la prima volta
by leggerezza50Viewed: 208 times Comments 1 Date: 17-01-2025 Language:
Nel suo ufficio, lei lo osservava con occhi che non lasciavano trasparire alcuna emozione. Quando lui finì di parlare, lei continuò a guardarlo senza parlare. Sembrava che il tempo si fosse fermato e tutto intorno a loro fosse immobile. Lui non riusciva a capire cosa potesse passarle per la testa.
Il suo sguardo non era né felice, né esprimeva allegria o gioia. Era uno sguardo indagatore, ma insistente. Lui non riusciva a capire quello sguardo, ma nello stesso tempo lo accoglieva come una sensazione affascinante, sensuale e misteriosa.
Poi, improvvisamente, con l’incoscienza che normalmente hanno solo i ragazzini o gli uomini innamorati, si avvicinò a lei che un po’ sorpresa da questo atteggiamento, si ritrasse verso il muro. Lui, non domo, e scacciando il pensiero di fermarsi di fronte a quel comportamento, continuò ad avanzare e quando lei toccò con la schiena il muro, la guardò fisso negli occhi a pochissima distanza dal suo viso. Avvicinò la bocca alla sua, sentiva che i respiri tra loro si facevano più intensi, si intrecciavano tra loro. All’improvviso le sfiorò le labbra con le sue, con la lingua le allargò quelle labbra morbide e carnose, e si insinuò nella sua bocca. Finalmente, lei si sciolse e si lasciò andare ad un lungo e lento bacio appassionato.
Il giorno dopo, durante la pausa pranzo, lei ricambio il piacere e lo andò a trovare al suo studio, come entrò non ebbe il tempo di dire buongiorno che egli la baciò come se la volesse mangiare. Si avvinghiarono in un abbraccio focoso, poi lei vide il divano e lo spinse sullo stesso, osservandolo con degli occhi penetranti. Lui era eccitatissimo e meravigliosamente colpito dalla nuova immagine che stava scoprendo e vivendo in quel momento. Lei lo guardava intensamente, sembrava che lo volesse mangiare e non solo con gli occhi. In piedi davanti a lui, si sbottonò la camicetta, poi con quelle sue dita lunghe ed affusolate sganciò il reggiseno e lo fece scivolare a terra. Lui, eccitato la guardava con bramosia, si mosse per attirarla a sé. Lei si ritrasse, lo guardò, gli disse “stai fermo”, si avvicinò e si mise a cavalcioni. Sentì la durezza del suo membro che le premeva all’altezza dell’interno coscia. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò sulla bocca. Si ritirò, lo guardò e gli infilò la lingua in bocca. Poi si staccò e mentre gli sbottonava la camicia, iniziò leccargli il collo, poi scese più giù, con sapienti tocchi iniziò a baciare e far scorrere la sua lingua sul petto. Gli morse i capezzoli. Continuava a baciarlo, lentamente, scendendo e salendo sul suo ventre faceva scorrere la lingua ora a piccoli tocchi ora più velocemente. Lo guardava negli occhi e faceva scorrere delicatamente le sue mani, dal petto all’addome ancora tonico, soffermandosi a giocare con i peli, poi prese a baciarlo. Lo baciava e lo leccava, e il respiro di lui si faceva sempre più affannoso, poi lei fece scivolare lentamente le dita sull’addome all’altezza della cintura, mandava leggermente le dita avanti e indietro, poi le fece scendere giù e sentì il suo membro da sopra i pantaloni, duro, caldo, ma non lo tirò fuori, voleva eccitarlo ancora un po’. Voleva che lui la desiderasse tanto. Quindi lo accarezzò da sopra la stoffa, lentamente, delicatamente, poi tirò giù la lampo, ma ancora non volle fargli sentire il contatto con la sua mano. Lo Iniziò ad accarezzare con le dita per tutta la lunghezza del pene, lo sentiva pulsare e diventare sempre più duro, allora decise di avvicinare la bocca, passò le labbra sui boxer, un paio di volte su e giù, lo mordicchiò, gli respirò sopra, facendo sentire il calore della sua bocca. Lui ormai era appoggiato allo schienale del divano, con gli occhi chiusi e il membro che gli scoppiava.
