LA COLLEGA 3
by SPbigfanViewed: 540 times Comments 3 Date: 29-05-2020 Language:
Un venerdì mattina, inaspettatamente, in ufficio fu lei ad arruolarmi per la monta consueta. Non ci feci molto caso, perché era un'abitudine ormai consolidata e lei aveva sempre voglia del mio cazzo. D'altra parte, fuori dal letto si comportava irreprensibilmente. Anche al lavoro, era sempre molto professionale nel rapporto con me. Questo suscitava in me meraviglia ed ammirazione, perché sapevo quanto le si inumidisse la fica al pensiero di accoppiarci. Andammo a casa, ci facemmo la doccia e poi iniziammo a scopare nel letto matrimoniale, in attesa del cornuto. Non pranzavamo neanche quei venerdì, tanta era l'eccitazione. Nel primo pomeriggio, il suo telefono iniziò a squillare. Ci fermammo, lei lo prese in mano, ma non rispose e lo mise silenzioso. Mi accorsi che ci metteva più foga del solito nello scopare, il mio cazzo quasi scottava da quanto incandescente era la sua fica. Ancora, non ci detti peso. Ad un certo punto mi prese il cazzo in mano e mi trascinò in salotto, sempre impugnandolo. Lì, notai che un tappeto che di solito era messo in un angolo ora era stato posizionato in mezzo al pavimento. La collega ci si distese sopra... spalancò le gambe... e mi si offrì. Mi disse Sbattimi... e poi aggiunse, sussurrando ...come una vacca. Non mi feci pregare. Inizia a pomparla. Ansimava e godeva. Stantuffandola, con la coda degli occhi vedevo le sue gambe spalancate e i piedi tesi fino alle punte dal piacere. Era tutta presa dalla sua troiaggine e dal cazzo che in quel momento le permetteva di sfogarla, quella troiaggine. Per fortuna mia, quel cazzo beato era proprio il mio. Non so descrivere cosa vedevo e sentivo in quei momenti... credo sia indescrivibile una Femmina che fa la Troia a quella maniera. Ad un certo punto sentii armeggiare sulla porta d'ingresso. Quasi mi fermai, ma lei mi fece capire di continuare la monta spingendo a ripetizione il suo bacino contro il mio cazzo per farsi penetrare più a fondo. Disse ad alta voce, in moda da farsi sentire fino all'ingresso, Stiamo scopando. Vieni ad ammirarci. La porta d'ingresso si aprì e si richiuse in fretta ed in breve il marito era sull'uscio del salotto. Sentivo i suoi occhi puntati sulla mia schiena e immaginavo la scena che si era trovato di fronte: la sua compagna di vita, madre di sua figlia, montata senza ritegno da un altro maschio, davvero come una vacca, in un ambiente della loro quotidianità familiare... un'immagine indelebile che la sua mente avrebbe richiamato ogni volta che ci avesse messo piede. Lei iniziò a gemere e a gridare le oscenità più spinte. Son certo che chiunque fosse stato nel condominio ebbe modo di sentirle e di sapere cosa stesse succedendo, tanto era alto il suo tono di voce. All'apice del godimento mi guardò dritto negli occhi e mi disse, in modo anche da farsi sentire dal marito Non ho preso la pillola... ingravidami. Quindi esplose. Feci giusto in tempo a sfilare il cazzo... la annegai di sperma, imbrattando anche il tavolino e la poltrona che mi stavano di fronte, gridandole Cagna!!! Ti amo!!!!! Mi accasciai con il cuore che mi scoppiava, prendendole le dita di un piede in bocca. Pensavo di morire di infarto. Solo dopo qualche interminabile minuto il marito, con voce tremante, le disse Poteva esserci anche T. (la figlia). Lei lo liquidò sbrigativamente dicendogli che si era accertata direttamente con la figlia che non sarebbe rientrata con il padre. Poi prese in mano il mio cazzo spremuto e mi disse Sei un gran toro... scopi pensando a me prima che al tuo cazzo... e tranquillo, la pillola l'ho presa Poi, rivolgendosi al marito, Ne voglio altri, contento? Il marito diede in escandescenza, sempre più adirato e prostrato mentre lei lo redarguiva che se non gli fosse andato bene quel che lei desiderava non era un problema... si sarebbe presa tutto quel che voleva, con o senza l'approvazione di lui. Quel che voleva, chiaramente, erano cazzi, tanti cazzi, per soddisfare tutte le sue voglie. La tensione salì... io ero sbigottito e mi sentivo impotente ed in imbarazzo di fronte a un tale sviluppo degli eventi. Compresi che quella situazione era stata architettata da lei tenendo all'oscuro il marito. Mi rivestii in fretta e me ne andai. Per sempre. (Lei non l'ho più scopata e non siamo mai più entrati in argomento su quel che è successo.)