STORY TITLE: Il Primo Sussurro 
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STORY

Il Primo Sussurro

by MisterFive
Viewed: 64 times Comments 0 Date: 29-07-2025 Language: Language

Giacomo e Lucia. Trent'anni tondi, un amore che profumava di storia, di pomeriggi passati sui libri di scuola e di prime scoperte. Stavano insieme dai tempi del liceo e fino a quel momento, nessun altro corpo aveva mai conosciuto le loro intimità. Erano un mondo a parte, un universo a due, sigillato e perfetto.
Lui, Giacomo, era di quelli che la natura aveva trattato bene. Alto, spalle larghe da sportivo, e quei capelli neri che iniziavano a striarsi di un brizzolato che gli davano un'aria dannatamente affascinante. Ma oltre l'aspetto, era la sua mente ad essere un continente inesplorato, specialmente quando si parlava di sesso. Una curiosità quasi scientifica, una sete di esplorazione che a volte sorprendeva. Lucia, d'altra parte, era un inno alla sensualità. Mora, occhi verdi che ti leggevano dentro l'anima, una quarta di seno generosa che sfidava la gravità e un culino a mandolino che sembrava scolpito nel marmo. E poi c'era quella sua vivacità, quel brio che la rendeva magnetica, quasi selvaggia, capace di accendere una stanza con un sorriso o uno sguardo.
Sessualmente parlando, la nostra relazione era stata un viaggio senza freni, una scoperta graduale e sempre più audace. Avevamo iniziato piano, con masturbazioni reciproche che, all'inizio, sembravano quasi un gioco innocente, una complicità in più da aggiungere al nostro repertorio di amanti. Ricordo i sussurri, il tremore delle mani, l'imbarazzo che si scioglieva nel piacere condiviso. Ma poi, la curiosità e il desiderio ci avevano spinti oltre. Il sesso orale era stata una rivelazione, un'esplosione di piaceri mai provati. Mi viene in mente ancora la prima volta che Lucia, guidata dalle mie parole e dalle mie mani esperte, imparò a prendere tutto, ogni goccia, e a farlo suo, senza esitazioni, con una naturalezza disarmante. Era stata una fase di pura scoperta, un momento in cui i nostri corpi si erano aperti l'uno all'altro in modi che non avremmo mai immaginato. Da lì, tutto il resto era venuto naturale: la perdita della verginità per entrambi, un passo gigantesco che ci aveva legati ancora di più, e poi, con la stessa curiosità, l'esplorazione del sesso anale. Lucia era diventata una tela aperta, ogni suo orifizio una porta verso nuove sensazioni, un territorio da esplorare senza tabù. E io? Beh, anche io avevo avuto le mie sorprese. Qualche volta, nei nostri giochi più audaci, lei aveva osato con le dita, una roba che mi aveva lasciato piacevolmente sorpreso, curioso di approfondire. La sensazione inaspettata mi aveva fatto capire quanto il mio corpo fosse ancora un mistero da svelare, anche per me.
Certo, in passato non erano mancati sguardi, qualche parola di troppo, inviti neanche troppo velati rivolti a Lucia. Giacomo non era mai stato il tipo da scenate di gelosia, anzi, quelle situazioni erano spesso diventate spunti per le loro serate più intime. Ricordo una volta, eravamo a cena con amici, e un tizio aveva flirtato apertamente con me, facendomi i complimenti per il vestito e poi lanciando sguardi un po' troppo insistenti. Quella sera, tornati a casa, avevamo parlato a lungo. Lui mi aveva detto:

Mi fido di te, so che la tua sensualità è per me, ma è innegabile che la tua luce attiri

. E io avevo confermato: la mia indole civettuola, sì, esisteva, ma l'avevo sempre incanalata nel nostro privato, tra le lenzuola, per lui e solo per lui. O almeno, così credevo.
Quella sera, la festa era stata una bomba. La musica rimbombava nel petto, un mix di elettronica e successi pop, e l'odore dolce del fumo si mescolava all'acre dell'alcol e al profumo dei corpi che si stringevano. Le luci creavano un'atmosfera quasi onirica, rendendo sfocati i volti, cancellando le inibizioni. Fiumi di alcol che scioglievano ogni rigidità, risate a non finire. La compagnia era un mix perfetto: i soliti amici, facce note, ma anche tanta gente che non avevamo mai visto prima. E questo aveva creato l'atmosfera giusta per lasciarsi andare, per spingersi un po' oltre il solito. Ballavamo, ci dimenavamo, io con altre persone, lui con altre. Per qualche ora le nostre orbite si erano incrociate solo per un attimo, in un sorriso fugace, per poi allontanarsi di nuovo, persi nella folla danzante. Mi ero ritrovata a ballare con un ragazzo dai capelli corti, le sue mani sulla mia schiena, la sua voce che mi urlava una battuta nell'orecchio, il suo respiro caldo sul mio collo. Strano, ma non mi sentivo in colpa. Anzi, c'era qualcosa di liberatorio in quell'anonimato.
Tornammo a casa che l'eccitazione ci pulsava nelle vene, un misto di stanchezza fisica e desiderio bruciante. I vestiti volarono via in fretta, gettati a terra senza un ordine preciso. Finimmo per fare l'amore con una passione che raramente avevamo raggiunto, quasi fosse la prima volta, un bisogno primordiale di ricongiungerci dopo esserci dispersi. Durante quel rapporto, mentre le sue mani mi accarezzavano la pelle e i nostri corpi si muovevano all'unisono, sarà stato l'alcol ancora in circolo, o forse l'energia vibrante della serata appena trascorsa, Giacomo mi stuzzicò. Con il fiato corto, mi sussurrò all'orecchio:

Sai, mentre ballavi con quel tipo... ti osservavo. Eri scatenata

. Un brivido mi percorse la schiena. Mi divertii a tenere il gioco, inarcando la schiena, stringendolo a me.

