e senza diminuire il ritmo mi metto in bocca le minuscole dita di uno dei suoi deliziosi piedini, iniziando a insalivarle una ad una, spalmando lentamente la lingua tra una e l’altra.
Sono una bestia priva di qualsiasi senso dell’eleganza...
Meglio così.
Silvia tenta maldestramente di divincolarsi per alzarsi, prova a bloccarmi afferrandomi per i fianchi, che però lei stessa ha reso scivolosi come un palo della cuccagna grazie all’innaffiatura involontaria di pochi istanti prima.
Quindi è costretta a desistere ed inizia ad implorarmi.
”Ti prego, ti prego aspetta un attimo….. dai fermati un attimo…. Max cazzo fermati un secondo daiiiiiii, non resisto cazzooooo daiiiiiiiiiiiiiii……, cazzo vengo ancoraaaaaaaa” E mi squirta di nuovo addosso, ‘sta fontana bipede from Erremoscialand.
Mi fermo per un attimo, dandole l’impressione che sia arrivata una tregua che non ho intenzione di concederle, poi riprendo a stantuffarla con più energia di prima.
Non proseguo ritmicamente, alterno alcuni colpi rapidi con altri più lenti ma profondi, senza alcuna sequenza ritmica decifrabile in una sorta di codice morse porno con il quale ho deciso di torturare dolcemente questo splendido culo che ormai si è arreso senza quartiere, prigioniero della mia voglia animale di sfondarlo.
Fosse per me non la smetterei più, ma dopo pochi istanti sento che da lontano l’onda anomala dell’orgasmo sta per travolgermi e quindi stavolta la accontento e mi fermo, perché non voglio venirle dentro.
Non adesso.
Non così.
“Hai intenzione di scoparmi o di farmi morire?” apostrofa Silvia sghignazzando sommessamente mentre tenta di recuperare un ritmo respiratorio vagamente normale dopo avere abbandonato le braccia sopra alla testa con un sospiro liberatorio.
“Au contraire ma petite chatte......ho tutta l’intenzione di farti vivere, mi servi ancora per parecchie cosette oggi” replico sghignazzando a mia volta.
“Eh....certo che se questo è l’inizio non lo so mica se ce la faccio...... ma tu prosegui pure, che nel dubbio la cosa mi sta piacendo un casino…hai sentito quante volte mi sta trillando il cellulare? Scommetto che gli hai inviato qualche foto mentre mi stavi lavorando il culo, vero? Chissà Ivan in macchina quanto starà soffrendo senza potersi masturbare…”.
“Certo che gli ho mandato qualche scatto, ma perché non dovrebbe masturbarsi? Non glielo ho impedito”
“Tu no, ma io si, e ho fatto in modo che debba ubbidirmi per forza, dopo se lo facciamo entrare vedrai”
Un grosso punto interrogativo spunta sopra la capoccia di Sottoscritto, ma non gli lascio il tempo di sedimentare perché il Lupo ha superato la crisi preorgasmo ed è di nuovo operativo, quindi mi alzo, mi sposto dalle gambe di Silvia, vado in bagno per una rapida sciacquata e pochi istanti dopo la raggiungo di lato e, prima che possa riprendere a blaterare, le infilo il cazzo tra le labbra.
Silvia mi accoglie in bocca con un gemito strozzato, e mi afferra immediatamente la base del cazzo con entrambe le mani iniziando a lappare con ingordigia.
Ci sa fare…inghiotte il cazzo ad ogni entrata facendo uscire la lingua da sotto per accoglierlo meglio, mentre il Lupo se la gode un sacco in quella bocca morbida e bagnata nella quale non avverte mai i suoi denti.
La lascio fare per un paio di minuti e poi con un gesto improvviso le sciolgo il nodo sulla tempia e la libero dalla benda, perché ora mi è venuta voglia che lei veda bene chi e cosa le sta scopando l’ugola.
Silvia si ferma un attimo, estrae il cazzo dalla bocca e con un sorriso da pubblicità del dentifricio mi fa:
“Ciao Max, piacere di conoscerti, come stai? sono Silvia, ti andrebbe di scoparmi?” e sghignazza divertita dalla sua stessa battura, riprendendo a succhiarmelo tenendo gli occhi piantati nei miei.
“Ciao Silvia, sono Max, guarda, non so se sia il caso…sai, mi sembri una ragazza a posto ma ci conosciamo da così poco, e io sono un ragazzo molto timido e riservato”
E iniziamo a ridere insieme come due bambocci.
Silvia interrompe un attimo quel pompino antologico e mi fa:
“Gliela mandiamo una bella foto a Ivan mentre ti faccio la provamicrofono?”
“Come no, stavo pensando esattamente la stessa cosa”.
Recupero lo smart, la inquadro mentre lei si mette in posa con la lingua fuori appoggiata esattamente sulla punta del Lupo e scatto in sequenza una mezza dozzina di pics.
Silvia mi sottrae il dispositivo e chiede:
“Ti spiace se metto una bella dedica alle foto prima di inviargliele?”
“Figurati, a te la parola, Alessandra Manzoni, sbizzarrisciti”
Lei digita con velocità imbarazzante sulla tastiera del device e poi mi chiede:
“Che ne dici, può andare?
Mi mostra il cell e sotto alla pic prescelta appare: “Guarda bene, caro il mio cornutello, come si lecca bene un vero CAZZO!!! Altro che il mozzicone di matita che hai tra le gambe tu…Il Lupo di Max mi sta facendo letteralmente impazzire, e non mi ha ancora scopata in figa. Ciao cornuto, a dopo”
“Non male, però poi non lamentarti se l’anima risorta male di dante Alighieri ti viene a citofonare sotto casa con una motosega accesa pregandoti di scendere”
“Ahahahahahahahahahah, te sei davvero un soggetto; guarda, in questo momento ho talmente tanta voglia di cazzo che mi farei anche lui, e pure Boccaccio, aspetta che invio poi riprendiamo ……perché adesso mi scopi, vero?”
“Cosa sei, a parte la regina del pompino del Granducato di PaHRRRma, anche un’indovina?”
Silvia sghignazza divertita, invia quello che deve inviare a Cornelio, poi si alza, si piazza a quattro zampe sul materasso, e girando la testa verso di me dice una sola parola.
“Dai…”
E Dai sia, che la ricreazione è finita e il Lupo è ora che rientri in classe, dato che la giornata scolastica è bella lontana da essere finita.
FINE CAPITOLO 2 CONTINUA
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