ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: La Torta alla Crema 
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ИСТОРИЯ

La Torta alla Crema

by Gianbull360
Посмотрели: 123 раз Комментарии 0 Date: 16-06-2025 Язык:Language

Matteo
Cazzo, chi avrebbe mai detto che mi sarei ritrovato qui, in ginocchio sul tappeto con il plug di Andrea ben piantato nel culo. Io, marito modello di giorno, e di notte… beh, di notte uno schiavo dei desideri di mia moglie. E dei miei, non lo nego. La nostra

normalità

era diventata un sottile velo su un abisso di trasgressioni che solo noi conoscevamo. Da quando Andrea era entrato nel nostro mondo, le cose avevano preso una piega che neanche nei miei sogni più perversi avrei immaginato. Era un’intesa nuova, complessa, fatta di sguardi, di silenzi, di promesse non dette che sapevano di carne e di peccato.
Con Gaia, non era più la semplice intimità di una coppia sposata. Era diventata una connessione forgiata nel fuoco di ciò che osavamo fare. Ogni limite che superavamo, ogni audacia, ci legava di più. Paradossalmente, eravamo più uniti proprio mentre spingevamo la nostra relazione oltre ogni confine. Io volevo compiacerla, sprofondare nella mia sottomissione per lei. Volevo superare me stesso, dimostrarle una devozione assoluta. Ma Gaia… Gaia era un fottuto enigma. Non capivo cosa le passasse per la testa in quel periodo, ma la sua sete di potere, di affermazione, di piacere era insaziabile. Era sempre un passo avanti, imprevedibile, guidata da un istinto primordiale che io potevo solo intuire e a cui, dannazione, non potevo resistere.
Un giorno, l'idea mi si piantò in testa come un chiodo fisso. Una fantasia che mi tormentava, l’atto di sottomissione estremo, il cream pie. Il cuore mi batteva all'impazzata quando glielo proposi.

Gaia,

le sussurrai, la voce roca, quasi non la riconoscevo.

Voglio fare qualcosa di estremo per te. Voglio che Andrea… ti venga dentro. E io… io lo pulirò. Con la mia lingua.


Gaia
L'aria si fece densa in quel momento, quasi palpabile. Le parole di Matteo mi colpirono come un pugno nello stomaco, ma non nel modo in cui pensava. Erano audaci, persino per me. Ma allo stesso tempo, quella proposta mi eccitò profondamente. Era l'apice della sua sottomissione, un atto di devozione che superava ogni aspettativa. Ero sempre un passo avanti, è vero, ma questa volta, era stato lui a lanciare il guanto, e con che coraggio.
Riflettei un attimo, il silenzio riempito solo dal battito accelerato del mio cuore e, probabilmente, del suo. Un sorriso lento, malizioso, mi si disegnò sulle labbra.

Interessante, Matteo,

dissi, la voce carica di sensualità che sapevo lo avrebbe fatto tremare.

Accetto.

Ma non potevo accettare senza una mia condizione, una clausola che avrebbe aumentato ulteriormente la tensione.

Però, Matteo,

continuai, i miei occhi che brillavano di una luce famelica,

in questo periodo… uso solo il monitor del ciclo. Potrebbero esserci dei rischi nonostante l’affidabilità. Dovremo aspettare esattamente gli ultimi giorni del mese. Solo allora.