Lo sentiva pulsare, non vedeva l’ora di liberarlo dalla gabbia di tessuto nel quale era riposto, ma non voleva denudarsi da solo, aspettava che lo facesse lei e seppur avesse una voglia pazzesca di tirarlo fuori ed infilarglielo in bocca, non osava avvicinare le mani all’abbottonatura.
Le mise una mano sulla testa, iniziando a spingere in alto il bacino. Lei lo fece fare per pochi secondi, poi si scostò. Abbandonò l’inguine, gli riallacciò i pantaloni e si ridedicò a baciargli il collo e la bocca.
Lui totalmente sconvolto da questo cambio improvviso di rotta, con impeto si avventò affamato verso il suo seno, cercando di fermare l’eccitazione che pulsava nella gabbia di stoffa, concentrò le attenzioni su quei capezzoli turgidi che iniziò a baciare, a leccare a mordere. Aveva compiutamente compreso il suo gioco e sapeva che lei non sarebbe andata oltre quel giorno. Voleva dimostrargli che era lei a comandare. Ci era pienamente riuscita in quel frangente. Ma lui si ripromise che la prossima volta che si fossero incontrati, le avrebbe fatto comprendere bene chi realmente poteva gestire il gioco.
Per puro caso il giorno dopo lei ebbe l’incarico dal suo capo di portare un carteggio all’ufficio che la stessa aveva ben conosciuto il giorno prima. Non appena entrò nella stanza, il professionista le andò incontro e come il primo giorno si avvinghiarono in un abbraccio vorticoso. La baciò a lungo, con ardore e passione, lei rispose a quel bacio, con altrettanto trasporto, e quando le mani di lui si posarono sul fondoschiena, lo lasciò fare, mentre l’eccitazione saliva sempre di più.
I loro corpi aderivano perfettamente uno con l’altro, i loro respiri si facevano sempre più affannati, e carichi di desideri. Lei sentiva il pene duro di lui, era come impazzita dal desiderio di fare e farsi fare qualunque cosa.
Lui le tolse il pullover e sbottonò il reggiseno. Il suo seno in tutto il suo splendore, comparve improvvisamente, lui non resistette e prontamente lo iniziò a succhiare e leccare. La qualcosa la fece sobbalzare ed in piena eccitazione, fece scivolare la sua mano sul pene ormai duro come il marmo, e lo accarezzò per un po’ sopra i pantaloni, più lo accarezzava e più lo sentiva duro, e più lo desiderava.
Poi in un impeto di follia, aprì i pantaloni e con gesto deciso impugnò la verga e si inginocchiò. Lui a quel punto la fermò e la fece rialzare. Lei lo guardò un po’ stupita, con uno sguardo tra l’implorante ed il perplesso stava per dire qualcosa quando fu buttata sul divano. Lui, con un ghigno, la guardò e disse “ora impari” ed affondò la sua faccia in mezzo alle cosce di lei. Le scostò le leggere mutandine di pizzo nero che portava ed iniziò a leccargliela, assaporando il tutto. Con gusto, la leccava con la lingua aperta, così per pennellarla tutta a davanti a dietro. Sembrava un lago, un fiume in piena, calda, caldissima.
Era completamente fradicia, la leccava raccogliendo le gocce di quanto a lungo desiderato, succhiava e mordeva dolcemente il clitoride con un’abilità rara tanto che lei iniziò a gemere, ansimare. Emise piccoli e soffocati mugolii, si mordeva le labbra per non urlare. Era penetrata con la lingua, pensò di impazzire dal piacere che provava. Lui continuò imperterrito, la stava scopando con la lingua e a lei piaceva, eccome se le piaceva. La scopò a lungo così, fino a farla venire, nella su bocca e poi continuò ancora tanto fino a quando lei non iniziò ad urlare “basta ti prego”. Allora lui alzò il viso ed incrociò il suo sguardo. Lo guardava con aria sognante. Lui si alzò, si avvicinò e la baciò. Poi, si scostò, si erse prese il membro in mano e glielo infilò in bocca. Ancora con uno sguardo sognante lei dischiuse le labbra ed iniziò a fargli un pompino da togliere il fiato. Era la prima volta che faceva l’amore con lei, e mai nessuna gli aveva fatto provare sensazioni così meravigliose. Ci sapeva fare con la bocca, a momenti pensava, quasi se lo volesse mangiare. E quando con la lingua lo percorse tutto da cima a fondo per poi cacciarselo tutto giù fino in gola, non resistette. La fece alzare, la mise a ad angolo retto e la penetrò. Tutto dentro, fino in fondo. Era bagnata, calda. Il suo membro andava avanti ed indietro, dentro e fuori. Lei urlava e godeva, lui si gustava il momento in silenzio, e più lei godeva, più lui si eccitava. Continuò così per un po’, poi con un colpo secco lo spinse dentro fino in fondo ed iniziò a sbatterla con forza, lei continuava ad ansimare e godere. All’improvviso lo tirò fuori da quella meraviglia, la fece inginocchiare e lo mise tra i seni tenendoli stretti, scopandola anche lì. Lei prese a succhiarlo di nuovo con passione ed avidità fino a che lui non iniziò a godere e una cascata calda le riempì la bocca.