Ah sì? E cosa hai pensato?

La sua presa si fece più forte, il suo respiro più affannoso. Poi, con una voce roca che non gli avevo mai sentito, confessò:

Vederti stretta a un altro, le sue mani su di te... mi ha… mi ha eccitato da morire, Lucia.

In quel momento, sentii il sangue affluirmi al viso, un imbarazzo improvviso, quasi un calore inspiegabile che mi avvolse. Un misto di sorpresa, un leggero disagio, e poi... un'eccitazione quasi perversa che mi travolse. Quel brivido, quel velo di

proibito

, non ci impedì di raggiungere un orgasmo devastante, di quelli che ti lasciano senza fiato, senza più pensieri, solo sensazioni pure.
Ci addormentammo così, stremati e pieni, i corpi ancora avvinghiati. Ma al pranzo del giorno dopo, l'imbarazzo aleggiava tra noi, denso come la nebbia del mattino. Ci muovevamo circospetti, le parole pesavano, gli sguardi si sfuggivano. Poi, con un sospiro quasi impercettibile, Giacomo fu il primo a rompere il silenzio, un po' teso.

Riguardo a ieri notte... sai, l'idea di te con un altro continua a stuzzicarmi, anche a mente fredda.

Le sue parole caddero come macigni. Io, Lucia, mi sentii scombussolata da quella rivelazione a freddo. Non era un gioco, non più. Era una fantasia concreta, un desiderio espresso. E la mia risposta fu netta, quasi un riflesso condizionato, quasi una difesa:

No, Giacomo. Io non ti posso accontentare su una fantasia così.

La frase rimase sospesa nell'aria, una barriera invisibile tra noi.
Le settimane successive furono strane, cariche di un silenzio assordante su quell'unico argomento. Sia Giacomo che io passammo i nostri giorni a rimuginare, a rigirare in testa le parole, le sensazioni di quella notte. Era come se un vaso di Pandora fosse stato appena socchiuso, e ora i suoi contenuti si agitassero, invisibili, ma palpabili. L'argomento tabù era lì, tra noi, in ogni sguardo rubato, in ogni tocco distratto. Non detto, ma presente, un elefante nella stanza che nessuno osava nominare, ma che sentivamo entrambi il peso.

Cazzo, ma perché mi eccita così tanto l'idea di vederla con un altro? Non sono geloso, non mi sento tradito. Anzi. È un qualcosa in più, una dimensione che fino ad ora non avevo mai esplorato. Forse è la curiosità, la voglia di spingere i nostri limiti, di vedere dove possiamo arrivare come coppia. Lucia è così aperta, così sensuale... e se ci fosse qualcuno in grado di accendere in lei un fuoco diverso, un qualcosa che poi potremmo riportare nel nostro letto? L'idea di vederla esplorare nuove sensazioni, magari sotto i miei occhi, mi fa impazzire. Potrebbe essere un gioco per arricchirci, non per dividerci. Ma lei... lei sembra così spaventata. O forse è solo imbarazzata? Dovrei insistere? O lascio che sia il tempo a farla riflettere? Il sesso con lei è già incredibile, ma e se questo potesse renderlo ancora più... elettrico?


Mai. Ho detto mai. Ma... è stato davvero così categorico il mio no? O c'era una parte di me che tremava, non solo per imbarazzo, ma per una strana, inaspettata curiosità? L'idea di un altro uomo... di un altro corpo... Dio, è spaventoso. Siamo sempre stati solo noi. La nostra bolla. Ma allo stesso tempo, quando Giacomo lo ha detto, mentre facevamo l'amore, ho sentito un brivido diverso. Non solo repulsione. Un pizzico di morbosità, di eccitazione proibita. E se la sua fantasia fosse anche la mia, in fondo al mio subconscio? E se fosse la paura dell'ignoto a farmi dire di no? Cosa succederebbe se provassimo? Riuscirei a gestirlo? Riuscirei a non sentirmi… svenduta, o tradita? E se mi piacesse troppo? No, non posso pensarci. È troppo grande, troppo rischioso. Ma il pensiero, come un'ombra fastidiosa, continua a tornare. Giacomo ha sempre saputo tirare fuori il meglio di me, le mie parti più nascoste. E se questa fosse solo l'ennesima frontiera da superare, insieme?


Nella vita, mai dire mai… E se la fantasia di Giacomo non fosse poi così lontana dalla mia inconscia curiosità? Il silenzio tra loro era un ticchettio, un conto alla rovescia verso un futuro incerto, ma potenzialmente molto, molto eccitante.

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