Sapevo che lui era consapevole del rischio, ma la sua volontà di compiacerci, la sua fiducia nel destino o nella sua stessa fortuna, era più forte. Era pronto a prendersi le sue responsabilità. Ed io ero pronta a vederlo farlo.
Matteo
I giorni che seguirono furono un tormento. Ogni giorno che passava era un conto alla rovescia verso l'ignoto, verso l'atto che mi avrebbe segnato per sempre. Pensieri perversi si mescolavano a una strana, quasi religiosa, ansia. Ero un soldato in attesa della battaglia, pronto a sacrificarmi per la mia dea. E finalmente, il giorno arrivò.
La sala era illuminata da luci soffuse, l'aria densa di anticipazione. Io, in ginocchio al centro della stanza, sentivo il plug di Andrea ben piantato dentro, un richiamo costante, un promemoria della mia posizione. Ero il loro altare sacrificale. Gaia, radiosa, si sdraiò sul divano, offrendosi ad Andrea con una grazia che mi fece digrignare i denti per l'eccitazione.
Andrea si chinò su di lei, i loro corpi che si unirono in un amplesso selvaggio. Io osservavo, ogni muscolo teso, il respiro affannoso. Andrea la penetrava con decisione, i loro corpi si muovevano in un ritmo frenetico. Gaia gemeva, il suo corpo si inarcava, le sue gambe si stringevano intorno ai fianchi di Andrea. C'era un sesso intenso, penetrazioni profonde, un'esplosione di sensualità tra loro due. Io, immobile, ingoiavo ogni immagine, ogni suono, la mia eccitazione cresceva a dismisura, un misto di gelosia e un piacere perverso che mi stava consumando l'anima.
Poi, il momento culminante. Andrea, con un ultimo gemito, venne dentro Gaia abbondantemente, riempiendola del suo piacere. Sentii una fitta al cuore, un misto di trionfo e umiliazione.
Gaia
L'orgasmo di Andrea mi scosse, una scossa elettrica che si diffuse in ogni fibra del mio essere. Sentivo il calore, la pienezza. Era un trionfo, la prova tangibile del mio potere. Mi mossi, e con un sorriso da predatrice che sapevo Matteo avrebbe adorato, mi voltai verso di lui.

Matteo,

ordinai, la voce roca e potente,

vieni. Pulisci la tua padrona. Assapora il suo piacere.


Matteo obbedì. Si avvicinò, e con la lingua, iniziò a leccare via ogni goccia. Assaporò il sapore di Andrea, il sapore della profanazione più profonda della sua moglie. I miei occhi brillavano di divertimento e compiacimento, e sentivo le risate mie e di Andrea risuonare nella sala, amplificando la sua umiliazione e, lo sapevo, il suo piacere.
Andrea non era ancora sazio. Infoiato da quella scena, si riposizionò subito dietro di me. Mi misi a quattro zampe, sentendo il desiderio di lui dietro di me, la conferma della sua sottomissione. Con una foga rinnovata, ripeté il riempimento alla pecorina, i nostri corpi che si muovevano in un ritmo sfrenato. Gemevo, il mio corpo scosso da spasmi continui, godendo intensamente di quel secondo, abbondante riempimento.
Matteo
Il sapore di lei, intriso del sapore di lui, mi riempiva la bocca, la mente, l'anima. Ero lì, umiliato, eppure mai così vivo. Le risate di Gaia e Andrea mi rimbombavano nelle orecchie, e sapevo che erano risate di trionfo, ma anche risate di piacere condiviso, un piacere che stavo alimentando con la mia stessa abiezione.
Poi, la voce di Gaia mi richiamò.

Ora è il tuo turno, Matteo.

Un brivido mi percorse la schiena. Ancora con il plug nel sedere, mi gettai su di lei, la penetrai con una foga disperata, spinto da un'eccitazione che non riuscivo più a contenere. E venni subito, riempiendola anche io, il mio sperma che si mescolava a quello di Andrea. Era un atto di possesso, sì, ma anche di sottomissione. Il mio seme si univa al suo, sigillando un patto oscuro che mi legava a loro, per sempre.
Gaia
Li osservavo, Matteo e Andrea, entrambi esausti ma appagati. I miei occhi brillavano di una luce inequivocabile. Il

cream pie

era stato un successo, un'esperienza che aveva spinto i confini del nostro patto a un livello inimmaginabile. Avevo sentito il loro piacere, il mio piacere, le nostre tre esistenze intrecciate in un nodo di carne e trasgressione.
Ma Matteo non sapeva che avevo già in mente come alzare la posta ancora di più. Un nuovo, inaspettato colpo di scena si stava preparando. Sentivo l'adrenalina scorrere, la fame di ciò che sarebbe venuto. Matteo lo avrebbe scoperto molto presto. Il gioco al rialzo era appena iniziato. E io, ero pronta a giocare.

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