Entrambi si accasciarono sfiniti sul divano. All’unisono si girarono e lui disse “come sei bella”. Lei lo guardava con aria sognante e felice. Si alzò, andò di là a sistemarsi. Aveva ancora la gonna. Tornò dopo qualche minuto. Era nuda. Lui la guardò e ripetè, un’altra volta, “come sei bella”. Lei con un sorrisetto malizioso gli rispose “ che fai mi prendi in giro?” La prese per mano, l’attirò a sé e la baciò sulla bocca, erano passati solo alcuni minuti, ma lui era già nuovamente eccitato. Se ne accorse anche lei, sorrise e con uno sguardo malizioso, senza dire nulla, gli stinse il membro, poi disse “se un torello”. Lui non rispose, con le pupille dilatate la guardò intensamente, ipnotizzato dalla bellezza che aveva di fronte, attirato da quella meraviglia si rituffò tra le sue gambe e come se non fosse accaduto mai nulla, riniziò a leccarla. Lei smise di mangiare, gli posò una mano sulla testa, le dita che si intrecciavano tra i capelli, iniziò a muovere il bacino. Mugolava di piacere, sentiva la lingua che si muoveva dentro di lei, non aveva mai provato un piacere così intenso. Era un’altra volta bagnata fradicia. Aveva la sensazione che lui le avrebbe fatto esplorare luoghi a lei sconosciuti. Un calore intenso la pervadeva, partendo dal basso, le irradiava tutto il corpo. Stava venendo. Ebbe la netta sensazione che il gioco era appena iniziato ed aveva tutto il pomeriggio davanti. Lui stava riuscendo a farla godere con la lingua. Un attimo prima che raggiungesse l’apice del piacere gli disse “che lingua spettacolare che hai”. Poi urlò!
Fu allora che lui improvvisamente la girò, non ebbe il tempo di capire cose volesse fare e la cappella turgida le accarezzava il suo orifizio più stretto. Lei comprese e chiese non troppo convinta” no ti prego nel culo no”. Lui era troppo infoiato e quella supplica non fece che aumentare il suo desiderio, incurante delle parole ascoltate iniziò ad entrare, lei cerco di divincolarsi ma egli la teneva ferma sul divano. Il pene iniziò a scivolare dentro quel buco stretto, lei mugolava e nello stesso tempo cercava di opporsi sempre con meno forza, limitandosi a dire “no, ti prego no, è troppo grosso”, e ciò lo eccitava sempre più e con un colpo secco glielo infilò tutto dentro. Lei urlò, inizio a piangere ma nello stesso tempo ad ansimare, le piaceva e le faceva male, lui iniziò a stantuffarla sempre più veloce. Lei con voce mista a godimento e dolore, disse “mi stai chiavando come una troia”, lui continuando a fotterla le agguantò i grossi seni, le morse il collo ed ascoltando i suoi gemiti le sussurrò nell’orecchio “non sto chiavando una troia, sto inculando la MIA vacca da monta”,
e continuò sempre più forte, lei perse ogni freno inibitore ed inizio a gridare “ si fottimi, inculami, sono la tua vacca”, poi smise di parlare, solo muguli sempre più forti ed infine un urlo: godoooooo. Lui, stava per scoppiare, ma non voleva venirle nel culo, lo tirò fuori, la girò, urlò mentre le sborrava in faccia!
Si accasciarono a terra, si guardarono e lei disse “me lo hai rotto ma sono felice perchò non ho mai goduto così tanto così”, lui rispose “sarò felice quando domani mi dirai che ti fa ancora male il culo” e la baciò